Menu

SINTESI IN PRIMO PIANO – 30 aprile 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Via libera al Piano Recovery. Per gli statali stop all’obbligo del lavoro da casa al 50%
– Oggi il Recovery alla Ue. I primi 25 miliardi arriveranno entro l’estate.
– L’Italia sfiora il target delle 500mila dosi di vaccino al giorno. La sfida di Figliuolo: “A settembre sarà vaccinato l’80% degli italiani”.
– Pensioni, per Quota 100 risultato dimezzato. Spesi solo 10 miliardi su 19.
– L’operazione “ombre rosse”: due terroristi si costituiscono a Parigi ma il giudice manda ai domiciliari i 7 arrestati.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Savelli Fabio 
Titolo: Vaccini, corsa delle Regioni – Figliuolo: siamo ai 500 mila vaccini al giorno
Tema: Vaccini

La corsa delle Regioni ad alzare l’asticella delle somministrazioni. Uno scatto nelle ultime 24 ore per raggiungere l’obiettivo delle 5oo mila inoculazioni al giorno, come previsto dalla struttura commissariale. La Lombardia annuncia di aver superato le no mila punture, oltre un quinto del dato nazionale. La Toscana viaggia a oltre 5o mila, il Veneto a 43 mila, l’Emilia-Romagna prova lo stress test delle 4o mila punture. Una competizione positiva che ha avuto un’impennata nelle ultime ore dopo mesi di rimpalli di responsabilità. La spinta arriva dalla moltiplicazione degli hub vaccinali e dalla consegna di 4,7 milioni di dosi negli ultimi quattro giorni che hanno dato fiato alle Regioni sulla programmazione, permettendole di non dover accantonare oltre It necessario per garantire i richiami. Oltre ai due milioni di dosi AstraZeneca arrivate ieri a Pratica di Mare e in via di distribuzione alle Regioni, ci sono le 2,2 milioni da Pfizer, le 270 mila di Moderna e le 160 mila del vaccino della Janssen
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Bocci Michele 
Titolo: AstraZeneca, dilemma richiami. Figliuolo: siamo a 500 mila dosi
Tema: Vaccini

Sta diventando un rebus la questione del richiamo per gli under 60 che hanno ricevuto AstraZeneca. Per risolverlo, si riuniscono oggi il ministero alla Salute, l’Aifa e il Consiglio superiore di sanità. Devono dare velocemente un’indicazione alle Regioni, che dalla prossima settimana iniziano i richiami. Del resto le somministrazioni del vaccino inglese sono iniziate a febbraio e le seconde dosi sono previste 84 giorni dopo. Mentre si cerca una soluzione, il commissario per l’emergenza, generale Francesco Figliuolo, annuncia che è stato raggiunto, in base alle proiezioni a ieri pomeriggio, l’obiettivo dei 500 mila vaccini. Oggi si conoscerà il numero preciso. Figliuolo ha anche spiegato che con il Cts sta pensando che «dopo aver messo in sicurezza gli over 65, anche solo con una prima dose, si pub pensare di dare la possibilità alle aziende di vaccinare il proprio personale e superare il concetto delle classi di età». Il generale ha detto che entro la metà di luglio il 60% degli italiani avrà ricevuto la prima e la seconda dose.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Stampa 
Autore:  Russo Paolo 
Titolo: Prima i fragili, poi le chiamate per età le quattro mosse del generale Figliuolo
Tema: Vaccini

Le regioni a maggio riceveranno qualcosa come 20 milioni di dosi, buone per mantenere la velocità di crociera del mezzo milione al giorno, che porta all’immunità di gregge entro settembre. Ma per tagliare quel traguardo occorre cambiare marcia anche nel modo di somministrare i vaccini, passando dalla fase uno della messa in sicurezza dei fragili alla fase 2 della vaccinazione di massa. E per farlo il generale Figliuolo ha un piano basato su quattro mosse: mettere in sicurezza gli over 65 vaccinandone almeno 1’80% con la prima dose; immunizzare i 14 milioni di under 65 vulnerabili; partire contemporaneamente con i “sani” della stessa fascia di età, anche senza prenotazione ma “a chiamata” per annodi nascita; sempre contestualmente far partire la vaccinazione dentro le grandi aziende per mandare a pieni giri la macchina produttiva.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Foschini Giuliano – Sannino Conchita 
Titolo: I corvi in azione al Csm Indagine sui verbali che accusano le toghe
Tema: Giustizia

