Civiltà del Lavoro, n. 2/2018

DOSSIER CIVILTÀ DEL LAVORO II- 2018 61 CONCLUSIONI L’analisi dei parametri economici, patrimoniali e finanziari esaminati – dal 2007 al 2016 – su un campione di aziende manifatturiere di medie dimensioni del Mezzogiorno ha permesso di individuare, anche alla luce dell’inevitabile influenza esercitata dalla contingenza economica sfavore- vole registrata nel corso della prima metà del periodo di riferimento, alcune peculiarità delle imprese del Sud Ita- lia, sottolineandone i relativi punti di forza e di debolezza. Un primo importante aspet- to da evidenziare riguarda le modeste dimensioni del- le aziende del Mezzogiorno. Malgrado, infatti, le impre- se costituenti il campione siano state selezionate tra quelle il cui fatturato, alme- no per un anno di osserva- zione, fosse compreso tra un minimo di 10 ad un massi- mo di 100 milioni di euro, ben oltre la metà delle unità osservate rilevano ricavi di esercizio non superiori a 20 milioni di euro. Le aziende del Sud assumono, quindi, connotati dimensionali che indurrebbero a classificarle come aziende “medio-piccole”. Nonostante il perdurare della crisi finanziaria che, come emerge dall’analisi dei dati aggregati, ha assunto il suo carattere più aggressivo nel corso dell’esercizio 2009, le aziende del Sud hanno mostrato un leggero tasso di cre- scita nel periodo immediatamente successivo alla crisi eco- nomica globale, a cui è poi seguito un deciso e più signifi- cativo incremento dei più importanti indicatori di bilancio. La variazione positiva del fatturato, infatti, è stata accom- pagnata anche da un incremento dei principali indicatori di performance: il margine operativo lordo, il reddito ope- rativo e il reddito netto hanno, infatti, mostrato un eviden- te incremento soprattutto nel corso degli ultimi tre anni. La variazione positiva della gestione reddituale, però, non si traduce in un altrettanto deciso miglioramento dei prin- cipali indicatori di redditività rappresentati dal Roi e dal Roe. Per quanto riguarda, invece, il costo del debito, l’a- nalisi ha posto in evidenza il chiaro legame esistente tra gli elevati oneri finanziari sostenuti dalle aziende meri- dionali e la natura del credito ottenuto. Le aziende del Sud presentano, infatti, una maggiore in- cidenza di forme di indebitamento a breve, rispetto a so- luzioni a medio-lungo termine. Ciò, naturalmente, impatta significativamente sugli eleva- ti interessi passivi e, in maniera indiretta, sulle tipologie di investimento intraprese dalle imprese. In particolare, non si esclu- de una relazione tra la de- bolezza delle imprese del Mezzogiorno nel contrarre finanziamenti a lungo ter- mine ed il basso grado di investimenti in risorse in- tangibili documentato nel- le pagine precedenti, con un inevitabile impatto ne- gativo sulla crescita, quali- tativa e quantitativa, delle imprese analizzate. La ricerca ha confermato, da un lato, risultati già acquisi- ti in studi precedenti; tutta- via, dall’altro lato, apre spa- zi per ulteriori indagini; pone in evidenza comportamenti virtuosi e competenze di imprenditori e (pochi) manager chiamati a operare in un contesto ambientale che indub- biamente presenta aree di criticità ma che di per sé con- sente alle imprese medie del Mezzogiorno di segnare ri- sultati di performance non così distanti da quelli ottenuti dalle aziende, simili per settore e dimensioni, che hanno sede nelle regioni centro-settentrionali. D’altro canto, rivela le debolezze, i limiti, i deficit, che non dovrebbero passare inosservati, né essere trascurati, dal policy maker nazionale e da coloro che hanno la respon- sabilità di definire le priorità di intervento e le linee stra- tegiche di sviluppo nelle regioni meridionali, nella con- sapevolezza di quanto sottile e fragile sia la base su cui poggia il sistema industriale del Mezzogiorno. • Francesco Izzo, Nicola Moscariello, Pietro Fera

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