Civiltà del Lavoro, n. 6/2018

VITA ASSOCIATIVA CIVILTÀ DEL LAVORO VI • 2018 129 2019, la galleria fotografica di tutte le Cerimonie di con- ferimento delle onorificenze dal 1957 ad oggi”. È stato avviato anche un progetto di digitalizzazione del materiale documentale e fotografico già conservato nell’Ar- chivio Storico, con l’obiettivo di consentirne la consulta- zione on line sul sito della Federazione. Ad integrazione di questa iniziativa, D’Amato ha ricordato la convenzione sottoscritta lo scorso dicembre con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma per una stretta collaborazione con l’Archivio nazionale del cinema d’im- presa, di proprietà della Fondazione stessa. Sul fronte della elaborazione, approfondimento e parteci- pazione al dibattito pubblico D’Amato ha ricordato il ruolo essenziale della rivista “Civiltà del Lavoro”, la cui attività è coordinata dal Cavaliere Cesare Puccioni. Nell’ultimo anno, con focus, inchieste e approfondimen- ti, la rivista ha visto come protagonisti di primo piano 30 Cavalieri del Lavoro intervenuti su temi quali la politica estera, la centralità dell’Europa, la competitività, la dimen- sione etica dell’impresa, la rivoluzione digitale e l’attuali- tà della Costituzione italiana. “Accanto e a coronamento di questi contributi – ha ag- giunto D’Amato – abbiamo proseguito anche quest’anno l’organizzazione di forum tematici sui temi di intervento della Federazione”, ricordando il forum sui “Processi di cre- scita dimensionale delle aziende del Mezzogiorno” svi- luppato a partire dai risultati di una ricerca realizzata dal Dipartimento di Economia dell’Università della Campania. Quanto ai criteri di selezione delle candidature, il pre- sidente ha ricordato infine la definizione di indicazioni chiare e rigorose nel caso di candidati prossimi congiun- ti di Cavalieri del Lavoro o di candidature di esponenti di grandi complessi industriali per cui siano stati già insigniti altri esponenti di vertice. Il Consiglio Direttivo ha delibe- rato che il criterio interpretativo dell’art. 6, commi 4 e 5 della Legge istitutiva dell’Ordine deve fondarsi, oltre che sui 20 anni di autonoma responsabilità, sulla valutazione dell’autonomo contributo apportato dal candidato all’e- spansione delle originarie attività. I criteri interpretativi così definiti sono stati accolti dal Ministro dello Sviluppo Economico e hanno trovato formalizzazione negli atti del Consiglio dell’Ordine. •

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