In evidenza sui principali quotidiani:
– Vacanze di Pasqua: caos tra viaggi e quarantena
– Scandalo Sicilia: conteggio vittime “spalmato” per evitare il rosso
– Assegni familiari al via, ma i fondi non bastano
– Fingevano sequestri Isis per riscatto
– Ristori al via: boom di richieste
PRIMO PIANO
Politica interna
Testata: Corriere della Sera
Titolo: Il retroscena – Draghi si vaccina e dà la linea L’obiettivo: oltre 50 mila centri per la somministrazione
Tema: Vaccini
Non ha tempo per seguire i «giochetti di prestigio» di chi nella maggioranza continua ad equiparare la sua azione a quella del governo precedente, con l’intento di tenere alto nei sondaggi Giuseppe Conte. E non si cura delle strategie di comunicazione di quegli «alleati a tempo» che si sfidano quotidianamente per legittimarsi reciprocamente. Se oggi Mario Draghi considera queste cose «irrilevanti» sotto il profilo politico è perché — come racconta uno dei suoi più autorevoli ministri — «il premier è concentrato solo sulla riuscita del piano vaccinale. E’ su questo tema d’altronde che tutte le leadership mondiali si giocano la loro scommessa». Nonostante gli inciampi a cui ha dovuto rimediare da quando si è insediato a Palazzo Chigi — dal blocco temporaneo del siero AstraZeneca, allo sblocco definitivo della scuola, fino alla querelle sui viaggi all’estero durante le vacanze pasquali — il presidente del Consiglio non ha perso di vista l’obiettivo principale. «Per la seconda settimana di aprile mira a far moltiplicare i punti vaccinali, con una diffusione sul territorio nazionale che vada oltre i 50 mila centri di somministrazione. Sarà un’azione capillare», rivela il rappresentante dell’esecutivo che partecipa alle riunioni sulla crisi pandemica, e che spiega come il governo voglia «dimostrare di usare subito le prossime forniture di fiale».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Cavallaro Felice
Titolo: «Spalmiamo un po’ di morti» I trucchi sui dati – «Spalmiamo i morti o è zona rossa» Sicilia nella bufera, lascia l’assessore
Tema: Scandalo Sicilia: conteggio vittime falsato
Anche se è abituato a scrivere romanzi gialli, il procuratore di Trapani che indagava sui pasticci di un piccolo laboratorio di Alcamo perché i tamponi anti Covid risultavano sempre tutti negativi non avrebbe mai immaginato di trovarsi davanti a una trama destinata a svelare in Sicilia le manipolazioni dei più alti dirigenti dell’assessorato alla Salute, pronti a celare i dati sui decessi, pronti a «spalmarli» senza denunciarli pur di evitare il rischio della «zona rossa». Questo dicevano per telefono anche all’assessore Ruggero Razza, il dinamico avvocato quarantenne da sempre considerato il più stretto collaboratore di Nello Musumeci, il governatore di centrodestra che rischia di essere travolto con la sua giunta da uno scandalo momentaneamente arginato grazie alle dimissioni dello stesso Razza, a sua volta accusato di avere avallato, taciuto e incoraggiato la comunicazione di falsi dati al ministero della Salute. Sono quei riferimenti «ai morti da spalmare in giorni diversi», sono le sgradevoli intercettazioni registrate dagli inquirenti ad avere sorpreso il procuratore Maurizio Agnello. Di qui la sua richiesta, accolta dal gip Caterina Brignone, di mandare agli arresti domiciliari il primo dei dirigenti, Letizia Di Liberti, un nipote che lavora con lei in assessorato, Salvatore Cusimano, e il dipendente di una ditta che si occupa dei flussi informatici, Emilio Madonia. Provvedimenti pesanti che annunciano altri indagati e gettano un’ombra politicamente devastante sul ruolo dell’assessore Razza, anche se il gip sottolinea nelle 250 pagine dell’ordinanza come non sia emerso «un compendio investigativo grave», ma «il parziale coinvolgimento nelle attività delittuose…».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Guerzoni Monica – Sarzanini Fiorenza
Titolo: Bar e scuole: le regole – Uno spiraglio per i ristoranti Ma ora è scontro nel governo
Tema: Scontro sulle riaperture
Il braccio di ferro è andato avanti tutto il giorno e non è finito. Rigoristi e aperturisti si fronteggeranno ancora, nel chiuso della cabina di regia politica e poi nel Consiglio dei ministri di oggi. Ma l’impianto del decreto resterà improntato alla prudenza, perché la corsa della variante inglese a detta degli scienziati non permette allentamenti. Dal 7 al 30 aprile, date di entrata in vigore e di scadenza del nuovo decreto legge, tutte le regioni saranno in fascia arancione o rossa. La novità è che, laddove i dati dovessero migliorare, a partire da una certa data sarà possibile allentare le restrizioni. Il tema che divide la maggioranza è questo, perché la Lega e Forza Italia chiedono di inserire «un automatismo» in base al quale, nei territori dove i contagi dovessero calare, le misure verrebbero allentate: i ristoranti potrebbero riaprire a pranzo e i cinema, i teatri e le sale da concerto ricominciare a lavorare. Ma l’ala dura del governo non vede margini per addolcire le restrizioni ad aprile e si oppone a introdurre un sistema automatico che faccia alzare le serrande dei pubblici esercizi, ancora per un mese. Roberto Speranza è categorico, invita tutti a concentrarsi sulla pericolosità delle varianti e difende con forza la linea del rigore.
