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SINTESI IN PRIMO PIANO – 21 novembre 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Covid-19, la curva del contagio rallenta, Rt a 1,18.
– Dl Ristori 4 verso lo stop alle tasse di fine anno.
– Recovery fund, Ue: Veti ingiustificati. 35 mld di troppo nel piano italiano.
– Caso Regeni, pressing di Conte su Al Sisi: “Il tempo è scaduto”.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Repubblica 
Autore:  Bocci Michele 
Titolo: Il contagio rallenta, l’Rt scende a 1,18: avanti così e il Natale sarà “giallo”
Tema: Covid-19, la situazione in Italia

Il rallentamento dell’epidemia ora lo descrivono anche i dati del monitoraggio settimanale della Cabina di regia. L’indice Rt scende in tutto il Paese: la media settimanale scende da 1,7 a 1,18 (solo  in Toscana, Abruzzo e Basilicata, è superiore a 1,25). Se la divisione in zone di colore diverso a seconda della gravità della situazione fosse iniziata ieri, quelle tre regioni sarebbero arancioni mentre tutte le altre sarebbero classificate gialle. Il meccanismo messo in piedi dal governo, però, non prevede spostamenti verso il basso, cioè verso restrizioni meno pesanti, prima di tre settimane. Un buon viatico per un Natale con meno restrizioni. In poco tempo, cioè dal monitoraggio del 30 ottobre, si è vista una discesa netta dell’Rt in molte regioni. “C’è un effetto di mitigazione frutto delle misure introdotte dal Dpcm del 24 ottobre”, ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro. La stretta nelle regioni potrebbe dunque produrre effetto nelle prossime settimane e per questo a dicembre i dati potrebbero essere ancora migliori. Dal ministero e dall’Istituto però invitano alla prudenza: è troppo presto per cantare vittoria. “Questo andamento non deve portare ad un rilassamento delle misure o ad un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti”, scrive la Cabina di regia.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: «L’epidemia rallenta» – L’Rt nazionale scende all’1,18 Ieri 699 morti I rischi restano»
Tema: Covid-19, la situazione in Italia

II virus frena, la curva epidemiologica continua lentamente a piegarsi e per il governo è il segno che “le misure di contenimento tanto bistrattate stanno funzionand”. Roberto Speranza lo dice con sollievo e una punta di orgoglio, eppure, proprio ora che l’indice di contagio Rt calcolato sui casi sintomatici è sceso all’1,18 di media, esorta a essere ancora più rigorosi: “La tendenza è buona, ma la situazione in Italia resta molto seria e se dessimo il segnale che abbiamo vinto sarebbe un disastro. Proprio ora che la curva scende dobbiamo alzare il livello di attenzione”. La preoccupazione del ministro della Salute è scritta nel triste bollettino quotidiano, 37.242 nuovi casi e 699 morti, con il tasso di positività che sale dal 14,4% al 15,6% e nessuna regione che, per Il terzo giorno di seguito, registra decessi zero.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  De Bac Margherita 
Titolo: Crisanti critica il vaccino. «Irresponsabile»
Tema: Covid-19, la situazione in Italia

Le parole del parassitologo Crisanti, oggi direttore di microbiologia e virologia all’università di Padova, scettico sui nuovi vaccini anti-Covid (“Senza aver letto i dati non me lo faccio perché voglio essere rassicurato che sia stato testato e soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Come cittadino ne ho diritto, non sono disposto ad accettare scorciatoie”) scatenano una polemica nel mondo sanitario e politico. Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, ha definito “sconcertanti” le dichiarazioni del collega: ” I profili di sicurezza dei vaccini che verranno resi commercialmente disponibili hanno seguito e seguiranno una serie di step ineludibili presso le agenzie regolatone più importanti. In un Paese già di per sé incline a qualche perplessità, dubbio o addirittura ostilità a strategie vaccinali è bene ricordare sempre la responsabilità delle affermazioni mediatiche”. Aggiunge Sandra Zampa, sottosegretario alla Salute, riprendendo la reazione di Guido Rasi, ex direttore dell’Ema (agenzia europea dei farmaci): “A garanzia della sicurezza del vaccino sono impegnati tutti gli enti regolatori internazionali e nazionali che valutano la documentazione”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lopapa Carmelo 
Titolo: FI, incontro segreto Di Maio-Casellati – Di Maio e la prima mossa dopo gli Stati generali Cena segreta con Casellati
Tema: Dialogo governo – FI

