Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2017

CIVILTÀ DEL LAVORO IV • V - 2017 56 FOCUS se, di quasi immediata fruibilità per effetto del meccani- smo della compensazione. Per completare il quadro normativo, va ricordato che l’ar- ticolo 83 del Codice del Terzo Settore (decreto legislativo n. 117/2017) prevede la deducibilità dal reddito imponi- bile delle liberalità in denaro a favore degli enti del Terzo settore anche operanti nel settore culturale nel limite del 10% del reddito dichiarato. Lo stesso Codice prevede norme di coordinamento fra la nuova disciplina e le agevolazioni previste dal Tuir. In quali aspetti l’Art Bonus è migliorabile? Innanzitutto dovrebbero essere previste le erogazioni li- berali non solo in denaro, ma anche in natura (ad esem- pio, servizi). In secondo luo- go, dovrebbe essere prevista una disciplina ad hoc per le erogazioni liberali volte a interventi di prevenzione. Infine, l’Art Bonus dovreb- be riguardare anche i beni privati o almeno taluni beni privati (si pensi, innanzitut- to, ai beni ecclesiastici non pubblici). Ad oggi lo strumento è de- stinato ai beni pubblici. Quali margini sussistono a suo avviso affinché l’a- gevolazione possa esse- re estesa ai beni privati? L’estensione ai beni eccle- siastici richiede una modi- Quali sono gli strumenti fiscali che le imprese hanno a disposizione per sostenere l’arte e la cultura? Prima dell’introduzione dell’Art Bonus, le imprese poteva- no fruire delle deduzioni dal reddito imponibile previste dall’articolo 100 del testo unico delle imposte sui redditi (per alcune ipotesi anche senza alcun limite di importo) o, in alternativa, della deduzione prevista dal dl n. 35/2015 (decreto Competitività) nel limite del 10% del reddito im- ponibile e comunque nella misura massima di 70mila eu- ro (cosiddetto, “più dai meno paghi”). Tali regimi, pur ri- sultando di particolare favore, erano peraltro condizionati da una notevole complessità applicativa. Nel 2014 è stato introdotto il nuovo strumento dell’Art Bo- nus (dal dl n. 83/2014, poi reso permanente con la Legge di stabilità 2016) che pre- vede un credito d’imposta nella misura del 65% per le erogazioni liberali fatte per interventi di manuten- zione, protezione e restau- ro di beni pubblici nel limi- te del 5 per mille dei ricavi di impresa dichiarati. Il credito d’imposta è frui- bile in tre quote annuali di pari importo e le imprese possono utilizzarlo in com- pensazione con i versamen- ti d’imposta dovuti. Si trat- ta di uno strumento ben più premiale, significativamente più semplice della disciplina agevolativa prevista dal Tuir e, soprattutto per le impre- UNA BUONA BASE DI PARTENZA Fabio Marchetti, Condirettore scientifico della Fondazione Bruno Visentini e Direttore del Centro di Ricerca per il diritto di impresa della Luiss Guido Carli, spiega come funziona l’Art Bonus

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