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SINTESI IN PRIMO PIANO – 7 dicembre 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Recovery plan: dubbi sull’Italia
– Covid-19: l’Italia non è più rossa
– Scuole: ipotesi di fine anno a luglio
– Frattura IV-Conte sui fondi UE

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Caccia Fabrizio
Titolo: Italia non più rossa L’Abruzzo è un caso – Abruzzo arancione, la diffida di Boccia
Tema: Covid-19: l’Italia non è più rossa: caso Abruzzo
Arancione fai-da-te. Ieri sera, l’Abruzzo, l’ultima regione rimasta in zona rossa, ha deciso autonomamente di cambiarsi colore: così, da oggi nessuna parte d’Italia sarà più in lockdown. II cambio di fascia lo ha deciso con un’ordinanza il governatore Marco Marsilio che ha già informato il ministro della Salute. II motivo? «I miei tecnici mi hanno assicurato che la situazione sanitaria è ormai sotto controllo — spiega il governatore abruzzese —. E poiché lo devo sempre pensare all’equilibro tra la salute e l’economia non potevo, sotto l’Immacolata, rischiare di ammazzare il commercio, dato che i ristori qui ancora nessuno li ha visti». Da oggi in Abruzzo, dunque, riaprono i negozi e da mercoledì le lezioni in seconda e terza media torneranno in presenza. Dura la reazione del governo: «La Regione Abruzzo aveva anticipato l’ingresso in zona rossa rispetto all’ordinanza governativa — fanno sapere fonti dell’esecutivo —. E la cabina di regia infatti ha riconosciuto questa anticipazione, che avrebbe potuto portare alla zona arancione dell’Abruzzo nella giornata di mercoledì. La scadenza dei 21 giorni è prevista per il 9 dicembre, non per lunedì 7. Quindi non c’è avallo». E il ministro Francesco Boccia avverte: «Se la Regione decide autonomamente di andare in zona arancione sarà diffidata». E, in caso di un nuo vo boom di contagi, potrebbe essergliene attribuita la responsabilità
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Testata:  Repubblica
Autore:  Ferro Enrico
Titolo: Intervista a Luca Zaia – Zaia: “Resistiamo la zona gialla non è garantita” – Zaia “Evitate la calca la zona gialla in Veneto non è garantita a vita”
Tema: Covid-19: l’Italia non è più rossa
Oltre 3.600 positivi nella giornata di sabato, altri 3.400 ieri e un indice Rt a 1,13. Il Veneto supera la Lombardia e scala la classifica nera delle regioni maggiormente colpite dal Covid. II governatore Luca Zaia esamina dati, sente gli scienziati con cui lavora fianco a fianco dall’inizio della pandemia, e poi lancia un appello al veneti «Attenzione, la zona gialla non resterà a vita. Se non si rispettano le regole arriveranno le restrizioni». Presidente Zaia, cosa sta succedendo al Veneto? «Bisogna saper leggere i dati. È vero che abbiamo un numero alto di positivi ma facciamo 60 mila tamponi al giorno. I numeri assoluti, da soli, non significano niente». Però sono comunque indicativi del fatto che il virus galoppa. «II 21 marzo scorso, con 2.170 tamponi avevamo 412 positivi. Pochi, verrebbe da dire. In realtà l’incidenza si attestava sul 20 per cento. Oggi il numero di positivi sembra alto ma la verità è che siamo al 6,93 per cento. Altro parametro chiave è la percentuale di tamponi eseguiti sulla popolazione: solo con questo indice possiamo confrontare i dati delle regioni. E poi c’è un altro aspetto chiave». Quale? «Noi siamo quelli con il contact tracing più alto in Italia- l’85 per cento. Quando c’è una persona positiva noi intercettiamo i colleghi di lavoro, gli amici, i familiari. E tamponiamo tutti. L’infezione c’è ma la stiamo gestendo».
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Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Iossa Mariolina
Titolo: Le vittime superano quota 60 mila
Tema: Covid-19
Era prevedibile che con questo ritmo avremmo presto raggiunto e superato la soglia drammatica dei 60mila morti. Così è stato: il bollettino di ieri ha registrato 564 nuovi decessi e portato il totale delle vittime a 60.078, di cui 24 mila si riferiscono ai soli due mesi dal 6 ottobre ad oggi. Quel giorno infatti i decessi totali erano 36.030. Altra brutta notizia è il rialzo della percentuale positivitamponi: siamo di nuova sopra l’11%, esattamente 11,5%; i nuovi positivi sono al di sotto dei 20 mila finalmente dopo tanti giorni ma questo dato è sicuramente influenzato dai tamponi, oltre 31 mila in meno. Tornano a salire anche i positivi attuali, che negli ultimi giorni sono stati sempre in discesa: sono 1.137 più di due giorni fa, 755.306 in totale quelli di cui si ha certezza. Diminuiscono i pazienti in terapia intensiva (sono 63 in meno rispetto al giorno precedente), ma risalgono dopo diversi giorni i ricoveri nei reparti ordinari, 233 in pi&ugr ave;, 30.391 in totale. Molti, troppi morti in Italia: siamo tra i Paesi in Europa con il tasso di letalità maggiore.
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Testata:  Repubblica
Autore:  a.cuz.
Titolo: Mes, ultimo pressing sui ribelli ecco chi sono gli irriducibili
Tema: Mes-5S
La certezza è che alla fine – sulla risoluzione di maggioranza prima del consiglio europeo – mancheranno molti voti tra i 5 stelle. Allo stato delle trattative, almeno 15 alla Camera e 10 al Senato. Dopo che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte avrà parlato in aula, mercoledì, comunicando al Parlamento la posizione italiana sulle trattative europee su Mes e Recovery Fund, un pezzo non piccolo del Movimento si staccherà. O non votando o votando contro oppure come appare probabile nelle ultime ore – addirittura presentando una risoluzione alternativa. Ci sono persone che né Vito Crimi né i capigruppo sono in grado di controllare. Li chiamano gli irriducibili. È la corrente Di Battista, ma ha cominciato il suo percorso prima del ritorno sulle scene dell’ex deputato, aggregando scontenti, frustrazioni, ambizioni e un po’ di antieuropeismo residuo.
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Testata:  Stampa
Autore:  Bertini Carlo – Capurso Federico
Titolo: Mes, la minaccia di Crimi ai dissidenti 5S “Chi non votava contro tutto il gruppo”
Tema: Mes- 5S
A sentire le campane di destra, come Maurizio Gasparri, «mercoledì il governo non cadrà, lo dico guardando i numeri». A sentire quelle del governo, invece, «se mancassero 7-8 voti al Senato si rischia». Per questo il tentativo in atto è di convincere i riottosi grillini, anche con la minaccia di espulsione, a non votare contro la risoluzione di maggioranza sulla riforma del Mes e ad astenersi. Per ottenere tale risultato, ormai, non c’è solo la moral suasion, a partire da quella di Conte che mercoledì farà un appello ai dissidenti nel suo discorso in aula. Ma si ricorre pure alle maniere forti. L’ avvertimento arriva da Vito Crimi, ospite di Lucia Annunziata a Mezz’ora in più: «Chi va contro questa risoluzione non va contro una decisione del capo politico, ma di tutto il gruppo parlamentare». I reprobi si metterebbero quindi in condizione di essere cacciati. «Io sono convinto che mercoled&igrav e; non ci saranno problemi col voto, ma se qualcuno dovesse decidere diversamente, anche nel Pd o in altri partiti, se ne assumerà le proprie responsabilità».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Diamanti Ilvo 
Titolo: Mappe – La scuola a distanza è promossa ma siamo più soli – Studenti più soli ma la scuola a distanza piace agli italiani
Tema: Scuola