Lunedì sera è andato in scena un inedito incontro tra il ministro degli Esteri Lugii Di Maio e la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati. Solo una casualità la concomitanza con le vicende di queste settimane, si affrettano a precisare dai due fronti. Nulla a che vedere, a sentire loro, con la disponibilità offerta da Silvio Berlusconi per la manovra o con la norma cosiddetta “salva Mediaset” partorita dal governo Conte e sostenuta dai 5S per proteggere l’impero del Cavaliere dalla scalata di Vivendi. Ma troppi indizi fanno una prova, quanto meno di un cambio di stagione. Ed è difficile pensare che l’elezione del prossimo capo dello Stato e il ruolo di Forza Italia nei futuri passaggi non siano state le portate principali servite a cena. Una cena “cordiale” favorita secondo i bene informati da Gianni Letta, a suggellare queste prime, timide prove tecniche di dialogo. Forza Italia non è più il “demone” della politica. E’ rimasto il solo Di Battista a definirla ancora ieri «letame».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bertini Carlo – Lombardo Ilario 
Titolo: Il retroscena – Sondaggio M5S sull’asse col Cavaliere E Letta incontra il governo sugli 007
Tema: Dialogo governo – FI

Sono bastati tre giorni di trattativa alla luce del sole, tra il governo e Silvio Berlusconi, per scatenare crisi e psicodrammi dentro il M5S. Il capogruppo alla Camera Davide Crippa ha lanciato, attraverso i capigruppo nelle commissioni, un sondaggio riservato: “Siete disposti a collaborare con Forza Italia solo sulla manovra?”. Questo il quesito. Risultato: una spaccatura a metà tra favorevoli e contrari. Che l’inedito asse non sia scontato come esperimento lo prova anche l’atteggiamento un po’ ondivago di Luigi Di Maio, prima più propenso a parlare con Fi, poi terrorizzato dalla prospettiva di un intervento di Alessandro Di Battista. Che puntuale è arrivato: «Stare lontani dal letame», ha avvertito. Ma con buona pace dell’ex deputato, scavando tra gli incontri di questi giorni, l’interlocuzione del governo con Forza Italia però è molto più estesa di quello che sembra. L’uomo che si muove per conto di Berlusconi in queste ore è sempre lui: Gianni Letta, l’ambasciatore con il potere. Negli ultimi giorni ha avuto un giro di incontri per parlare delle prossime nomine dei servizi segreti, del vicedirettore dell’Aise e del comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, con il segretario del Pd Nicola Zingaretti, con il ministro dem della Difesa Lorenzo Guerini, e con Giuseppe Conte. Tra il premier e l’ex sottosegretario berlusconiano di Palazzo Chigi il confronto è assiduo. Ma i contatti ci sono stati anche con Luigi Di Maio.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Buzzi Emanuele 
Titolo: Intervista a Luigi Di Maio – «Forza. Italia responsabile ma il dialogo è con tutti»
Tema: Dialogo governo – FI

Le parole di Luigi Di Maio a commento di una ipotesi di ingresso in maggioranza di Forza Italia: “Non è questo il punto, la politica ha tempi propri e da due anni a questa parte ci sono stati molti cambiamenti, sarebbe dunque irragionevole mettere a confronto due fasi totalmente distinte, peraltro mentre affrontiamo una pandemia. Quel che le dico è che Forza Italia in questo periodo sta mostrando grande senso di responsabilità verso le istituzioni e credo gli debba essere riconosciuto, non era scontato. Ciò che ho detto è che va benissimo il dialogo all’interno del perimetro tracciato dal presidente Mattarella, ma ognuno al suo posto. L’opposizione è una cosa, il governo un’altra”. E ancora: “Ho contatti con molti esponenti anche di altri partiti. Esistono le persone, i valori umani, e li preferisco di gran lunga alle etichette. In Forza Italia come nel Pd, nella Lega e in Fratelli d’Italia , insomma in tutte le forze politiche ci sono persone con cui dialogo. Se c’è una certezza granitica è proprio questa mia propensione al dialogo, che a mio avviso, e continuo a dirlo, va esteso a tutta l’opposizione, perché ora c’è bisogno della forza di tutti”. Chiosa Di Maio: “Secondo me parlare di rimpasto oggi è un insulto a migliaia di famiglie e lavoratori che vivono e soffrono nell’incertezza. La rotta qui dobbiamo darla noi. La storia ci giudicherà, gli italiani lo stanno già facendo”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  P. D. C. 
Titolo: Prove di pace nel centrodestra La Lega lima il testo su Mediaset
Tema: Centrodestra

