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SINTESI IN PRIMO PIANO – 4 maggio 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– La procura di Brescia indaga sui pm di Milano. Il Csm contro Davigo;
– Rai, niente riforma prima il cambio dei vertici. La Lega mette già veti;
– Via dal blog delle Stelle i riferimenti al M5S. Esordio con Di Battista;
– Decreto Sostegni bis: 14 miliardi a partite Iva e piccole imprese, via la prima rata Imu;
– Confcommercio: «Persi 130 miliardi di consumi, terziario in ritirata»;
– Tre decreti in trenta giorni: inizia la “fase 2” di Draghi per dare il via al Recovery;
– I 5Stelle in marcia verso i socialisti Ue: “Avanti, senza tabù”;
– L’India brucia: contagi e vittime fuori controllo.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Savelli Fabio 
Titolo: Vaccini, l’Italia a due velocità – Anziani, 4 Regioni in ritardo Altre vaccinano i più giovani
Tema: Emergenza Covid-19

La campagna per la vaccinazione disegna un’Italia a due velocità. Il Sud non riesce a tenere il passo per quanto riguarda gli anziani. In Sicilia appena sette over 80 su 10 hanno ricevuto la prima dose. Ci sono oltre 120 mila anziani ancora non coperti. In Calabria 50 mila persone in attesa di prima dose. In Campania uno su quattro: circa 65 mila anziani. Il commissario straordinario, generale Figliuolo, lancia l’ipotesi di distribuire il vaccino AstraZeneca anche agli under 60. E anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, si sta muovendo per rinforzare il messaggio. Con il prosieguo della campagna d’altronde cambiano anche i dati di farmaco-vigilanza. Per questo ieri Figliuolo ha chiesto «una raccomandazione di auspicio» anche «per la classe inferiore ai sessanta anni dopo le interlocuzioni che ho avuto con il Cts, l’Aifa, il Consiglio superiore di sanità e l’Istituto superiore di sanità. E’ un discorso che gli scienziati stanno valutand o anche sulla base degli studi più avanzati in Gran Bretagna, dove hanno finora utilizzato 21 milioni di vaccini Az». Intanto dal decreto Sostegni bis arriveranno 14 miliardi a piccole imprese e partite Iva. Via la prima rata dell’Imu.
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Testata:  Repubblica
Autore:  Bocci Michele 
Titolo: Figliuolo: “Usare tutti i vaccini oppure freniamo” – Cinque milioni di dosi per finire gli over 65 “Poi stop prenotazioni”
Tema: Emergenza Covid-19

Maggio è il mese chiave per mettere in sicurezza le persone più a rischio, per patologia ed età. Prima che finisca, il commissario straordinario per l’emergenza, generale Francesco Figliuolo, vuole concludere la copertura di chi ha più di 65 anni. L’obiettivo si raggiunge se si fanno quasi 5 milioni di prime dosi. Poi ci si potrà dedicare ai più giovani, da vaccinare senza priorità e magari senza prenotazioni. Per questa seconda operazione però è necessario avere a disposizione anche i vaccini a vettore virale. Ieri Figliuolo ha detto che «è probabile che nella “rolling review”, ovvero revisione dovuta all’esperienza accumulata durante le vaccinazioni, si possa raccomandare AstraZeneca anche per gli under 60». «È probabile che in quella che si chiama rolling review, ovvero revisione dovuta all’esperienza accumulata durante le vaccinazioni, si possa raccomandare AstraZeneca anche per gli und er 60». Il generale dice di averne parlato con la stessa Aifa, con il Cts della Protezione civile, con l’Istituto superiore di sanità e il Consiglio superiore di sanità. L’obiettivo di inseguire, una volta messi in sicurezza i fragili, l’immunità di gregge passa per i vaccini a vettore virale, appunto AstraZeneca e Johnson&Johnson. Per questo si conta di togliere la limitazione sull’età che riguarda entrambi. «I vaccini vanno impiegati tutti. AstraZeneca è consigliato per determinate classi ma l’Ema dice che va bene per tutti, come dimostra la Gran Bretagna», ha detto Figliuolo.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Buzzi Emanuele 
Titolo: Via dal blog delle Stelle i riferimenti al M5S Esordio con Di Battista
Tema: M5S

Paradossi di un divorzio: il M5S, il primo partito in Parlamento, il partito nato dalla Rete e che reclama la democrazia diretta, da ieri non ha più nemmeno un sito di riferimento dove pubblicare le proprie notizie. La situazione surreale per i Cinque Stelle deriva dalla decisione dell’Associazione Rousseau di «cambiare» il blog delle Stelle. II sito, che era l’agorà pubblica del M5S da quando Beppe Grillo fece un passo di lato nel 2017, si è trasformato. Non un semplice restyling, ma l’addio di fatto ai Cinque Stelle. Sono cambiati i colori: si passa dal giallo dei pentastellati al rosso della piattaforma. Ma muta soprattutto la mission. «Il blog delle Stelle è il blog ufficiale del Movimento 5 Stelle. È gestito dall’Associazione Rousseau, con l’obiettivo di dar vita a uno spazio di informazione e di confronto tra attivisti ed eletti del Movimento 5 Stelle a tutti i livelli», campeggiava sul sito fino al weekend. Ora invece il messaggio «cancella» il Movimento: «Il blog delle Stelle è il blog ufficiale della piattaforma di democrazia diretta e partecipata Rousseau. E’ gestito dall’Associazione Rousseau con l’obiettivo di dar vita a un luogo di informazione e confronto laico, trasversale e partecipato, aperto a tutti quei cittadini che vogliono approfondire i fenomeni più rilevanti e i cambiamenti del mondo che ci circonda, e far sentire la propria voce portando avanti battaglie all’insegna del civismo inclusivo». La mossa dell’associazione è accompagnata anche dal primo post del nuovo corso. Un post che è anche un chiaro messaggio politico, una presa di distanza dai Cinque Stelle. L’autore infatti è Alessandro Di Battista. Nel Movimento le parole dell’ex deputato e il restyling del sito hanno lasciato il segno. Malumori e commenti caustici si sono rincorsi per tutta la giornata: nel mirino soprattutto Davide Casaleggio.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Lombardo Ilario 
Titolo: Conte prepara il ricorso al Garante della privacy contro Casaleggio jr
Tema: M5S