Il Covid sta cambiando la nostra vita e il mondo intorno a noi. È una considerazione ovvia. lo stesso l’ho espressa in diverse occasioni, su Repubblica. Eppure, continuo a ripeterlo, anzitutto a me stesso. Ogni volta che mi trovo ad affrontare questioni di importanza prioritaria. Come la scuola. L’istituzione a cui sono affidati il nostro sistema educativo, la promozione della ricerca e della conoscenza. Ma, al tempo stesso, forse ancor prima, luogo di socializzazione. Perché a scuola si formano amicizie e relazioni che attraversano la nostra vita. Infatti, penso che tutti noi abbiamo amici incontrati durante il periodo scolastico. In particolare, alle “superiori”. Una fase biografica che orienta la nostra personalità. Anche per questo i provvedimenti del governo che prevedono la “Didattica a Distanza” (DaD) alle “superiori” appaiono importanti. Perché incidono sul presente e, ancor più, sul futuro della nostra società.[…]Un’indagine recent e, condotta nelle scorse settimane da Demos per Repubblica sull’atteggiamento degli italiani verso la DaD alle “superiori”, sottolinea, però, come la diffusione di questa pratica non preoccupi i cittadini. Al contrario. Quasi i due terzi del campione intervistato (rappresentativo dell’intera popolazione) esprime, infatti, un giudizio “positivo” di questa tecnica, che permette di condurre e seguire le lezioni “a distanza”.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Rossi Fabio 
Titolo: Recovery Roma, il sì bipartisan dei parlamentari – Sul Recovery per Roma primi sì al patto bipartisan per anticipare i progetti
Tema: Recovey plan per Roma