Nonostante il gelo tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, in Forza Italia e nella Lega si lavora per raggiungere una tregua dopo lo scontro di giovedì sera. Per favorire il riavvicinamento la Lega ha tolto il riferimento alla norma salva-Mediaset dalla pregiudiziale di costituzionalità al decreto Covid, mentre FI ha fatto sapere che è tramontata l’ipotesi di doppio relatore alla Finanziarla. A Salvini è stato anche assicurato che Berlusconi «non sapeva nulla della norma Mediaset, trattata dalla stessa azienda», ed è stato ribadito che attaccare il Cavaliere non serve a nulla se non a compattare FI su posizioni anti-leghiste e sulla ostilità a una sua possibile leadershio della coalizione. Se servirà ad ammorbidire Salvini, lo si vedrà nei prossimi giorni.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Greco Anna_Maria 
Titolo: Orgoglio Berlusconi: «Il centrodestra? L’ho fondato io» – Berlusconi non molla: «Siamo il centrodestra»
Tema: Centrodestra

Silvio Berluscono è determinato a mantenere unita la coalizione e a non ascoltare alcuni dei suoi consiglieri che vorrebbero una Forza Italia dalle mani libere rispetto alla Lega. E dal Carroccio arrivano i primi segnali di distensione, con la correzione dei leghisti alla pregiudiziale di costituzionalità presentata al dl Covid con la norma che riguarda Mediaset. Ora la questione si sgonfia e Berlusconi, pur amareggiato, registra la mossa dell’alleato, che finora sembrava battere i pugni sul tavolo per affermare: «Nel centrodestra la linea la do io». Raccontano che Salvini avrebbe fatto sapere a Laura Ravetto, Federica Zanella e Maurizio Carrara che, se volevano traslocare nel suo gruppo, dovevano farlo «ora o mai più». Uno scippo che brucia in casa azzurra. Ma le amministrative sono alle porte, i leader dovranno incontrarsi per fissare le candidature e su Zoom Berlusconi parla ai coordinatori delle grandi città, per dire che in primavera un centrodestra «vincente, moderno, di governo, proiettato in Europa» deve strapparle a Pd e M5S.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Signore Adalberto 
Titolo: L’analisi – E Salvini si «dimette» da capo del centrodestra «È ostile e non inclusivo»
Tema: Centrodestra

Ieri si è registrata una repentina frenata di Matteo Salvini rispetto alla forzatura compiuta nei confronti di Forza Italia. La ritirata del Carroccio si è concretizzata con il ritiro della pregiudiziale di costituzionalità alla norma salva Mediaset e poi con il sostegno all’assessore lombardo Gallera. Salvini aveva forzato la mano, facilitando il passaggio di tre forzisti nella Lega senza avvertire il Cavaliere, infastidito dalle ultime voci di un sostegno di Berlusconi al governo Conte.  In verità, come ha fatto osservare Giorgia Meloni ad alcuni dei deputati di Fratelli d’Italia con cui è più in sintonia, «Matteo ha fatto una sciocchezza». Perché ha violato una regola non scritta per cui tra alleati non ci si “ruba” i parlamentari.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mobili Marco – Trovati Gianni 
Titolo: Fisco, il pacchetto con lo stop alle tasse vale almeno 5 miliardi
Tema: Dl Ristori e Fisco

Consiglio dei ministri a lavoro fino a notte inoltrata sull’ennesima tornata di aiuti all’economia colpita dalla crisi coronavirus. Tirate all’estremo le classiche «pieghe del bilancio», si è lavorato su un’ipotesi complessiva vicina agli 8 miliardi: i primi 1,95 riguardano il decreto Ristori-ter, per costruire il fondo necessario all’estensione automatica degli aiuti alle zone diventate rosse o arancioni. Gli altri 8 miliardi sono frutto delle entrate extra rispetto alle previsioni prodotte in particolare dal rimbalzo dell’economia fra luglio e settembre; per utilizzare queste somme, che altrimenti sarebbero state disponibili solo a consuntivo dopo la fine del 2020, si è reso necessario il nuovo “scostamento senza deficit”. Proprio questo secondo capitolo degli stanziamenti è stato al centro della nuova battaglia. Perché serve a finanziare il Ristori-quater, atteso la prossima settimana per bloccare gli acconti fiscali del 30 novembre e i pagamenti di tasse e contributi di dicembre e per introdurre nuove misure di aiuto. I tempi però sono stretti: lo scostamento sarà votato da Camera e Senato il 26 novembre e il Ristori-quater potrà andare in consiglio dei ministri solo nelle ore successive. Venerdì al massimo, per fermare in extremis gli acconti in scadenza il lunedì successivo.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Baroni Paolo 
Titolo: Dieci miliardi per i ristori stop alle tasse di fine anno
Tema: Dl Ristori e Fisco

