Civiltà del Lavoro, n. 2/2018

Il Presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick spiega perché la Carta non vada riscritta ma solo ritoccata in alcuni punti e analizza come mai i tentativi di modifica non siano andati in porto. Resta fondamentale, poi, diffonderne la conoscenza tra i cittadini, come racconta nel libro “Elogio della Costituzione” pubblicato da Edizioni Paoline Presidente Flick, la Costituzione ha compiuto 70 anni. È una signora ancora giovanile o avrebbe bisogno di qualche “ritocchino”? Certamente la Costituzione avrebbe bisogno di qualche “ri- tocchino”, ma non di una ricostruzione estetica totale. I ri- tocchi sono necessari per adeguare ai tempi e al contesto – che sono ampiamente mutati rispetto a settanta anni fa – le regole necessarie per attuare i princìpi e i valori costi- tuzionali che rimangono sempre gli stessi, allora come ora. All’inizio del 1948, quando la Costituzione entrò in vigore, eravamo per esempio ancora un popolo di migranti che par- tivano con la valigia di cartone verso le Americhe, il Belgio, la Svizzera e la Germania; oggi siamo un Paese che può e deve – in un quadro di cooperazione europea e di solida- rietà – accogliere i migranti e i richiedenti asilo che fuggo- no dalla guerra, dalla fame e dalla sete, dalla devastazione ecologica cui hanno contribuito (e contribuiscono tuttora) i cosiddetti paesi sviluppati. La verità è che, per poterla mo- dificare, la Costituzione bisognerebbe conoscerla, mentre alcuni pensano che sia possibile riscriverla senza rileggerla o addirittura senza leggerla. » FORUM PRIMO PIANO INCHIESTA

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