La stagione dei corvi si abbatte, ancora una volta, sulla magistratura italiana. Per un anno – da aprile del 2020 fino a qualche settimana fa – in un momento cruciale per la storia del nostro Paese (la pandemia, la crisi del governo Conte e l’arrivo dell’esecutivo Draghi), mentre il Consiglio superiore della magistratura rischiava il collasso per la vicenda Palamara, mani diverse veicolavano all’interno dello stesso Csm, e anche alle redazioni dei giornali, atti riservati di indagine (coperti da segreto istruttorio) in grado di esercitare una forza di intimidazione e ricatto sugli organi istituzionali: l’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i vertici di alcuni uffici giudiziari e dei più importanti apparati istituzionali del Paese. Quel materiale sono le confessioni, si fa per dire, di uno degli uomini neri dello scandalo che nell’estate del 2019 ha travolto pezzi di potere giudiziario e politico italiano: l’avvocato siciliano Piero Amara. È lui che ha riempito almeno sette verbali, a fine del 2019, davanti ai pm di Milano raccontando fatti – alcuni veri, altri verosimili ma anche vicende incredibili – al momento assolutamente non riscontrati. Decine di pagine nelle quali fa nomi di altissimi magistrati, politici, organi istituzionali riuniti in una loggia segreta: Ungheria. E accusa l’allora premier Conte di aver avuto consulenze d’oro e vantaggi, dal gruppo, quando era soltanto un autorevole avvocato civilista.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Giornale 
Autore:  Greco Anna_Maria 
Titolo: Csm, indagini sul corvo: funzionaria nel mirino Fi: «Cartabia riferisca»
Tema: Giustizia

Saranno i pm di Roma a indagare sul «corvo» al Csm. Dopo la denuncia in plenum di Nino Di Matteo, sui verbali d’interrogatorio speditigli in modo anonimo, le procure di Milano e Perugia trasmettono gli atti nella capitale, dove si è consumato il reato di «rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio». Al Csm nei giorni scorsi, riferisce !l Fatto, finanzieri spediti dalla procura capitolina hanno perquisito l’ufficio della funzionaria Marcella Contrafatto, segretaria fino ad ottobre del togato di A&I Piercamillo Davigo e, dopo il suo pensionamento, del laico del M5S Fulvio Gigliotti. Ora sarebbe indagata. I verbali secretati sul «falso complotto Eni» sono stati pubblicati da alcuni quotidiani e i procuratori Francesco Greco e Raffaele Cantone fanno sapere di aver ricostruito «con sicurezza anche documentale, le modalità con le quali alcuni verbali apocrifi (in formato word), relativi ad attività secretava, sono entrati nella disponibilità di due testate giornalistiche, nell’ottobre 2020 e nel febbraio 2021». Il Domani, due giorni fa, ha pubblicato stralci dell’interrogatorio dell’avvocato Piero Amara che tirano in ballo l’ex premier Giuseppe Conte.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Milella Liana 
Titolo: Quelle carte sull’uscio di casa Ecco perché ho denunciato
Tema: Giustizia

In quarant’anni di lavoro non mi era mai capitato che una fonte, per di più anonima, mi “regalasse” dei verbali. Chiedendomi prima al telefono se volevo riceverli, per scoprire poi le sorprese che contenevano. Per questo, quel 24 febbraio intorno alle 11, quando sul mio cellulare compare uno “sconosciuto”, resto sorpresa. È una voce di donna. Ne intuisco un vago accento nordico. Non esito. Sì, rispondo dando il mio indirizzo di casa, «mi mandi pure il materiale, lo legger) con interesse, e valuterò». La fonte è prodiga, mi garantisce che il primo sarà solo un invio parziale. Perché di «carte da far tremare il Paese» ce ne potranno essere altre. Ecco. Comincia così la storia dell’invio, per posta ordinaria, dei verbali di Piero Amara. E due giorni dopo la busta compare nella mia cassetta delle lettere. Sono proprio dei verbali. Nei quali, con la procura di Milano nel dicembre 2019, parla l’avvocato Piero Amara. Sono tre. Il primo del 6 dicembre. Gli altri due dello stesso giorno, la mattina e il pomeriggio del 14. Li sfoglio. E noto subito un’anomalia che mi mette in allarme. Perché questi verbali non sono firmati in calce, come dovrebbero essere, dai pm che li hanno raccolti. Cominciano i dubbi. I perché insistenti sulla fonte che li ha inviati. Scorro il contenuto. Mi saltano subito all’occhio nomi importanti, a partire da quello di Giuseppe Conte. Ma ce ne sono altri di spicco. Molti li conosco. Si parla di una loggia, e sono tante le persone coinvolte. Leggo e rileggo. E mi chiedo: perché questa fonte ha scelto proprio me come destinataria? Mi occupo di giustizia è vero, di Csm anche, ma non seguo da molto tempo inchieste giudiziarie sul campo. C’è una lettera che accompagna i verbali. Poco meno di una pagina. Il contenuto è simile a quello della telefonata. Misi dice che leggendo “scoprirò un nuovo mondo che ci tengono a mantenere segreto, anche ad ALTI e ALTISSIMI LIVELLI”. Il maiuscolo non è casuale.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Stampa 
Autore:  Bertini Carlo 
Titolo: Tra Conte e Letta il fidanzamento celebrato da Bettini
Tema: Coalizione M5S – Dem