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Testata: Repubblica
Autore: Ciriaco Tommaso – Lopapa Carmelo
Titolo: Il retroscena – No a ritorni automatici in zona gialla Per un mese non si riapre
Tema: Scontro sulle riaperture
Il braccio di ferro tra rigoristi e aperturisti l’ha chiuso Mario Draghi. Gli oltre 500 morti di ieri che riprecipitano il Paese nell’emergenza nera di tre mesi fa, per di più in piena campagna vaccinale, congelano i sogni di gloria post pasquale di Salvini e leghisti. Così, alla vigilia del Consiglio dei ministri che dovrà varare il nuovo decreto sul sostanziale prolungamento delle restrizioni dal 7 al 30 aprile, il premier avoca a sé il dossier. Con i suoi uffici lima fino a sera il provvedimento e con molta probabilità continuerà a farlo stamattina. Quel che è certo è che non ci sarà il passaggio automatico alle zone gialle e alle aperture invocate dal partner di governo più irrequieto. Neanche in caso di miglioramento parziale della curva dei contagi, dunque dell’Rt e delle ospedalizzazioni. C’è però una concessione, che permette al leghista di salvare la faccia e poter cantare in parte vittoria coi suoi: un meccanismo che a partire dal 15, forse addirittura dal 20 aprile potrebbe portare ad alcuni allentamenti dei vincoli nelle regioni arancioni. Ma solo se e quando la situazione epidemiologica lo dovesse consentire.
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Testata: Repubblica
Autore: Ziniti Alessandra
Titolo: La battaglia di Pasqua – Allarme varianti, stretta sui viaggi quarantena per chi entra in Italia
Tema: Vacanze di Pasqua: caos tra viaggi e quarantena
Un «forte deterrente» lo definiscono a Palazzo Chigi. Per evitare che gli italiani, costretti alla seconda Pasqua in lockdown, decidano di andare a passare le vacanze all’estero nei Paesi che aprono già le porte ai turisti. L’ordinanza firmata ieri in tutta fretta dal ministro della Salute Roberto Speranza, concordata con il premier Draghi, cambia in corsa le regole e impone doppio tampone e mini quarantena a chi entra o ritorna in Italia. Da oggi e fino al 6 aprile, ma le nuove restrizioni andranno oltre e verranno recepite nel decreto con le nuove misure valide per tutto aprile che il Consiglio dei ministri dovrebbe varare oggi. «La toppa è peggiore del buco. Noi non volevamo fare assolutamente la guerra agli italiani che andavano all’estero. Il nostro discorso è solo questo: se il tampone vale per andare all’estero, deve valere anche in Italia», è il duro commento del presidente di Federalberghi Bernabò Bocca[…]. Ma la misura — spiegano fonti di governo — non è stata certo adottata per fermare in extremis quelle poche migliaia di italiani che hanno deciso di passare Pasqua alle Canarie o alle Baleari. A rendere urgenti le nuove restrizioni è la preoccupazione per l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità che certifica come la variante inglese, con una trasmissibilità superiore del 40 per cento, sia ormai assolutamente prevalente in Italia, riscontrata nell’86% dei nuovi contagi. Un allarme amplificato dall’altissimo numero di vittime di ieri ( ben 529), che al ministero della Salute ha fatto scattare la misura che — come stanno facendo altri Paesi europei — si propone di proteggere il Paese da un’ulteriore circolazione di varianti del virus.