Ieri, senza alcun preavviso, i 5 Stelle si sono ritrovati senza più un sito internet. Davide Casaleggio ha «degrillinizzato» il Blog delle stelle, che da statuto sarebbe ancora il portale di riferimento del primo partito italiano attualmente in Parlamento. Via il colore giallo, ma soprattutto via il simbolo e qualsiasi riferimento al Movimento. Ora sorge un problema, uno dei vari che l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte si trova ad affrontare, nell’estenuante battaglia per il chiarimento proprietario che sta precedendo e complicando la sua incoronazione a leader. Come subito hanno notato in tanti tra i grillini, il Blog delle stelle è incardinato nel M5S al punto da essere richiamato all’interno simbolo. La situazione ha del paradossale: perché è come se nel simbolo del Pd ci fosse il sito di Italia Viva. Un pasticcio che dà ragione ai dubbi di chi come Conte, e non solo, aveva ipotizzato di cambiare nome e logo, per facilitare i l distacco da Casaleggio jr, prima di ricevere un netto rifiuto da parte di Grillo. Un problema che si aggiunge all’altro, ben più grande, dei dati degli iscritti al portale Rousseau, che sono ancora in mano al manager e che si rifiuta di consegnare nelle mani di Vito Crimi. Secondo Crimi e secondo Conte però i militanti sono iscritti al blog in quanto iscritti al M5S, e dunque i loro dati appartengono al partito, non al sito e all’Associazione che lo gestisce. Per questo motivo l’ex premier è pronto a usare le armi che conosce meglio, quelle giudiziarie, per far cedere Casaleggio. Assieme agli avvocati del Movimento è stato già predisposto un ricorso al garante della Privacy, in parallelo a una controversia giudiziaria che ormai è nei fatti.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cuzzocrea Annalisa – Lauria Emanuele 
Titolo: Il premier tra il Colle e Palazzo Chigi ma la prima missione sono le riforme
Tema: Governo – elezioni anticipate

I pochi in grado di decrittarne parole e pensieri, giurano che Mario Draghi stia già pensando al trasloco. Che la tentazione di spostarsi da Palazzo Chigi al Quirinale sia forte e per questo motivo abbia in mente una road map chiara: mandare avanti subito le riforme contenute nel Recovery plan, spingere al massimo la campagna vaccinale e accelerare sui ristori. In modo da portare il Paese con un piede fuori dall’emergenza a gennaio. A quel punto il premier considererà sostanzialmente svolto il suo mandato. E sarà pronto per una successione a Mattarella considerata, fino a pochi mesi fa, quasi naturale. Ma resa ora più complicata da diversi fattori: le preoccupazioni di Bruxelles sulla reale capacità italiana di attuare il Pnrr; i calcoli opposti dei partiti; le singole strategie degli altri candidati e le mire di chi punta a fare da ago della bilancia. L’incognita più forte, e Draghi lo sa bene, è rappresentata dalla composizione di qu esto Parlamento. Che ha dimostrato in ogni modo, a partire dalla formazione di tre governi in tre anni, di essere capace di esercitare una notevole resistenza davanti alla possibilità di uno scioglimento anticipato, specie con la prospettiva di un taglio dei seggi. La maggioranza del corpaccione parlamentare teme che vedere salire l’attuale premier al Colle, un inedito nella storia della Repubblica, significherebbe andare al voto già nel 2022. E però, proprio l’idea delle elezioni anticipate grazie a un’ascesa di Draghi al Quirinale tenta sia Matteo Salvini che Giorgia Meloni, oltre che un pezzo di Forza Italia: tutti convinti di capitalizzare il vantaggio attribuito dai sondaggi.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarzanini Fiorenza – Bianconi Giovanni 
Titolo: Davigo parlò della loggia anche con altri membri del Csm – Loggia Ungheria, Davigo sarà sentito Pm di Milano a rischio trasferimento
Tema: Inchieste – Csm contro Davigo

Non solo il vicepresidente dei Consiglio superiore della magistratura David Ermini e il procuratore generale della Corte di Cassazione Giovanni Salvi. Nella primavera-estate del 2020 l’ex componente dello stesso Csm Piercamillo Davigo confidò ad altri componenti dell’organo di autogoverno dei giudici l’esistenza di un’indagine giudiziaria su una loggia massonica coperta nella quale erano coinvolti nomi importanti e alcuni magistrati, che a suo giudizio non procedeva come avrebbe dovuto. In maniera generica e con qualche dettaglio in più o in meno a seconda dell’interlocutore, ma rivelando a tutti il nome di uno dei magistrati tirati in ballo: Sebastiano Ardita, altro «togato» del Csm suo ex amico e compagno di corrente, con il quale ha interrotto ogni rapporto dal marzo 2020. Subito dopo questa data il pm milanese Paolo Storari gli aveva consegnato i verbali segreti di Piero Amara, l’avvocato inquisito e già condannato per corruzione in atti giudiziar i che ha parlato della presunta loggia «Ungheria». Lamentando l’inerzia del procuratore Francesco Greco. È come se avvisando i colleghi Davigo avesse proseguito la sua partita contro l’ex amico, mentre a Milano il pm Storari ingaggiava quella contro il suo capo, accusandolo di non svolgere i dovuti accertamenti sulle rivelazioni di Amara. Una sfida che adesso potrebbe tradursi in un procedimento disciplinare e di trasferimento per incompatibilità ambientale. È probabile che in seguito i pm di Roma ascoltino i consiglieri ai quail l’ex togato ha raccontato per sommi capi ciò che aveva saputo da Storari, per capire chi e perché avesse visto o avuto in mano quelle carte segrete.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Fazzo Luca 
Titolo: Indagati i pm di Milano E rischia anche Davigo – La procura di Brescia indaga sui pm di Milano Il Csm contro Davigo
Tema: Inchieste – Csm contro Davigo
La procura di Brescia indaga sui pm di Milano, il Csm attacca Davigo sul fascicolo con i verbali dell’avvocato Amara: «Comunicazioni irricevibili». E Grillo jr va a processo. Come era prevedibile, il primo ad andarci di mezzo sarà chi ha permesso che la brutta storia dei verbali segreti dell’avvocato Amara venisse a galla: Paolo Storari, il pm milanese che di fronte alla impossibilità di scavare sulle dichiarazioni del torbido legale messinese sulla presunta «loggia Ungheria» ebbe la malaugurata idea di consegnare le carte a Piercamillo Davigo. Finora era sembrato che Storari se la potesse cavare con il provvedimento disciplinare pubblicamente annunciato dal procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi. Ieri invece arriva la notizia che la Procura di Brescia, competente a indagare sui reati commessi dai magistrati milanesi, sta iniziando una inchiesta. «Siamo all’inizio dell’inizio. Sto acquisendo notizie e informazioni, formalmente il fascicolo conoscitivo non ancora aperto, è questioni di giorni», dice il procuratore Francesco Prete. Ed è chiaro che il primo bersaglio sarà Storari, che – comunque si guardi la cosa – ha violato ogni regola, consegnando brevi manu a Davigo le copie di lavoro dei verbali. Ma l’annuncio di Prete non è una brutta notizia solo per Storari. Perché se viene aperta una inchiesta sulla gestione del caso Amara da parte della Procura di Milano sarà per forza una inchiesta a 360 gradi. Che dovrà non solo analizzare il gesto scomposto di Storari ma anche capire perché quei verbali siano stati tenuti chiusi nei cassetti per mesi, nonostante la loro esplosività, con gli elenchi di alti gradi di diverse gerarchie statali tirati in ballo come componenti della associazione segreta.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vitale Giovanna 
Titolo: Rai, niente riforma prima il cambio dei vertici – Il governo punta tutto sul cambio dei vertici La Lega mette già veti
Tema: Rai

