Civiltà del Lavoro, n. 6/2019

Civiltà del Lavoro dicembre 2019 85 ancora giocare un ruolo e un peso rilevante per la trasfor- mazione e la crescita del nostro Paese. Vorrei poi cogliere l’occasione di questa vostra cortese in- tervista per dedicare un affettuoso ricordo al presidente Giorgio Squinzi, recentemente scomparso, che ho ammira- to per la sua straordinaria volontà e capacità: un indimen- ticabile interprete del fare impresa e un esempio di dedi- zione al lavoro, che mi ha consentito di arricchirmi a livello manageriale e personale. L’attuale situazione politica, sociale ed economica sta vi- vendo una fase delicata e complessa. All’interno di que- sto scenario, di cosa avrebbero bisogno le realtà produt- tive per rilanciarsi, favorendo l’occupazione? Per creare e mantenere lavoro dobbiamo puntare sulla ca- pacità delle aziende italiane di essere attrattive: abbiamo nel nostro Paese un numero formidabile di aziende stra- ordinarie, capaci di attirare gli investimenti dall’estero, indi- pendentemente dal quadro economico, regolatorio e po- litico in cui operiamo. L’Italia registra negli ultimi anni alcuni lievi miglioramenti rispetto ai principali indici che misurano l’attrattività di un paese per gli investitori esteri. Nonostante questo, si può continuare a lavorare su alcuni fattori determinanti: investi- menti, digitalizzazione, semplificazione amministrativa, coe- renza normativa e regolatoria, incentivi fiscali. Per consentire alle imprese italiane di individuare i giusti in- vestimenti che portino benefici di lungo termine per l’azien- da e tutti gli stakeholder, di certo è necessario un supporto strutturato da parte del Governo, con politiche industriali di sviluppo economico e del lavoro. Un approccio sistemi- co che necessariamente deve inquadrarsi all’interno di un panorama normativo coerente e omogeneo: continui in- terventi regolatori e legislativi possono aumentare l’incer- tezza in cui operano gli imprenditori, che vedono cambia- re leggi e riferimenti, sovente in contraddizione tra di loro, frenando gli investimenti esteri e lo sviluppo organico. Ma gli investimenti non saranno sufficienti se non guidati da obiettivi chiari, visione di lungo termine, strategie integra- te e migliori conoscenze tecniche. In questo contesto credo sia necessario investire ulterior- mente nelle università, nei centri di alta formazione, per- ché abbiano gli strumenti per formare profili poliedrici e altamente specializzati, e nella ricerca, per la quale – nono- stante i finanziamenti ancora troppo bassi – l’Italia emerge forte in termini di risultati ottenuti, con molteplici pubbli- cazioni scientifiche, brevetti e progetti ad alta tecnologia. Lei è tra i principali azionisti della Manifattura Sigaro To- scano. Qual è la varietà di sigaro che preferisce? Il mio sigaro preferito è il Toscano Antica Riserva, rientra perfettamente nel mio mood, è un sigaro deciso, ma allo stesso tempo rotondo e avvolgente. Quando posso non manco mai di concedermi un Toscano del Presidente, un’eccellenza assoluta, un sigaro che rac- chiude la maestria tradizionale delle nostre sigaraie e la continua ricerca di innovazione del sigaro Toscano. Profu- mi caldi, note di legno nobile, il tutto avvolto in una piace- vole chiave tostata. Qual è la prima cosa che ha pensato quando ha saputo di essere stato nominato Cavaliere del Lavoro? La nomina mi ha indubbiamente emozionato e onorato: è un’onorificenza che rende orgogliosi, coronando anni di im- pegno e passione, che mi auguro siano riconosciuti come un mio personale contributo al tessuto sociale e impren- ditoriale del nostro Paese. Quando ho appreso la notizia ho anche pensato ai miei fi- gli, a tutti i giovani che con volontà e dedizione si impegna- no nello studio, nella propria formazione culturale e pro- fessionale per potere inserirsi nel mondo del lavoro con merito. Ai giovani che sono agli inizi della propria carrie- ra vorrei consigliare di essere determinati, di non temere il rischio ma di mantenere la giusta sensibilità e consapevo- lezza del contesto in cui si opera, di amare la propria pro- fessione con entusiasmo e di stimolare il lavoro di squadra. Inoltre, sono stato veramente felice di ricevere la mia ono- rificenza insieme a quella conferita a un giovane appassio- nato Alfiere del Lavoro. Rappresenta la continuità e la tra- dizione del lavoro nel nostro Paese, che la Presidenza della Repubblica e la Federazione Nazionale dei Cavalieri del La- voro intendono alimentare e diffondere costantemente.

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