Un nuovo decreto «Ristori», il terzo della serie, da 2 miliardi ed un altro scostamento di bilancio che potrebbe arrivare anche a 8, per finanziare il Ristori 4 e poi un ulteriore scostamento ben più robusto (da 20 miliardi) a inizio 2021 in parallelo alla manovra. II governo in questo modo aumenta la dotazione a favore degli indennizzi delle attività economiche colpite dall’emergenza pandemia. Compresa l’idea di far slittare gli adempimenti fiscali di fine anno. Rispetto alle cifre ipotizzate in mattinata dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che parlava di 1,3-1,4 miliardi, recuperati ancora una volta dai fondi già stanziati dai precedenti decreti e non ancora spesi, il conto finale del «Ristori 3» è salito a quota 2 miliardi, per l’aggiunta di 400 destinati ai Comuni per alleviare l’emergenza alimentare delle famiglie e 100 per l’acquisto di farmaci Covid. Un intervento ancora più corposo arriverà poi col quarto decreto che dovrebbe servire ad indennizzare anche le attività non direttamente colpite dalle chiusure ma che comunque hanno subito significativi cali di fatturato. E per le imprese con fatturati inferiori a 50 milioni di euro che hanno registrato perdite superiori al 33% dei ricavi nel primo semestre di quest’anno rispetto al 2019 si profila una sospensione delle scadenze fiscali di fine anno ed un’ulteriore proroga per i pagamenti delle rate della rottamazione che scadono il 10 dicembre. In questo caso il governo, dopo aver chiesto al Parlamento l’ok ad una nuova variazione di bilancio, dopo il voto previsto per giovedì prossimo, conta di impegnare tra 6 e 8 miliardi, restando però sempre sotto la soglia del10,8% di deficit fissato con la Nota di aggiornamento, grazie ai 6 miliardi di maggior gettito frutto del buon andamento estivo dell’economia.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Basso Federica 
Titolo: L’Ue: Recovery fund, i veti sono ingiustificati E l’ungherese Orban: troveremo una via
Tema: Recovery Fund

La Germania, che ha la presidenza di turno dell’Ue, su mandato degli Stati membri, sta portando avanti una strategia del dialogo sul tema Recovery Fund, tenendo aperto il canale con Ungheria e Polonia per evitare escalation e sbloccare il bilancio 2021-2027, su cui Budapest e Varsavia hanno posto il veto. “Posso solo dire che lavoreremo duro e seriamente. Vogliamo esaminare tutte le opzioni possibili, siamo solo all’inizio”, ha detto la cancelliera Angela Merkel giovedì sera, al termine dell’incontro con i leader europei. Passi in avanti anche da Victor Orban, che ieri in una intervista radiofonica ha detto: “Ci sono numerose soluzioni possibili, è solo una questione di volontà politica”. Intanto il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni ha espresso con fermezza la posizione di Bruxelles: bisogna “attuare Next Generation Eu, naturalmente superando i veti che sono intervenuti in questi ultimi giorni, che non sono giustificati, perché i Paesi che mettono questi veti sono molto colpiti da questa seconda fase della pandemia e sono molto favoriti sia dal quadro finanziario pluriennale dell’Unione che dai fondi del Next Generation Eu”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso 
Titolo: Il Retroscena – Recovery, lite tra ministri
Tema: Recovery Fund