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Testata: Corriere della Sera
Titolo: Stretta sui viaggi – Isolamento di 5 giorni e tampone Le regole per il rientro dai Paesi Ue
Tema: Vacanze di Pasqua: caos tra viaggi e quarantena
Chi arriva in Italia da un Paese dell’Unione europea dovrà sottoporsi a tampone e rimanere in isolamento fiduciario per 5 giorni. La regola — in vigore da oggi fino al 6 aprile — vale anche per gli stranieri intenzionati a venire nel nostro Paese per trascorrere le festività pasquali. Dopo le proteste di tour operator e albergatori per le regole che consentono di volare oltreconfine ma impediscono gli spostamenti in patria — se non per andare nelle seconde case — il governo interviene con una norma che limita gli ingressi e inevitabilmente scoraggia chi aveva scelto di prendersi qualche giorno di vacanza. Lo fa per impedire quanto avvenuto la scorsa estate con la libertà di viaggi in Italia e all’estero che ha contribuito a far aumentare i contagi. Ma scatena una polemica ancor più feroce: «La toppa è peggiore del buco, così non viaggerà nessuno». L’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza equipara gli arrivi dagli Stati che fanno parte del sistema Schengen a quelli extra, anche se in quest’ultimo caso la quarantena è di 14 giorni.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: M.T.M.
Titolo: Serracchiani nuova capogruppo E Letta potrebbe correre a Siena
Tema: Pd
Debora Serracchiani è stata eletta presidente del gruppo pd della Camera con 66 voti (cioè il 70 per cento) contro i 24 di Marianna Madia. L’esito di questo scrutinio era scontato, ma tutte e due le candidate hanno voluto sottolineare l’importanza di una competizione tra donne. E dopo lo scrutinio sono giunti gli auguri di Enrico Letta: «Con Serracchiani e Malpezzi siamo un’ottima squadra: sono entrambe competenti e determinate». La neopresidente dei deputati ha ringraziato il segretario: «Letta ha dato un’occasione alle donne per esprimere la loro leadership. Una leadership che le donne si prenderanno non perché le ha indicate qualcuno, ma perché hanno capacità di far politica, di essere leader e di essere anche in grado di dare risposte al Paese». Serracchiani ha anche cercato di chiudere le polemiche dei giorni scorsi: «E’ stata una competizione positiva, con Marianna eravamo vicine prima e lo siamo ora, lavoreremo insieme per rendere ognuno in questo gruppo protagonista». E Madia ha prontamente ricambiato: «Buon lavoro a Debora, c’è tanto da costruire insieme».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Zapperi Cesare
Titolo: Leader del centrodestra La base spaccata a metà tra Matteo e Giorgia
Tema: Centrodestra
Tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni la concorrenza si sta facendo sempre più agguerrita. Tanto che gli elettori di centrodestra alla domanda «chi preferirebbe come leader?», posta dall’Istituto Ipsos di Nando Pagnoncelli per la trasmissione DiMartedì su La7, rispondono con un sorprendente testa a testa. Una conferma del trend che già si intravede nei periodici sondaggi sulle intenzioni di voto. La forbice tra Lega e Fratelli d’Italia che solo due anni fa (elezioni Europee) vedeva una differenza di 28 punti percentuali a vantaggio del Carroccio, infatti, si è ristretta a poco più di 5. Ma la nuova consultazione riservata a misurare solo la leadership, in una stagione in cui sono state fatte scelte opposte (uno al governo, l’altro all’opposizione) lascia trasparire una possibilità di sorpasso di Meloni su Salvini che fino a poco tempo fa sarebbe parsa impossibile. Con la domanda posta a tutti gli elettori, la presidente di FdI batte l’alleato per 28 a 23 per cento (ma il 49 per cento non si esprime). Se invece risponde solo chi vota centrodestra ff risultato diventa 47 a 47 per cento (con solo il 6 per cento di indecisi). È un pareggio che, dati i rapporti di forza a livello di partito, denota una maggiore capacità attrattiva di Meloni, catturando forse anche quanti non hanno gradito il sostegno di Lega e Forza Italia a Draghi.