Il contesto è serioso, come in tutti i fidanzamenti che si rispettino, ma in quello tra Giuseppe Conte ed Enrico Letta in vista delle politiche, celebrato su Facebook a “Verso le Agorà”, le battute non mancano e se ne incarica l’anfitrione Goffredo Bettini di sganciarne un paio: quando Conte per la seconda volta perde la voce perché si stacca il collegamento, «ecco, il complotto è all’ordine del giorno…», scherza l’ideologo dem, alludendo alla polemica scaturita giorni fa dalle sue parole «sugli interessi che hanno portato alla caduta del Conte 2». «In assenza di Casalino, le piattaforme funzionano male», provoca Bettini. Ma anche Letta coglie la palla al balzo, «l’importante è che le ultime sue parole siano state “l’M5s ci sarà”», gongola illeaderdem. Sì, perché il cuore della questione, sintetizzato da Bettini, è questo: «Una prospettiva comune per le politiche, nel confronto con la destra, senza una sovrapposizione di profili culturali e programmatici». Ovvero, costruire una coalizione larga, con Pd e 5 Stelle insieme alle prossime elezioni.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Foglio 
Autore:  Valentini Valerio 
Titolo: Intervista a Francesco Boccia – “Alleanza faticosa” – “Così Pd e M5s troveranno un’intesa in ogni città”. Parla Boccia
Tema: Coalizione M5S – Dem

La sintesi, che offre al cronista nel tentativo di sfuggirgli subito e guadagnare l’ingresso della trattoria, è lapidaria. “Faticoso ma irreversibile”, dice Francesco Boccia uscendo dal Nazareno, al termine di una segreteria mattutina appena conclusasi. Poi si fa serio, il responsabile Enti locali del Pd, e tira fuori una metafora più aulica: “E’ l’ultimo miglio di una traversata che è iniziata col voto del M5s a Ursula von der Leyen, nel 2019”. Il traguardo sembrava prossimo, in verità: le amministrative di ottobre come occasione ideale per suggellare l’accordo, dare sostanza a questa alleanza perennemente in divenire. E invece poi la tela s’è sbregata, l’ordito non s’è più incrociato alla trama. E così, quando gli si domanda a che punto sia la notte, ecco che Boccia, sentinella che sovrintende alle trattative politiche in corso nelle varie città e che s’è preso la briga di definire la strategia in vista delle elezioni d’autunno, si attiene innanzitutto alla freddezza dei dati. “Su quattordici capoluoghi di provincia che vanno al voto, c’è una trattativa in corso dovunque. Anche perché mancano cinque mesi, e non mi pare che il centrodestra sia più avanti di noi, nella definizione dei candidati”.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Franco Massimo 
Titolo: La Nota – Quelle zavorre del passato che frenano i cambiamenti
Tema: Coalizione M5S – Dem

Per quanto si sforzino di proiettarsi nel futuro, l partiti sembrano appesantiti dalla zavorra del passato. I cambi di leadership, avvenuti o in incubazione, non riescono a cancellare la sensazione di un’incapacità di fondo a affrontare le opportunità e i rischi della fase che si è aperta. Così, l’incontro di ieri per rilanciare la potenziale alleanza tra M5S e Pd si risolve con un’analisi risucchiata dal passato: quello lontano e il più recente, con i nostalgici del governo di Giuseppe Conte impegnati a ricamare sarcasmi sulla nascita dell’esecutivo di Mario Draghi. È un’impostazione che tradisce la delusione del gri lismo e di settori del Pd per avere perso potere con la fine della coalizione «giallorossa»; e 11 tentativo di tenere In vita il loro patto nell’attuale governo, sebbene fatichi a prendere forma anche solo nelle candidature a sindaco nelle grandi città Emerge la distanza tra la strategia del segretario del Pd Enrico Letta, deciso a fare sua l’agenda Draghi, e quella del teorici della «continuità» con Conte: gli stessi che non smettono di additare larvatamente una congiura internazionale per non analizzare le ragioni della caduta del premier grillino. Il risultato è di trasmettere un’immagine contraddittoria della sinistra nella maggioranza; e di permettere agli avversari di accreditare manovre oscure contro Palazzo Chigi.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Palmerini Lina 
Titolo: Politica 2.0 – L’obiettivo voto al 2023 di Letta e le variabili sul Quirinale
Tema: Il ‘caso’ Durigon