Un accordo bipartisan per rilanciare Roma «e non perdere la storica occasione offerta dal Recovery Fund e l’appuntamento con il grande Giubileo del 2025». Con tante insidie dietro l’angolo, legate «allo storico disinteresse per i destini della Capitale» che troppo spesso si respira nel mondo politico. italiano, quando ci si allontana dal Grande raccordo anulare. I parlamentari romani rispondono “presente” alla proposta di Claudio Mancini, deputato del Pd e membro della commissione Bilancio della Camera, che in un’intervista al Messaggero di ieri ha lanciato l’idea di un patto trasversale tra gli schieramenti politici, che definiscano priorità e progetti per il futuro della Città eterna. Da stringere prima che parta la corsa verso le amministrative che, nel 2021, rinnoveranno la guida del Campidoglio.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Loiacono Lorena 
Titolo: «Scuole aperte fino a luglio» – A scuola fino a luglio e lezioni di sabato: il piano del governo
Tema: Scuola

Nell’anno del Covid, il calendario scolastico potrebbe essere stravolto fino alla fine: per recuperare le lezioni perse, infatti, si potrà posticipare l’ultimo giorno di lezione, restando quindi in classe anche in piena estate, e aiutare così i ragazzi che, con le lezioni online e i continui stop, sono andati in difficoltà. L’ipotesi a cui si sta lavorando è quella di restare a scuola fino al 30 giugno. L’anno è partito tra mille problemi e le interruzioni sono state tante, fino alla chiusura definitiva delle lezioni in presenza alle superiori. Basti pensare che molte scuole hanno deciso, a settembre, di iniziare con una o due settimane di ritardo: anche alle elementari e alle medie. Tanti istituti hanno dovuto chiudere temporaneamente per quarantene e sanificazioni mentre altri, tra gli istituti superiori, hanno dovuto adottare le lezioni da 45 minuti per garantire la turnazione dei docenti riducendo comunque la presenza. Un calendario e un orario dettati, quindi, dall’emergenza sanitaria. E allora sarà così anche per l’ultima campanella. La scuola potrebbe, infatti, andare avanti anche nel periodo estivo proprio per recuperare le giornate di scuola perse fino ad ora e quelle che potrebbero saltare da qui alla prossima estate. Il progetto, nelle mani del governo, è stato già proposto alle Regioni visto che sono loro ad avere la competenza sul calendario scolastico: «Potrebbe essere possibile — ha confermato la ministra all’istruzione Lucia Azzolina, ieri, a l’Aria di domenica su La7 – lo abbiamo proposto alle Regioni, perché saranno loro a dover decidere. Certo, dobbiamo pensare alle strutture che abbiamo: ad agosto non si pub fare scuola ma a giugno sì».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  E.Bu. 
Titolo: M5S, lo spettro di una guerra legale Di Maio contro il Pd: basta provocare
Tema: M5S

Cinque Stelle divisi tra lo spettro di guerre legali (interne) e i richiami alla responsabilità (anche agli alleati). La situazione nel Movimento è a dir poco magmatica. Il reggente Vito Crimi a Mezz’ora in più ribadisce che sulla risoluzione di mercoledì «la maggioranza ci sara», il capo politico, così come Luigi Di Maio, mette in chiaro però che «l’utilizzo del Mes non ha i numeri in Parlamento». Il ministro degli Esteri ribadisce ai suoi che questo atteggiamento «mette Conte in difficoltà» ed è pronto a strigliare anche gli alleati.«Basta provocazioni», è il senso del suo ragionamento, sottolineando al tempo stesso come in questa fase ci sia un deficit di dialogo tra l’esecutivo (in modo particolare Gualtieri) e una parte della maggioranza. Ma il clima del Movimento rimane infernale. Barbara Lezzi invoca il voto su Rousseau per sbrogliare la matassa. I capigruppo con il p lacet di Crimi hanno riunito quasi So capicommissione per trovare una sintesi condivisa (tra loro anche otto firmatari della fronda). I pentastellati in assise telematica si sono anche confrontati con i consiglieri del premier Giuseppe Conte, ma sulle chat e nei social è continuata la battaglia.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Caro Paola 
Titolo: FI, il pressing su Berlusconi: «Rischiamo l’isolamento» Ma lui: sul Mes non cambio
Tema: FI