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Economia e finanza
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Mobili Marco
Titolo: Alle famiglie un assegno da 20 miliardi Mancano fondi per i 250 euro a figlio – Assegno unico ai figli, dote da 20 miliardi ma i fondi non bastano
Tema: Assegni familiari
L’assegno unico e universale per i figli è legge. Con un voto quasi all’unanimità con 227 favorevoli, nessun contrario e solo 4 astenuti, l’Aula di Palazzo Madama ha approvato definitivamente la legge delega che rivoluziona le regole per il sostegno alla famiglia. «Un primo pezzo del Family Act», ha detto la ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti (Iv), spiegando che «si tratta di un importante intervento economico a sostegno della crescita di tutti i figli». Una riforma accolta con grande soddisfazione anche dalla sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra (Leu): «Una rivoluzione di cui si discute da decenni e che ora potrà garantire un sostegno universale alla responsabilità familiare e un aiuto concreto a una platea più ampia di cittadini a partire dai dieci milioni di incapienti fino ai lavoratori autonomi fino ad oggi esclusi dall’assegno al nucleo familiare». Ora sta al Governo correre per attuare la delega nei prossimi tre mesi e garantire dal prossimo 1° luglio un assegno unico e universale da 250 euro a figlio, almeno secondo quanto promesso dallo stesso presidente del Consiglio, Mario Draghi, la scorsa settimana.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Finizio Michela
Titolo: I conti della riforma. Il confronto tra le prime ipotesi di attuazione sul tavolo – Selettivo o universale, difficile il target di 250 euro per figlio
Tema: Assegni familiari
Novanta giorni per mettere a punto l’assegno unico e universale per chi ha figli. Parte in salita la difficile fase di attuazione della legge delega che ha ricevuto ieri l’ok a Palazzo Madama: per debuttare a luglio i tempi sono stretti, la riforma dovrà rispettare il tetto delle risorse disponibili e le questioni da definire non sono poche. Sul piatto ci sono 20 miliardi di euro, di cui 12,9 derivanti dalla soppressione delle misure attualmente in vigore (in primis 7,8 miliardi dalle detrazioni fiscali peri figli a carico, ma solo quelle per gli under 21, e 4,7 miliardi dagli assegni al nucleo familiare per le famiglie con minori) e circa 6 miliardi di nuove risorse stanziate con le ultime leggi di Bilancio. Difficile immaginare, stando alle prime simulazioni, che con queste risorse si arrivi a poter garantire in modo universale fino a 250 euro a figlio. Inoltre, nella fase attuativa bisognerà stare attenti che il riordino non penalizzi alcuni nuclei: il passaggio al nuovo assegno sarà sicuramente un beneficio per circa 440mila famiglie oggi non raggiunte (tra cui gli incapienti ai fini Irpef per le detrazioni fiscali e i lavoratori autonomi scoperti dagli Ant), ma non è detto che per tutti l’operazione porti a un guadagno.
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Testata: Messaggero
Autore: Bisozzi Francesco
Titolo: Reddito di cittadinanza solo per chi cerca lavoro o studia
Tema: Reddito di cittadinanza
Stop alla ricerca di un lavoro per i percettori del reddito di cittadinanza privi di un’istruzione adeguata. Questa una delle soluzioni su cui si sta ragionando per rimettere il sussidio in carreggiata: la formazione avrà la precedenza. In altre parole scatterebbe un nuovo obbligo: per avere al diritto al sussidio sarà necessario essere in un percorso lavorativo o quanto meno studiare. La percentuale dei percettori soggetti al patto per il lavoro con al massimo la terza media supera il 70 per cento, mentre meno del 3 per cento è laureato. Così su più di un milione di beneficiari ritenuti occupabili appena 200 mila avevano un contratto di lavoro attivo a ottobre del 2020, secondo gli ultimi dati rilasciati dall’Anpal (atteso per aprile un quadro più aggiornato). Per invertire la tendenza si punterà sul rendere più facilmente accessibile l’assegno di ricollocazione, che sempre stando ai dati dell’Anpal ha raggiunto tra marzo e la fine di novembre dello scorso anno un pugno di persone, 430 percettori del reddito di cittadinanza.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Rogari Marco – Tucci Claudio
Titolo: Reddito di cittadinanza, la spesa supererà i 40 miliardi nel 2029
Tema: Reddito di cittadinanza