La vicenda di ieri del sottosegretario leghista Durigon che pronuncia una frase – (il generale che indaga sulla Lega lo abbiamo messo noi) – riportata da Fanpage è un’altra grana per Draghi. Solo il giorno prima aveva dovuto disinnescare la mina della sfiducia a Speranza e due giorni fa quella dell’ordine del giorno sul coprifuoco. Un problema dopo l’altro, insomma, e non sono ancora arrivati i “piatti forti”, cioè quegli snodi del Piano Ue e relative riforme. Sta di fatto che Pd e 5 Stelle spingono per le dimissioni di Durigon, lui promette querele e viene difeso dal partito. Se mai servisse un’altra prova, quella di ieri conferma che l’unità nazionale sotto cui è nato il Governo si va consumando man mano che si avvicinano le amministrative. Quando poi ad ottobre si apriranno le urne e si conosceranno i vincitori e vinti di questa larga coalizione, allora entrerà nel vivo quello che oggi si intravede: ossia le manovre per andare o no alle elezioni anticipate. In fondo accadde anche con il Conte I: all’indomani delle europee, con la vittoria schiacciante di Salvini, si apri un logoramento costante che portò alla rottura di agosto e poi alla nascita del Conte II. Ora il panorama è diverso, non si conoscono gli sviluppi della pandemia, né il quadro economico finanziario e soprattutto peserà molto il Legame con l’Europa, l’orientamento dei mercati: tutti fattori condizionanti che tuttavia non bloccheranno i calcoli di convenienza.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fotina Carmine – Trovati Gianni 
Titolo: Recovery, via libera al progetto Draghi – Parte la corsa all’anticipo da 25 miliardi
Tema: Via libera al Recovery

Il passaggio in due tempi nel consiglio dei ministri di ieri, dettato dall’esigenza di un confronto con Regioni ed enti locali sul fondo complementare, chiude la fase di costruzione del Recovery Plan italiano. La corsa degli ultimi giorni permette all’Italia di presentare oggi il piano, rispettando la scadenza del 30 aprile, aperto nei giomi scorsi dal Portogallo a cui si sono aggiunte poi Francia, Germania e Spagna, e quindi di concorrere all’anticipazione di risorse che potrebbe vedere la luce in estate. In gioco per Roma, in base ai calcoli assestati sulla quota italiana della Recovery and Resiliience Facility, ci sono fino a 25 miliardi, cioè il 13% dei 191,5 destinati al nostro Paese. Ma la partita vera, quella dell’attuazione, inizia ora, e nei calcoli sull’impatto macroeconomico proposti dallo stesso governo concentra le incognite principali proprio sugli effetti strutturali attesi dal piano.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Santilli Giorgio 
Titolo: Recovery, via libera al progetto Draghi  – Via libera al Pnrr e altri 35 miliardi
Tema: Via libera al Recovery

In un giorno solo il governo dà il via libera al Recovery Plan che oggi sarà inviato a Bruxelles con la firma di Mario Draghi e approva un decreto legge che mette in circolo per l’economia altri 65 miliardi: vara la distribuzione dettagliata dei 30,64 miliardi del «fondo complementare» al Pnrr, rifinanzia per 15,5 millardi il Fondo sviluppo coesione per gran parte diretto al Sud, in aggiunta ai 50 miliardi già disponibili, vara una mini-proroga del Superbonus per i condomini a tutto il 2022 (senza più condizioni), recupera le risorse per Transizione 4.0 e completa la dote di 10,4 miliardi per l’Alta velocità, dando certezza agli investimenti sulla Salerno-Reggio Calabria (9,4 miliardi che si sommano agli 1,8 miliardi del Pnrr), all’attraversamento di Vicenza e alla progettazione della Vicenza-Padova (in tutto 900 milioni). Ci sono volute due riunioni del Consiglio dei ministri per approvare queste misure, una al mattino, una al pomeriggio. In mezzo, un nuovo incontro della ministra per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, con i rappresentanti di Regioni e comuni: serviva un’intesa per distribuire il fondo complementare al Pnrr e completare così i documenti
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Santilli Giorgio 
Titolo: Giovannini: «Bene l’ok al Piano, ora stringere sul decreto semplificazioni»
Tema: Via libera al Recovery

Il via libera del Consiglio dei ministri al Pnrr apre una nuova fase che ha spiegato il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, intervenuto ieri al Forum sul Recovery Plan del Sole 24 Ore. Ci sono due aspetti che il ministro ha sottolineato. In una direzione continuerà la programmazione dei fondi – dopo le decisioni del Consiglio del ministri di ieri – con gli 85 miliardi del Fondo sviluppo coesione che si raccorderanno al Recovery, «anche – ha detto Giovannini – con un invito alle Regioni a recuperare parte dei progetti esclusi dal Pnrr». L’altra direzione è quella dell’approvazione del decreto legge sulle semplificazioni. Giovannini ha spiegato a che punto siamo. «I ministeri singolarmente o dopo un lavoro di coordinamento con altri ministeri – ha detto Giovannini hanno già inviato a Palazzo Chigi tutte le loro proposte. Ora queste proposte saranno valutate e selezionate per confiuire nel decreto legge a maggio».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Rogari Marco 
Titolo: Recovery, green, appalti e digitale, l’attuazione passa da palazzo Chigi
Tema: Via libera al Recovery

