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SINTESI IN PRIMO PIANO – 2 febbraio 2021

In evidenza sui principali quotidiani:
– Oggi il presidente della Camera Fico dovrebbe salire al Quirinale per riferire sull’esito del mandato esplorativo;
– Italia viva chiede il Mes e dicasteri di peso. Tensione con il Pd e i 5 Stelle;
– Autonomi, donne, giovani: la pandemia ha cancellato 444mila posti di lavoro;
– Ursula von der Leyen: “Il 70% degli europei vaccinati entro agosto”.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Repubblica
Autore:  Vecchio Concetto
Titolo: Il Colle attende oggi Fico proroga solo se di poche ore
Tema: Il Quirinale attende oggi il responso di Fico
Il Quirinale si aspetta che stasera Roberto Fico salga per riferire al presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’esito della sua esplorazione. II mandato esplorativo va chiuso entro oggi, senza ulteriori indugi. Lo impone la condizione in cui versa il Paese, alle prese con la seconda ondata della pandemia. Gli italiani, sfiniti da un anno di virus, chiedono soltanto di potersi vaccinare, scuole in sicurezza e crescita economica. L’Europa reclama entro aprile il Recovery, il piano italiano per i fondi europei, stanziati la scorsa estate. Serve un governo forte che affronti tutto questo. Perciò Fico, al massimo, potrà ottenere mezza giornata in più, se proprio gli servisse per rifinire la sua trattativa. Se invece domanda di poter fare un altro giro, perché il groviglio delle richieste incrociate dei partiti è ancora lungi dall’essere sciolto, allora Mattarella non si presterà. Il Presidente era stato chiarissimo venerdì sera, parl ando in diretta tv. «È doveroso dar vita – presto – a un governo, con adeguato sostegno parlamentare, per non lasciare il nostro Paese esposto agli eventi in questo momento così decisivo per la sua sorte». Ma la confusione regna sovrana.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Meli Maria_Teresa 
Titolo: La battaglia finale su Conte – La trattativa si complica Nuove condizioni di Renzi
Tema: Crisi di governo

Il faccia a faccia tra i rappresentanti della maggioranza, riuniti a Montecitorio al tavolo del presidente della Camera Roberto Fico, è iniziato presto. Incontri vivaci ma costruttivi, si è detto per tutta la giornata. Poi, a sera, la tensione è risalita. Pare a causa dell’atteggiamento di Italia viva che vedendo il concretizzarsi di un Conte ter avrebbe deciso di alzare le richieste: il Mes e ministri di peso. Rilancio che avrebbe rianimato polemiche e distanze con M5S e Pd. Comunque si tratta ancora. Fico cerca una soluzione da poter offrire a Sergio Mattarella. E rispunta l’idea di una bicamerale proposta da Renzi.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Trocino Alessandro 
Titolo: Totoministri, c’è la quota del premier Italia viva punta a ottenerne quattro
Tema: Totoministri

La partita è ancora tutta da giocare e da oggi si entra nel vivo. All’inizio del tavolo, ammesso e non concesso che parta davvero il Conte ter, il Movimento chiede la riconferma dei suoi ministri (ma è quasi impossibile), il Pd vorrebbe aumentare la sua compagine di almeno uno (Andrea Orlando) lasciando il più possibile invariati gli altri nomi, a cominciare da Roberto Gualtieri all’Economia. Italia viva chiede quattro ministeri. Punto di caduta potrebbe essere quello di assegnargli un ministero collegato al Recovery plan (Mise o Infrastrutture, a Maria Elena Boschi), Lavoro o Interno, Università e Agricoltura (Elena Bonetti). Pronti a entrare in campo Ettore Rosato e Teresa Bellanova. Non esclusi due vice premier, Luigi Di Maio e Orlando. I 5 Stelle rischiano di perdere alcune caselle importanti. E molto probabile il sacrificio di Alfonso Bonafede (Giustizia) e di Nunzia Catalfo (Lavoro, sostituita da Debora Serracchiani o Andrea Marcucci). A quel punto s arebbe impossibile per il Movimento perdere un altro ministero chiave come quello della Scuola. Nonostante le critiche, Lucia Azzolina potrebbe mantenere il posto. Ma c’è una quota nuova, da considerare: è la «quota Conte». Nel senso che il presidente del Consiglio, che teme di essere depotenziato, vorrebbe preservarsi qualche casella con uomini di fiducia.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vitale Giovanna 
Titolo: Severino e Cartabia nel totoministri c’è la “quota Conte”
Tema: Totoministri

