Civiltà del Lavoro, n. 1/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2018 50 INCHIESTA errori commessi dall’occidente con le politiche del passa- to e ha lodato l’iniziativa Belt and Road della Cina, annun- ciando che la Francia si impegna a cooperare nei proget- ti previsti e che si adopererà per far aderire tutta l’Europa. Macron ha riconosciuto che la Cina ha investito molto in Africa in infrastrutture e materie prime e ha sottolineato che le Vie della Seta non sono mai state solo cinesi, ma condi- vise tra Asia e Europa e sarà così anche oggi. A livello strategico, solo due anni dopo che Putin ha man- dato le forze armate russe per debellare i terroristi jihadi- sti in Siria, l’Isis è stato praticamente sconfitto sia in Siria sia in Iraq. La battaglia non è finita e continua anche in Af- ghanistan e in Libia. In realtà Mosca e Washington collaborano nella regione con un canale comunicativo che ha evitato incidenti gra- vi. Sono in corso tentativi di risolvere la crisi con la Corea del Nord con l’aumento della cooperazione tra Cina, Sta- ti Uniti e Russia. È importante che Giappone e Corea del Sud, i cui rapporti con la Cina non erano ottimi in passato, soprattutto a cau- sa della politica di Obama in Asia, ora invece partecipano agli sforzi con la Cina per risolvere la situazione. Tutto questo mentre la politica dell’Ue e della Nato si incep- pa nell’Europa orientale ed è risultato evidente al vertice dell’Ue di Bruxelles del 14 e 15 dicembre scorso: a) I piani della Commissione dell’Ue per formulare una nuo- va politica sui profughi entro il prossimo luglio sono stati respinti da Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria. Inoltre né la Danimarca, né Malta parteciperanno alla nuova “Unio- ne di Difesa”. b) Anche il tentativo della Commissione di disciplinare la Polonia sul caso della riforma giudiziaria, dove la magi- stratura non sarà più indipendente dalla politica, si è in- franto contro un muro. Inoltre il nuovo premier polacco Mateusz Marowiecki ha già programmato il nuovo scontro con Bruxelles perché intende rinazionalizzare i settori ban- cario e industriale. c) Altri governi dell’Europa orientale si stanno ribellando. La Repubblica Ceca ha manifestato apertamente di non accet- tare l’atteggiamento anti-russo e anti-cinese dell’Ue. L’Un- gheria ha dichiarato di realizzare i progetti infrastrutturali nazionali in cooperazione con la Cina, dato che l’Ue non li considera e non li finanzia. Il governo ungherese ha posto il veto sulla proposta di riunione della Commissione Nato- Ucraina. Il vertice dei “16+1” tenutosi alla fine di novem- bre a Budapest (sedici paesi dell’Europa centrale e orien- tale assieme alla Cina) ha discusso numerose iniziative e progetti ferroviari, autostradali e altri che attendono dal 1994 di essere realizzati senza l’Ue. La Obor è sicuramente il programma di sviluppo più grande della storia, che pro- mette di abbattere la povertà e il sottosviluppo in tutto il mondo aumentando la connettività. Essa ha già cambiato la natura delle relazioni internazionali a favore della coo- perazione win-win. L’Africa e l’America Latina hanno ade- rito. Il Giappone è disposto a finanziare alcuni investimen- ti e ha proposto di collaborare con la Cina a quattro grandi progetti in Africa. La Russia è impegnata in una cooperazione strategica con la Cina, che comprende lo sviluppo delle vaste risorse del- la Siberia e l’apertura di una rotta artica chiamata “la via della seta sul ghiaccio”. Il presidente cinese XI ha proposto più volte all’Ue e agli Stati Uniti di partecipare a pieno tito- lo alla Obor. Nonostante le risposte positive di singoli pae- si (Ungheria, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Bulgaria ecc.), l’Ue degli “eurocrati” ha osteggiato le offerte cinesi per- ché la Germania vuole essere lei a guidare l’adesione, do- po che a sei mesi dalle elezioni avrà formato un governo. Gli Stati Uniti hanno urgente bisogno della cooperazione con la Cina per lanciare un programma di sviluppo infra- strutturale che funzioni, ma il presidente Trump è ancora troppo sotto assedio per prendere una decisione di ade- sione come vorrebbe. Con Merkel e Macron l’Europa sta tornando e l’Italia do- vrebbe evitare, come ha detto Franco Venturini sul Corriere della Sera del 16 gennaio scorso, “che con una campagna elettorale autolesionista faccia dimenticare quanto è stato fatto sui migranti. Deve riaffermare la sua dignità europea di Paese fondatore, ora che questa qualifica riprende quota in tempi di Brexit, di legittime divergenze transatlantiche e ancor più di lontananza del gruppo orientale di Visegrad”. L’Europa cambia per costruire il futuro, non per abolire il “passato” che fa parte invece degli argomenti principali nei nostri comizi-dibattiti elettorali dei vari protagonisti che do- vrebbero essere eletti. • Rosario Alessandrello è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 1997 per aver sviluppato il settore dell’impiantistica. Ha guidato la Tecnimont, che ha realizzato in tutto il mondo oltre 300 impianti industriali, utilizzando le tecnologie più avanzate. È presidente della Camera di Commercio Italo-Russa e della Camera di Commercio Italo-Iraniana

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=