Ci hanno provato in tanti a convincerlo a cambiare idea. A non sottostare ai «diktat» di Salvini e Meloni. A tenere alta la bandiera del Ppe. A non mettere a rischio l’approvazione di una riforma che, come da giorni ripete Renato Brunetta (ora in silenzio stampa: «Sono serenissimo, ho la coscienza a posto», si limita a dire), non e pe orativa rispetto alla precedente e soprattutto, se non approvata dall’Italia, avrebbe effetti gravissimi per gli equilibri europei e per il nostro Paese. Ma Silvio Berlusconi, raccontano, ormai ha deciso. Non sono bastati i tentativi di Gianni Letta, secondo alcuni perfino della famiglia, di chi si preoccupa per un isolamento del leader che rischia di diventare politico in chiave interna (con possibili spaccature nel gruppo azzurro) e di immagine sul piano internazionale. A meno di clamorosi colpi di scena, il Cavaliere non cambierà linea. Seguirà quella scandita da Antonio Tajani: «Sì al Mes sanitario, perché non prendere quei 37 miliardi sarebbe folle. Ma no a una riforma insoddisfacente». Si voterà una mozione unitaria, di tutto il centrodestra. Ancora da mettere nero su bianco. Il problema è politico e va oltre le tecnicalità.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Aquaro Dario – Dell’Oste Cristiano – Parente Giovanni 
Titolo: Via al cashback: lo Stato rimborsa chi paga con app, carte e bancomat – Cashback al via con l’incognita delle chiusure
Tema: Cashback di Stato
L’operazione cashback – al via domani dovrà misurarsi con le restrizioni decise dal Governo per scongiurare la terza ondata del coronavirus. Gli acquisti fatti dall’8 al 31 dicembre potranno generare il rimborso di Stato fino a un massimo di 150 euro. Ma dovranno essere pagati – con carte, bancomat e app – solo di persona: cioè presso negozi, ristoranti, supermercati, artigiani e professionisti. Fuori gioco, invece, gli acquisti online. Insomma, un invito allo shopping tradizionale. Da incrociare, però, con le restrizioni in termini di orari, giorni di chiusura e limiti di spostamento contenute nel Dpcm del 4 dicembre. Per ottenere il cashback di Natale servono almeno dieci pagamenti da domani alla fine dell’anno. In pratica uno ogni due giorni, tolte le feste. Il rimborso sarà pari al 10% della spesa. Ad esempio, con 20 acquisti da 25 euro (spesa totale di 500) si avrà un cashback di 50 euro. Il denaro arriverà a febbraio direttamente s ul conto corrente del beneficiario e l’accredito non potrà superare i 150euro totali. Con una avvertenza in più: il rimborso per singola operazione non sarà mai superiore a 15 euro, anche per i pagamenti superiori a 150 euro.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Bisozzi Francesco 
Titolo: Parte il cashback, boom dell’app Io 6 milioni in fila per lo “sconto di Stato”
Tema: Cashback di Stato

Un milione e mezzo di download dall’inizio di dicembre per l’app Io della Pubblica amministrazione, indispensabile per ottenere il cashback di Natale, i rimborsi fino a 150 euro per coloro che compieranno almeno dieci acquisti con carte e app questo mese. Di questo passo l’applicazione per accedere ai servizi pubblici e per i pagamenti con pagoPa, lanciata ad aprile e ora a quota sei milioni di cittadini raggiunti, supererà prima di Natale l’altra app messa in pista quest’anno dal governo, Immuni, che protegge contro il virus ma non porta benefici al portafoglio. Quest’ultima è stata scaricata da 10 milioni di cittadini, però va detto che in tanti l’hanno messa in quarantena, nel senso che una volta installata hanno preferito non attivarla. Solo nel weekend, in vista dell’appuntamento di domani, quando la sperimentazione sul cashback prenderà ufficialmente il largo, quasi mezzo milione di persone hanno scaricato Io. Giovedì scorso l’app ha stabilito il suo record di download, 552 mila in 24 ore. Ieri chi l’ha installata ha ricevuto una notifica che lo avvisava che a breve sarebbe stato possibile inserire sulla piattaforma il proprio numero di conto corrente per ricevere i rimborsi.
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Autore:  Galluzzo Marco – Marro Enrico 
Titolo: Fondi Ue, lite sulla squadra – Fondi Ue, strappo renziano: non votiamo a scatola chiusa
Tema: Frattura IV-Conte sui fondi UE

Si apre una settimana decisiva per la tenuta della maggioranza. Oggi si terrà il Consiglio dei ministri che dovrebbe decidere la struttura di governance dei 209 miliardi di euro del Recovery fund, ma i ministri renziani sono pronti a dare battaglia, sino alla minaccia di votare contro le decisioni del premier, perché non condivise con gii alleati. E la stessa riunione del governo potrebbe essere solo interlocutoria. Mercoledì invece in Senato si voteranno le risoluzioni in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì, in primo luogo sulla riforma del Mes, e anche qui la maggioranza traballa, perché Forza Italia al contrario del recente passato non sosterrà il governo, e almeno una cinquantina di senatori del Movimento 5 Stelle non sono d’accordo sulla riforma. Un tentativo di mediazione è in corso ma non è detto che vada tutto liscio. Sulla gestione del Recovery che dovrebbe essere approvata oggi dal Consiglio dei min istri i renziani ormai parlano apertamente di «maggioranza nella maggioranza», di non essere più disposti a tollerare il metodo di lavoro del capo del governo, la ministra Teresa Bellanova dice di «aver appreso dal giornali del Cdm e dei suoi contenuti. Non voteremo documenti al buio», è la minaccia di Italia viva.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vecchio Concetto 
Titolo: Intervista a Matteo Renzi – Recovery, strappo di Renzi – Renzi “Conte si fermi, basta metodi sprezzanti No a inutili task force”
Tema: Frattura IV-Conte sui fondi UE

