Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2020

47 Civiltà del Lavoro ottobre • novembre 2020 perché non sono più abituati alla convivenza con i propri familiari. In generale, vivendo in Collegio tutti noi abbiamo una percezione diversa perché pur non frequentando le lezioni continuiamo ad avere una vita sociale, di comunità. Forse, anche per questo motivo, dal punto di vista emoti- vo personalmente non ho risentito del momento. Anzi, la quarantena mi ha offerto più tempo per pensare a me stes- so e al mio futuro. Stare da soli a volte non fa male. E poi non ho mai letto così tanto in vita mia, classici soprattutto. Siamo curiosi. Qualche titolo? Cuore di tenebra di Conrad, Il profeta di Gibran e Lo stra- no caso del Dottor Jeckyll e del signor Hyde di Stevenson. È preoccupato per il suo futuro? No, mi ritengo fortunato perché essendo al secondo an- no i prossimi saranno comunque anni di studio. E poi cre- do che la preoccupazione in generale vada limitata, il futu- ro resta imprevedibile. Che opinione ha sulla gestione della pandemia nel no- stro Paese? Non mi è dispiaciuto il modo in cui si è posto il governo, in particolare nei mesi da marzo a maggio. Il problema si po- ne adesso perché avendo avuto diversi mesi per prepararsi le cose dovrebbero essere gestite meglio, penso ad esem- pio alla riapertura delle scuole. Cosa vorrebbe fare da grande? Mi piace molto la robotica e vorrei lavorare per qualche in- dustria del settore, in Italia oppure all’estero. È ancora pre- sto per decidere ma nel frattempo dovendo scegliere l’in- dirizzo degli studi opterò sicuramente per automazione. EMMA MARIA UGOLINI Alfiere del Lavoro 2019 Medicina e Chirurgia (International Program) Università Statale di Milano È preoccupata dall’aumento dei contagi riscontrato nel- le ultime settimane? Sì, perché mi sembra che la situazione sia stata un po’ sotto- valutata. Non possiamo prevedere l’evoluzione dell’epidemia per cui ritengo giusto avere comportamenti più prudenti. In generale, secondo lei il nostro Paese come ha gestito e sta gestendo la pandemia? È molto difficile valutare in modo corretto e preferisco non sbilanciarmi. Da una parte penso che la situazione avrebbe potuto essere anche peggiore di quella che abbiamo vis- suto, dall’altra la crescita dei contagi ci dimostra che non ci troviamo nella stessa situazione in cui eravamo a luglio e che non possiamo stare tranquilli. All’università ne avete parlato? Certamente. Abbiamo anche ri- cevuto un documento, realizza- to in collaborazione con l’Acca- demia dei Lincei, che spiegava gli aspetti scientifici della pandemia; inoltre, la mia università ha rea- lizzato un video per divulgare i comportamenti da adottare e se ne è parlato molto anche con i docenti. E fra colleghi? Anche. Spesso mi sono trovata a informare io stessa alcuni studenti stranieri che hanno fatto ritorno nei loro paesi e che hanno difficoltà ad acquisire notizie affidabili. Come è cambiata la sua quotidianità durante il lockdown? Dovendo seguire le lezioni dalle 9 fino alle 4 del pomerig- gio ho trascorso la maggior parte del tempo nella mia ca- mera. Per fortuna il passaggio alla didattica online è stato automatico, la piattaforma è stata predisposta nel giro di pochi giorni e i docenti sono stati tutti molto disponibi- li. Certo, per alcune materie come istologia, dove occorre confrontarsi con vetrini e microscopio, non è stato possi- bile andare in laboratorio, ma per quelle più teoriche non abbiamo avuto problemi. A causa della pandemia ha dovuto modificare alcuni pro- getti personali? In estate avrei dovuto partecipare a una Summer School ad Anversa grazie a una borsa di studio. È stato tutto cancellato. Avevo in programma anche di tornare in Cina a breve visto che studio cinese da parecchi anni, ma l’idea è stata chiara- mente accantonata. La voglia di tornare, però, c’è ancora. SOFIA ZANELLI Alfiere del Lavoro 2019 Fisica, Università della Calabria, Rende (Cs) Il lockdown è avvenuto a metà del suo primo anno universitario. Come lo ha vissuto? Il secondo semestre si è svolto interamente online e il pas- saggio è stato un po’ traumatico. Non intendo dal punto di vista organizzativo, perché l’università è stata molto efficiente PRIMO PIANO

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