Civiltà del Lavoro, n. 6/2020

Civiltà del Lavoro dicembre 2020 45 Nella nostra azienda su 150 dipendenti (ma ogni giorno var- cano i nostri cancelli nelle 24 ore altrettanti addetti prove- nienti dalle imprese in outsourcing: trasporti interni, spedi- zioni, manutenzioni, sicurezza, esclusi i trasportatori), il 12% sono laureati e il 18% diplomati di scuola media superiore. I processi di digitalizzazione sono già da tempo in pieno svi- luppo. Le provvidenze generate da Industria 4.0 sono sta- te ampiamente sfruttate. È un indubbio vantaggio, ma solo temporaneo. Sono infatti convinto che nessuno potrà far a meno di tali mezzi, oggi considerati innovativi ma che tra qualche anno saranno la normalità, come è accaduto per la transizione informatica negli anni ’70 e ’80. Mi sembra che non manchino attualmente misure agevola- tive che premino la ricerca e l’innovazione. Se un freno esi- ste, esso sta nelle difficoltà burocratiche che si incontrano nella loro implementazione e il rischio di dover poi resistere, nella rendicontazione dei costi sostenuti, alle immancabili contestazioni da parte degli organi di verifica, come peral- tro accade ogni volta che il legislatore accorda provviden- ze sugli investimenti materiali o immateriali. L’emergenza sanitaria ha fatto esplodere la domanda di igienizzanti. Come si è organizzata la sua azienda? Sì, però è stato un fenomeno transitorio legato al periodo del lockdown e dobbiamo dar merito a tutti i nostri dipen- denti e addetti per aver assicurato costantemente la loro presenza con coraggio e spirito di servizio. Grazie a loro e al fatto di essere stati considerati azienda “essenziale”, ab- biamo potuto soddisfare tutte le richieste aggiuntive pro- venienti dalle aziende della Gdo: alcune di esse non hanno mancato di inviarci lettere di ringraziamento per la prezio- sa puntualità dimostrata. Questa continuità ci ha pure consentito di donare alla Pro- tezione Civile locale i prodotti, come alcuni presidi medi- co-chirurgici, che all’inizio della pandemia erano introvabili. Oggi si è tornati alla normalità della produzione e dei con- sumi; ovviamente trattiamo prodotti di prima necessità e di costante impiego nella vita quotidiana, che non subisco- no mai forti oscillazioni legate alla stagionalità o alla moda. Suo padre ha fondato l’azienda in cui ora lavorano anche i suoi figli. Crede che per loro sarà più facile o più diffi- cile fare impresa rispetto a chi li ha preceduti? No, non lo credo assolutamente. Essi sono in azienda or- mai da parecchi anni e hanno dimostrato le loro capacità mettendo tutti a profitto le conoscenze acquisite all’Uni- versità: Filippo alla direzione commerciale, Alessandro co- me direttore di stabilimento e Lorenzo a capo della nostra sister company Saci Professional (16 ulteriori dipendenti e 50 addetti, di cui 40 alle vendite). Li aspettano sfide im- portanti, ma sapranno far fronte in maniera adeguata an- che se l’Italia non è terreno facile per chi vuol fare impresa. A loro il compito della crescita per linee esterne: il nostro stabilimento ha infatti ormai raggiunto le dimensioni ot- timali e difficilmente potremo far fronte alle crescenti ri- chieste dei nostri clienti italiani ed esteri solo da Perugia. Non abbiamo marchi propri industriali ma possediamo una ottima reputazione, anche internazionale, presso i nostri clienti attuali e quelli potenziali: un marchio BtoB. Cosa significa per lei essere stato insignito dell’onorifi- cenza di Cavaliere del Lavoro? È un grande onore e motivo di immensa soddisfazione. Ov- viamente esso premia anche chi mi ha preceduto e chi mi sta affiancando e ha largamente contribuito alla crescita in questo ultimo ventennio. Anche tutti i collaboratori sono stati indirettamente gratificati e li ho visti motivati a fare meglio, quasi facendo propria l’onorificenza da me ottenuta. Ho ascoltato durante la video-call la presentazione di tutti i neo Cavalieri e la rappresentazione dei loro gruppi indu- striali e delle loro aziende, in molti casi di dimensioni ben maggiori delle nostre. Ritengo che concedendomi il titolo di Cavaliere del Lavoro, il Presidente della Repubblica abbia ascoltato il giudizio di tutti coloro i quali, e da ultimi i miei colleghi che ringrazio per la generosa accoglienza, esami- nando il mio curriculum, i bilanci e i successi delle nostre aziende, abbiano inteso premiare sia la mia vita professio- nale interamente dedita al lavoro, sia la qualità di una real- tà in costante crescita e non le sue dimensioni. Una real- tà di cui mi vanto anche per l’armonia che da noi regna a tutti i livelli.

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