Civiltà del Lavoro, n. 6/2019

Civiltà del Lavoro dicembre 2019 47 Il 70% delle imprese italiane è ancora a controllo fami- liare. Crede che questo rappresenti un limite per il ca- pitalismo e l’economia nazionale? Le imprese familiari sono indubbiamente una caratteristi- ca peculiare del nostro tessuto imprenditoriale. Un tessu- to che, pur con i suoi limiti, presenta punte di eccellenza a livello mondiale in diversi settori: il design e il food, ma an- che la meccanica e l’automotive, per citarne alcuni. Faccia- mo però fatica a raggiungere le dimensioni importanti di realtà imprenditoriali, anche familiari, di altri paesi. All’estero ci sono meno resistenze culturali verso strumen- ti come la quotazione in Borsa, che garantisce alle aziende l’accesso a quei capitali che potrebbero sostenere il proces- so di crescita e internazionalizzazione delle nostre aziende. In questo senso, le azioni intraprese da Borsa Italiana – pen- so ad AIM Italia – sono molto positive e vanno nella dire- zione giusta. Prysmian è presente in oltre 50 paesi e ha realizzato im- pianti e cavi per le infrastrutture di tutto il mondo. Qual è la sua percezione dell’economia globale? Quali i mer- cati più promettenti? Prysmian è senz’altro un osservatorio interessante dei trend economici globali, con una conoscenza molto approfondi- ta di alcune aree in particolare: Nord America, Sud Ameri- ca ed Europa, dove abbiamo una presenza molto capillare, anche grazie all’acquisizione di General Cable, che abbia- mo finalizzato lo scorso anno per circa tre miliardi di euro. In generale, la mia percezione è che sia un momento molto delicato per l’economia internazionale, a causa di numerosi fattori di incertezza e rischiosità, come le tensioni commer- ciali tra Stati Uniti e Cina, il riacutizzarsi delle tensioni finan- ziarie nei paesi emergenti e il processo di uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Per quanto ci riguarda, all’interno di questo contesto ma- croeconomico, prevediamo che il trend positivo registrato nella prima parte dell’anno in Nord America e in Sud Ame- rica, continui anche nel secondo semestre. Nel medio ter- mine i driver di crescita del mercato saranno sicuramente le energie rinnovabili e la digitalizzazione. Tra i vari siti produttivi destinati alla fibra ottica ne avete uno molto importante nel Mezzogiorno, a Battipaglia. Si tratta tuttavia di eccezioni, il tessuto produttivo stenta a decollare. Quali le principali criticità? Nel Sud Italia abbiamo due centri di eccellenza tecnologica e produttiva mondiali. Arco Felice, dove produciamo i cavi sottomarini, settore nel quale siamo leader a livello mon- diale con una quota del 40% del mercato e FOS Fibre Ot- tiche Sud a Battipaglia, dove produciamo la fibra ottica, cir- ca nove milioni di km l’anno. Si tratta di aree dove abbiamo una presenza consolidata nel tempo e questo ci ha consentito di far crescere professio- nalità specifiche e di elevato livello. Certo, produrre fibra ot- tica in Italia non rappresenta un vantaggio competitivo per- ché ci scontriamo con produttori asiatici e americani che possono contare su costi dell’energia e del lavoro inferiori. Ma noi continuiamo a investire anche per incrementare la competitività e a Battipaglia, ad esempio, siamo riusciti ad abbassare i costi dell’energia grazie all’impianto di trigene- razione che abbiamo realizzato.

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