Civiltà del Lavoro, n. 6/2018

97 CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2018 INTERVISTE Quanto rimane di artigianale in quello che realizzate? Con il Bruni Glass Design Award avete inaugurato un contest aperto a giovani delle più importanti università europee. Che impressione le fanno i lavori di questi ragazzi?  Iniziativa brillantissima che unisce mondo della scuola e mondo del lavoro. Abbiamo conosciuto ragazzi ben diversi da quelli che ap- paiono spesso nelle cronache, impegnati ed ambiziosi che si confrontano con culture di base differenti (in genere abbiamo almeno 20 nazionalità diverse che competono). Nel nostro Bruni Glass Design Award il futuro designer de- ve in qualche modo porre un limite alla propria creatività per soddisfare le esigenze di possibili committenti ed è questo workshop il primo confronto tra teoria e pratica. • Com’è stata la gestazione di un progetto così parti- colare? Dan Aykroyd e il designer John Alexander ci hanno con- diviso l’idea, le ragioni di questa scelta, l’immaginario e la storia cui essa richiamava. Ci siamo presi del tempo, ricordo mesi molto impegnativi, ma i risultati sono sta- ti gratificanti. Questa bottiglia è un “pezzo di vetro” che nasconde la sua realtà di prodotto industriale per appa- rire o essere paragonabile ad un oggetto dell’arte vetra- ria dei tempi passati per la brillantezza del colore e per la perfetta esecuzione. L’utilizzo è come contenitore di vodka, indipendentemente dai gusti e dalla attitudine di ciascuno di noi verso l’alcool, un prodotto molto soft che nasce nell’isola di Newfoundland nel Nord Est del Cana- da in un territorio dove la natura la fa da padrona e l’ac- qua è purissima.

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