«Non è all’ordine del giorno». Nonostante gli appelli del presidente della Camera Roberto Fico e dell’ex premier Giuseppe Conte per avviare al più presto una riforma della governance Rai che tenga finalmente «i partiti fuori dalla porta», al ministero dell’Economia escludono che il progetto di una Fondazione cui affidare il controllo della Tv di Stato possa vedere la luce entro la legislatura. Tanto più che il centrodestra non tifa certo per una revisione delle regole che invece sembra star molto a cuore ai giallorossi. Usciti dal letargo, dopo un anno e mezzo di governo, sull’onda del caso Fedez. A Viale Mazzini si procederà con il rinnovo del Cda nei tempi previsti, ovvero alla scadenza di fine giugno. Entro un mese le Camere eleggeranno i quattro consiglieri di nomina parlamentare, quindi toccherà all’azienda votare per il rappresentante dei dipendenti. Mentre Palazzo Chigi è orientato a seguire la prassi cons ueta: le forze politiche, che insieme al governo sono azionisti del servizio pubblico, verranno consultate per la scelta dell’amministratore delegato e del presidente (che spetterà poi al Tesoro designare) sulla base dei curricula selezionati da una società di cacciatori di teste. Tutti convinti che Draghi utilizzerà lo stesso metodo visto per la formazione del governo: «Lui deciderà i nomi e alla fine ce li comunicherà». Salvini e Meloni sembrano propensi a confermare gli uscenti, Igor De Biasio per la Lega e Giampaolo Rossi per Fdi, in casa Pd l’invito del segretario Letta a premiare la competenza, evitando di indicare parlamentari in carica o ex, potrebbe portare in Viale Mazzini diverse novità. A cominciare dal nome proposto per il Cda: Francesca Bria, presidente del Fondo nazionale italiano per l’Innovazione. Anche se la vera partita, con inevitabile scontro tra partiti, si giocherà sull’ad.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Salini Fabrizio – Festuccia Paolo 
Titolo: La lettera – Ma la mia Rai non è in crisi – “Bilanci in pareggio e ottimo share con me l’azienda cresce e migliora”
Tema: Rai

“Gentile Direttore, in merito all’ingeneroso articolo di Paolo Festuccia sulla Rai, il contenuto omette una serie di elementi che, in modo molto sintetico e riassuntivo, vorrei elencare. Per quanto riguarda il Budget 2021, il risultato netto (-57 milioni di euro) è in miglioramento rispetto al Budget del 2020 (-65 milioni) e questo nonostante il calo generalizzato che ha riguardato la raccolta pubblicitaria. Sul computo dare-avere, a cui fa riferimento il giornalista, ricordo che la Rai ha chiuso in pareggio tutti gli anni del mio mandato ed è opinabile, finanche irrispettoso, pensare che gli effetti del Covid-19 abbiano fatto bene alla Rai… La posizione finanziaria netta 2021, grazie agli interventi sulla gestione operativa, è stimata in riduzione di oltre 180 milioni di euro rispetto alle tendenze inerziali e in lieve miglioramento rispetto al Piano Industriale 2019-2021 che ovviamente non considerava i negativi impatti della pandemia sulla gestione… Quanto al volume di repliche, è evidente che la pandemia abbia reso impossibile (per la Rai così come per tutti) la realizzazione di nuovi programmi per un periodo importante, la produzione di fiction si è fermata ed è stata differita all’anno successivo, motivo per cui la Rai potrà beneficiare di un gran numero di nuovi titoli dall’inizio del 2022… Quanto agli errori che commettiamo, sono certo che, seguendo da anni le vicende della Rai, lei sappia bene che mettere in fila elenchi sommari e casuali è semplice e conveniente per tutte le epoche: quel che le posso assicurare è che ora ci sono procedure certe e serie che avviamo nel più breve tempo possibile, accertiamo responsabilità e chiediamo scusa. Io, le direzioni e le strutture direttamente coinvolte”.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Serafini Laura 
Titolo: Moratoria prestiti, proroga con limiti Ace rafforzata per le ricapitalizzazioni
Tema: Dl Sostegni-bis