Nella corsa contro il tempo sul Recovery, c’è un altro tassello da far combaciare: i progetti di spesa dei programmi che i ministeri stanno producendo sono troppo dispendiosi rispetto al finanziamento della Commissione. Uno sforamento che vale tra i 30 e i 40 miliardi. Adesso toccherà al premier mediare e tagliare, al fine di definire il piano complessivo da presentare a Bruxelles. Le risorse a fondo perduto stanziate per l’Italia ammontano a 81,4 miliardi. Il resto, circa 127,4 miliardi, sono prestiti. In tutto, circa 209 miliardi destinati a Roma all’interno del Next generation Eu. I ministri hanno partecipato a dei progetti integrati, perché le materie incrociano spesso diversi dicasteri. In questo modo, però, sono stati progettati interventi che costano come detto circa 35 miliardi in più del previsto. Della questione sono stati informati i membri del governo. Entro la fine della prossima settimana il premier dovrebbe mettere la testa sui progetti dei dicasteri. Bocciarne alcuni, ridurre la portata di altri. Poi, la settimana successiva, il lavoro proseguirà nel Comitato interministeriale per gli Affari europei. È chiaro che i tagli produrranno tensione politica all’interno dell’esecutivo, e potrebbero fare perdere altro tempo. L’altro nodo che causa non poche preoccupazioni è quello della governance. Il progetto contiano di una cabina di regia con i commissari a cui affidare la gestione di ogni linea d’intervento è oggetto di un braccio di ferro tra i giallorossi.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Goria Fabrizio 
Titolo: Intervista a Mohamed El-Erian – “La Bce aumenterà gli aiuti L’Italia progetti il rilancio”
Tema: Recovery Fund

Mohamed El-Erian, presidente del Queens’ College di Cambridge, già consigliere di Obama e capo consigliere economico di Allianz, ritiene che con il superamento dello stallo sul Recovery fund, l’Italia avrà preziose occasioni da cogliere: “L’economia necessita di uno sforzo combinato di riforme fiscali e strutturali con quattro obiettivi correlati: sollievo definitivo che fornisca assistenza ai segmenti più vulnerabili della società; miglioramento della capacità collettiva di convivere con il Covid; investimenti nelle risorse umane. E, infine, un potenziamento degli ambienti lavorativi, anche attraverso programmi più inclusivi di riorganizzazione e riqualificazione di lavoratori e infrastrutture. Con l’obiettivo di contrastare l’insicurezza economica delle famiglie”. Prosegue El-Erian: “Con un’adeguata progettazione delle politiche pubbliche e una comunicazione completa, c’è la chance di sfruttare un momento così difficile. È la versione europea del “Momento Sputnik” che gli Usa hanno sperimentato quando, svegliandosi alla minaccia del successo dell’ Urssa nel lanciare il primo satellite, si sono uniti in uno sforzo enorme e hanno ottenuto il dominio nella tecnologia spaziale”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  V.CO 
Titolo: Lavoro, arrivano 7 miliardi ma mancano le politiche attive
Tema: Politiche attive del lavoro

Il ministero del Lavoro ha prenotato ben 7 miliardi dei 209 assegnati all’Italia dal programma Next Generation Eu per le politiche attive sul lavoro. L’idea è ridurre il tempo in cui il lavoratore è assistito dai sussidi per transitare quanto prima al ricollocamento, una volta acquisite nuove competenze. Ma il progetto è fumoso. E lo stallo in cui galleggia il Recovery Plan italiano, che tanto allarma Bruxelles, rischia di travolgere una delle vie obbligate per uscire dalla recessione. L’Italia ha già perso mezzo milione di occupati in un anno, registra l’Istat a settembre. Oltre 388 mila lavoratori a tempo e 107 mila autonomi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Orlando Luca 
Titolo: L’industria rallenta ma il gap sul 2019 è quasi chiuso
Tema: Covid-19, l’impatto economico

Con il passare dei mesi il quadro per la manifattura diventa meno cupo rispetto al 2019, anche se gli ultimi numeri Istat di settembre fanno segnare una parziale battuta d’arresto nel trend di recupero avviato a maggio. Rispetto ad agosto, mese anomalo utilizzato a piene mani dalle aziende per recuperare il tempo perso nel lockdown, il calo è del 3,2%, interamente condizionato dalla frenata del mercato interno. In termini tendenziali la distanza rispetto a settembre 2019 è del 4,6%, un punto in più rispetto a quanto accadeva ad agosto. Evidente tuttavia il recupero rispetto ai mesi precedenti, quando nel confronto annuo i ricavi delle aziende erano quasi dimezzati (-47,2% ad aprile), o comunque in calo a doppia cifra. Dati un poco migliori vi sono per gli ordini, in calo rispetto al mese precedente ma ormai arrivati sui livelli dello scorso anno. La crescita tendenziale delle commesse è pari al 3,2%, con una spinta che arriva solo dal mercato interno. Un colpo d’occhio ai grafici Istat sintetizza la situazione, con una ripresa a “V” evidente sia per ricavi che per ordini, recupero che al momento si arresta ad un passo dal periodo pre-Covid e che dovrà fare i conti con le nuove restrizioni in Italia e nel resto d’Europa.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Davi Luca 
Titolo: Moratorie, l’Eba apre alla proroga Al lavoro per regole più morbide
Tema: Banche

