Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2017

CIVILTÀ DEL LAVORO IV • V - 2017 55 FOCUS A parte l’Art Bonus, quali altre politiche il ministero sta mettendo in campo per valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese? All’avvicinarsi della fine della legislatura possiamo senz’al- tro ricordare alcuni concreti interventi realizzati proprio a sottolineare l’inversione di tendenza nella considerazio- ne del nostro patrimonio culturale. Le domeniche gratui- te nei musei, ad esempio, che oltre ad aver permesso a più di otto milioni di persone di entrare gratuitamente in un museo la prima domenica del mese, hanno generato una fidelizzazione delle visite con un incremento globale degli introiti dei musei, passati da 135 milioni nel 2014 a 174 milioni nel 2016. Ricordo poi la nuova legge sul cinema, il cui iter parla- mentare ho seguito personalmente, che aumenta i finan- ziamenti del 60% e stanzia risorse certe per 400 milioni di euro con strumenti automatici di finanziamento e forti incentivi per giovani autori e per chi investe in nuove sa- le e a salvaguardia dei cinema storici. E ancora, il rinnovato sostegno del Governo alle industrie culturali creative, che per la prima volta, con il program- ma Cultura Crea, godranno nelle regioni del meridione di 114 milioni di euro di finanziamenti provenienti dalle ri- sorse europee del Pon Cultura. Quali sono stati i principali interventi finanziati gra- zie all’Art Bonus e quali sono in programma nei pros- simi mesi? Vorrei ricordare in particolare due “grandi” opere realizzate grazie all’Art Bonus: a Milano la riqualificazione ex Centro Balneare Caimi (ora rinominato Bagni Misteriosi), gioiel- lo architettonico di proprietà del Comune di Milano, che la Fondazione Pier Lombardo ha contribuito a far rinasce- re, raccogliendo sei milioni e mezzo di euro da più di 600 mecenati, grandi e piccoli. A Lucca, invece, grazie a qua- si cinque milioni della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, è stato restaurato il Complesso delle Mura Urbane risalenti al XVI secolo. Ma mi fa anche piacere sottoline- are interventi realizzati dalle comunità di cittadini, come a Bologna dove è stata restaurato la statua di Nettuno, il cosiddetto “Gigante”, grazie ad oltre 50 donazioni da parte di comuni cittadini e di aziende del territorio. • (s.t.) L’ultimo in ordine di tempo è quello della Fontana del Nettuno, in piazza della Signoria a Firenze, che tornerà a splendere, nei suoi marmi e bronzi, e a zampillare grazie al restauro, attualmente in corso, finanziato da Salvatore Ferragamo con un milione e mezzo di eu- ro. Si tratta di una delle opere più iconiche della cit- tà, commissionata a suo tempo da Cosimo I de’ Medi- ci e realizzata dallo scultore Bartolomeo Ammannati, nella quale la figura di Nettuno rappresenta metafo- ricamente il dominio marittimo di Firenze durante il Rinascimento. La maison fiorentina non è nuova a in- terventi di questo tipo. Si ricorderà il sostegno offerto nel 1996 al restauro delle statue allegoriche su Pon- te Santa Trinita, quello della Colonna della Giustizia in Piazza Santa Trinita nel 1998 e, più recentemente, quello relativo a otto sale della Galleria degli Uffizi nel 2015. Quest’ultimo è stato reso possibile grazie alla somma di 600mila euro erogata dall’azienda at- traverso l’Art Bonus; fondi con i quali sono stati am- modernati gli impianti di climatizzazione, sicurezza e illuminazione relativi alle sale dalla 25 alla 32. Il restauro ha interessato una delle zone più antiche degli Uffizi, ovvero la parte verso l’Arno, e per pre- cisa scelta è stato mantenuto l’aspetto delle sale da museo tradizionale beaux arts con lucernari al cen- tro dei soffitti. In questo modo prosegue e si rafforza una tradizione di partecipato mecenatismo che lega il nome di Fer- ragamo al capoluogo toscano e che fa della virtuosa collaborazione tra pubblico e privato uno degli stru- menti più efficaci per tutelare il patrimonio artistico e promuoverne la fruizione collettiva. • (s.t.) LA FONTANA DEL NETTUNO SI RIFÀ IL TRUCCO Prosegue la tradizione di mecenatismo della Salvatore Ferragamo

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