Si chiama Ace innovativa e rappresenta il piatto forte delle misure a supporto delle imprese introdotte dal decreto Sostegni 2. Una misura per incentivare le ricapitalizzazioni delle Pmi e che in realtà non si pensava avrebbe trovato posto già in questo decreto, anche in virtù del suo costo per lo Stato, stimato in 2,2 miliardi per il 2021. . Lo strumento, noto come Aiuto alla crescita economica, consente una deduzione fiscale alle imprese che eseguono aumenti di capitale. La novità introdotta nella bozza decreto – e sollecitata in particolare dal presidente dell’Abi, Antonio Pautelli- ne amplia decisamente la portata: l’aliquota sulla quale calcolare la quota di aumento, per un ammontare massimo di 10 milioni, sale dall’1,3 al 15 per cento. Non solo: la quota che si può dedurre, in caso di incapienza, può essere trasformata in credito di imposta e compensata con altri tributi o oneri, come Iva, contributi previdenziali e premi assicurat ivi per gli infortuni sul lavoro. Ma non basta: il credito può anche essere ceduto a soggetti terzi, a partire dalle banche. Il principale limite, al momento, è nella durata della misura che è limitata al 2021. Nel decreto è ricco il capitolo dedicato alla proroga delle misure per la liquidità. La scadenza delle iniziative introdotte con il decreto Liquidità dello scorso anno viene spostata da fine giugno a fine dicembre.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mobili Marco – Trovati Gianni 
Titolo: Fondo perduto, aiuti per 14 miliardi Moratoria dei prestiti, proroga con limiti – Fondo perduto bis, 14 miliardi di aiuti estesi agli stop del 2021
Tema: Dl Sostegni-bis

Nuova spinta all’Ace: più incentivi alle aziende che aumentano il capitale. Nuovi aiuti a fondo perduto, per 14 miliardi con la possibilità per i beneficiari di scegliere il periodo di riferimento; proroga, ma con dei limiti, per la moratoria dei prestiti (rinnovo non più automatico, dal 1° luglio necessario pagare gli interessi); Ace rafforzata per le ricapitalizzazioni delle Pmi; tetto a 3 milioni per compensare i crediti fiscali; recupero dell’Iva in caso di fallimento del committente; rinvio a gennaio 2022 per plastic tax; aiuti alle famiglie per spesa, affitti e bollette. Comincia a prendere forma il decreto legge Sostegni-bis da circa 40 miliardi, che dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri entro questa settimana; 10 gli articoli ancora senza testo (Alitalia, trasporto ferroviario, trasporto locale, scuola), segno che il provvedimento è ancora in via di definizione e i tempi del varo potrebbero slittare. Tra le misure, il prolungamento d ello smart working nel privato fino a fine settembre e il finanziamento della prima produzione pubblica di vaccini nello stabilimento militare di Firenze. Altra novità, la spinta agli investimenti in start up e Pmi innovative: non si pagherà la tassa al 26% sulle plusvalenze fino al 2025.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Netti Enrico 
Titolo: Confcommercio: «Persi 130 miliardi di consumi» – Confcommercio: «Persi 130 miliardi di consumi, terziario in ritirata»
Tema: Impatto Covid-19, dati Confcommercio

Per il terziario l’orologio dello sviluppo torna indietro di 25 anni. La pandemia lo scorso anno ha fatto perdere quasi 130 miliardi di consumi, la maggiore parte è concentrata tra abbigliamento e calzature, trasporti, ricreazione, spettacoli e cultura e alberghi e pubblici esercizi per complessivi 107 miliardi. È stato perso così quasi il 10% del valore aggiunto prodotto dal terziario mentre l’occupazione segna un meno 1,5 milioni di addetti. Su quello che era stato considerato uno dei volani dell’economia nazionale si abbattono le conseguenze del Covid. Uno scenario nero come non si era mai visto in Italia. È il quadro che emerge dal rapporto «La prima grande crisi del terziario di mercato» realizzato dall’Ufficio Studi Confcommercio. La Caporetto dei consumi colpisce commercio, turismo, servizi, trasporti che arretrano del 13,2% mentre l’insieme delle attività di ospitalità e ristorazione legate al turismo accusano un secco -40 %. Show business, intrattenimento e divertimento segnano un -27% mentre i trasporti perdono il 17%. Vengono così persi tutti i progressi fatti nell’ultimo quarto di secolo. Il 2020 è stato un anno nero per l’occupazione con l’ulteriore riduzione di 512mila unità di lavoro standard nell’industria a cui si aggiunge la perdita di 1,5 milioni di unità nei servizi di mercato e considerando gli altri comparti si giunge a -2,5 milioni di Ula circa. «Per la prima volta nella storia economica del nostro Paese il terziario di mercato subisce una flessione drammaticamente pesante è il commento di Carlo Sangalli, presidente Confcommercio -.Occorre, quindi, che il Piano nazionale di ripresa e resilienza dedichi maggiore attenzione e maggiori risorse a sostegno del terziario perché senza queste imprese non c’è ricostruzione, non c’è rilancio».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Balestrieri Giuliano – Luise Claudia 
Titolo: L’industria rialza la testa ma il buco della logistica mette a rischio la ripresa
Tema: Impatto Covid-19 – Industria

