Civiltà del Lavoro, n. 1/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2018 42 INCHIESTA Per storia e posizione geografica l’Italia sembra ave- re tutte le carte in regola per svolgere una funzione di raccordo tra i corridoi terrestri e quelli marittimi delle nuove Vie della Seta. Quali invece i punti critici? L’Italia ha certamente una posizione geografica favorevole come punto di raccordo tra i corridoi terrestri e quelli ma- rittimi della Via della Seta e optare per un percorso di traf- fici che passi per il nostro Paese significherebbe accorciare i tempi di navigazione per una buona parte dei trasporti. Possiamo, però, individuare alcuni aspetti critici da valutare per capire cosa significa diventare un punto di riferimento fondamentale per la Belt & Road Initiative. Innanzitutto, un porto per supportare un traffico di merci co- sì intenso, dovrebbe avere una capacità gestionale da dieci milioni di teu, essere in grado di ospitare navi da 20mila teu ed essere l’hub di riferimento di compagnie marittime leader a livello internazionale. Genova, se intendiamo il si- stema portuale Genova-Sa- vona, vanta già o raggiungerà in breve tempo tutte queste caratteristiche. Inoltre, la Li- guria sta sviluppando una re- te di supporto infrastrutturale del porto che permetterà di collegare Genova con l’Euro- pa, altro elemento fondamentale per partecipare alla Bri. In questa direzione vanno i diversi progetti in corso che ri- spondono a tale esigenza, quali ad esempio: il Terzo valico previsto per il 2021-2022, Milano smistamento, la Gronda autostradale, la linea ad alta velocità Torino-Lione, l’esten- sione dei binari delle stazioni ferroviarie genovesi (Brigno- le e Principe) e molti altri. Un’altra criticità che va certamente affrontata è l’eccesso di burocrazia. Un progetto come la Belt & Road Initiative vuo- le porti efficienti, che riescano a gestire il traffico di merci in breve tempo. Non possiamo permetterci di incorrere in lungaggini burocratiche che ostacolino lo sviluppo del no- stro Paese, né in regolamenti che non siano in linea con le migliori pratiche europee. Genova, Trieste, Venezia: le rotte italiane della Bri ruo- teranno intorno a questi tre scali. Ognuno andrà per la propria strada o ci saranno margini per un’offerta inte- grata del sistema Italia? In questo senso, sente di lan- ciare un appello al governo che verrà? Occorre riflettere sul fatto che la Bri non è un’iniziativa che vuole “escludere”, bensì è vol- FACILITARE LA REALIZZAZIONE DELLE INFRASTRUTTURE La Bri punta a includere diversi attori e i suoi benefici ricadranno su tutto il territorio nazionale La Liguria è al lavoro per sviluppare le opere del porto che permetteranno di collegare Genova con l'Europa. Ne abbiamo parlato con Ugo Salerno, Presidente e Amministratore delegato Rina

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=