Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2019

13 Civiltà del Lavoro novembre 2019 SPECIALE ti kantiani liberali da diffondere nel mondo con un nuovo “patriottismo costituzionale europeo” e chi, infine, (Flick) ha sostenuto l’ “umanesimo europeo”, fatto di unità e di- versità, per frenare la diffusione di una globalizzazione inu- mana nell’economia come nella tecnologia. Sul rilancio della competitività occorre che la nuova Commissione europea si focalizzi su crescita, occupazione, armonizzazione fiscale e ricerca (Nelli Feroci), mentre il settore privato deve co- gliere l’opportunità dei tassi più bassi della storia per inve- stire di più (Patuelli) e diffondere nel mondo il capitalismo socialmente accettabile delle imprese italiane (Zambon). Infine il Presidente Antonio D’Amato ha esortato l’Italia a dare il proprio contributo al rinnovamento dell’Europa, di cui c’è assoluto bisogno in un mondo percorso da contrad- dizioni e squilibri, per continuare a promuovere pace e di- ritti, difendere la democrazia liberale, migliorare la sosteni- bilità ambientale, rilanciare gli investimenti per difendere la civiltà e il modello sociale europeo. IL SALUTO DEL SINDACO LUIGI DE MAGISTRIS L’ITALIA delle città è un MODELLO di COESIONE Ripartire dalle città, dalla forza vitale che esprimono e dalla loro capacità di fare sintesi delle differenze, il tutto per costruire un’Europa diversa che, forte del proprio umanesimo, abbia voglia di raccogliere “la sfida per uno svi- luppo compatibile con l’ambiente”, senza dover “scegliere tra diritto all’industria, diritto al lavoro e diritto all’am- biente ma provando a farli coincidere”. È questo l’invito che Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, ha formulato nel saluto istituzionale in occasione del Convegno nazionale della Federazione dei Cavalieri del Lavoro. Nell’esprimere il suo forte rifiuto ai sovranismi, che portano mura, divisioni e rancore, il sindaco ha sottolineato il ruolo che può ritagliarsi il nostro Paese e in particolare città come quella di Napoli, ovvero luoghi che hanno scel- to di lavorare sulla “coesione, sulla valorizzazione delle autonomie e delle differenze”. La strada indicata dal primo cittadino presuppone un abbandono dell’austerità e del rigore fini a se stessi e rin- traccia la soluzione in un “grande piano di investimenti che mettano al centro le persone”. “Se non si coinvolge il capitale umano – afferma – non si va lontano”. E torna ancora sull’esempio di Napoli che, senza quelle persone che “con esperienza e con dignità hanno portato avanti professioni difficili in un territorio difficile, oggi non sa- rebbe la prima città d’Italia per crescita culturale e turistica e la terza per startup giovanili”. Sindaci in prima linea, dunque, pronti a contribuire alla costruzione di un’Europa più solidale che persegua una maggiore giustizia sociale e una maggiore uguaglianza, nella quale la sfida ambientale occupi un ruolo di primo piano. È quello che chiedono i nostri giovani, conclude de Magistris. E dopo il fiume di persone che hanno anima- to le manifestazioni ambientaliste delle ultime settimane c’è da credergli. Antonio D'Amato

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