La ripresa dell’industria manifatturiera c’è, ma rischia di venire strozzata dalle difficoltà che sulla «catena di distribuzione stanno raggiungendo livelli senza precedenti e stanno causando un accumulo di ordini inevasi presso le fabbriche». Un problema non secondario per un comparto che vale il 19,5% del Pil. A lanciare l’allarme è Ihs Markit che certificando il record dell’indice Pmi italiano balzato a 62,9 punti, ma avverte: «La conseguenza della maggiore domanda rispetto all’offerta è l’aumento dei prezzi alla produzione che rischia di trasferirsi ai consumatori». Il Pmi misura lo stato di salute dell’industria: sopra quota 50 è in espansione, sotto è in contrazione. «La logistica è senza dubbio una difficoltà dal punto di vista dei costi che stanno esplodendo, ma la difficoltà principale è la reperibilità delle materie prime» dice il presidente di Federmeccanica, Al berto Dal Poz, che poi aggiunge : «I volumi sono in ripresa, sono almeno quattro mesi che la metalmeccanica italiana è in miglioramento. Il primo bimestre 2021 segna un + 6% rispetto allo stesso periodo de12020, quando la pandemia ancora doveva esplodere, e un aumento dell’export intorno al 3%». Tra imprenditori ed economisti il leit motiv si ripete: se da un lato c’è fiducia nella ripresa, dall’altro c’è preoccupazione per le incognite, nazionali ed internazionali. Per il responsabile della ricerca Industry e Banking di Intesa Sanpaolo, Fabrizio Guelpa, «la ripresa sta andando bene con un aumento degli scambi globali certificato anche dall’aumento dei prezzi dei noli per l’export senza però causare un aumento dell’inflazione».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pogliotti Giorgio 
Titolo: Tutta l’Italia perde popolazione, salvo solo il Trentino Alto Adige
Tema: Impatto Covid-19 – calo demografico

L’impatto del Covid accelera il decremento demografico in tutto il territorio nazionale. Il fenomeno si fa sentire soprattutto nel Mezzogiorno (-7 per mille) rispetto al Centro (-64) e al Nord (-6,1). Le regioni le più colpite sono il Molise (-13,2) e la Basilicata (-10,3» tra quelle del Nord spiccano Liguria (-9,9), Piemonte (-8,8), Valle d’Aosta (-9,1). Con l’eccezione del Trentino Alto Adige, dove si registra una variazione annuale della popolazione pari a +0,4 per mille. Nel 2020 si assiste ad un’ulteriore riduzione di 348mila unità tra la popolazione residente, scesa a 59 milioni 258mila (-6,4 per mille rispetto al 2019), prosegue così un calo che l’Istat registra ormai consecutivamente da 7 anni (dal picco di 60,3 milioni di residenti del 2014). Tutto ciò è il risultato di un fenomeno in corso da tempo ma amplificato nell’anno del Covid, quando le 404mila nascite sono state controbilanciate da un «livello eccezionale di decessi&raq uo;, che hanno raggiunto quota 746mila, con un saldo negativo tra nascite e decessi di 342mila unità. Si è toccato il minimo di nascite e il massimo di decessi: 7 neonati e 13 decessi per mille abitanti. Nel 2020, complice la pandemia, si sono persi in media oltre 14 mesi di sopravvivenza media «per effetto del forte aumento del rischio di mortalità», specie in alcune aree e per alcune fasce d’età, che ha dato luogo a 746mila decessi (+18% del 2019). La speranza di vita alla nascita è scesa a 82 anni, ovvero 1,2 anni sotto il 2019, ai livelli del 2012.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Basso Francesca 
Titolo: «Recovery fund, un’impresa storica se speso bene»
Tema: Recovery

Primo bilancio per i Piani nazionali di ripresa e resilienza che gli Stati membri dovevano spedire a Bruxelles entro il 30 aprile. La posta in gioco è alta per tutti i Paesi ma soprattutto per l’Italia che è la prima beneficiaria con circa 205 miliardi. «Se riusciamo a diminuire le disuguaglianze e a rendere più sostenibile e competitiva la nostra economia, il governo e le forze politiche avranno fatto una impresa storica. Non è facile ma le premesse ci sono». Ha detto il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni all’evento «La nostra Europa, il nostro futuro». L’Italia ha chiesto 68,9 miliardi di trasferimenti e 122,6 miliardi di prestiti. La Spagna nel suo piano ha previsto finora solo i sussidi per 69,5 miliardi ma i Paesi hanno tempo fino al 31 agosto 2023 per chiedere i prestiti. «Vuol dire che hanno ancora un paio d’anni per decidere – ha spiegato la portavoce Marta Wieczorek -. Il limite massimo è il 6,8% del Reddito Nazionale Lordo per ogni Stato membro: in circostanze eccezionali il limite massimo può essere elevato, a patto che ci siano risorse disponibili». La Grecia ha fatto domanda per 17,8 miliardi di prestiti, la Polonia per 12,1 miliardi, il Portogallo per 2,7 miliardi e la Slovenia per 700 milioni. Ora sarà cruciale il rispetto degli obiettivi e dei tempi previsti nel piano e concordati con la Commissione Ue: «È importante essere consapevoli del fatto che l’Italia ha messo sul tavolo tutte le carte disponibili – ha osservato Gentiloni -. Si gioca, potremmo dire, l’intera posta, come cercando una spinta storica per uscire da oltre vent’anni di bassa crescita e alto debito».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Mania Roberto 
Titolo: Tre decreti in trenta giorni Ecco la “fase 2” di Draghi per dare il via al Recovery
Tema: Recovery

Inizia la “fase due” del governo Draghi. La prima è stata quella della definizione del Recovery Plan e della riscrittura del piano vaccinale, ora si apre la partita della ripresa economica, che il governo si aspetta molto forte a partire dal terzo trimestre dell’anno. Maggio sarà un mese decisivo per cominciare a mettere a terra i progetti inviati alla Commissione di Bruxelles entro il termine del 30 aprile per ottenere l’anticipo di circa 25 miliardi (dei 191,5 miliardi totali) in estate. Tre sono i decreti legge che arriveranno nei prossimi giorni: il nuovo provvedimento a sostegno delle attività economiche particolarmente danneggiate dalle chiusure determinate dalla pandemia; le norme sulla governance del Pnrr con anche le disposizioni che consentiranno al governo stesso di assumere i poteri sostitutivi nel caso di eventuali intoppi burocratici nella realizzazione dei progetti; un pacchetto di misure di semplificazioni amministrative e normative per accelerare le procedure ma anche per l’assunzione straordinaria a tempo determinato di decine di migliaia di giovani tecnici nelle strutture dell’amministrazione pubblica (centrale e periferica) indispensabili a far camminare i progetti. Dietro l’apertura della “fase due” c’è, soprattutto, il piano vaccinale messo a punto dal generale Francesco Paolo Figliuolo. L’Italia ha fatto meglio della media della zona dell’euro (-1,8 per cento) ma decisamente peggio della Francia che è cresciuta dell’1,5 per cento. Ed è la stessa Commissione di Bruxelles ad aspettarsi un rimbalzo molto marcato, di sicuro oltre il 4 per cento nel 2021. E se sarà così, il decreto Imprese che il Consiglio dei ministri approverà entro la prossima settimana, potrebbe essere anche l’ultimo, se con la verifica di metà maggio si deciderà di allentare ulteriormente le restrizioni alle attività più penalizzate dal Covid-19.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Conte Valentina 
Titolo: Un Recovery per le donne: così verranno ridotte le discriminazioni – Pensioni diseguali Così le donne pagano il costo delle riforme
Tema: Parità di genere