Senatore Matteo Renzi, perché contestate la formula della task force scelta da Giuseppe Conte per il Recovery Fund? «Perché il Recovery è l’ultima occasione che abbiamo per progettare il futuro del nostro Paese. Penso che la maggioranza debba fare una riflessione seria su cosa fare e su come farlo. A luglio ho chiesto pubblicamente a Conte, in aula, di avere un dibattito parlamentare su questo tema, anche utilizzando agosto se necessario. Per mesi abbiamo ricevuto solo silenzio e task force. Poi all’improvviso, dopo tante dirette Facebook, in una intervista al direttore di Repubblica il premier comunica agli italiani che è tutto già pronto e che ci saranno dei tecnici a gestire il tutto». Non vi va bene II metodo? «Del merito non sappiamo niente. Sul metodo siamo contrari. Questo modo di fare non è solo sprezzante: è sbagliato. Noi siamo contrari a sovrastrutture di centinaia di consulenti che stanno al Recovery Fund comei navigator stanno al reddito di cittadinanza. ll futuro dell’Italia dei prossimi vent’anni non lo scrivono Conte e Casalino nottetempo in uno stanzino di Palazzo Chigi».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bresolin Marco 
Titolo: Il retroscena – Recovery, dubbi di Bruxelles sull’Italia – L’Ue: “Se Roma non si mette in regola a rischio i fondi per porti e turismo”
Tema: Recovery plan: dubbi sull’Italia

«Come facciamo a giustificare il via libera ai fondi del Recovery per il rilancio del turismo se il settore si trova in una situazione di illegalità sulle concessioni balneari?». E ancora: «Come facciamo ad approvare i progetti italiani per lo sviluppo dei “porti verdi”, finanziati con i fondi Ue, se il governo continua a garantire l’esenzione fiscale alle autorità portuali, in netto contrasto con la normativa europea sugli aiuti di Stato?». Nelle ultime settimane — raccontano fonti Ue — alti funzionari della Commissione europea hanno iniziato a porsi e a porre queste domande. Le risposte, per il momento, ancora non ci sono. Anche perché il piano italiano ancora non c’è. Ma il governo rischia di ritrovarsi presto con le spalle al muro. Perché per avere il via libera di Bruxelles ai progetti del Recovery Plan nazionale bisogna essere in regola con le raccomandazioni Ue, ma soprattutto con le leggi Ue. E in molti se ttori l’Italia non lo è.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Conte Valentina 
Titolo: Per il governo scatta l’allarme lavoro Nel 2021 a rischio un milione di posti
Tema: Allarme lavoro
Un milione almeno di esuberi nel 2021. La stima balla sui tavoli del governo. Quando il 31 marzo terminerà il blocco ai licenziamenti, 250 mila addetti vengono considerati in uscita a stretto giro. Il resto dopo. La Banca d’Italia ha calcolato in 600 mila i posti salvati nel 2020 dalle misure anti-Covid: il blocco, ma soprattutto la Cassa integrazione estesa a tutti. Senza, i licenziamenti potevano salire a 700 mila, il 30% in più di un anno normale. Poi ci sono 420 mila occupati già persi in ogni caso, registrati da Istat in ottobre. Altri ne seguiranno. Sono i meno protetti, fuori da ogni ombrello: contratti a termine e autonomi. Ecco perché lo tsunami occupazionale già in atto preoccupa Palazzo Chigi. L’àncora di salvezza è certo il Recovery Fund: 500 milioni già messi in manovra del programma React-Eu, 7 miliardi prenotati. Ma il piano qual è? La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ne ha annunciato uno straordinario per le politiche attive venerdì alle Regioni. In realtà, cogliendo una loro sollecitazione, tradotta in un documento dai toni preoccupati per il mancato coinvolgimento – le politiche del lavoro gravano sulle Regioni per il titolo V della Costituzione – e la terribile crisi all’orizzonte.
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Testata:  L’Economia del Corriere della Sera 
Autore:  Petrucciani Gabriele 
Titolo: Bond green crescono. Ma quelli «a impatto» si fanno strada
Tema: Green Bond

