Civiltà del Lavoro, n. 2/2020

34 Civiltà del Lavoro aprile • maggio 2020 PRIMO PIANO test (tamponi) e analizzare le informazioni a disposizio- ne dell’Iss circa le persone contagiate per capire dove avve- nivano i contagi, se nei luoghi di lavoro, durante il traspor- to, in casa o negli stessi presìdi sanitari. Questo è l’unico modo per capire se le misure sono sufficienti e intervenire laddove non lo siano. Il lockdown delle attività produttive come misura di distan- ziamento sociale ha effetti devastanti sull’economia e sul la- voro, che pagheremo cari. Provvedimenti severi di lockdown sono opportuni in aree limitate dove l’epidemia è partico- larmente aggressiva. Quanto alle misure economiche, il governo ha preso molte disposizioni in tempi anche celeri, ma gli effetti non saran- no sufficientemente veloci rispetto alle dinamiche azien- dali. Il tema del tempo di risposta è forse di maggiore im- portanza sul quantum. Considero positivamente l’aiuto che arriverà dall’Europa coi Recovery funds, titoli emessi per la prima volta da Stati membri insieme per investimenti a fa- vore degli stessi. Si sente di fare qualche previsione sulla ripartenza? Purtroppo la ripartenza si presenta molto lenta, quindi la ripresa dei consumi sarà altrettanto lenta e non potrà dav- vero compensare quanto perso. Per evitare che una fascia della popolazione cada in povertà e si distrugga capacità produttiva dovranno essere protratte le forme di sostegno alle famiglie e alle imprese. Visto che dovremo convivere ancora col virus, il tema di come mantenere alta la produttività in presenza delle mi- sure di sicurezza deve essere problema di tutti, non solo dell’industria, ma di qualunque comparto, anche nel setto- re pubblico. L’Italia ha bisogno urgente di un impiego estensivo della digitalizzazione in tutti i processi amministrativi, nei servi- zi pubblici e privati, nel commercio, e lo snellimento delle procedure amministrative. Il Paese deve investire nelle infrastrutture materiali per av- vicinare i mercati e anche nelle infrastrutture digitali per avvicinare le persone e aumentare la loro produttività nel tempo del distanziamento fisico. Claudio LUTI Il Salone non c’è, ma pensiamo già al prossimo anno Voglia di rinascita è ciò che si respira in Kartell, sottoposta al blocco delle attività per le disposizioni del governo ma rimasta sempre in contatto con i propri clienti. La celebre azienda milanese specializzata nella produzione di arredi e complementi in materiali plastici è uno dei nomi di punta del made in Italy, con fortissima vocazione all’export. Con il presidente Claudio Luti abbiamo fatto il punto della situa- zione, ripercorrendo le settimane di stop. Fermare le attività produttive non essenziali e che non rientrano nella filiera alimentare e farmaceutica. Que- sta la decisione del governo. Come il suo gruppo sta af- frontando lo stop? Ci sono attività che in qualche modo possono essere portate avanti da remoto? Kartell si è allineato alle disposizioni governative e ha fer- mato le sue attività nel periodo richiesto tenendo però sempre vivo da remoto il servizio clienti, l’assistenza online e il supporto a tutta la sua rete di contatti internazionali. Allo stesso tempo ha continuato a generare idee, a finaliz- zare progetti e creatività, che è alla base del nostro lavo- ro per farci trovare pronti alla riapertura con la possibilità di riavviare le nostre strategie commerciali. Stiamo anche già pensando ai prodotti che saranno presentati al Salone del Mobile 2021. Quali provvedimenti adotterete alla ripresa per tutelare la salute dei vostri dipendenti? Siamo già pronti con tutte le misure richieste, distanziamenti, turni in mensa, accesso in azienda con controllo della tem- peratura. E se fosse possibile io metterei a disposizione di “La sicurezza e la salute vengono prima di ogni cosa e noi siamo pronti a tutelare i nostri dipendenti ripartendo con le dovute precauzioni”

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