Un divario di genere, per tanti che se ne aprono, si e finalmente chiuso. Dopo dieci anni, le donne tornano ad andare in pensione di vecchiaia quasi come gli uomini, quanto a numeri assoluti. Non accadeva dal 2012, da quando cioè la legge Fornero ha inasprito i requisiti dell’età anagrafica, agganciati alla speranza di vita e ora appaiati per tutti a 67 anni. Prima di allora, due terzi dei pensionati di vecchiaia era donna, un terzo uomini. Poi la curva si è invertita. A dieci anni dalla riforma del 2011, nata per sanare i conti pubblici, si può dire che il conto si è scaricato proprio sulle donne. In 400 mila, si legge nel Rendiconto Inps, intrappolate dagli scaloni dell’età per un risparmio di ben 8,9 miliardi. Ecco spiegato dunque quel balzo del +70% nelle pensioni di vecchiaia registrato da Inps nel 2020 sul 2019. È la “classe 1953” delle donne che hanno compiuto 67 anni giusto l’anno scorso, libere di lasciare il lavoro. Donne all ontanate nel decennio da un traguardo che si è via via allungato di cinque anni per le dipendenti private, uno per le pubbliche e 3,4 anni per le autonome. Un salto che ha generato sì risparmio per lo Stato, ma anche incancrenito le disuguaglianze. Oltre ad uscire più tardi, anche con meno soldi. Non sorprende che nel 2020 il 90% delle 17 mila donne “opzioniste” hanno incassato un assegno da fame, sotto i 1.000 euro. Si tratta per il 62% di lavoratrici del settore privato. Senza parlare poi di Quota 100, l’uscita anticipata a 62 anni con 38 di contributi in vigore dal 2019 e fino alla fine di quest’anno: il regno degli uomini.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Amato Rosaria 
Titolo: Intervista a Maria Cecilia Guerra – Guerra “Il Recovery Plan aiuterà l’impiego femminile e ridurrà le discriminazioni”
Tema: Parità di genere

Sottosegretaria all’Economia nel secondo governo Conte e ora anche nel governo Draghi, Maria Cecilia Guerra ha seguito passo passo la costruzione del Piano Nazionale di ripresa e Resilienza. Il governo sostiene che la riduzione dei divari di genere è tra i pilastri del Pnrr, eppure le associazioni femminili contestano che per le donne si faccia troppo poco. «Anche grazie alla pressione esercitata dalle associazioni femminili, si è scelto un approccio di tipo trasversale: significa che il tema della riduzione dei divari di genere e della discriminazione delle donne è presente in tutte le componenti in cui si articola il piano. Alla fine di ogni missione c’è un paragrafo che indica gli obiettivi specifici di riduzione dei diva di genere. Inoltre è stato inserita nel Pnrr l’indicazione che le gare di appalto possano essere usate per ridurre le discriminazioni». In che modo? «Faremo dei bandi che diano un punteggio in più alle i mprese che garantiscano condizioni di trasparenza della retribuzione e non applichino politiche di discriminazione. Potremmo anche premiare la presenza di donne nei consigli di amministrazione nelle imprese. E valutare come elemento di condizionalità l’impegno ad aumentare l’occupazione femminile, certo questo si può fare solo in certi settori. E a breve si potrà parlare anche di certificazione di genere».
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Di Donfrancesco Gianluca 
Titolo: L’industria indiana chiede il lockdown contro il Covid
Tema: Emergenza Covid-19 in India

Le imprese indiane rompono gli indugi e chiedono al Governo di prendere «le più forti misure nazionali, incluse restrizioni alle attività economiche» per arginare la marea dei contagi da Covid-19 che sta sommergendo íl Paese. Diversi Stati indiani e la capitale New Delhi sono già entrati in lockdown autonomamente, ma il premier Narendra Modi non ha finora adottato provvedimenti su scala nazionale. A chiedere di intervenire è ora una parte importante del mondo economico, con un comunicato diffuso ieri dalla Confederazione delle imprese industriali (Cii). Lunedì sono stati registrati quasi 37omila contagi, dopo i 400mila di sabato. In sette giorni sono 2,6 milioni gli indiani che hanno contratto il virus e 20 milioni dall’inizio della pandemia, secondo il conteggio ufficiale. Al quale però sfugge buona parte del fenomeno, per ragioni strutturali – anche in condizioni normali, non sempre in India le cause di morte vengono acce rtate e non tutti i decessi vengono registrati – e per fattori contingenti, legati alle difficoltà di tracciamento che incontrano molti Paesi, anche avanzati. L’Oms raccomanda di eseguire 10-30 test per ogni caso confermato. L’India è ferma a cinque. Diversi Governi hanno offerto assistenza e rifornimenti, compresa l’Italia: ieri è atterrato a New Delhi l’Air Force C130 con la prima tranche di aiuti. I morti, secondo il conteggio ufficiale, sono quasi 220mila, relativamente pochi su una popolazione di quasi 1,4 miliardi di abitanti.
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Testata:  Avvenire 
Autore:  Miele Luca 
Titolo: L’India brucia: contagi e vittime fuori controllo – India, il buco nero dei vaccini
Tema: Emergenza Covid-19 in India

