Civiltà del Lavoro, n. 2/2016 - page 31

CIVILTÀ DEL LAVORO
II - 2016
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FOCUS
UNO DEI COMPITI
più difficili per chi fa il presi-
dente è fare le conclusioni. Bisogna stare in tempi stretti,
dopo una mattinata densa, cercare di fronteggiare tutti
gli stimoli e gli spunti che sono stati offerti da una serie
di interventi molto importanti.
Secondo me, questi interventi hanno trattato molto bene
i diversi aspetti del tema che i Cavalieri del Lavoro stanno
cercando di affrontare e portare avanti con questo ciclo di
seminari. Si tratta di interventi sui temi della cultura e del
valore che essa riveste in un Paese come il nostro, il quale
deve saper essere consapevole e affrontare con respon-
sabilità un’eredità importante e significativa.
Eredità che i nostri padri per generazioni e millenni hanno
creato prima di noi, con la capacità di affrontare questo
enorme patrimonio che è alle nostre spalle, proiettandolo
anche come opportunità di crescita, di sviluppo e, soprat-
tutto, di ruolo per le generazioni presenti e quelle future.
Quando abbiamo deciso di affrontare questo ciclo di con-
ferenze sul tema della cultura, abbiamo tentato di farlo
consapevoli che la cultura e l’arte sono per il nostro Pae-
se il vero vantaggio competitivo sul quale fare leva. Dal
dopoguerra ad oggi l’Italia ha avuto una crescita straor-
dinaria dal punto di vista economico; oggi stiamo affron-
tando crisi importanti che mettono a seria prova anche
la tenuta sociale, soprattutto in termini di equità per le
nuove generazioni.
Abbiamo saputo affrontare questa fase di crescita e di
sviluppo, oggi difficile, non avendo a disposizione risorse
naturali, né petrolio, né minerali e nemmeno strumen-
ti quali ad esempio quelli che hanno consentito agli Stati
Uniti nel corso degli ultimi trent’anni fortissime accelera-
zioni in termini di Pil, di ricerca e innovazione, ovvero la
spesa per la difesa.
Abbiamo fatto leva sulla nostra capacità di immaginare, di
disegnare, creare quello che rappresenta oggi il made in
Italy vissuto nel mondo, ma che, di fatto, è la traduzione
in manufatti, in capacità di fare e di vendere, di proporre
quello che alle nostre spalle rappresenta il patrimonio
»
UN
VANTAGGIO COMPETITIVO
SUL QUALE
FARE LEVA
Le conclusioni del Presidente Antonio D’Amato
Antonio D’Amato
copertina 1...,21,22,23,24,25,26,27,28,29,30 32,33,34,35,36,37,38,39,40,41,...copertina 4
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