Non solo non ha mai pensato di lasciare, ma ora Giuseppe Conte prova addirittura a raddoppiare. Deciso a far inserire nel costituendo Ter una sua quota di fedelissimi: due o tre tecnici di alto profilo utili a prestare il volto al “governo dei migliori”. Perciò nei giorni scorsi avrebbe contattato sia Marta Cartabia per proporle il ministero dell’Università (e neutralizzare una insidiosa competitor alla premiership) sia Paola Severino per offrirle la poltrona di Guardasigilli. Sebbene ancora ieri tutti giurassero che «di nomi non si è parlato», la questione degli assetti è da giorni oggetto di trattativa sotterranea fra big giallorossi. Alle prese però con una serie di veti e di paletti reciproci che rischiano di complicare non poco la nascita del nuovo esecutivo. Per confermare il dimissionario a palazzo Chigi, Renzi pretende infatti «molti cambi», a partire da Economia, Giustizia e Lavoro. E di aumentare il peso specifico d ella sua delegazione, portando i ministeri da due ad almeno tre.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico 
Titolo: «E’ il tempo delle riforme» – «Recovery e riforme Il sistema dei partiti non si nasconda»
Tema: Intervista a Mario Monti

Next Generation EU implica riforme sulla giustizia, l’amministrazione e la concorrenza. La classe politica è pronta ad affrontarle? E gli italiani? Risponde Mario Monti: «Queste riforme non richiedono sacrifici come quelli che il “tecnico” di turno allora dovette, con i suoi colleghi di governo, chiedere agli italiani nel 2011-2012 per evitare il fallimento dello Stato. Ma anche le riforme oggi necessarie per Next Generation Eu toccheranno forti e consolidati interessi corporativi. Non è tanto probabile che un Paese che non cresce, ma che annega nella liquidità (grazie anche agli interventi della Bce che anestetizzano i politici e in genere gli italiani rispetto all’andamento del disavanzo e del debito pubblico) senta l’urgenza delle riforme e che i politici siano pronti a pagarne il conto in termini di consenso».
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Diamanti Giovanni 
Titolo: «Un Paese che non capisce la crisi» Nei sondaggi la bocciatura dei partiti – Il Paese non capisce E ormai si fida solo del Capo dello Stato
Tema: Sondaggi

Non è stata compresa l’operazione di Matteo Renzi: sono pochi gli italiani che hanno capito i motivi dell’uscita dalla maggioranza di Italia Viva causando la crisi di governo, e ancor meno quelli che l’hanno apprezzata. Per Ipsos, solo il 38% degli intervistati il 21 gennaio aveva capito le ragioni di questa crisi, e tra gli astenuti e gli indecisi, ovvero i più diffidenti verso la gestione della Cosa pubblica, questo numero scende al 28%, poco più di uno. Un trend d’opinione che viene confermato anche dai dati di Swg: per l’istituto triestino, infatti, solo il 29% si è detto soddisfatto per l’esito della crisi provocata da Italia Viva. Anche per Demopolis la bocciatura è chiara: il 56% ha ritenuto «inopportuna» la scelta dell’ex premier fiorentino. Tuttavia, la gestione politica e strategica di questa fase portata avanti da Giuseppe Conte non ha riscosso maggiori consensi.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pogliotti Giorgio – Tucci Claudio 
Titolo: Autonomi, donne, giovani: la pandemia ha cancellato 444mila posti di lavoro – Persi in un anno 444mila posti
Tema: Occupazione

Nonostante il blocco dei licenziamenti, bilancio nero per il lavoro nel 2020: l’anno si è chiuso con 444mila posti di lavoro persi tra dicembre e lo stesso mese del 2019. Mentre da febbraio, inizio dell’emergenza sanitaria, l’occupazione è scesa di 426mila unità. Nel solo mese di dicembre, rispetto a novembre, sono andati in fumo ben 101mila posizioni lavorative, di cui 99mila relative alle donne, più spesso impegnate nei servizi che sono stati i più penalizzati dalla seconda ondata del Covid. Per la prima volta da questa estate, inoltre, a dicembre si sono ridotti i dipendenti permanenti (-16mila unità), anche se il calo più consistente riguarda gli indipendenti (-79mila rispetto a novembre). Oltre alle donne la pandemia ha colpito duro i giovani, gli autonomi e l’occupazione temporanea, i segmenti meno protetti dalle misure emergenziali messe in campo dal governo, in primis il blocco dei licenziamenti, in vigore ininterrottament e da metà marzo 2020, poi la Cig sostanzialmente per tutti, e le indennità più o meno temporanee. Rispetto a dicembre del 2019, secondo l’Istat si contano 209mila lavoratori indipendenti in meno. I dipendenti a tempo sono crollati di 393mila posizioni, a testimonianza del fallimento del decreto Dignità che ha irrigidito, in un quadro economico già in forte difficoltà, contratti a termine e in somministrazione. Tra i giovani il tasso di disoccupazione è tornato a sfiorare il 30% (a dicembre il 29,7%); per Eurostat l’Italia è in fondo classifica a livello europeo, peggio di noi fanno solo Spagna e Grecia.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ducci Andrea 
Titolo: I lavori persi dalle donne nel 98% dei casi – Lavoro, più colpite le donne: sono il 98% di chi ha perso il posto
Tema: Occupazione