Un motore che, sotto la pressione dell’emergenza Covid, consuma più velocemente del previsto il “carburante” disponibile e necessita di nuove iniezione di risorse. È quello del reddito di cittadinanza, che è stato appena alimentato dal decreto Sostegni con un altro miliardo. E che, stando alle ultime proiezioni sul futuro grado di utilizzazione di questo strumento, è destinato a richiedere un ulteriore sforzo per almeno 6-8 miliardi aggiuntivi di qui al 2029. Facendo salire a una trentina di miliardi i fondi già a disposizione del Rdc nei prossimi 8 anni, che si andrebbero ad aggiungere agli oltre 12 miliardi già spesi secondo l’ultima rilevazione dell’Inps tra il 2019 e il gennaio di quest’anno. Un conto da oltre 40 miliardi che però potrebbe non sposarsi perfettamente con la continua evoluzione del quadro di finanza pubblica, condizionato dal rincorrersi di vecchie e nuove priorità: dai nuovi sostegni alle categorie e ai settori messi in ginocchio dalla pandemia all’irrobustimento dei fondi per il piano vaccinale, alla riforma degli ammortizzatori sociali. II miliardo in più stanziato nel decreto Sostegni servirà a coprire un aumento della platea dei beneficiari del Rdc stimato in circa 5-700mila soggetti in più. E nei prossimi anni il bacino potrebbe crescere ancora viste le difficoltà economiche scaturite dall’esplosione della pandemia.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Tucci Claudio
Titolo: Smart working, continuerà a usarlo il 54% delle aziende
Tema: Smart working
Come sarà il lavoro agile post emergenza? Intanto, lo smart working verrà utilizzato da più della metà delle aziende (54%), in maniera sostanzialmente permanente. Cambierà anche la settimana lavorativa “ideale”: non più interamente (o quasi) “da casa”, ma si preferirà spezzarla in due: 2,6 giorni in presenza, i restanti 2,4 “a distanza”, anche per recuperare rapporti sociali e interazione fisica con il proprio gruppo di lavoro, due aspetti delicati, ma che sono mancati maggiormente in questi mesi di lockdown. Non solo. La modalità “agile” interesserà in prevalenza il mondo dei servizi, ma anche la manifattura, eccezion fatta per quelle filiere produttive, ad esempio di beni necessari come il settore alimentare, trasporti ed energia, per i quali è indispensabile l’impiego in presenza.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Chiellino Giuseppe
Titolo: Carfagna rimborsa alle regioni 4 miliardi di spese anti Covid
Tema: Rimborsi alle Regioni
Con la proposta di una delibera stralcio che a brevissimo andrà all’approvazione del Cipe, la ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, rimborsa alle regioni quattro mlliardi di euro spesi nel 2020 per far fronte all’emergenza pandemica, anticipando tre miliardi della dote Fondo Sviluppo e Coesione (Fsc) 2021-2027. L’altro miliardo, sempre Fsc, proviene dalla vecchia programmazione 2014-2020. Tre miliardi sono destinati alle sette regioni del centrosud in ritardo di sviluppo (Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Abruzzo e Molise). Il resto è ripartito tra tutte le altre regioni. L’operazione messa a punto dalla ministra del governo Draghi, dà seguito all’accordo di massima che le regioni avevano raggiunto con il precedente governo.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Di Donfrancesco Gianluca
Titolo: Fmi rialza stime di crescita Per l’Italia Pil a +4,25% – Fmi: la crescita mondiale accelera Per l’Italia Pil in aumento di oltre il 4%
Tema: Pil in rialzo
Tocca a Stati Uniti e Cina trainare l’economia globale fuori dalle secche della pandemia: è soprattutto grazie a loro se nel 2021 la crescita del PiI mondiale sarà più robusta, come prevede l’Fmi. Ieri, la direttrice generale del Fondo, Kristalina Georgieva, ha anticipato i contenuti del World Economic Outlook, che sarà pubblicato la prossima settimana. Ne esce un quadro più positivo, malgrado pesanti incognite. Il rischio principale resta il rallentamento delle campagne nazionali di vaccinazione, ma a questo ora si affianca l’eventualità che uno strappo della crescita statunitense inneschi un destabilizzante rialzo dei tassi, che colpirebbe in primo luogo i Paesi emergenti. Quello che vale per la congiuntura globale, vale anche, e a maggior ragione, per fltalia. L’Fmi ha terminato la missione periodica nel Paese e ieri ha diffuso le condusioni preliminari del suo rapporto: «Se la campagna di vaccinazione saràa buon punto entro l’estate», il Pil italiano potrebbe salire «del 4,25% nel 2021, con un inizio debole, seguito da un’accelerazione nell’ultima parte dell’anno».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Marro Enrico
Titolo: Corsa agli aiuti, 550 domande al minuto
Tema: Aiuti di Stato
Alle 18 di ieri, primo giorno per chiedere contributi a fondo perduto previsti dal decreto legge Sostegni, erano già arrivate più di 230mila domande. In pratica, 550 al minuto, osserva l’Agenzia delle Entrate, destinataria delle stesse. Per chiedere gli indennizzi, la platea dei potenziali beneficiari, costituita da circa 3 milioni di imprese e partite Iva, ha tempo fino al 28 maggio, e gli oltre 11 miliardi stanziati basteranno per tutti, garantisce il governo. I ristori dovrebbero essere in media di 3.700 euro, anche se molte categorie, in particolare quelle plu colpite dalle restrizioni legate alla pandemia, lamentano l’esiguità degli importi. Che sono calcolati in base al fatturato annuo, sempre che esso, nel 2020 abbia subito una perdita media mensile di almeno il 30% rispetto al 2019.