Per i partiti della maggioranza e anche per Comuni e Regioni non sarà facile tentare fughe in avanti o iniziative estemporanee lungo il serrato percorso tracciato dal governo per rendere operativi nei tempi previsti il Pnrr e gli altri interventi strategici messi in cantiere: dalla spinta al green e agli appalti fino a quella al digitale. Anche perché su gran parte dei singoli Piani con cui Mario Draghi punta a vincere la scommessa della ripartenza del Paese è stata creata una sorta di rete di protezione con tanto di vigilanza stretta di Palazzo Chigi. Che nella gestione, e soprattutto nell’opera di verifica, farà anzitutto affidamento quasi a 360 gradi sul ruolo sostanzialmente rafforzato del ministero dell’Economia. Anche così si spiega il ricorso alla Cabina di regia “principe” alla Presidenza del Consiglio con il compito anzitutto di verificare l’avanzamento del Pnrr sulla base del capillare monitoraggio condotto dal Mef (al quale spetterà pure il compito di tenere i collegamenti operativi con Bruxelles) e alla cabina di regia specifica sull’attuazione delle nuove regole per gli appalti, che arriveranno in una prima tranche con i due decreti legge attesi a maggio (l’omnibus e quello sulle semplificazioni ambientali) e successivamente con la riforma a regime del “codice”.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galluzzo Marco 
Titolo: Recovery, il piano oggi a Bruxelles Per PItalia il nodo delle riforme
Tema: Via libera al Recovery

Il governo ha approvato la versione finale del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che sarà inviato alla Commissione europea entro oggi. Via libera anche al decreto legge che istituisce il Fondo complementare al Recovery per le infrastrutture, fondo da 30,6 miliardi. Ieri i primi cinque Paesi della Ue ad inviare i loro Pnrr alla Commissione, sono stati Germania, Grecia, Francia, Portogallo e Slovacchia. A Bruxelles ne arriveranno molti altri entro oggi, compreso quello italiano. II Consiglio dei ministri si è svolto in due fasi: è stato sospeso per dare modo alle Regioni e agli enti locali di prendere visione dello schema del Fondo complementare da 30 miliardi, su cui esprimeranno un parere formale la prossima settimana. In Conferenza unificata è stato il ministro dell’Economia Daniele Franco a presentare lo schema di decreto sul Fondo complementare. Mario Draghi alla fine della riunione del governo era molto soddisfatto: «È un ottimo passo avanti, dobbiamo essere tutti soddisfatti, anche del rapporto con il Parlamento e le regioni». Già a luglio la Commissione europea potrebbe autorizzare l’Italia alla spesa della prima tranche dei fondi del Recovery, circa 25 miliardi di euro. Ma nei prossimi sei anni i fondi a disposizione del nostro Paese saranno molti di più dei 191, 5 miliardi di euro del Pnrr, cui si aggiungono i 30 del Fondo complementare.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Voltattorni Claudia 
Titolo: Smart working e statali, cade l’obbligo dei 50%
Tema: Via libera al Recovery

«Avviamo un percorso di ritorno alla normalità, in piena sicurezza». Così il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta spiega la novità introdotta nel decreto Proroghe, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, che cancella il riferimento all’obbligo del 50% di lavoro in smartworking per i dipendenti pubblici. Ogni amministrazione pubblica potrà quindi decidere quanti dipendenti potranno lavorare in forma agile in base alle proprie specificità ed esigenze di sicurezza, «senza rigidità». Ma, viene specificato, «a condizione che l’erogazione dei servizi rivolti a cittadini ed imprese avvenga con regolarità, continuità ed efficienza, nonché nel rigoroso rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente». L’organizzazione in totale flessibilità e autonomia e senza íl vincolo di dover far lavorare da remoto un lavoratore su due potrà essere esercitata entro e non oltre il 31 dicembre 2021, in attesa della definizione dello smartworking nei contratti collettivi. Il tutto, spiega Brunetta, «concordato con il Comitato tecnico scientifico e compatibile con le esigenze del sistema dei trasporti».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Siniscalco Domenico 
Titolo: Il Recovery dei cittadini
Tema: Via libera al Recovery