L’Autorità bancaria europea (Eba) nel primo studio ad ampio spettro pubblicato sul tema delle conseguenze economiche della crisi coronavirus, ha reso noto che a giugno 2020 il 6% del totale dei prestiti bancari era oggetto di una moratoria a causa Covid: una cifra che è pari a 871 miliardi di euro. A dare una spinta decisiva in questo senso è stata l’Eba stessa, che con un provvedimento varato ad aprile, rinnovato a giugno, ma scaduto il 30 settembre, ha consentito alle banche di trattare i crediti sotto moratoria in maniera “agevolata” sotto il profilo prudenziale. Ora che questa concessione è scaduta nasce il problema: formalmente, i crediti che oggi fossero oggetto di rinegoziazione, a rigor di norma devono subire automaticamente il tradizionale trattamento prudenziale. Un po’ un paradosso, dato che ci troviamo ancora nel mezzo della pandemia. La buona notizia è che, almeno a quanto filtra da Eba come da Banca d’Italia, in Europa si intende riaprire la discussione sul tema, nella prospettiva ragionevole di una proroga del provvedimento. Il dossier potrebbe essere al centro del prossimo Board of Supervisors dell’Eba, in agenda i prossimi 9 e 10 dicembre.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Colombo Davide 
Titolo: I paradisi fiscali (quattro in Europa) sottraggono all’Italia 6,4 miliardi
Tema: Evasione fiscale

Un dato emerge più degli altri nel corso della 31esima edizione del Workshop Finanza 2020 organizzato da The European House-Ambrosetti: nove paradisi fiscali attraggono ogni anno il42% degli investimenti diretti esteri globali e oltre il 40% dei profitti realizzati dalle multinazionali, con un profit shifting di circa 741 miliardi l’anno sottratti alle altre economie. Per l’Italia questo dumping fiscale si traduce in una perdita di gettito attorno ai 64 miliardi annui, su 27 miliardi di profitti registrati in dollari statunitensi. L’economista Carlo Cottarelli ha parlato di “competizione fiscale disonesta che va affrontata. Tra questi Paesi c’è l’Olanda, il Lussemburgo, l’Irlanda e la loro bassa tassazione sui profitti delle imprese non è giustificabile”, ha affermato, ma ha poi insistito anche sui compiti da fare a casa: “Giusto combattere i paradisi fiscali ma non diventi un alibi – ha detto -. Qui servono riforme strutturali”. Secondo i dati presentati ieri Paesi Bassi, Lussemburgo, Hong Kong, Svizzera, Singapore, Irlanda, Bermuda, Isole Vergini Britanniche e Isole Cayman assorbono quella elevata quota di investimenti nonostante generino nel loro insieme solo il 3,2% del Pil mondiale.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Trump non molla, ma ora è isolato
Tema: USA

Finito il riconteggio dei voti in Georgia e confermata la vittoria di Joe Biden con un margine di circa 12 mila voti, ma il presidente uscente Donald Trump non molla e ancora non riconosce la sconfitta. Trump appare però sempre più solo: fa clamore il silenzio del partito repubblicano in questi giorni, e perfino il suo vice Mike Pence appare più cauto: giusto ricontare i voti, dice, ma nessuna accusa esplicita agli avversari. Gli avvocati della Casa Bianca, a cominciare da Pat Cipollone, figura chiave ai tempi dell’impeachment, si sono defilati. Il presidente in carica si è affidato completamente a Rudy Giuliani e a un improbabile pool di legali, che giovedì scorso in una conferenza stampa ha ribadito le accuse di brogli ai democratici. Trump, intanto, ha spostato l’attenzione sul Michigan, invitando alla Casa Bianca i leader del parlamento statale, nel tentativo di far deragliare la farraginosa macchina dei conteggi. La governatrice democratica Gretchen Whitmer ha garantito che non ci saranno intoppi e che ii risultato e la vittoria di Biden verranno regolarmente formalizzati lunedì 23 novembre.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: Trump le prova tutte Vertice alla Casa Bianca per il blitz sul Michigan
Tema: USA