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Societa’, istituzioni, esteri
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Castronovo Valerio
Titolo: La necessaria ricostituzione della Libia
Tema: Libia
C’è da auspicare naturalmente che l’iniziativa assunta nei giorni scorsi dalla Ue per assecondare una soluzione concreta della lunga e drammatica crisi libica raggiunga quest’obiettivo. Sono passati infatti più di dieci anni da quando scoppiò a Bengasi nel febbraio 2011 una rivolta popolare contro Gheddafi, estesasi presto in altre città, che indusse, nel mese successivo, il presidente francese Nicolas Sarkozy a ordinare dei raid aerei (con l’appoggio della Gran Bretagna e degli Stati Uniti) per dare una spallata decisiva al regime del Colonnello, che stava reprimendo nelle piazze i manifestanti che invocavano libertà e giustizia.[…]Sta dí fatto che, caduta in balia di svariate milizie armate, che si contendevano il potere e saccheggiavano le risorse dei territori di cui s’impadronivano, la Libia divenne da allora teatro sia dí una sanguinosa contesa fra i due governi rivali di Al-Serrai e di Haftar sia fra bande che controllavano, oltre a un lucroso traffico di stupefacenti, l’esodo di masse di migranti dall’Africa subsaharíana alle zone costiere per poi organizzarne, a caro prezzo, la traversata clandestina del Meditterraneo verso l’Europa su fragilissime imbarcazioni, sovente colate a picco tra le acque con un gran numero dí vittime. Negli ultimi tempi la Turchia e la Russia, si sono spartite, di fatto, la Libia: l’una, in quanto giunta a controllare le fortezze, gli aeroporti e i principali cantieri della Tripolitania; l’altra, impostasi in Cirenaica tramite i mercenari della Wagner e intenta ora a costruire un vasto corridoio verso sud, munito di basi aeree e di impianti missilistici, per puntare all’Africa centrale. Sono divenuti perciò sempre più difficili e intricati i nodi da sciogliere che i ministri degli Esteri di Francia, Italia e Germania devono affrontare essendosi impegnati, dopo le esitazioni e le divergenze del passato, a elaborare congiuntamente un piano operativo per aiutare il governo provvisorio libico di unità nazionale, formatosi recentemente sotto la guida di Dbeibah, per condurre il Paese alle elezioni entro la fine dell’anno.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Cremonesi Lorenzo
Titolo: Il corsivo del giorno – Nella nuova Libia potere a suon di soldi, come con Gheddafi
Tema: Libia
Non è affatto strano che a Tripoli siano oggi in tanti a parlare di un’era «neogheddafiana». E non è solo per la ricomparsa in pubblico di personaggi che sino all’estate del 2011 costituivano i meccanismi di funzionamento economico e amministrativo del vecchio regime. L’essenza del nuovo corso si riassume nell’idea centrale del neopremier, il 59enne uomo d’affari misuratino Abdul Hamid Dbeibah, per cui la frammentazione localistica si supera comprando l’alleanza dei libici a suon di dollari, regalie, assistenza sociale e posti lavoro ben pagati. Dbeibah è stato chiaro nella sua intervista al Corriere due giorni fa: divisioni tribali, campanilismi, persino la miriade di milizie diverse, possono essere più o meno battuti se lo Stato centrale è disposto ad assicurare congrui stipendi a tutti, con tanto di pensioni a pioggia e assistenza medica gratuita. A ben vedere, è la stessa logica clientelare che garantì a Muammar Gheddafi quattro decenni al potere: lui era il dispensatore unico di prebende e ai suoi fedelissimi si doveva fare ricorso per ottenere ciò che si desiderava. Il dissenso si batteva con il welfare state calibrato ad hoc per generare dipendenza ed elidere le forze centrifughe. Non mancano però sostanziali differenze.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Gandolfi Sara
Titolo: Brasile, via i vertici militari La peggior crisi dalla dittatura
Tema: Brasile
