Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2017

CIVILTÀ DEL LAVORO IV • V - 2017 68 ESTERI sull’innovazione. In futuro, la Cina continuerà a mantene- re un atteggiamento aperto nella partecipazione alla go- vernance globale e a innalzare il livello di internaziona- lizzazione della sua scienza e tecnologia. L’obiettivo è quello di condividere i risultati della ricerca e sviluppo di nuove tecnologie insieme agli altri paesi del mondo e di aprire nuovi mercati, nonché di fornire nuovi spunti per la creazione di un nuovo sistema di rapporti in- ternazionali basati sulla cooperazione di mutuo vantaggio. Ultimamente i media hanno parlato della presunta volontà di un’azienda automobilistica cinese di acqui- sire il gruppo Fiat. Quali sono le ragioni che rendo- no l’Italia attraente agli occhi degli investitori cinesi? Negli ultimi anni i capitali e il mercato cinese, da un lato, e la manifattura e il design ita- liano dall’altro, si sono com- binati e hanno dato vita a una lunga serie di collabo- razioni che sono diventate modelli di riferimento. Que- ste collaborazioni compren- dono: lo Shandong Heavy Industry Group e la Ferret- ti, Shanghai Electric e An- saldo, Chemchina e Pirel- li, Sunning e l’Inter e così via. Dal gennaio all’agosto 2017, l’interscambio bilate- rale tra Cina e Italia è cre- sciuto del 13,3%. Credo che le ragioni per cui l’Italia risulta attraente agli occhi degli investitori cine- si siano diverse: la prima è che gli ottimi rapporti bila- terali tra i due paesi hanno aperto un nuovo capitolo nel- la cooperazione economico-commerciale. I due governi attribuiscono grande importanza ai rapporti di coopera- zione win-win. Il presidente italiano, Sergio Mattarella, e il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, hanno effet- tuato visite ufficiali in Cina nel 2017 sancendo un raffor- zamento dei rapporti di cooperazione politica, economica e multi-settoriale. I leader dei due paesi hanno esplorato le possibilità di cooperazione bilaterale sotto l’egida dell’i- niziativa “Belt and Road” iniettando nuova linfa vitale e uno stimolo politico per la cooperazione tra le aziende e per gli investimenti. La seconda ragione è che le economie di Italia e Cina sono fortemente complementari, le strategie di sviluppo molto allineate. L’Italia è il secondo grande paese manifatturiero e agricolo d’Europa e in ambito di piccole e medie impre- se e in settori come la manifattura high-end, il risparmio energetico e tutela ambientale, l’agricoltura contempo- ranea, la moda e il design gode di importanti vantaggi. La Cina sta sviluppando le riforme a 360° e promuove l’a- pertura nonché la trasformazione dell’economia. La stra- tegia cinese del “Made in China 2025” e quella italiana di “Industria 4.0” presentano molti punti di comunanza e di collegamento, così come la strategia cinese del pia- no d’azione “Internet +” con quella per lo sviluppo scien- tifico-tecnologico e d’inno- vazione italiana. Questa co- munanza di strategie fa sì che le prospettive future per gli investimenti cinesi in Ita- lia siano molto ampie. La terza ragione è che l’Ita- lia ha una cultura con carat- teristiche e vantaggi unici. Molti investitori cinesi do- po essere arrivati in Italia, hanno modo di conoscere la cordialità degli italiani e i loro usi e costumi e spesso definiscono i loro amici ita- liani “cinesi d’Europa”. Tutto questo crea delle importanti basi a livello umano per l’attrazione degli investitori cinesi e per far sì che si creino cooperazioni sempre più fattive. Sono convinto che la cooperazione economico-commer- ciale tra Italia e Cina continuerà a fornire un grande sti- molo per lo sviluppo dei due paesi e creerà sempre mag- giori profitti concreti per i due popoli. • Fabio Lancellotti

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