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SINTESI IN PRIMO PIANO – 17 luglio 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Coronavirus: allarme varianti e rischio chiusure
– Green pass: verso l’obbligo per i viaggi e ipotesi anche per i locali
– Caos nel centrodestra
– Maltempo in Germania: interi borghi spazzati via

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Giannattasio Maurizio 
Titolo: Centrodestra a Milano, Meloni non va Salvini: la Rai? Tutti avranno voce
Tema: Caos nel centrodestra

C’è un’immagine che meglio di tante parole racconta l’alta tensione che percorre come una scarica elettrica il centrodestra. E’ quella sedia vuota in prima fila alla presentazione ufficiale del candidato sindaco di Milano Luca Bernardo, difesa a spada tratta e a brutto muso da Ignazio La Russa. Era il posto riservato a Giorgia Meloni che dopo la mancata nomina del candidato di Fdl nel cda Rai ha disertato l’appuntamento e che ieri sera ha tuonato: «L’unico partito di opposizione, stimato come primo partito, buttato fuori: fosse successo al Pd sarebbero intervenuti i caschi blu. Fosse accaduto in Ungheria avremmo sentito anche von der Leyen. Non l’ho sentita». La sedia doveva restare vuota a rimarcare lo strappo tra gli alleati. Quando Licia Ronzulli ha provato a spostare il cartello con su scritto il nome della leader di Fdl, La Russa è saltato come una molla, le ha strappato il foglio di mano e la sedia è rimasta vuota per tutta la presentazione. Matteo Salvini evita lo scontro frontale: «Il centrodestra è unito. Gli avversari non sono mai in casa e io sto cercando di spegnere ogni tipo di polemica. Anche la vicenda Rai si chiuderà con soddisfazione per tutti. Ci sarà spazio per tutti, tutti avranno voce». C’è il rischio che salti l’alleanza? «Mi rifiuto di pensarlo. II centrodestra è unito, Pd e 5 Stelle sono divisi».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Pucciarelli Matteo 
Titolo: Nomine Rai, Meloni rovescia il tavolo del centrodestra – Sgarbo sulla tv, Meloni rovescia il tavolo del centrodestra
Tema: Caos nel centrodestra

Lo sgarro sulla Rai di Lega e Forza Italia, che hanno bocciato il candidato di Giorgia Meloni per il consiglio di amministrazione della Rai, ha avuto due primi effetti. Il primo, plateale e simbolico: alla presentazione del candidato sindaco di Milano, Luca Bernardo, la leader di Fratelli d’Italia non c’era. Matteo Salvini, Silvio Berlusconi (via telefono), Antonio Tajani, Maurizio Lupi, loro sì, in prima fila. Ma lei no. Il secondo, più concreto: i tavoli di coalizione per concordare le candidature alle presidenze dei municipi nelle grandi città come Roma, Milano o Torino, sono congelati; così anche laddove la coalizione non ha ancora chiuso sul nome dei candidati sindaci, città come Bologna, Salerno o Latina. «Se in alcuni posti non si è ancora chiuso è perché a livello locale ci sono problemi, ma se poi anche a livello nazionale il clima è pessimo, allora a questo punto andiamo a contarci senza problemi», spiega un esponente di primo piano di Fdi. Così pure in Calabria, dove un accordo c’è attorno a Roberto Occhiuto (Fi), il rischio è quello di uno strappo della destra per puntare sulla propria donna forte del territorio, Wanda Ferro: «Per noi l’unità del centrodestra è la priorità, ma vogliamo lo stesso atteggiamento da parte degli alleati», le sue parole ad Adnkronos.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Savelli Fabio 
Titolo: Chiusure, ora nuove regole – Svolta nei colori delle Regioni Il numero di ricoveri peserà di più
Tema: Coronavirus: allarme varianti e rischio chiusure