L’ultima carta che Donald Trump tenta per ribaltare il verdetto delle urne, viene definita dagli storici un gesto senza precedenti, quanto di più vicino ad un colpo di Stato la storia moderna americana abbia conosciuto: Trump ha convocato alla Casa Bianca i rappresentanti repubblicani eletti nell’assemblea legislativa del Michigan, con un obiettivo palese: convincerli a designare dei “grandi elettori” che voterebbero per lui come presidente.  L’ultima speranza di Trump è legata a una peculiarità del sistema elettorale americano: sostanzialmente, la scelta del presidente avviene a suffragio universale, formalmente si tratta di una sorta di voto indiretto. I passaggi sono due: prima ogni Stato deve certificare il verdetto delle urne; poi è l’assemblea legislativa dello Stato a designare i membri del collegio elettorale che travasano i voti dei cittadini a Washington e contribuiscono a designare il nuovo capo dell’esecutivo. In teoria quindi le assemblee legislative locali possono anche disconoscere la volontà dei cittadini e designare dei “grandi elettori” di segno politico opposto. Sarebbe una tale violazione della volontà popolare, da giustificare i paragoni con un golpe. “Incredibile irresponsabilità. Pessimo segnale al mondo intero, sul funzionamento della democrazia”, il commento di Joe Biden.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Robecco Valeria 
Titolo: Trump tenta la spallata per prendersi il Michigan (ma con la grana Ivanka)
Tema: USA

Donald Trump è pronto a tentare una prova di forza. Almeno è quanto hanno rivelato alcune fonti ai media Usa, secondo cui l’attuale Comandante in Capo ha visto ieri alla Casa Bianca il presidente della Camera del Michigan, Lee Chatfield, e il leader della maggioranza del Senato locale, Mike Shirkey, con l’obiettivo di esplorare la possibilità di cambiare il risultato nello stato del Midwest, ancora non certificato. Secondo il Nyt la sua convinzione sarebbe quella che negli stati dove nelle assemblee parlamentari c’è una maggioranza favorevole, come in Michigan, sarebbe possibile nel contesto di uno scenario incerto cambiare l’esito del voto popolare attraverso i grandi elettori del Collegio che il 14 dicembre dovrà eleggere formalmente il presidente.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso – Foschini Giuliano 
Titolo: Conte avvisa Al Sisi “Risposte su Regeni il tempo è scaduto” Il gelo di Di Maio
Tema: Caso Regeni

A quasi 5 anni dalla morte di Giulio Regeni, il caso arriva ad una svolta cruciale: la procura di Roma ha di fatto chiuso le indagini sull’omicidio ed entro il 4 dicembre verrà notificato l’avviso ai cinque agenti della National security, il servizio segreto civile egiziano, accusati del sequestro di Giulio; nonostante la totale assenza di collaborazione da parte delle autorità egiziane (al momento non sono stati nemmeno comunicati i domicili dei 5 agenti cui notificare l’avviso di conclusione e soprattutto gli atti di questi 5 anni d’inchiesta). Questo ha ribadito ieri il premier Giueppe Conte in una telefonata al primo ministro Abdel Fattah Al Sisi: “Non c’è più tempo”, ha detto il presidente del Consiglio, invitando il governo di Al Sisi a offrire una sponda, seppur minima, all’Italia. Altrimenti verrà confermato davanti a tutta Europa un pericoloso atteggiamento ostruzionista. Conte in questa partita è solo: ancora ieri dalla Farnesina facevano notare che la telefonata era avvenuta tra «premier», senza aver avvisato i ministeri, e che la gestione è «di Chigi».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Bianconi Giovanni 
Titolo: Al Sisi e Conte si sentono Ma su Regeni muro di gomma
Tema: Caso Regeni

