Un’azienda da 130 milioni di euro l’anno nata cento anni fa dall’intuizione della nonna dell’attuale “ad” Andrea Rigoni. Parte proprio dal 1923 la storia della Rigoni di Asiago: nonna Elisa, al ritorno dal profugato, vede nell’apicoltura il sostentamento della propria famiglia. Dai primi alveari sistemati in contrada Lamara di Asiago il gruppo Rigoni di Asiago oggi conta 231 dipendenti, di cui 145 operatori in “Rigoni di Asiago Italia”, leader sul mercato interno e in grande crescita nei mercati internazionali con i suoi prodotti Mielbio 100 per cento italiano, le confetture Fiordifrutta e la gamma di Nocciolata. È proprio con le confetture che la Rigoni di Asiago si conferma leader italiano di settore, occupando poi la seconda posizione con il miele bio e la Nocciolata. Una conquista riuscita affidandosi alla grande distribuzione che assicura il 95 per cento del fatturato italiano a cui si aggiungono il canale Horeca, i punti vendita al dettaglio e, dal 2020, l’e-commerce. Sul fronte dell’export, che genera più di 50 milioni di euro, è la Francia il mercato principale seguita da Germania, Austria, Svizzera e Benelux.
La festa
Proprio per festeggiare questo successo e rendere onore a chi li ha preceduti, Andrea Rigoni e il fratello Luigi hanno organizzato una festa ieri al palazzo Millepini di Asiago. Un evento che ha ripercorso la storia dell’azienda, arricchita con aneddoti, raccontati dagli appassionati storici locali Giancarlo Bortoli e Luigi Menegatti, dal dipendente storico Maurizio Benetti e da Gianbattista Rigoni Stern. Proprio quest’ultimo ha ricordato il rapporto di amicizia, fin dall’infanzia, tra suo padre Mario, il celebre scrittore, e il padre di Andrea e Luigi, Vittorio. Un’amicizia che ha fatto nascere la passione dell’apicoltura anche allo scrittore: ha raccontato quell’esperienza nel suo libro “Uomini, boschi e api”.
L’impegno sociale
A fianco dell’impegno imprenditoriale, la Rigoni di Asiago si è sempre contraddistinta per l’impegno solidale e a tutela dell’ambiente, tanto da portare l’assessore regionale Elena Donazzan a definire gli imprenditori `benefattori e mecenati” mentre venivano consegnate le donazioni alle scuole altopianesi. Una filosofia che Andrea Rigoni attribuisce proprio all’eredità tramandata da nonna Elisa: «Nel dopoguerra ha aiutato molti e viene ancora oggi ricordata dai più anziani perla sua generosità. È forse questo il tesoro più grande che ci ha donato».
L’investimento
Ed è una sensibilità che ha portato la Rigoni di Asiago di acquistare l’ex fabbrica di mobili a Foza per trasformarla nel centro produttivo. Un investimento che Menegatti, allora sindaco fozese, sottolinea come abbia «contribuito ad interrompere l’emigrazione a Foza». Sempre sull’etica della Rigoni di Asiago si sofferma Claudio Cauda, già presidente dell’associazione apicoltori professionisti italiani: «La Rigoni dava sicurezza di vendita agli apicoltori pagando il prezzo medio alto, imponendo però innovazione e insegnando una mentalità imprenditoriale, nonché la svolta bio, facendo riconoscere il pregio del miele nazionale». Il senso di dover “restituire” a chi ha creduto nell’azienda ha portato la Rigoni di Asiago ad avviare l’iniziativa “La natura nel cuore di…” che quest’anno, con un sondaggio online, vedrà l’azienda restaurare la fontana di epoca romana situata all’interno del giardino del Museo archeologico nazionale di Napoli: è stato annunciato proprio ieri dal presidente di “Fondaco Italia” Enrico Bressan.
II francobollo
In chiusura l’ultima sorpresa da Andrea Rigoni e dal coordinatore commerciale centrale di Po- ste Italiane Claudio Vescovi: il francobollo che celebra il centenario della Rigoni di Asiago, prodotto in 250 mila fogli da 45 francobolli e i prodotti “limited edition” dedicati al centenario di miele di fiori di lampone, confettura frutti di bosco, Nocciolata.
Articolo pubblicato il 25 maggio da “Il Giornale di Vicenza”