Cambiano i parametri per la valutazione del rischio epidemiologico delle regioni, con una minore rilevanza attribuita al numero dei contagi. L’indice dei 50 casi ogni 100mila abitanti non viene archiviato, ma non concorre più a determinare in maniera esclusiva l’assegnazione del colore giallo, il primo indicatore cromatico del rischio moderato di una regione, tale da dover introdurre alcune misure restrittive. II ministro della Salute, Roberto Speranza, lo ha esplicitato ieri dopo giornate frenetiche di interlocuzioni con il Cts vista la nuova recrudescenza della pandemia con l’aumentare dei contagi a causa della variante Delta che sta diventando prevalente nel Paese. «In una fase caratterizzata da un livello importante di vaccinazione è ragionevole che nei cambi di colore e nelle conseguenti misure di contenimento pesi di più il tasso di ospedalizzazione rispetto agli altri indicatori», ha spiegato il ministro venendo incontro alle richieste di alcuni governatori, in testa Luca Zaia della Regione Veneto, che avevano chiesto una lettura diversa del rischio Covid rispetto a questo inverno, quando la campagna di vaccinazioni era appena agli inizi. Sarà la cabina di regia governativa prevista per martedì 20 a delineare la rotta per un successivo decreto.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Carratelli Niccolò 
Titolo: Covid, è allarme per agosto si rischia il boom di contagi – Balzo dell’indice di contagio l’Iss lancia l’allarme ricoveri “Rischio boom già ad agosto”
Tema: Coronavirus: allarme varianti e rischio chiusure

Tornate alla casella Covid. Come in uno snervante gioco dell’oca, eccoci davanti a un’estate quasi identica a quella dell’anno scorso, «un deja vu», ammette Gianni Rezza, il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, ricordando però che stavolta «c’è il vaccino a fare da terzo incomodo». Senza, saremmo di nuovo in balia del virus e della sua variante Delta, ormai dominante in Italia, che fa registrare «un aumento della trasmissibilità del 60% rispetto alla mutazione Alfa e sta colpendo soprattutto i giovani», spiega Rezza. L’età media dei nuovi positivi scende a 28 anni, «un valore più basso del picco della scorsa estate». Ieri abbiamo sfiorato i 3 mila nuovi casi (2.898) e l’indice Rt, che calcola il tasso di replicazione del virus, è in risalita: secondo i dati della Cabina di regia di Istituto superiore di sanità e ministero alla Salute, questa settimana è 0,91 contro lo 0,66 della settimana scorsa. E le stime per la prossima lo danno intorno all’1,24. Tra l’altro l’Rt viene calcolato a circa 15 giorni fa e solo sui casi sintomatici. Quindi è un dato che ancora non include la forte crescita dei contagi avvenuta negli ultimi dieci giorni. Il governo è pronto a cambiare i parametri, facendo contare di più la percentuale dei vaccinati e il numero dei ricoveri, rispetto ai nuovi contagi. Che si vada in questa direzione lo ha fatto capire Roberto Speranza: «In una fase caratterizzata da un livello importante di vaccinazione – ha spiegato il ministro della Salute – è ragionevole che, nei cambi di colore e nelle conseguenti misure di contenimento, pesi di più il tasso di ospedalizzazione rispetto agli altri indicatori».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica – Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Speranza: più peso ai ricoveri rispetto ai contagi. Green pass, ipotesi anche per i ristoranti – I nodi del green pass Multe fino a 400 euro per chi trasgredisce e stop di 5 giorni ai gestori dei locali
Tema: Green pass: verso l’obbligo per i viaggi e ipotesi anche per i locali

Per entrare in tutti i luoghi pubblici a rischio assembramento bisognerà avere il green pass, altrimenti scatteranno le multe. Cinque giorni di chiusura per i gestori e 400 euro per i clienti sprovvisti di certificazione verde, ridotti a 260 se la contravvenzione viene pagata entro il quinto giorno. Lo prevede il decreto Covid con le nuove misure di contenimento a cui il governo sta lavorando. La prossima settimana, lunedì o martedì, _ si terrà la cabina di regia politica con Mario Draghi e, forse giovedì, il Consiglio dei ministri darà il via libera al provvedimento. La preoccupazione degli scienziati, del ministero della Salute e di Palazzo Chigi è alta. La maggioranza è spaccata, Matteo Salvini è contrario alla stretta sul «modello Macron» e anche i 5 Stelle sono cauti. Ma Pd e Leu, con il ministro Roberto Speranza, sono invece convinti che la nuova fase, con la variante Delta che colpisce duro anche nei Paesi con alto tasso di vaccinazioni effettuate, costringa anche l’Italia a prendere urgentemente provvedimenti. Per il responsabile della Salute l’uso «più largo possibile» del green pass eviterà di richiudere bar, ristoranti, piscine, palestre, stadi, cinema, teatri e tutti quel luoghi dove l’affollamento facilita la diffusione dei contagi.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Lunedì l’incontro tra Draghi e Conte Si cerca la mediazione sulla giustizia
Tema: Incontro Draghi- Conte sulla giustizia

