Civiltà del Lavoro, n. 6/2017

C’È UN FILO ROSSO che lega gli interventi pro- nunciati in occasione della consegna delle onorificenze ai 25 nuovi Cavalieri del Lavoro ed è il richiamo al senso di responsabilità verso il Paese. Nella tradizionale cerimonia, che si è tenuta il 30 novembre al Palazzo del Quirinale, nella cornice del Salone dei Corazzieri, il presidente del- la Federazione dei Cavalieri del lavoro Antonio D’Amato, il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda e il Capo dello Stato Sergio Mattarella hanno sottolineato, ciascuno ponendo l’accento su un tema, la necessità di affrontare i problemi del Paese, non mortificandone potenzialità e ta- lenti, nella consapevolezza che gli scenari negli anni a ve- nire si faranno sempre più complessi, non solo dal punto di vista politico, ma anche da quello economico. D’Amato confida nella bontà del modello di Italia rappresen- tato dai Cavalieri del Lavoro, basato su operosità e voglia di intraprendere, e sollecita un progetto Paese per combatte- re le disuguaglianze e contenere i populismi. Dal canto suo il ministro Calenda sottolinea come la realtà sia sempre molto più complessa, e comunque mai intera- mente buona o interamente negativa. È chiaro che molto andrebbe fatto, ma è altrettanto vero che una classe di- rigente deve stabilire delle priorità. Per il ministro queste sono ben chiare: “Investimenti pubblici e privati. – sottoli- nea – Investimenti che hanno una valenza politica e non solo economica”. È il Capo dello Stato ad ampliare lo sguardo verso il futuro. Parlando di sviluppo sostenibile come la meta cui tendere, Sergio Mattarella specifica, infatti, che “la sostenibilità non riguarda solo i necessari equilibri dell’ambiente: sostenibi- le è una crescita che include, che rafforza la coesione nel- la comunità, che riduce le diseguaglianze”. Grave dunque resta, per un paese come l’Italia, non riuscire a valorizzare i giovani, permettendo così che il proprio capitale umano vada sciupato. • (s.t.) FORUM PRIMO PIANO INCHIESTA

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