«I militari del Brasile non vogliono far parte della politica, figuriamoci lasciare che la politica entri in caserma». Lo scorso novembre, il generale Edson Pujol inviò un messaggio piuttosto chiaro al presidente Jair Bolsonaro, che è un ex capitano con un forte ascendente tra i ranghi medio-bassi dell’esercito. A distanza di pochi mesi, quell’affermazione suona quasi come un campanello d’allarme. E’ crisi militare in Brasile. Per la prima volta nella storia del Paese, tutto il vertice delle Forze armate si è dimesso in segno di protesta contro il presidente che il giorno prima aveva annunciato la «rinuncia» del ministro della Difesa. L’eclatante gesto di Pujol, capo dell’esercito, di Iilques Barbosa Jr (Marina) e di Antonio Carlos Moretti Bermudez (Aeronautica) ha spinto la Camera a chiedere al governo delucidazioni sull’accaduto. Il timore è che l’avvicendamento abbia coperto (o forse smascherato) addirittura un tentativo di autogolpe. Bolsonaro lunedì aveva annunciato un maxi-rimpasto, ufficialmente dietro pressione dell’ala più moderata della coalizione di governo. A farne le spese sei dei 23 ministri, tra cui il responsabile degli Esteri e appunto quello della Difesa, il generale Fernando Azevedo e Silva, che fin dall’inizio della pandemia aveva criticato la gestione dell’emergenza sanitaria, reclamando un ruolo più importante per i militari.
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Testata: Repubblica
Autore: Mastrogiacomo Daniele
Titolo: Brasile, la crisi più nera dalla dittatura Lasciano sei ministri e i vertici militari
Tema: Brasile
Sei ministri in 24 ore. Alcuni rimossi, altri che rassegano le dimissioni. Non è un rimpasto, traballa il governo Bolsonaro. È la più grave crisi da quando il leader della destra estrema ha conquistato il Brasile. Cade il titolare degli Esteri, della Casa Civile, una sorta di primo ministro, della Giustizia, il Procuratore generale, quello della Segreteria del governo. Ma sono le dimissioni del ministro della Difesa la vera sorpresa. Il generale Fernando Azevedo e Silva è l’uomo che incarna l’istituzione, l’ala pragmatica e moderata del mondo delle stellette. Non era più disposto a seguire l’assurda strategia anti Covid del suo presidente. Al suo posto arriva adesso un fedelissimo di Bolsonaro, il generale Walter Braga Netto che occupava finora la poltrona di primo ministro. Ed è proprio lui a compiere l’ultimo atto di una giornata convulsa e piena di colpi di scena: convoca i capi dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica e li sostituisce. In realtà accetta le loro dimissioni. Tutti e tre avevano deciso di lasciare l’incarico per solidarietà nei confronti del ministro della Difesa. Braga Netto ha cercato di convincerli ma sono stati irremovibili. La tesi del licenziamento fa comodo a Bolsonaro, ribadisce la sua autorità. Ma è un passo inedito nella storia del Brasile da quando è tornata la democrazia.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Dragosei Fabrizio
Titolo: Poche dosi, molti segreti e quasi nessun impianto Mosca deve importare lo Sputnik (che ha creato)
Tema: Sputnik
La Russia offre il suo Sputnik V a tutto il mondo e finora lo ha già esportato in parecchi Paesi, dal Venezuela a San Marino. Una campagna di propaganda politica ben orchestrata, sostengono Stati Uniti e diversi critici europei del Cremlino, visto che in patria le persone inoculate sono ancora pochissime e visto anche che per far fronte alle sue necessità Mosca è costretta a importare dosi dall’estero. Proprio così. Lo Sputnik vola verso La Paz e viene offerto all’Unione Europea. Ma poi a Mosca le dosi arrivano, ad esempio, dalla Corea del Sud: «I vaccini sono Sputnik V sviluppati in Russia e prodotti dalla compagnia farmaceutica coreana Hankook Korus Pharm». Altre dosi potranno provenire dall’India con la quale la Russia ha raggiunto importanti accordi di produzione. E anche quelle promesse a decine di Paesi in tutto il globo saranno quasi certamente inserite nelle fiale in stabilimenti esteri. Qualche giorno fa il Fondo russo che si occupa della commercializzazione del siero aveva promesso oltre 310 milioni di dosi. Contemporaneamente sono state strette intese di produzione con parecchi Paesi, compresi alcuni europei: Italia, Spagna, Francia, Germania.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Santevecchi Guido
Titolo: La «riforma patriottica» Così Pechino cancella l’opposizione a Hong Kong