Dopo il passaggio della campanella il 13 febbraio, con gel disinfettante e mascherina sul viso, Mario Draghi e Giuseppe Conte non si sono più parlati faccia a faccia. Lo faranno lunedì a Palazzo Chigi e sarà un evento, per il governo di unità nazionale. Il capo dell’esecutivo in carica ha invitato il predecessore anche se ancora, formalmente, non è stato eletto presidente del Movimento. E già questo è un chiaro gesto di pacificazione, vista la voglia di rivalsa che molti, in Parlamento e fuori, attribuiscono al leader in pectore del M5S. Raccontano che Draghi aspetti con fiducia l’incontro, indubbiamente importante, senza però attribuirgli una particolare valenza rispetto agli appuntamenti dei giorni scorsi con Salvini, Letta e Tajani. Con l’avvocato pugliese il premier farà il punto a tutto campo della situazione politica generale, a cominciare dal Pnrr. Dirà a Conte che «sulle riforme bisogna correre» anche per una questione di reputazione dell’Italia in Europa e come d’altronde si sono impegnati a fare i ministri, da Luigi Di Maio a Stefano Patuanelli.
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Testata:  Tempo 
Autore:  Mazzoni Riccardo 
Titolo: Il commento – Tra Conte e Grillo non c’è pace Ma solamente una tregua armata
Tema: M5S

Le ultime convulsioni del Movimento Cinque Stelle assomigliano molto a un complicato Risiko che, al termine di estenuanti guerre di posizione, si trasforma improvvisamente nel gioco dell’Oca, in cui si torna sempre al punto di partenza. Una sorta di partita di poker in cui tutti giocano a carte scoperte tranne uno, l’Elevato, che al momento giusto squaderna sul tavolo la scala reale che teneva nella manica. Secondo copione, dunque, Conte si è presentato alla comparsata sul tavolo in trattoria di Marina di Bibbona con in mano una scala bucata, inchinandosi all’insostituibile centralità del fondatore, e quando è apparsa l’unica foto che la proverbiale trasparenza grillina ha lasciato trapelare, nessuno ha avuto dubbi su chi fra i due contendenti sia effettivamente andato a Canossa.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Falci Giuseppe_Alberto 
Titolo: Duello sul ddl omofobia Lega e Renzi contro Letta: così il Pd affossa la legge
Tema: Legge Zan

Martedì in Senato riprenderà la discussione generale sul disegno di legge Zan. Lo stesso giorno alle dodici scadrà il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti. Con due incognite: quante e quali modifiche depositerà il partito di Renzi? E poi: quale sarà l’atteggiamento di Lega, Forza italia, Fratelli d’Italia? Non a caso a Palazzo Madama nessuno è intenzionato a scommettere sul risultato finale. Anche perché già mercoledì il dibattito sul ddl Zan dovrà fermarsi, quando i senatori esamineranno e voteranno il decreto Sostegni bis. E lo stesso accadrà nelle settimane successive, perché l’emiciclo del Senato dovrà convertire in legge i decreti sulla semplificazione e sulla cybersicurezza. Nell’attesa, una mediazione appare lontana.
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Economia e finanza

Testata:  Repubblica 
Autore:  Fraioli Luca 
Titolo: Il governo vuole cambiare il Green Deal Cingolani: “Così Motor Valley chiude”
Tema: L’altra faccia del Green Deal