La crisi è stata pesante. Per le donne lo è stata ancora di più. Nel mese di dicembre l’Istat ha certificato una flessione complessiva dei posti di lavoro dello 0,4% rispetto al precedente mese di novembre (in numero assoluto vuol dire 101 mila occupati in meno), ma a colpire è il fatto che il calo sia quasi esclusivamente registrato sul versante femminile. Rispetto al mese di novembre le donne occupate sono diminuite di 99 mila unità su un totale di 101 mila posti di lavoro in meno, cioè di circa il 98 per cento.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Biondi Andrea 
Titolo: Banda larga, otto mesi per un cantiere – Banda larga, cantieri bloccati: «Otto mesi per le autorizzazioni»
Tema: Digitalizzazione del Paese
Duecentocinquanta giorni. Prima di partire con i lavori per la realizzazione di un’infrastruttura di Tlc a banda ultralarga fissa in Italia (la fibra per intendersi) occorrono in media oltri otto mesi. E permessi da sei enti diversi. Non va meglio per la rete mobile: 210 giorni e permessi da 7 enti differenti. Eccolo il conto che la burocrazia sta presentando al mondo delle telecomunicazioni, spiegato in cifre e numeri da Asstel, l’associazione che raggruppa la filiera delle Tlc e che ha messo in fila procedure e tempi imposti da codici e vincoli che si intrecciano e si intersecano fino ad apparire in taluni casi alla stregua di ostacoli quasi insuperabili. Castelli di carte degni di Kafka, insomma, contro cui sembrano scontrarsi e infrangersi le speranze per un’accelerazione digitale necessaria come il pane in un’Italia in deficit di crescita e chiamata per il suo futuro a fare un salto di qualità. Smart working, e-commerce, dialogo online con la Pa: per tutto questo servireb bero infrastrutture digitali degne di questo nome e realizzate in tempi che l’emergenza Covid impone di abbattere. E invece, a giudicare dai numeri, ancora una volta l’impressione è quella di essere al cospetto dell’ennesima storia fatta di battaglie più perse che vinte, in cui lacci e lacciuoli finiscono per avere la meglio quando si parla di infrastrutture e burocrazia. Asstel: «Il problema non è stato risolto né dal Decreto Scavi, né dal Dl Semplificazioni perché un conto sono le regole, un altro è l’applicazione pratica».
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Il Sole 24 Ore 
Intervista a Pietro Guindani – «Per rete in fibra e il 5G servono fondi Recovery per almeno 10 miliardi»
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bernabè Franco – Simoni Marco 
Titolo: L’analisi – Il successo dal rilancio dello spirito di impresa – Recovery: il successo dipenderà da scuola, imprenditorialità e pa
Si segnala l’analisi di Franco Bernabè e Marco Simoni: “Oggi ci sono due condizioni favorevoli. La prima è l’esperienza della pandemia che ha mostrato che la resistenza, la pazienza, la disciplina del nostro Paese sono superiori a quelle di molte nazioni che si pretendevano migliori di noi. La seconda è rappresentata dalle risorse del Recovery Plan che ci consentono, se saremo capaci di utilizzarle bene, di cominciare la lunga marcia per rilanciare il Paese”. Si promette che “l’Italia sarà un Paese più verde, digitale, inclusivo e con minori diseguaglianze”. Tutti obiettivi meritevoli e della massima attenzione ma è necessario che venga indicato quale sistema economico sarà in grado di produrre questi risultati, perché quello di oggi non lo è.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fotina Carmine 
Titolo: L’Italia delle imprese spaccata su export, ricerca e innovazione
Tema: Imprese