Oggi, 30 aprile, il nostro Piano nazionale di ripresa e resilienza arriva alla Commissione europea, in linea con la scadenza prevista. I pregi del Piano sono molti, sul piano politico del sostegno parlamentare e sul piano dei contenuti. Colpisce favorevolmente, in particolare, l’integrazione tra riforme strutturali e investimenti, e la concentrazione del Piano sul medio e lungo termine, per dare forma alla riallocazione delle risorse di cui il Paese ha molto bisogno per uscire con successo dalla pandemia e alzare il prodotto potenziale. La stima dell’impatto economico del Piano mette in luce un effetto sostanziale, intorno al 3,6 per cento del Prodotto interno a fine periodo. Questa stima si fonda su moltiplicatori del Pil piuttosto bassi e conservativi: 0,3, che significa che ogni miliardo di spesa attiva 300 milioni di Pil. Essa non considera l’impatto positivo delle riforme strutturali destinato a influenzare anche la crescita potenziale. Le riforme e gli investimenti, però, sono parti strettamente integrate e, secondo alcuni istituti di ricerca internazionali, l’impatto positivo sul Prodotto potrebbe essere superiore sino al doppio.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Foglio 
Autore:  Cerasa Claudio 
Titolo: Il pragmatismo di Draghi in 5 sfide – In che senso pragmatico? Cinque sfide per Draghi, oltre il Pnrr
Tema: Via libera al Recovery

Nomine, scelte, pragmatismo, stato e popcorn. Tra le sfide più complicate che lentamente si affacciano all’orizzonte del governo Draghi ce n’è una importante che si trova a metà strada esatta tra la politica e l’economia e che viaggia su un binario parallelo rispetto alla partita del Recovery plan. Si è detto, rispetto al destino del Pnrr, che il successo del governo Draghi si misurerà anche dal modo in cui il presidente del Consiglio riuscirà a mettere a terra i soldi che arriveranno dall’Europa non per appesantire ancora di più lo stato ma per provare a renderlo più competitivo, più produttivo, più concorrenziale e in definitiva più efficiente. E già dalle prossime settimane sarà possibile capire se le promesse di Draghi saranno qualcosa in più di semplici buone intenzioni (tra maggio e giugno il governo dovrà presentare una legge sulla Pubblica amministrazione, un decreto sulle semplificazioni, una norma per superare il codice degli appalti, un progetto per riformare la giustizia). Per misurare il coraggio reale che avrà Draghi nell’imprimere una direzione nuova rispetto alla presenza dello stato nell’economia non sarà necessario aspettare la concretizzazione dei decreti legge ma sarà sufficiente osservare il modo in cui il presidente del Consiglio sceglierà di muoversi su cinque partite non meno importanti rispetto al futuro del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Rogari Marco 
Titolo: Pensioni, per Quota 100 risultato dimezzato Spesi solo 10 miliardi su 19
Tema: Pensioni

Oltre 9 miliardi di minore spesa nel triennio 2019-2021. È una Quota 100 sostanzialmente dimezzata rispetto alle potenzialità immaginate al momento del varo quella che si accinge a condudere la corsa a fine anno. Almeno stando all’ultimo monitoraggio dell’Inps, dal quale emerge che dei 19 miliardi abbondanti stanziati dal “Conte 1” per i tre anni di vita dei pensionamenti anticipati con almeno 62 anni d’età a 38 di contribuzione (e al netto dell’effetto “trascinamento” sugli anni successivi) ad oggi, a otto mesi dallo stop, ne sarebbero stati operativamente impegnati non più di 10. Ed è con questo aspetto un po’ dimesso che Quota 100 si presenterà al confronto sul “dopo” tra il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e le parti sociali. Che, dopo alcuni tentennamenti, potrebbe scattare a metà maggio. La conferma indiretta è arrivata ieri dallo stesso Orlando al Senato dopo aver ribadito che la priorità doveva essere data al capitolo lavoro e alla riforma degli ammortizzatori: ora «ci sono le condizioni per un confronto sul tema della previdenza», anche perché «la riflessione sulla riforma pensionistica è stata già sostanzialmente riavviata sul piano tecnico», ha detto il ministro sottolineando che le proposte di intervento dovranno garantire «equità generazionale, sostenlbilità e adeguatezza».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Stampa 
Autore:  Fornero Elsa 
Titolo: Il commento – Perché quota 100 fa male ai giovani
Tema: Pensioni