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è piovuta da Bruxelles ed è atterrata sulla Via Emilia. «L’altro giorno la Commissione europea ha comunicato che anche le produzioni di nicchia, leggete Ferrari, Lamborghini, Maserati, McLaren, dovranno adeguarsi entro il 2030 al full electric. Questo vuol dire che a tecnologia costante, con l’assetto costante, la Motor Valley la chiudiamo». Lo sfogo del ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani è stato solo la punta dell’iceberg: in silenzio, sotto la superficie, si è messa in moto la macchina del MiTE e di Palazzo Chigi per elaborare in tempi brevi una risposta alla Commissione Ue e al suo piano “Fit for 55”, ideato per ridurre in Europa del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030 e azzerarle entro il 2050. L’allarme è scattato nella notte tra martedì e mercoledì, quando sono arrivate al MiTE le prime cifre del programma che l’indomani sarebbe stato presentato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. E sul tema c’è stato un confronto immediato tra Cingolani e il premier Mario Draghi. È risultato subito chiaro che alcuni comparti produttivi potrebbero pagare un prezzo molto salato.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bellomo Sissi 
Titolo: La carbon tax mette in difficoltà l’import europeo di materie prime – Green deal, su acciaio e alluminio il rischio di un effetto boomerang
Tema: L’altra faccia del Green Deal

Acciaio e alluminio prima di tutto, materie prime chiave per cui l’Europa è molto dipendente dall’estero, ma anche cemento, fertilizzanti, elettricità. Su queste importazioni a partire dal 2023 dovremo pagare anche le emissioni di CO2. Chiamarli dazi ambientali è scorretto, insiste Bruxelles, ma la misura presentata dalla Commissione Ue nell’ambito del pacchetto «Fit for 55» – il Carbon Border Adjustment Mechanism (Cbam), secondo la denominazione tecnica – potrebbe comunque avere un impatto paragonabile a quello di una guerra commerciale. La carbon tax alla frontiera è ancora soggettaa modifiche prima dell’entrata in vigore. Ma fin d’ora sembra destinata a ridisegnare la mappa degli scambi (e forse delle relazioni politiche) internazionali, esponendoci anche al rischio di ritorsioni: magari diverse, ma non meno temibili dei ricorsi al Wto che Bruxelles ha cercato diprevenire associando al varo un graduale ritiro delle allocazioni gratuite di diritti perla CO2. L’Italia rischia di avere la peggio, perché abbiamo una quota di import sulla produzione dell’89%, molto più elevata della media mondiale.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Santilli Giorgio 
Titolo: Semplificazioni, governo battuto Alta tensione su 110% e dissesto
Tema: Semplificazioni

Alta tensione alla Camera sul decreto semplificazioni. Il governo è stato battuto sull’elenco delle opere del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) che possono accedere alla commissione speciale per la valutazione di impatto ambientale (Via) chiamata a dimezzare e contingentare i tempi per i pareri rispetto alla procedura ordinaria. La norma approvata prevede che le commissioni parlamentari competenti, a maggioranza di due terzi, possano modificare l’elenco che era stato messo a punto dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Che infatti non l’ha presa bene, ieri. È stato il M5s a presentare la proposta e a insistere, in alleanza con larga parte del Pd: l’obiettivo sarebbe di impedire l’accelerazione dell’iter per progetti considerati dai Cinque stelle non favorevoli all’ambiente. La maggioranza qualificata in commissione rende però tortuosa la strada della modifica parlamentare rispetto a un tema di per sé piuttosto divisivo. Questo ridimensiona l’incidente di ieri in commissione, almeno nel merito. Secondo altre interpretazioni, però, si è trattato soprattutto di un avvertimento al governo che finora ha tenuto un atteggiamento molto rigido sulle questioni più spinose poste dalla maggioranza.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Marini Andrea – Paris Marta 
Titolo: Sostegni bis, decreti raddoppiati – Sostegni bis, il Parlamento raddoppia i decreti attuativi
Tema: Decreto Sotegni bis