Dinamiche ma non sempre con costanza. Con un gruppo di testa che resiste ma che resta sempre numericamente contenuto. La fotografia dell’industria italiana tra il 2008 e il 2020, elaborata dal rapporto della società di ricerca Met, stima che si fermi al 5,7% la quota di imprese che integra contemporaneamente le tre leve della crescita: innovazione (di prodotto, processo o gestionale), ricerca ed export. Un segmento piccolo, cresciuto però rispetto all’1,6% del 2008, essenziale per l’economia e capace di svilupparsi anche nelle varie fasi della crisi. La lettura positiva, comunque, sembra legata soprattutto alle imprese cosiddette “intermedie”, che adottano almeno una delle tre strategie, un gruppo in crescita dal 2011 nonostante il Pil in calo, e capace di incidere positivamente sulla produttività media. Dopo la crisi del 2008, in cinque anni, queste imprese si erano dimezzate, fino al 23%, per poi risalire gradualmente e superare ormai i livelli pre-crisi, con il 44,3%. Italia divisa: solo il 2,7% delle aziende del Mezzogiorno innova, fa R&S e vende all’estero allo stesso tempo: la metà del Centro-Nord.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Barbera Alessandro 
Titolo: “Basta delegare alle Regioni serve subito un decreto legge”
Tema: Intervista ad Enrico Giovannini

La crisi è diseguale. Ci sono aziende in difficoltà e aziende che non lo sono. Giovani e donne che perdono il lavoro, più over 50 con un reddito rispetto ad un anno fa. Ecco perché «per affrontare l’emergenza c’è bisogno, per decreto, di una banca dati nazionale degli occupati, dei cassintegrati e dei disoccupati». Enrico Giovannini, ex presidente dell’Istat e ministro del Lavoro, è fra gli esperti usciti dai palazzi con qualcosa di incompiuto in tasca. Ci provò lui stesso nel 2013 a superare la frammentazione del sistema governato dalle Regioni. Giovannini, cosa deve preoccuparci di più degli ultimi numeri sull’occupazione? La risposta: «Purtroppo il dato complessivo. Se guarda la curva degli occupati, dall’inizio dell’estate in poi era iniziata una ripresina che ora si è interrotta. Si stanno facendo sentire gli effetti della seconda ondata, che da un punto di vista occupazionale non è meno grav e della prima». Chi ha perso il lavoro quest’anno? «Essenzialmente lavoratori a termine, in grandissima parte giovani e donne, anche quelli il cui contratto scadeva a dicembre. Tipologie di occupati che avevano già pagato il prezzo del lockdown di primavera”. “L’aumento dei disoccupati a dicembre poi significa che le imprese hanno scarsa fiducia su una ripresa rapida dell’economia”. Gli ultimi dati Istat ci dicono che le imprese sono ormai divise in tre fasce. Il 29% rischia di chiudere, il 46 dice di cavarsela, un altro 26 per cento dichiara di non aver avuto cali di fatturato o di averlo addirittura aumentato.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Marroni Carlo 
Titolo: Il Tesoro, i patti e Bnp: Abete racconta 25 anni al vertice di Bnl – «Il Tesoro, i patti, Bnp: i miei 25 anni in Bnl I furbetti? Ne parlerò tra qualche anno…»
Tema: Intervista a Luigi Abete

Luigi Abete ha annunciato nei giorni scorsi che a fine aprile, con l’assemblea di approvazione del bilancio e rinnovo del cda, lascerà la presidenza della Bnl, che ricopre dal 1998, anche se faceva parte del consiglio dal 1996, appena lasciata la presidenza di Confindustria. Un quarto di secolo complessivamente, quindi, che ha visto un radicale cambiamento del sistema bancario e della stessa Bnl, la “banca del Tesoro” per quasi un secolo che oggi è parte del gruppo Bnp Paribas. Il colloquio con Abete:
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Testata:  Mf 
Autore:  Von der Leyen Ursula 
Titolo: Ursula: così fermo Google – La democrazia è in pericolo
Tema: Big Tech

La democrazia è in pericolo. Se gli Stati Uniti non combatteranno con noi la battaglia per frenare lo strapotere degli Over the Top, l’Europa farà da sola: in gioco i suoi valori. Ursula von der Leyen scrive al Ceo di Springer. Il grande editore tedesco ha infatti chiesto a Bruxelles di bloccare una deriva autoritaria.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Repubblica 
Autore:  D’Argenio Alberto 
Titolo: “Il 70% degli europei vaccinati entro agosto” – Von der Leyen “Presto avremo le prove dei vaccini Ue venduti ad altri e AstraZeneca dovrà restituirli”
Tema: Intervista ad Ursula Von der Leyen