Il mercato dei green bond continua a raccogliere proseliti, tra gli investitori, privati e non, e di conseguenza anche tra gli emittenti. E oltre alle società, sono sempre più anche i Paesi che hanno deciso di debuttare in questo mercato, Italia compresa, che è sempre più vicina a emettere il suo primo Btp verde. Così, se nel 2007 il mondo dei green bond valeva appena 1,5 miliardi di dollari, le emissioni annuali quest’anno hanno raggiunto a fine ottobre i 200 miliardi, avvicinandosi ai 258 miliardi del 2019. Insomma, tutti pazzi per le obbligazioni verdi, che promettono di crescere ancora nei prossimi anni. «C’è una domanda molto forte che sostiene questo mercato – spiega Alessandro Tentori, responsabile degli investimenti di Axa Investment Managers Italia – oltre a considerare alcuni driver davvero significativi peri green bond. A partire dal piano sostenibile del nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden», che ha messo nel piatto 2 mila miliardi di dollari da investire su energia e clima. «Inoltre, se guardiamo all’Europa, anche il presidente della Bce, Christine Lagarde, ha speso parole importanti sul tema del green – argomenta ancora Tentori -. E una svoltaverde del portafoglio della Bce farebbe sicuramente aumentare la domanda, incentivando al tempo stesso nuove emissioni».
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Testata:  L’Economia del Corriere della Sera 
Autore:  Di Vico Dario 
Titolo: Il dopo covid per le imprese è già iniziato. Investimenti, consumi e si torna a correre – Industria la prova del 9. Export, green, cassa ma come stanno davvero le nostre imprese?
Tema: Ripresa e industria

Possiamo stilare una cartella clinica dello stato di salute dell’industria italiana? Con tutti i caveat legati agli effetti della seconda ondata del virus e dei riultati del quarto trimestre del Pil 2020, possiamo individuare alcune tendenze forti? Utilizzando il recentissimo Rapporto del Centro Studi COnfindustria (Csc) sugli sceari industriali e confrontandolo con l’opinione di alcuni tra i maggiori esperti del settore abbiamo tentato, se non altro, di fare le domande giuste e dare delle prime risposte. 1.:E’ credibile il rientro in Italia delle produzioni delocalizzate negli anni precedenti? Il Rapporto del Csc segnla come i casi di re-shoring stiano in aumento a livello globale: in 20 anni ne sono stati censiti 1430. L’area più colpita è sicuramente l’Asia, però, mentre gli Usa di Trump ne avevano fatto una scelta di indirizzo, la Ue non ha predisposto strumento ad hoc e l’Italia, con l’eccezione dell’Emilia-Romagna che ha varat due progetti di ricerca. 2.: D obbiamo attenderci uno stop alla globalizzazione sotto forma di una regionalizzazione degli scambi per macro-aree? Il Rapporto Csc elenca alcuni indizi che andavano in questa direzione ancor prima della pandemia, in particolare la diminuzione della distanza media degli scambi mondiali.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Repubblica 
Autore:  Nigro Vincenzo 
Titolo: Guerre e terrorismo Cristiani in fuga dal Medio Oriente
Tema: Fuga dei cristiani dal Medio Oriente

C’erano un milione e 200 mila cristiani in Iraq prima del 2003. Dopo la guerra di Bush diventarono 300mila. Ancora, dopo la guerra e LI genocidio dell’Isis, dal 2014 a circa il 2017, sono scesi a poco più di 100mila, al massimo 120mila. L’Iraq è il luogo in cui i cristiani di Medio Oriente hanno affrontato le sofferenze, per persecuzioni, le violenze peggiori. E il risultato è uno soltanto, la scomparsa progressiva dei fedeli dl Cristo dalle regioni dove il cristianesimo era nato. Sempre in Iraq i giorni fra il 9 e il 10 giugno 2014 verranno ricordati per anni: in quelle ore i miliziani del califfo Al Bagdadi riuscirono, in poche migliaia, a far fuggire più di 20mila soldati e poliziotti dell’esercito federale iracheno. Si scagliarono contro gli sciiti, gli yazidi e i cristiani. In poche ore da Mosul fuggirono 35mila cristiani, si spostarono verso i villaggi della Plana di Ninive. Ma anche questa cittadina cadde il 6 agosto dello stesso anno, assieme a tutti i villaggi che da secoli avevano visto l’antica presenza di fedeli cristiani. Alessandro Monteduro, di “Aiuto alla Chiesa che Soffre”, ricorda che i cristiani, come un popolo in preda al terrore, si rifugiarono nei territori curdi, dilagarono innanzitutto ad Erbil e nei dintorni delle maggiori città della regione autonoma: «Da allora abbiamo fatto di tutto per sostenere e difendere i cristiani in Iraq». In pochi mesi la solidarietà internazionale permise ad “Acs” di far sì che tutti i cristiani lasciassero i container in cui vivevano ed entrassero in abitazioni, i cul fitti vengono pagati dalle Ong cristiane.
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Testata:  Repubblica 
Titolo: Intervista a Bashar Warda – “Noi cristiani i più perseguitati del Medio Oriente” – Warda “Siamo i più perseguitati Europa e Stati Uniti ci salvino”
Tema: Fuga dei cristiani dal Medio Oriente