Ricevo molte mail nelle quali mi si chiede se la mia posizione contraria a Quota 100 è dettata più da pregiudizio personale che da obiettiva analisi della misura e dei suoi effetti. Ho sempre cercato di tenere separato il piano emotivo da quello della studiosa. Magari non sempre ci sono riuscita, ma il mio giudizio su Quota 100 prescinde dalla mia personale opinione su Salvini, che l’ha fortemente voluta. Quota 100 – che peraltro è molto meno della tanto sbandierata “cancellazione della Fornero” – è una misura temporanea di accesso anticipato al pensionamento rispetto alle regole stabilite dalla riforma del 2011 (che tendeva alla sostenibilità del sistema e a un maggiore equilibrio finanziario tra le generazioni) . Il decreto che la introduceva prevedeva altre misure, come la sospensione fino al 2026 dell’indicizzazione dell’anzianità contributiva alla speranza di vita. Nei primi due anni di applicazione 2019-20 l’aumento di spesa è stato pari a circa 16miliardi, di cui 9 per la sola Quota 100. Il finanziamento è avvenuto a debito, in barba al desiderio di «aiutare i giovani». La prospettiva di sostituire ciascuna uscita anticipata con tre nuovi occupati giovani – avanzata dai proponenti nei loro momenti di esaltazione-non siè verificata. Semmai, è vero il contrario: tre pensionamenti anticipati per ogni nuovo assunto, che verosimilmente sarebbe entrato comunque nel mondo del lavoro.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Repubblica 
Autore:  Ginori Anais 
Titolo: La Francia scarcera gli ex terroristi italiani “Libertà vigilata”
Tema: Operazione ‘ombre rosse’

«Accetta l’estradizione verso l’Italia?». Nell’aula della Corte d’appello la domanda suona retorica ma la procuratrice segue la normale procedura. «No», rispondono tutti e nove gli italiani, sfilando uno alla volta. La magistrata notifica l’atto citando le diverse sentenze. Omicidio, sequestro, tentato omicidio. Una scia di violenza accompagnata da nomi e date. Il lontano passsato che gli ex brigatisti e altri ex militanti di gruppi eversivi hanno cercato di far dimenticare nella loro seconda vita in Francia. Dopo aver trascorso la notte nei locali della polizia giudiziaria a nord di Parigi, i sette italiani condannati per episodi di terrorismo negli Anni di Piombo sono stati trasferiti sull’ile de la Cité, nel cuore dell’antica Lutezia. Ci sono tutte le persone arrestate mercoledì all’alba: Giovanni Ali monti, Enzo Calvitti, Roberta Cappelli, Narciso Manenti, Sergio Tornaghi, Marina Petrella, Giorgio Pietrostefani. Ma a sorpresa se ne aggiungono due tra quelli che non si erano fatti trovare dalla polizia: Luigi Bergamin e Raffaele Ventura. «Il mio cliente non è fuggito», precisa Jean-Pierre Mignard, avvocato di Ventura condannato per l’omicidio del poliziotto Custra. «Era semplicemente andato in campagna, con il Covid meglio essere prudenti».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Bianconi Giovanni 
Titolo: Già liberi gli ex terroristi arrestati in Francia I parenti delle vittime: spariranno ancora
Tema: Operazione ‘ombre rosse’

Compiuto questo atto, e considerando che i tempi per le procedure in tutti i loro passaggi saranno piuttosto lunghi (si prevedono un paio d’anni, anche se la prima udienza davanti alla Chambre d’accusation è stata fissata per mercoledi prossimo) era prevedibile che gli estradandi non restassero in prigione. Anche perché il vaglio preventivo effettuato dal Bureau del ministero della Giustizia francese ha riguardato solo l’ammissibilità delle istanze giunte da Roma, non il merito. Domande accettate, ma risposte non scontate. Dei dieci condannati che l’Italia reclama, solo su tre la giustizia francese non s’è mai pronunciata in precedenza; si tratta dell’ex brigatista Enzo Calvitti, di Narciso Manenti (ergastolano per un delitto firmato Guerriglia proletaria) e dell’ex dirigente di Lotta continua Giorgio Pietrostefani, condannato per l’omicidio Calabresi. Per loro è la prima volta che si apre una procedura di estradizione, mentre per gli altri sette si era sempre bloccata, per un motivo o per l’altro.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Montefiori Stefano 
Titolo: A Parigi la rete per gli «esuli» – A Parigi intellettuali schierati con gli «esuli»
Tema: Operazione ‘ombre rosse’