Ursula von der Leyen difende l’operato della Commissione europea sui vaccini, conferma l’obiettivo di immunizzare il 70% della popolazione adulta entro l’estate e annuncia che con AstraZeneca — che ha annullato il 70-75% delle consegne all’Unione per il primo trimestre — non finisce qui: «Ci aspettiamo che recuperi le dosi tagliate», afferma la numero uno dell’Eurogoverno. La strategia per ripristinare le forniture dell’azienda anglo-svedese — spiega — si basa sul meccanismo per l’export lanciato venerdì scorso grazie al quale Bruxelles avrà i numeri dei vaccini venduti fuori dal continente da dicembre ad oggi: «Quando avremo i dati completi torneremo al tavolo con AstraZeneca e li richiameremo ai loro obblighi». La politica tedesca parla dopo una settimana di “conflitto” con l’AD di AstraZeneca, Pascal Soriot, che aveva giustificato i tagli alla Ue con problemi alla fabbrica in Belgio impossibili da compensare con gli imp ianti britannici che — a suo modo di dire — devono servire prima Londra e poi l’Unione. «In politica – prosegue ad ogni modo von der Leyen – ci sono sempre alti e bassi, ma l’importante in una campagna di immunizzazione è centrare il risultato finale. Siamo appena all’inizio di una maratona e mi sento di confermare l’obiettivo di arrivare a vaccinare il 70% della popolazione adulta in Europa entro l’estate. A un mese dall’avvio delle inoculazioni abbiamo consegnato 18 milioni di dosi. Posso dirvi che a febbraio ne arriveranno altre 33 milioni e a marzo 55 milioni. Nel secondo trimestre saranno ancora di più: 300 milioni dalle tre aziende già autorizzate dall’Ema (Pfizer-BionTech, Moderna e AstraZeneca, ndr) e, se otterranno anche loro il via libera, altre 80 milioni di fiale da Johnson and Johnson e Curevac. Siamo sulla buona strada, alla fine avremo 2,3 miliardi di vaccini, quasi il triplo di quelli che ci servono e potremo aiutare anche i paesi vicini all’Unione».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Santevecchi Guido 
Titolo: L’appello di Suu Kyi «Non accettate il colpo di Stato» – Il destino (senza libertà) di Suu Kyi: i compromessi non l’hanno salvata
Tema: Golpe in Myanmar

Il tempo ha fatto un salto indietro a Myanmar. Aung San Suu Kyi è tornata prigioniera dell’esercito, come lo fu per quindici anni, fino al 2010 quando finalmente i generali fecero un passo indietro, non per decenza ma per convenienza. I golpisti decisero di condividere il potere dopo che le loro giunte susseguitesi per cinquant’anni avevano fatto sprofondare il Paese nel sottosviluppo e nell’isolamento. Aprirono i cancelli della villa dove la signora era stata confinata dal 1989 e le permisero di parlare a una popolazione che la adorava, in quanto figlia di Aung San, l’eroe dell’indipendenza nazionale raggiunta nel 1948. Forse, la sintesi della sua vita, è in una frase della motivazione per il Nobel per la pace che le fu assegnato nel 1991: «Un esempio del potere di chi non ha potere». Guardando al suo viaggio tragico e tormentato, quel giudizio resta valido anche ora che l’icona (scolorita) della libertà ha 75 anni. Ed incita a ribellarsi.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Guerrera Antonello 
Titolo: Il dissidente di Hong Kong “Se l’Ue fa accordi con la Cina umilia i diritti umani”
Tema: Intervista a Nathan Law

Nathan Law, dissidente di Hong Kong in esilio a Londra: «L’Ue sta mandando un cattivo segnale al mondo sulla libertà e sulla democrazia. Non si può assicurare a Pechino una simile intesa commerciale e di investimenti proprio mentre la Cina aumenta la sua pressione antidemocratica su Hong Kong». «Ci devono essere priorità: i diritti umani vengono prima degli interessi commerciali se si tratta con regimi autoritari. Spero che il Parlamento europeo si schieri contro questo accordo davvero miope che umilia i diritti di tutti».
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Testata:  Foglio – Inserto 
Autore:  … 
Titolo: La “bella russia” di Navalny
Tema: Intervista ad Alexei Navalny 

Il sopravvissuto più celebre dell’opposizione a Putin racconta in esclusiva i suoi progetti per il futuro del paese da costruire in dieci anni. La riforma della giustizia, la decentralizzazione del potere, i media e gli oligarchi.
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