Bashar Warda, 51 anni, è arcivescovo della Chiesa cattolica caldea dell’Iraq. Da molti anni è una delle voci più autorevoli ed ascoltate per le sue costanti denunce dei rischi di scomparsa delle comunità cristiane in Iraq e in tutto il Medio Oriente. Ha da poco fondato l’Università Cattolica di Erbil e lo raggiungiamo telefonicamente nel quartiere di Ankawa, il cuore cristiano della città di Erbil, nel Nord dell’Iraq e capoluogo del Kurdistan. La comunità cristiana in Iraq è una delle più antiche del mondo ed ha resistito agli attacchi terroristici ed alla persecuzione per mano delle milizie Jihadiste. Ci può raccontare quakosa sulla situazione oggi della comunità cristiana in Iraq? «La poca sicurezza e l’instabilità sono una minaccia costante perla comunità cristiana in Iraq. I cristiani sono fuggiti in massa da Bagdad e da Bassora verso il Nord dopo la guerra del 2003. Poi con l’aggressione dell’Isis nel 2014 c’è stato un secondo esodo dalla Piana di Ninive e da Mosul. Oggi purtroppo non ci sono ancora le condizioni cli sicurezza per potere permettere alle famiglie cristiane di tornare nelle loro terre. Sia a livello locale che internazionale manca la volontà per imporre una soluzione equa per i torti subiti e per proteggere coloro che da soli non si possono difendere. Se questa tendenza non sarà invertita, la comunità cristiana potrebbe estinguersi del tutto in Iraq nei prossimi trent’anni». L’Occidente e la comunità internazionale dovrebbe fare dl più per difendere le minoranze cristiane in Medio Oriente? «Assolutamente si. Rivolgo un appello all’Unione europea, agli Stati Uniti, alla Gran Bretagna affinché promuovano politiche concrete per difendere il nostro diritto ad esistere. Il rischio che le nostre antiche comunità si estinguano del tutto è purtroppo reale».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ippolito Luigi 
Titolo: Boris e Ursula «ai supplementari» Johnson prepara il discorso sul no deal
Tema: Brexit

Boris Johnson sta già preparando il discorso per annunciare in tv alla nazione che si va al no deal, una Brexit senza alcun accordo con l’Europa. Perché a meno di un miracolo proprio in queste ore, il 31 dicembre la Gran Bretagna lascerà definitivamente l’Unione europea nel peggiore dei modi possibili. I negoziati sono già ai tempi supplementari: stasera il premier britannico avrà un ultimo colloquio telefonico con Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione Ue. Dopo di che, potrebbe esserci l’annuncio di un accordo o, come sembra più probabile, di un fallimento totale. I negoziati si sono incagliati in dirittura d’arrivo su due questioni: la pesca e il cosiddetto level playing field, cioè la parità di condizioni per evitare la concorrenza sleale. Sul primo punto gli europei hanno provato a mantenere il più possibile lo status quo, ossia l’accesso dei propri pescherecci alle acque britanniche, mentre Londra rive ndica il recupero della piena sovranità. Ma in realtà si tratta di una questione più simbolica che reale, dato che vale appena lo 0,1 per cento del Pil: la vera pietra d’inciampo è la possibilità per l’economia britannica di divergere dai regolamenti europei, in particolare sullo spinoso tema degli aiuti di Stato.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Serafini Marta 
Titolo: Zaki in tribunale, un’esile speranza La mano sul cuore «Grazie, sto bene»
Tema: Caso Patrick Zaki

Ore di attesa al Cairo e un’altra «notte di angoscia». Si è conclusa ieri pomeriggio alla terza sessione del Tribunale per l’antiterrorismo del Cairo l’udienza per il rinnovo della detenzione preventiva di Patrick Zaki. Speranze, segnali, mentre i giorni nella «Tomba», come viene chiamato il carcere di Tora in cui è rinchiuso lo studente, hanno superato quota 30o. E se l’esito dell’udienza è atteso per oz.’, è stata la stessa legale del giovane, Huda Nasrallah, a spiegare che l’ottimismo è poco. «Spero che venga rilasciato domani (oggi per chi legge, ndr) ma non lo prevedo a causa di una risposta data dal giudice ad una mia richiesta su dei libri destinati a Patrick», ha spiegato Nasrallah. «Purtroppo non c’è molto da prevedere: speriamo che sia liberato», le fa eco dall’Italia Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International. Zaki, presente in aula, è apparso a chi l’ha potuto vedere p rovato ma reattivo. Ha dichiarato «infondate» le accuse contro di lui e ha chiesto al giudice di verificare l’autenticità dei post sulla base dei quali è accusato di propaganda sovversiva. A far scattare le manette il 7 febbraio, al suo rientro dall’Italia, l’accusa di diffusione di post su Facebook con lo scopo di «destabilizzare la sicurezza dello Stato», un reato perseguito in Egitto dalla legge sull’antiterrorismo.
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Testata:  Domani 
Autore:  Cappon Laura 
Titolo: Il regime egiziano rinvia il verdetto sulla libertà di Zaki
Tema:  Caso Patrick Zaki

