Articolo pubblicato l’8 luglio 2023 da “Il Sole 24 Ore”
L’efficace sintesi dell’intensa giornata di lavori, che ha contrassegnato ieri la prima Conferenza annuale di Confindustria Energia, la federazione delle associazioni del comparto, e che ha visto, alla presenza del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin e del gothadel settore, il passaggio di consegne al timone tra Giuseppe Ricci e il neo presidente Guido Brusco, la fornisce proprio quest’ultimo quando ribadisce che, per una transizione energetica come «opportunità di crescita per il Paese», serve «un approccio non ideologico in cui non ci siano preclusioni per alcun tipo di tecnologia». E che non porti, aveva rimarcato in apertura il predecessore Giuseppe Ricci, ricordando il milione di posti di lavoro coinvolti da questa sfida tra occupati del settore energetico tradizionale e industria hard to abate, «a un cambio radicale del modello energetico senza che sia assicurata la tenuta sociale di tutto il sistema».
Perché è chiaro, come evidenzia anche il numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi, in un videomessaggio (si veda anche articolo a pagina 3), che «siamo davanti a un cambiamento epocale di paradigma», per la cui finalizzazione Viale dell’Astronomia ha stimato come necessario un flusso di investimenti in Italia pari a i.ioo miliardi di euro da qui al 2030. Un sforzo consistente, dunque, rispetto al quale, è il messaggio di fondo, serve però una regia chiara che il governo, ha poi spiegato il ministro Pichetto Fratin, sta cercando di delineare nel nuovo Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), oggetto delle ultime limature prima del suo invio a Bruxelles. «L’approccio che abbiamo scelto nell’elaborazione del documento è un approccio pragmatico che, pur mantenendo saldi gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Europa, disegna un percorso più ancorato alla realtà», chiarisce il titolare del Mase dopo aver evidenziato, a margine della conferenza, «che nell’ottica di arrivare a una normalizzazione non dovrebbe esserci una tassa sugli extraprofitti».
Insomma, serve un mix di pragmatismo e neutralità tecnologica, raccontano gli interventi della giornata, a cominciare dal focus di Ilaria Capua, senior fellow of global health della Johns Hopkins University-Sais Europe, che evidenzia la stretta relazione tra una transizione sostenibile e la salvaguardia della salute del sistema. Poi, in campo, scendono le aziende con i rispettivi numeri uno nel dibattito moderato da Sebastiano Barisoni, vicedirettore esecutivo di Radio 24.E, sebbene le ricette siano le più svariate, la rotta è chiara. Così Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, pone l’accento sulla necessità di affiancare agli investimenti «la diversificazione delle tecnologie che significano anche biocarburanti e cattura e stoccaggio del carbonio» perché la transizione «va affrontata come una priorità, lavorando per il presente oltre che per il futuro prossimo». Una priorità che va conseguita, spiega il presidente di Enel, Paolo Scaroni anche accelerando sulle rinnovabili.
«Per centrare il net zero, bisogna aumentare la quantità di elettricità da fonti “green” e dunque servono «investimenti ciclopici». Ma è necessario altresì, suggerisce Emanuela Trentin, ceo di Siram Veolia, «continuare a spingere sulll’efficientamento energetico che è la primaleva, alla quale associare le nuove tecnologie, non solo quelle rinnovabili». Senza tralasciare, però, sottolinea Stefano Venier, ad di Snam, «il paracadute del combustibile oggi meno impattante» perché nel portare avanti la decarbonizzazione, «che non è un processo lineare», va tenuta ferma «la gamba della sicurezza energetica». E, per farlo, avverte Nicola Monti, ceo di Edison, bisogna utilizzare, secondo la linea tenuta dal suo gruppo, «tutte le tecnologie che permettono di valutare l’impronta carbonica». Lasciando al regolatore, ricorda il presidente di Arera Stefano Besseghini, il compito di assicurare, da un lato, «la tutela dei consumatori», e dall’altro, di garantire «l’equilibrio economico degli operatori».