A un soffio dai venti milioni di contagi, l’India fai conti con l’onda lunga della seconda ondata di Covid. Un’onda che sembra sommergere il gigante da 1,3 miliardi di abitanti, il cui sistema sanitario appare da tempo vulnerato da problemi atavici. I decessi segnalati in un giorno sono stati 3.417, portando il totale a 218.959. Come segnalato dalla Bbc, si teme però che molte vittime sfuggano alle statistiche ufficiali. Il dato ufficiale, ad ogni modo, segnala un numero di decessi pro capite ancora molto inferiore a quello degli Stati Uniti o del Brasile, che ha contato 410mila morti con una popolazione pari a un quinto di quella indiana. L’India è il secondo Paese più colpito al mondo in termini assoluti, dietro agli Stati Uniti, ma in questo momento è quello che registra il maggior numero di nuovi contagi: per 10 giorni consecutivi, i casi giornalieri hanno superato quota 300mila. Il sistema sanitario del Paese è sottoposto a una pressione senza precedenti; mancano posti letto e anche presidi essenziali per la cura della malattia, come l’ossigeno, la cui carenza ha causato 12 morti sabato scorso in un ospedale di New Delhi. Domenica notte altre 24 persone sono decedute in un ospedale nel Karnataka che aveva terminato l’ossigeno, anche se l’amministrazione nega che sia stata questa la ragione delle morti. Inevitabili le pesanti ricadute politiche.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Mangani Cristiana 
Titolo: L’Europa: riaprire al turismo Italia in ritardo sul Covid pass – La Ue: riaprire il turismo da Paesi sicuri o ai vaccinati Il freno in caso di varianti
Tema: Ue – Pass vaccinale

Tornare a viaggiare: la nuova parola d’ordine è riaprire un po’ in tutta Europa. Entro fine giugno arriverà il “certificato verde”, ma la promessa di un pass che permetta di muoversi liberamente non sembra bastare. Con le chiusure e le quarantene si rischia di bloccare il turismo. E un altro anno nero per viaggi e spostamenti nessuno può permetterselo. Per questa ragione gli Stati membri della Ue stanno premendo su Bruxelles affinché si riapra anche ai viaggi non essenziali dai paesi terzi. Ieri la Commissione Europea ha presentato una nuova raccomandazione che di fatto dichiara finita l’era delle restrizioni agli spostamenti verso il vecchio continente, varianti permettendo. E stato chiesto ai vari Stati di allentare sui viaggi non essenziali (come quelli per turismo) tenendo conto dei progressi delle campagne di vaccinazione e degli sviluppi della situazione epidemiologica a livello mondiale. Ora starà ai paesi membri, a partire da una prima riuni one degli ambasciatori che si terrà domani, espandere la lista dei paesi extra-Ue ammessi. La proposta è di consentire l’ingresso nell’Unione non solo a tutte le persone provenienti dai territori con una buona situazione epidemiologica, ma anche a tutte le persone che hanno ricevuto l’ultima dose raccomandata di un vaccino autorizzato dall’Ue. La proposta della Commissione è di “allentare” il tasso di notifica per i turisti in arrivo da quei Paesi terzi dove i casi positivi cumulativi negli ultimi 14 giorni siano 100 ogni 100mila e non più gli attuali 25 ogni 100mila abitan
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Testata:  Stampa 
Autore:  Stefanini Stefano 
Titolo: Il commento – G7, sfida americana a Mosca e Pechino – Così Washington si prepara a un braccio di ferro permanente
Tema: Usa – Cina
Oggi a Londra, al G7 dei ministri degli Esteri va di scena la politica estera della nuova amministrazione americana. Che ha due direttrici: mettere le carte in tavola con le grandi potenze rivali; serrare le fila dell’Occidente democratico. Nemici e amici. O, nel linguaggio che usa, concorrenti e alleati. Per confrontarsi con i primi ha bisogno di contare sui secondi. Confronto: il messaggio a Pechino del Segretario di Stato, Tony Blinken, prima di involarsi per Londra, è molto chiaro: gli Stati Uniti non sono contro la Cina per partito preso ma lo saranno per difendere un ordine internazionale di regole anziché di arbitrio. Alleati: su questo terreno egli chiede adesso l’unità del G7. Quella americana non è una visione manichea. Joe Biden sa benissimo che il mondo del XXI secolo è complesso, interdipendente e multipolare. Che le dinamiche fra grandi e medie potenze sono variabili. Ma proprio per quel motivo ci vogliono regole del gioco, e vanno ris pettate. Cina e Russia pretendono di giocare a calcio con le regole del rugby. Gli americani chiedono al G7, e a seguire chiederanno alla Nato e all’Ue, di fare blocco non contro i due grandi concorrenti ma sulla necessità che la loro concorrenza sia «leale». Questa linea trova porte già schiuse in Europa. La Commissione sta preparando un pacchetto contro le imprese di Stato di Paesi terzi che beneficiano di sovvenzioni distorsive del mercato interno. Erga omnes naturalmente, ma con un sottinteso «made in China». L’avviso americano fa breccia sugli alleati perché incontra le loro stesse preoccupazioni.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Pucciarelli Matteo 
Titolo: I 5Stelle in marcia verso i socialisti Ue “Avanti, senza tabù”
Tema: M5S – Sinistra europea

