Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2017

CIVILTÀ DEL LAVORO IV • V - 2017 15 Documento e gli sforzi compiuti dall’Italia per riprendere un cammino di crescita. Anche perché riconosce la vali- dità del “sentiero stretto”, cioè lo sforzo di perseguire al tempo stesso il miglioramento dei saldi di finanza pub- blica e il sostegno alla ripresa economica. Rispetto alle molte richieste di partiti e forze sociali, quali avete accolto e quali avete rinviato o respinto? Il Governo deve tenere conto di tutte le istanze particola- re che emergono dalla società, ma alla fine deve tenere conto dei margini di manovra che sono molto limitati a causa del debito elevato. Il Governo si era impegnato con la Commissione eu- ropea ad avviare la riduzione del debito pubblico già nel 2016, cosa che pare non sia avvenuta, anche se si attendono ancora le cifre definitive relative all’an- no passato. In ogni caso, come accaduto per il 2015, le rettifiche potrebbero riguardare qualche decimale. Che garanzie ci sono che la riduzione del debito, che preoccupa molto i partner europei, possa accelerare nel 2018 e nei prossimi anni? Il debito è cresciuto del 30% circa in sette anni, tra 2008 e 2014. Nel 2015 per la prima volta ha invertito la ten- denza, nel 2016 è stato stabilizzato e nel 2017 riprende a scendere. A partire dal 2018 la riduzione sarà più decisa, anche grazie all’irrobustimento della crescita. Questa Legge di bilancio conclude la legislatura che si era aperta in piena crisi: il “sentiero stretto” di conso- lidamento della finanza pubblica e stimolo alla cresci- ta sembra aver dato i suoi frutti. Si poteva fare di più? Credo sia stato fatto il massimo nelle condizioni date. Quan- do si elabora un giudizio bisogna sempre considerare il punto di partenza. Lasciamo alla prossima legislatura un’e- conomia in condizioni molto migliori di quelle del 2013. Lo dicono istituzioni terze e neutrali. Ricordo gli ultimi dati Istat sulla crescita economica, sull’occupazione, sulla fidu- cia di cittadini e imprese, su fatturato e ordinativi dell’indu- stria. Ricordo anche il recente giudizio di Standard&Poor’s: il rating dell’Italia è migliorato per la prima volta dopo 15 anni. È il riconoscimento di quattro anni di politica di bi- lancio attenta alla crescita e al consolidamento graduale e dell’intenso sforzo per le riforme strutturali. Che eredità e quali raccomandazioni consegna il go- verno Gentiloni al prossimo Parlamento e al prossimo Governo per quel che riguarda la finanza pubblica? La raccomandazione non può che essere quella di conti- nuare lungo il percorso avviato, per implementare le ri- forme strutturali che migliorano la competitività del Paese e non disperdere i buoni risultati faticosamente ottenuti sul piano della credibilità e della stabilità finanziaria. Se si interrompe questo sforzo non ci si ferma soltanto, si ri- schia di arretrare rapidamente. • (p.m.)

RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=