Civiltà del Lavoro, n. 6/2017

111 CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2017 INTERVISTE vegno internazionale Food Integrity tenutosi a Parma a maggio scorso. A parte quello domestico, voi distribuite in altre 81 paesi: dal vostro osservatorio, quale di questi è quel- lo che apprezza maggiormente il valore di produzio- ni “made in Italy”? Mutti è un brand di successo non solo in Italia, ma anche all’estero. L’export infatti pesa attualmente il 33% e cresce di anno in anno a doppia cifra, a cominciare dalla Francia, dove Mutti ha aperto una filiale commerciale nel 2013 ed è leader con il 16,5% di quota di mercato nel segmento Polpe ed è la marca che cresce di più nell’intero mercato. Oltre alla Francia, paesi importanti dove Mutti è presen- te già oggi in modo significativo, sia in termini distributivi sia con investimenti di marketing, sono la Svezia, il Bel- gio, l’Austria e la Germania. Oltre all’Europa, Mutti sta affermando la sua presenza con una distribuzione selettiva - ma molto qualitativa e con forti potenzialità di sviluppo - anche in Australia, Giappo- ne e Stati Uniti. Il programma di welfare aziendale della Mutti e mol- to articolato e avanzato. A quale delle iniziative è più legato? Mutti è sicuramente impegnata in numerose iniziative di welfare aziendale con l’obiettivo di sostenere i propri di- pendenti e collaboratori, migliorandone la vita privata e lavorativa. Non ultimo, ricordiamo che Mutti nel 2016 ha scelto di attivare il car pooling aziendale di Jojob, il ser- vizio che tramite piattaforma web e app su smartphone permette di condividere l’auto nel tragitto casa-lavoro. Un sistema certificato e sicuro grazie al quale è possibile co- noscere l’esatto chilometraggio percorso e il risparmio di CO2 emessa nell’atmosfera. Una scelta che conferma ancora una volta lo spirito “gre- en” di Mutti, impegnata da anni in pratiche sostenibili, e l’attenzione costante dell’azienda nei confronti dei propri collaboratori che potranno così usufruire di un’alternativa sicura, economica ed ecofriendly per raggiungere il luo- go di lavoro. • merito delle aziende agricole: l’azienda, oltre a pagare il prezzo stabilito dal contratto, attribuisce infatti riconosci- menti economici ai conferenti che hanno agito in termi- ni di buone pratiche. I premi “Pomodorino d’Oro” e “Targa d’oro Mutti”, desti- nati rispettivamente agli agricoltori conferenti allo stabi- limento di Parma e Oliveto Citra, sono l’esempio più tan- gibile di una politica che mette al centro la qualità del prodotto e la ridistribuzione del valore. Quanto entra nelle vostre produzioni l’innovazione tec- nologica? Per Mutti innovare significa lavorare continuamente sul miglioramento del vero valore, ossia della filiera. Quindi di tutte le sue componenti, “dal campo alla tavola”, partendo dall’assunto che, soprattutto in questo settore, la qualità e gli investimenti nella ricerca e nell’innovazione fossero la chiave per la creazione di valore aggiunto nella filiera. A tale proposito, nel 2014 nasce Pomodoro.net, una piat- taforma sviluppata in collaborazione con Hort@, spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Cre- mona, che vuole essere uno strumento concreto, messo a disposizione degli agricoltori conferenti, per offrire loro un supporto sul campo: inserendo i dati relativi alla pro- pria coltivazione, la piattaforma elabora le informazioni necessarie per prendere decisioni più consapevoli e defi- nire gli interventi più appropriati. Ma qualità del pomodoro non significa solo bontà, ma anche sicurezza. Per questo, Mutti è un forte promotore della tracciabilità degli alimenti e della trasparenza dell’o- rigine geografica del pomodoro. Da anni l’azienda patro- cina studi per l’introduzione di un sistema scientifico che consenta di individuare la presenza di materie prime non italiane nel prodotto finito. Un primo progetto, sviluppato con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e Lims (Laboratory of Isotopic Mass Spec- trometry) di Verbania, è stato presentato già nel 2012 al Senato della Repubblica. Nel 2017 è stato realizzato un altro studio, in collaborazione con i Laboratori Merieux, con l’obiettivo di mettere a punto un metodo analitico in grado di discriminare il pomodoro di origine italiana da quello di altre origini. Lo studio è stato presentato al con-

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