Mentre si va verso la chisura delle indagini sulla morte di Giulio Regeni, con la Procura di Roma pronta a notificare l’avviso di chiusura ai cinque funzionari della National Security sospettati del rapimento del ricercatore italiano, il premier Giuseppe Conte è tornato ieri a sentire il presidente egiziano Al Sisi, invitando il paese africano alla collaborazione rispetto al caso giudiziario. Una collaborazione che, di fatto, è ferma da un anno e mezzo. Il procuratore Michele Prestipino e il sostituto Sergio Colaiocco non hanno potuto far altro che confermare ai colleghi egiziani di essere in attesa dell’elezione di domicilio dei cinque egiziani inquisiti per il sequestro Regent, in modo da poter comunicare loro l’atto finale delle indagini. Ma si tratta della stessa richiesta contenuta nella rogatoria inviata nell’aprile 2019, che non ha mai ricevuto risposta.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Paci Francesca 
Titolo: Arrestati i leader della Ong di Zaki Conte, pressing su Al Sisi per Regeni
Tema: Caso Regeni e Caso Zaki 

Negli ultimi 5 giorni in Egitto sono stati arrestati ben 3 leader dell’Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), l’Ong con cui collabora Patrick Zaki. In questo contesto, ieri mattina la settima conversazione tra il premier Giuseppe Conte e il presidente al Sisi, centrata sulla cooperazione bilaterale tra i due Paesi in materia economica e militare, è cominciata con il caso Regeni. Roma chiede collaborazione, Il Cairo risponde con il solito muro di gomma. Medesimo atteggiamento di chiusura dimostrato anche nel caso Zaki, con la richiesta delle autorità italiane di prendere parte al processo contro lo studente dell’università di Bologna sempre respinte al mittente.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Degli Innocenti Nicol 
Titolo: Starmer supera Johnson ma nel Labour è battaglia
Tema: Regno Unito

Keir Starmer, leader dell’opposizione laburista dall’aprile scorso, è riuscito a sorpassare i Conservatori ma non a riunificare il suo partito. Secondo gli ultimi sondaggi, il Labour è in netto vantaggio sui Tories per la prima volta da quando Boris Johnson è diventato primo ministro. Equilibri totalmente ribaltati negli ultimi mesi. L’incontro/scontro settimanale in Parlamento tra primo ministro e leader dell’opposizione ha messo in evidenza il contrasto tra la competenza forense di Starmer e l’approssimazione caotica di Johnson, evidenziata dalla gestione dell’emergenza Covid-19. Ma nel Labour ci sono nette spaccature: a creare un solco incolmabile è stato l’ostinato rifiuto di Corbyn di ammettere che sotto la sua guida il partito non ha saputo o voluto frenare le tendenze antisemite di una minoranza di membri. Appena eletto, Starmer ha dichiarato che la sua «missione» era estirpare l’antisemitismo.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Mastrolilli Paolo 
Titolo: Il punto – Il nuovo asse tra Usa e Ue “Covid e clima le priorità”
Tema: Asse USA-Ue

Le parole del presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen al Council on Foreign Relations di New York: ribadita l’abiziosa intenzione di lanciare una “nuova agenza transatlantica” per ricostruire l’alleanza tra Usa e Ue allo scopo di indirizzare la geopolitica globale. La leader di Bruxelles non ha nascosto la soddisfazione per la vittoria di Biden: “E’ un atlantista di ferro e capisce il valore dell’integrazione europea. Abbiamo di nuovo un amico alla Casa Bianca, il tono cambierà”. Von der Leyen ha detto che Trump ha finito per rafforzare la coesione europea, e ha avvertito che non si aspetta di “tornare a dove eravamo quattro anni fa. Ora bisogna pensare a dove vogliamo andare”. Il nuovo asse tra USA e Ue si articolerà, nelle intenzioni della Von der Layen, lungo quattro punti: la lotta al Covid, con la fine del nazionalismo dei vaccini; la protezione di clima ed ambiente; la governance digitale e il rilancio della governance globale, riformando le istituzioni multilaterali invece di abbandonarle.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Di Feo Gianluca 
Titolo: Il cyber intruso al summit Ue “Bucata la videoconferenza
Tema: Attacco hacker all’Ue

Un ragazzo in t-shirt nera è apparso in mezzo ai 27 ministri europei della Difesa, impegnati a discutere in teleconferenza le strategie militari dell’Unione. Anche lui si è mostrato sorpreso, incapace di nascondere l’emozione per il colpaccio informatico che gli ha permesso di irrompere nel dibattito tra uomini di Stato. Quello che è accaduto ieri sugli schermi del vertice Ue è la prova di quanto siano carenti le cyber-barriere europee. Per oltre un minuto un estraneo è riuscito a partecipare ai lavori dell’incontro più delicato, mentre si pianificavano investimenti miliardari in tecnologie belliche e il coordinamento tra eserciti.
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