Civiltà del Lavoro, n. 6/2018

VITA ASSOCIATIVA CIVILTÀ DEL LAVORO VI • 2018 131 Università tecniche e Istituti superiori di formazione pro- fessionale (Fachhochschulen), vengono formati al “nuo- vo mondo” più di 1 milione di studenti l’anno, in Italia se ne contano 10mila. Bisogna cambiare passo e bisogna farlo alla svelta, “vi- sto che l’obsolescenza delle competenze ha una scaden- za di cinque anni, mentre negli anni ’50 la formazione maturata per entrare nel mondo lavorativo sarebbe sta- ta utile per tutta la vita”. Il numero uno dei rettori italiani conclude il suo intervento citando i “popcorn”. “Un chic- co di mais nel forno resta uguale per il 95 per cento del tempo, noi assistiamo al cambiamento di stato solo nella parte finale del processo. Eppure il cambiamento da chic- co a popcorn è radicale. Così accade anche intorno a noi, i processi economici, le conoscenze che li presuppongo- no stanno cambiando in fretta e presto, quando li vedre- mo, saranno disruptive. Dobbiamo farci trovare pronti”. Nonostante gli enormi passi da compiere, a testimoniare agli occhi dei ragazzi che l’Italia abbia le carte in regola per poter competere a livello globale il docufilm “Il Fat- tore Umano” di Giacomo Gatti, presente in sala, prodotto da Inaz, guidata dal Cavaliere del Lavoro Linda Gilli pre- sidente della Commissione delle Attività di Formazione della Federazione, e patrocinato dalla Federazione stessa. Un percorso evocativo e intenso tra quindici aziende ita- liane diversissime per storia, settore e territorio (dai viti- coltori del Trentino agli operai delle catene di montaggio, dai chirurghi che testano mani biorobotiche fino ai pastai di Gragnano) ma con una stessa visione: quella che pro- muove lo sviluppo, la cultura e la creatività, nel rispetto dell’ambiente e della società. “Prima le parole del presidente Manfredi – afferma D’A- mato – e poi le storie di questo bellissimo film, ci mostra- no come saper rispondere alle sollecitazioni della realtà essere flessibili e non statici, sia un valore. Oggi assistia- mo purtroppo a un ritorno al passato, a una iniezione for- tissima di rigidità, che fa a pugni, con quello noi oggi ab- biamo prospettato. Il che significa: stiamo attenti, perché mentre il mondo va in una direzione, noi andiamo in una direzione opposta. E questo non solo non possiamo per- mettercelo, ma nemmeno lo meritano le future generazio- ni qui rappresentate in modo egregio da questi ragazzi”. Conclude la cerimonia di inaugurazione la cerimonia di consegna delle medaglie ai nuovi tredici studenti am- messi al Collegio, agli undici diplomati e ai sei dottoran- di di ricerca internazionali vincitori della borsa di studio. “Visione, cultura e impegno. È questo il filo rosso che le- ga l’operato quotidiano del nostro Collegio Universitario e che ci ha permesso di raggiungere anche quest’anno ri- sultati significativi nell’articolazione dell’offerta didattica, nell’attivazione dei percorsi di studi internazionali e nel numero di studenti iscritti alle selezioni”, sottolinea il Ca- valiere del Lavoro Linda Gilly. Ritorna alla prolusione di Manfredi e alle potenzialità (trop- po spesso) inespresse del nostro Paese Sebastiano Maf- fettone a chiusura dell’incontro. “Manfredi ci ha detto che tutto è cambiato. Il parallelo della complessità è l’obso- lescenza e l’università italiana sta cercando di far fronte alla transizione con pochi professori e pochi soldi. Tutto questo è miope, non possiamo continuare a essere mol- to a lungo un Paese ad alto tasso di esportazione di dot- tori di ricerca”. • Linda Gilli

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