A confidare a Marina Petrella in ospedale che la Francia avrebbe rinunciato a estradarla, mercoledì 8 ottobre 2008, fu Valeria Bruni-Tedeschi assieme alla sorella Carla Bruni-Sarkozy, moglie dell’allora presidente francese. Sarkozy annunciò ufficialmente la sua decisione, «per ragioni umanitarie», quattro giorni dopo. Nel giugno precedente il premier François Filon aveva firmato il decreto di estradizione, e Sarkozy l’aveva confermata. Poi le due sorelle intervennero e convinsero il presidente a cambiare idea, difendendo le ragioni di tutti gli ex terroristi, in particolare Cesare Battisti. L’avvocata di Petrella, Irène Terrel, salutò una decisione «umana, necessaria e legittima» dello Stato francese. Sono passati i3 anni, e il presidente della Francia è cambiato: al posto di Sarkozy c’è Macron che ha deciso di accogliere finalmente le richieste italiane. Ma il clima culturale che ha accompagnato il soggiorno in Francia degli ex militanti della lotta armata sembra immutato, almeno a leggere certi interventi. Marina Petrella è di nuovo in attesa di estradizione, Irène Terrel continua ad assisterla e a dirsi «indignata», e Valeria Bruni-Tedeschi difende di nuovo Petrella e gli altri «esuli», come vengono definiti in un lungo appello pubblicato ieri da Libération. «Presidente Macron, rispetti l’impegno della Francia nei confronti degli esuli italiani», è il titolo del testo.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Biden, otto proposte per la nuova America – La nuova America del presidente Biden
Tema:
 Il discorso di Biden davanti al Congresso
La «sfida centrale del XXI secolo» è con la Cina. Ieri, nel suo primo discorso davanti al Congresso, Joe Biden ha spiegato il progetto per cambiare l’economia e la società americane. Sullo scranno più alto dell’aula, per la prima volta nella storia c’erano due donne: la Speaker della Camera Nancy Pelosi e la vice presidente Kamala Harris, nelle vesti di presidente del Senato. Biden mette in campo 6.000 miliardi di risorse pubbliche, tra investimenti e agevolazioni fiscali, compresi i 1.900 anti Covid già approvati. Vuole aumentare le tasse sui più ricchi e tenere insieme lavori poco qualificati ed eccellenza tecnologica. Opere pubbliche, energie rinnovabili, welfare all’europea, e un tocco di protezionismo dall’eco trumpiana: «Buy American».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Stampa 
Autore:  Mastrolilli Paolo 
Titolo: Biden rilancia il “sogno americano” sotto lo sguardo di Kamala e Nancy – Biden rilancia il sogno americano sotto lo sguardo di Kamala e Nancy
Tema:  Il discorso di Biden davanti al Congresso

«Finora nessun presidente degli Stati Uditi aveva potuto pronunciare queste parole», si è vantato mercoledì sera Biden durante il discorso al Congresso, salutando alle sue spalle la vice Kamala Harris e la Speaker Nancy Pelosi. Che due donne occupino la seconda e la terza carica dello Stato non è solo un elemento di colore, ma una dimostrazione di come Joe stia cercando di rilanciare la democrazia americana, messaggio centrale del suo intervento. Se uno ci aggiunge che questa è anche la prima volta in cui una donna guida il dipartimento al Tesoro, si capisce l’impatto dirompente della novità. Perché magari la crescita straordinaria dell’economia Usa nel primo trimestre del 2021, +6,4%, non sarà tutta merito di Janet Yellen, ma lei è una protagonista dei programmi di spesa con cui è stata alimentata. Considerando poi che il sindaco de Blasio ha annunciato la volontà di riaprire New York il primo luglio, perché i vaccini stanno piegando il Covid, diventano evidenti i motivi di ottimismo. Il messaggio chiave di Biden è stato questo: «Dobbiamo provare che la democrazia funziona ancora. Che il nostro governo funziona, e soddisfa i bisogni del popolo». Ciò vale tanto per le sfide che gli Usa devono affrontare nei loro confini, quanto per quelle internazionali.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Muglia Alessandra 
Titolo: New York e Parigi riaprono a luglio I casi nel mondo sono 150 milioni
Tema: Covid 19

«Sarà l’estate di New York» ha annunciato con un certo entusiasmo ieri il sindaco Bill De Blasio. La Grande Mela sarà «completamente» aperta dal primo luglio, «siamo pronti per la riapertura di negozi, imprese, uffici e teatri a pieno regime, è la fine del tunnel» ha buttato lì nel suo primo intervento di indirizzo sulla gestione dell’emergenza cittadina, finora indicata dal governatore Andrew Cuomo. Poche ore dopo a Parigi il presidente francese Emmanuel Macron rivelava il suo piano di uscita dal terzo lockdown in quattro tappe, l’ultima a fine giugno, con la rimozione totale del coprifuoco. E mentre anche Dublino parlava di ritorno alla «normalità» a giugno, a mettere in guardia i governi europei sulle riaperture «precoci» è stata ieri l’Organizzazione mondiale della sanità. Allentare le restrizioni anti-Covid in presenza di varianti più contagiose e quando la copertura vaccinale è ancora bassa, può portare a «una tempesta perfetta in qualsiasi Paese, come è accaduto in India» ha ammonito ieri il direttore regionale Hans Kluge. Non importa se nuovi casi, ricoveri e decessi diminuiscono, la minaccia rimane presente, «il virus ha ancora il potenziale per infliggere effetti devastanti in Europa».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

PRIME PAGINE

IL SOLE 24 ORE
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone 

CORRIERE DELLA SERA
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone 

LA REPUBBLICA
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone 

LA STAMPA
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone 

IL MESSAGGERO
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone 

IL GIORNALE
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone 

LIBERO QUOTIDIANO
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone 

IL FATTO QUOTIDIANO
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone 

SCARICA L'APP