Tema: Pechino-Hong Kong
«Non ci sono più lacune nel sistema elettorale di Hong Kong», annuncia il Partito comunista cinese. La falla, secondo Pechino, era la libertà di candidarsi al Legislative Council, il Parlamento del territorio. Ora invece la riforma varata all’unanimità dal Congresso del popolo cinese sancisce che solo «i patrioti che amano la Madrepatria cinese e sostengono il suo governo centrale» potranno fare politica nella City. E’ chiaro l’obiettivo: annullare l’opposizione nell’ex colonia britannica. Sarà infatti una commissione rafforzata dalla polizia speciale cinese a indagare sul patriottismo e decidere chi sia degno di candidarsi a una carica elettiva. Il giudizio sarà conforme alla legge sulla sicurezza nazionale cinese, imposta nel luglio del 2020, che prevede anni di carcere per i sovversivi: e fare opposizione, secondo Pechino, significa cercare di sovvertire la stabilità dello Stato. Per capire come potrà funzionare a Hong Kong il sistema elettorale riformato e patriottico, basta ricordare che sono già in carcere in attesa di processo 47 esponenti del fronte democratico che lo scorso luglio si erano candidati alle primarie a cui avevano partecipato oltre 600 mila elettori.
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Testata: Repubblica
Titolo: Le tre lezioni di Suez
Tema: Suez
Alla fine di una settimana convulsa, la nave porta-container Ever Given lunedì è stata disincagliata e il canale di Suez sta riprendendo gradualmente la sua funzionalità. La soluzione è stata possibile per il lavoro di draghe e rimorchiatori, che hanno anche sfruttato l’ effetto dell’alta marea arrivata nella notte di lunedì. Durante il blocco del canale, 437 navi sono state fermate e soltanto ieri 113 hanno ripreso la navigazione nei due sensi. I porti, cominciando da Genova, saranno congestionati dall’ arrivo simultaneo di molti cargo e la situazione chiederà un paio settimane per normalizzarsi. La vicenda, seguita in tempo reale da tutti i media internazionali, porta in sé molte lezioni su cui vale la pena di riflettere. La prima lezione è la nostra incapacità di previsione degli eventi, o peggio la nostra tendenza a preoccuparci sempre dei rischi “sbagliati”.[…]La seconda lezione è che la globalizzazione dei commerci e le catene mondiali del valore continuano ad essere molto articolate e non sono state intaccate dalle campagne mercantiliste dei governi, scatenatesi all’indomani della crisi finanziaria. Con le campagne di Donald Trump e dei sovranisti degli altri Paesi, pareva che la globalizzazione fosse in ritirata. Se questo è vero, si è trattato di un fenomeno transitorio.[…]Più in generale, l’ultima lezione riguarda la persistenza della struttura economica e la fallacia di alcune delle nostre percezioni. Il caso della nave Ever Given, come quello dei vaccini, mostrano che frenare il commercio internazionale avrebbe ripercussioni devastanti.
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Testata: Libero Quotidiano
Autore: Zanon Mauro
Titolo: Parigi ordina: bloccare più profughi possibile
Tema: Immigrazione
Per attraversare il Colle del Monginevro, valico alpino tra Italia e Francia, bisogna camminare per circa una decina di chilometri e a più di 1.800 metri di altezza. Ogni giorno, in condizioni estreme, decine di migranti di origini marocchine, algerine, tunisine, egiziane, iraniane e afghane, riescono ad arrivare a Briançon, comune situato nelle Alpi Marittime francesi, al termine di una traversata pericolosa ed estenuante. Ridotti al minimo durante i momenti più duri della crisi sanitaria, i tentativi di passaggio del confine sono ripresi a gonfie vele, come racconta Le Monde in un lungo reportage sulla “route des migrants”. Ma, assieme ai tentativi di attraversamento della frontiera italo-francese, sono ricominciati anche gli scontri con i gendarmi, tanto che le associazioni umanitarie come Tous Migrants et Médecins du Monde hanno parlato di vero e proprio «harcelement policier» nelle ultime settimane, di intimidazioni e aggressioni da parte delle forze di polizia francese.
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