Procedere a piccoli passi e senza ansia di chiudere l’accordo politico, organizzando prima iniziative anche culturali capaci di far emergere reali e sincere affinità sui temi. La marcia di avvicinamento tra gruppo europeo dei Socialisti e democratici e 5 Stelle è in pieno svolgimento seguendo questo percorso prestabilito, suggerito a suo tempo dal presidente del parlamento Ue, il pd David Sassoli, ai colleghi del M5S. I quali invece spingevano sull’acceleratore, motivatissimi anche a causa delle difficoltà di incidere dovute alla propria non-affiliazione ad alcun gruppo. I primi frutti della strategia sono stati raccolti ieri, con l’evento organizzato da Pd, Pse e gruppo S&D dal titolo “Our Europe our future”. Ospiti internazionali di spicco, tutti con una comprovata storia di sinistra, tranne due: Luigi Di Maio e Roberto Cingolani, entrambi ministri, quindi con innegabile ruolo istituzionale a giustificare l’invito, ma non a caso esponenti o comunque vi cini al M5S. E su due macro-obiettivi europei il segretario del Pd Enrico Letta, così pure il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, Sassoli e lo stesso ex capo politico del Movimento, suonano lo stesso spartito: revisione del patto di stabilità e fine del diritto di veto dei singoli Stati. Sembravano dei dogmi di fede fino a pochi anni fa, quando ne parlava il presidente greco e comunista Alexis Tsipras pareva un marziano. Adesso è cambiato tutto e su queste architravi per una nuova Europa «sostenibile ecologicamente ma anche socialmente» – parola della capogruppo socialista Iratxe Garcia Perez – c’è ampio margine per allargare il gruppo progressista. Del resto proprio Sassoli è netto: «Non dobbiamo pensare che ci siano dei tabù, se prima del Covid qualcuno mi avesse detto “blocchiamo il patto di stabilità” probabilmente sarebbe passato per un velleitario».
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Testata:  Tempo 
Autore:  Mazzoni Riccardo 
Titolo: Il commento – La giravolta dei 5 Stelle Ora indossano il gilet rosso del Pse
Tema: M5S – Sinistra europea

Il ministro Di Maio ha partecipato ieri al pomposo convegno «La nostra Europa, il nostro futuro» organizzato a Roma dal Pd e dal Pse – in preparazione della Conferenza sul futuro dell’Europa – insieme al gotha del socialismo europeo, da Sassoli a Gentiloni a Timmermans. il grillismo sta dunque diventando una costola della sinistra europea, per rafforzare l’obiettivo dell’alleanza strategica in costruzione in Italia sulla scorta della dottrina Bettini. I grillini sono un’armata allo sbando, alla ricerca di un’identità dopo le mille giravolte politiche. E in Europa sono ancora alla ricerca di un approdo: cercarono rifugio nel gruppo antieuropeista di Nigel Farage ricevendone una sonora porta in faccia, e restano apolidi nel nuovo Parlamento, scossi dal nodi Verdi e Liberali e dalla defezione di un gruppo sempre più nutrito di scissionisti. A Strasburgo come a Roma, l’unica bussola dei Cinquestelle è l’accasamento in un gruppo per non restare taglia ti fuori a metà legislatura dalla distribuzione di posti, prebende e strapuntini. Non è detto che ci riescano con i socialisti, ma la comparsata di ieri sulla terrazza del Nazareno può essere comunque considerata l’inizio di un percorso incoraggiante, visto che il feroce accusatore del partito di Bibbiano ora redento è stato ammesso di diritto nell’empireo del progressismo, e si è perfino spinto ad accarezzare l’idea pannelliana di liste transnazionali perla costruzione di una più convinta coscienza europea. Siccome l’ultima parola spetterà proprio al Pd, ci sono buone possibilità che l’operazione vada in porto.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Degli Innocenti Nicol 
Titolo: Scozia, un voto che prepara la strada all’indipendenza
Tema: Elezioni in Scozia

A Nicola Sturgeon non basta il successo. Le serve il trionfo. Per la premier scozzese le elezioni di giovedì per il rinnovo del Parlamento di Holyrood sono un passo decisivo verso l’obiettivo finale: l’indipendenza da Londra. Non ci sono dubbi sulla vittoria dello Scottish National Party (Snp), il partito al Governo da 14 anni a Edimburgo che continua a dominare la scena politica scozzese. L’unico margine di dubbio è se l’Snp otterrà la maggioranza assoluta dei 129 seggi e potrà governare da solo, oppure se dovrà appoggiarsi ai Verdi, altro partito pro-indipendenza. La Sturgeon resterà comunque al potere, ma una vittoria schiacciante le darebbe maggiore forza negoziale quando chiederà a Londra via libera per tenere un referendum sull’indipendenza. La legge prevede che sia il premier britannico a decidere, e Boris Johnson ha detto e ribadito che non intende concedere all’Snp una seconda chance. In caso di maggioranza assoluta dell’Snp, però, un rifiuto del premier sembrerebbe poco democratico. Il calcolo della Sturgeon è che alla fine Johnson sia costretto a cedere. C’è un precedente significativo: il primo referendum sull’indipendenza era stato concesso dall’allora premier David Cameron proprio perchè l’Snp alle elezioni del 2011 aveva conquistato la maggioranza assoluta. «Il sistema a Westminster è che il vincitore prende tutto, quindi se l’Snp avesse la maggioranza assoluta sarebbe politicamente difficile per Johnson negare il referendum», spiega Nicola McEwen, direttrice del Centre for Constitutional Change all’Università di Edimburgo.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  A.Ni. 
Titolo: La cavalcata di Ayuso, l’anti Sánchez
Tema: Spagna

La Ayuso, eletta «governatrice» della regione di Madrid nel 2019, ha gestito l’emergenza pandemica in modo unico in Europa, sul filo del collasso ospedaliero, ma sempre sotto, in cima alle classifiche dei contagiati, ma mai fuori controllo. Con le «chiusure chirurgiche» di singoli quartieri si è proposta come la governatrice che «tiene aperto» rispetto al governo di sinistra che «chiude». Sul filo del rasoio dei numeri sanitari, la Ayuso fino a qui ce l’ha fatta. I morti madrileni sono stati più che nel resto del regno, ma chi può dire che non sarebbe successo lo stesso? Se a livello sanitario si discute, politicamente l’esito è spettacolare. II viso della Ayuso tappezza le vetrine dei caffè. «Ayuso somos todos. Gracias» per proteggerci. Nei sondaggi il suo nome vola. Proprio lei che era diventata presidenta arrivando seconda dietro al candidato socialista Ángel Gabilondo. Uno smacco nel feudo di un Pp eroso dagli scandali e ai minimi storici quasi ovunque. La Madrid «liberata» della Ayuso poteva essere il punto di svolta. Nelle intenzioni di voto, il Pp guadagna il 20 per cento, raddoppia i seggi, cancella i rivali centristi di Ciudadanos e riconquista l’egemonia del centrodestra lasciando all’estrema di Vox i ritagli. Questo sulla carta. Oggi, nelle urne la verifica.
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