Civiltà del Lavoro, n. 6/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2018 68 FOCUS “NEL 2013 riceviamo un importante premio per la co- municazione da Confindustria e Il Sole 24 ore per la no- stra campagna ‘Storia di Leo’. Abbiamo un budget consi- stente da reinvestire in pubblicità sul Sole 24 Ore. Nello stesso periodo Matera entra nella short-list delle candi- date a città europea della cultura 2019”. A quel punto il Cavaliere Pietro Di Leo non ci pensa due volte, investe l’intero premio a sostegno di Matera 2019 e, anzi, rilancia anche su altre testate. L’impresa si impe- gna così in prima fila per so- stenere la città dei Sassi non solo attraverso un “marke- ting responsabile”, ma an- che con iniziative nelle scuo- le, eventi da guinness (la realizzazione in piazza San Pietro del biscotto più lungo d'Europa), il lancio sul mer- cato dei Caveosi, i biscotti dedicati a Matera realizzati con materie prime del terri- torio lucano e molte altre at- tività di “partnership” (“non sponsorizzazione”, sottoli- nea Di Leo) con il Comitato Matera 2019 e, ora, con la Fondazione. La sua impresa ha scom- messo da subito sulla can- didatura di Matera, con concorsi per le scuole, spot e incontri con le istituzioni. Cosa ricorda con più emo- zione di quella fase? Ricordo con gioia una splendida giornata di maggio del 2014. Festeggiavamo insieme a quasi mille studenti di tutte le scuole della Basilicata la Festa dell’Europa al cul- mine di un progetto che in partnership con il Comitato Matera 2019 avevamo promosso per raccontare la bontà della candidatura. Il lavoro di tutti quei ragazzi e la gran- dissima partecipazione dell’intera comunità mi fece capi- re che qualcosa stava accadendo. Indipendentemente da quello che sarebbe stato l’esito della nostra candidatura, era chiaro che un proces- so di rinnovamento cultura- le era stato messo in moto. Rinnovamento culturale? Sì, oggi si parla di rivoluzioni in ogni senso, digitale, infor- matica, tecnologica. Quello che prima di tutto cambia le cose è la cultura. In que- sti anni ho visto crescere la griglia di valori con cui la città e l’intero territorio ha cominciato a interpretare se stesso e a riconoscersi. Noi siamo stati per decenni co- nosciuti e ricordarti per la legge di risanamento voluta da De Gasperi negli anni ’50 per porre rimedio alla “ver- gogna nazionale” dei Sassi. Siamo stati legati al ricordo delle condizioni di vita in cui versavano le famiglie che li abitavano. Il riconoscimen- to della Città dei Sassi come patrimonio Unesco nel 1993 ha ribaltato quella narrazione, oggi la palma di Capitale europea della cultura pone il sigillo a questa rivoluzione. Una comunità che si guarda con nuovi occhi Da “vergogna nazionale” dei Sassi a Patrimonio dell'Umanità Unesco. Un riconoscimento che ha innescato nella cittadinanza un positivo processo di rinnovamento culturale Intervista a Pietro Di Leo, Amministratore Unico Di Leo Spa Da sinistra Pietro Di Leo e Paolo Verri in occasione dell'accordo School Partner

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