Civiltà del Lavoro, n. 1/2018

FOCUS CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2018 55 La cultura della sostenibilità richiede una misurazio- ne delle performance: questo è il compito di Standard Ethics. Come è nata e come si sta sviluppando la vo- stra attività? Standard è nata nel 2001 a Bruxelles, anche se è solo del 2014 il passaggio della sede centrale a Londra e la de- cisione di diventare una vera e propria agenzia di rating di sostenibilità creando un mercato del tutto nuovo. De- vo anche dire che nasce da un’idea tutta italiana: misu- rare la sostenibilità in modo standard. Fino a qualche anno fa (tal- volta ancora oggi) molte im- prese pensavano che la “so- stenibilità” fosse una parola vuota, da riempire con ini- ziative comode alla propria immagine. In finanza, mol- te case di gestione pensava- no che fosse sufficiente fare della devoluzione per potersi dire sostenibili o “etici”. Stan- dard Ethics ha compreso fin da subito i rischi di una ec- cessiva discrezionalità. Ha ritenuto che solo allineandosi alle indicazioni volontarie e internazionali di Unione eu- ropea, Ocse e Onu, un’impresa (o un fondo d’investimen- to) avrebbero effettivamente promosso un “futuro atte- so” veramente condiviso e utile. Negli ultimi anni le grandi organizzazioni internazionali hanno dettagliato bene la nozione di sostenibilità (diffe- renziandola dalla filantropia e da un approccio puramente “etico”). Hanno formulato un’idea di futuro e anche delle specifiche richieste – volontarie – alle imprese. Si tratta di impegni su diversi fronti, da quello ambientale alla rendi- contazione extra finanziaria, dalla trasparenza alla parità di genere ed ai diritti umani. In sostanza, hanno genera- to uno schema che individua obiettivi e rischi. Per questo è possibile avere un rating pub- blico e indipendente per valu- tare il “merito di sostenibilità” di un’impresa. Uno strumento utile e solido e sicuramente più imparziale di una valuta- zione fatta da sé medesimi o dai propri azionisti (fondi o banche che siano). Come operate concreta- mente? Come contattate le aziende da sottoporre a verifica e come comunica- te i risultati? Il business model di Standard Ethics si basa sull’applicant- pay model, analogo a quello delle agenzie di rating di merito creditizio: offre rating solicited (richiesti dall’im- presa sottoposta a giudizio) e non effettua consulenza. In pratica, quello offerto è un rating extra finanziario, che misura la conformità alle indicazioni sulla sostenibilità e governance espresse da Unione europea, Ocse e Onu. » COME MISURARE LA SOSTENIBILITÀ Non coincide con la filantropia, né con un approccio etico. La sostenibilità è invece un insieme di impegni su diversi fronti, utile in primo luogo a migliorare le strategie aziendali e poi i rapporti con investitori e stakeholder. Ne abbiamo parlato con Jacopo Schettini Gherardini, direttore della società di rating Standard Ethics

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