L’attesa era alta. le aspettative altissime. Ma come sempre, la giustizia egiziana si mostra imprevedibile. Per tutta la mattinata di ieri si aspettava la notizia: Patrick Zaki sarebbe stato finalmente libero? Ma dopo ore di attesa la doccia fredda la corte si ritira e attenderà altre 24 ore per deliberare. Fine dell’ottimismo, ritorno alla cupa realtà dittatoriale. L’udienza a carico del giovane ricercatore si è svolta ieri in un’accademia di polizia attigua al complesso carcerario di Tora. In aula si è rivisto zald, assistito dai suoi legali che hanno sollevato non solo la questione dell’ingiustificato prolungamento della detenzione preventiva ma anche un loro precedente reclamo per tortura. Per la prima volta dopo l’inizio della pandemia di Covid-19 è tornato, in presenza, anche il rappresentante dell’ambasciata italiana al Cairo. Con lui anche i membri delle delegazioni in Egitto di Germania, Olanda e Canada. Un segnale positivo che fa ben spera re anche se il contesto resta incerto.
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Testata:  Domani 
Autore:  Omar Ilhan 
Titolo: Da rifugiata a parlamentare inseguendo il sogno americano
Tema: Sogno americano

Quando mi chiedono che personalità, vivente o no, vorrei poter incontrare rispondo sempre Margaret Thatcher, e la cosa sorprende molti. Perché la leader dei conservatori inglesi è per me una figura di riferimento? Non ho nessuna affinità politica con lei, ma anche lei è stata la prima la prima donna a presiedere il parlamento della Gran Bretagna, una che si è fatta da sola in modo sbalorditivo. Senza essere invitata e senza avere le conoscenze giuste, si è presentata giorno dopo giorno in stanze di soli uomini e ha finito per convincerli ad affidarsi a lei. È stata in carica per undici anni, il mandato più lungo di qualsiasi politico britannico nel ventesimo secolo, la riprova di una sicurezza di sé e di una intelligenza straordinarie. Non aveva paura di niente. In prima superiore presi l’abitudine di frequentare le lezioni di matematica per chi imparava l’inglese; me ne stavo in fondo all’aula, dove c’erano i raga zzi somali. Facevamo gli scemi e parlavamo della politica del nostro paese d’origine. Non so perché l’insegnante melo lasciasse fare, era un amico di mio padre Aabe, e ogni volta che lo incontrava al bar, papà gli chiedeva semi avesse vista. Era preoccupato per la mia vita da adolescente americana e cercava informazioni L’insegnante gli diceva di non preoccuparsi «È una Lady di Ferro» diceva. «Se vedessi Ilban contro cento uomini, è per loro che mi preoccuperei».
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Guaita Anna 
Titolo: «Trump vuole distruggere le carte della sua gestione»
Tema: Trump non si arrende

Uno dopo l’altro gli Stati vanno certificando il risultato delle elezioni, e con i voti della California, ieri, Joe Biden ha superato il numero magico di 270 Voti Elettorali e si conferma vincitore. Oggi sarà la volta della Georgia, dove una riconta a mano di tutte le schede ha riaffermato la vittoria del democratico. E tuttavia Donald Trump continua a sostenere di aver vinto e ripete le sue infondate accuse contro immaginari brogli. Lo ha fatto nella sera di sabato, in un comizio in Georgia, dove una fitta folla di sostenitori lo ha accolto calorosamente. Trump è andato in Georgia per sostenere la candidatura dei due senatori repubblicani uscenti, David Perdue e Kelly Loeffler, rispettivamente sfidati dai democratici Jon Ossoff e Raphael Warnock. Un ballottaggio si terrà il 5 gennaio e deciderà l’equilibrio del Senato, se resterà a maggioranza repubblicana o passerà ai democratici. Come molti repubblicani temevano, però, il presidente ha solo brevemente parlato dei due senatori e della necessità di eleggerli per evitare «una deriva socialista», e ha piuttosto usato il palcoscenico per ribadire le proprie lagnanze contro i democratici e lanciare di nuovo denunce di frodi: «Hanno truccato le elezioni, ma noi continueremo a vincerle».
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