II decreto legge Sostegni bis (Dl 73/2021) esce dal passaggio alla Camera con un bagaglio di provvedimenti attuativi raddoppiato rispetto al testo entrato in vigore il 26 maggio dopo l’ok del Consiglio dei ministri. Si passa da 45 misure a 91. E questo non è dovuto certo al fatto che il Sostegni bis abbia inglobato al suo interno, come emendamento, il decreto legge Fisco-Lavoro (Dl 99/2021), dato che quest’ultimo prevedeva solo due provvedimenti attuativi. A pesare è stata la mole di modifiche introdotte a Montecitorio, che ha esteso gli aiuti e bonus alle categorie colpite dagli effetti economici della pandemia. Ora il testo è blindato per un passaggio lampo in Senato che dovrà dare il via libera definitivo entro il 24 luglio. La moltiplicazione dei decreti attuativi durante l’iter di approvazione alle Camere è una consuetudine che negli anni ha appesantito lo stock complessivo degli atti dl secondo livello necessari per rendere pienamente effettive le riforme messe in campo dagli ultimi esecutivi (969 previsti da quelle varate nella XVIII legislatura secondo l’ultimo monitoraggio del Sole 24 ore del 20 giugno scorso). E che ora governo e Parlamento tentano di arginare.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Enr.Ma. 
Titolo: Crescita, l’accelerata estiva porterà il Pil al 5,1%
Tema: Scatto del Pil

Accelera la ripresa, secondo il bollettino trimestrale diffuso ieri dalla Banca d’Italia Quest’anno il Pil salirà del 5,1% (contro il 4,9% stimato a giugno) sempre che la pandemia vada risolvendosi. In tal caso l’economia potrebbe tornare ai livelli pre Covid nella seconda metà del 2022, con una crescita in quell’anno del 4,4% e del 2,3% nel 2023. A spingere la ripresa sarà il Piano nazionale di ripresa e resilienza finanziato con i fondi Ue. Se l’Italia riuscirà a realizzare le centinaia di progetti del piano, il Pil ne trarrà giovamento di circa due punti nei prossimi tre anni, dice Bankitalia II resto potrà venire dalla produzione industriale, tornata ai livelli precedenti la pandemia, e dai consumi delle famiglie, trainati anche dal tasso di risparmio aumentato in questi mesi di ben il 17,8%. CI si attende in particolare una ripresa degli acquisti di beni durevoli, dalle auto agli elettrodomestici, rinviati nel 2020.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Petrini Roberto 
Titolo: Il Punto – La sorpresa del Pil l’Italia meglio di Parigi e Berlino
Tema: Scatto del Pil

Certo è l’effetto Draghi, certo è l’effetto vaccinazioni, e mettiamoci pure gli azzurri e il nuovo clima di fiducia che si respira nel Paese. Fatto sta che l’Italia ha avviato bene il 2021: a fine anno, secondo il Bollettino di Bankitalia uscito ieri, totalizzerà un rimbalzo del Pil del 5,1 per cento (più di quanto stimano Fmi e Bruxelles), soprattutto stiamo facendo meglio dell’Eurozona (caso assai raro) che quest’anno crescerà del 4, 6 per cento. L’aspetto positivo è il ritmo della nostra economia: se si guarda il primo trimestre dell’anno ci si accorge che la crescita è stata, seppure marginalmente, l’unica con il segno “più”, meglio di Francia e Germania. Anche il secondo trimestre promette bene con un risultato che sarà superiore all’1 per cento. Così le stime di Bankitalia vengono riviste al rialzo ininterrottamente dal giugno dello scorso anno e, addirittura, rispetto a due settimane fa. Secondo Via Nazionale torneremo a livelli pre-Covid a metà del 2022.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Baroni Paolo 
Titolo: Partono gli scioperi contro i licenziamenti e le imprese in fuga – Licenziamenti, l’onda degli scioperi Bankitalia: più assunti che posti persi
Tema: Scioperi e licenziamenti

Contro i licenziamenti e le delocalizzazioni partono gli scioperi. Per i sindacati dei metalmeccanici le vicende della Gianetti ruote e della Gkn, per non dire della Whirlpool di Napoli, sono più che campanelli d’allarme, ma segnalano un problema serio. Anche se Bankitalia sostiene il contrario perché, stando a via Nazionale, «con la ripresa le nuove assunzioni compenseranno lo sblocco dei licenziamenti». «Occorre mobilitarsi—annunciano invece Fiom, Fim e Uilm — e chiedere al governo di intervenire presso la Confindustria per bloccare i licenziamenti, rispettare l’avviso comune sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali, dare soluzioni alle crisi aperte, aprire con il sindacato tavoli di confronto nei principali settori industriali a partire dall’automotive, dalla siderurgia, dall’elettrodomestico. Scioperiamo — scrivono i tre sindacati — per dire no ai licenziamenti, riformare gli ammortizzatori sociali e difendere l’occupazione».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Masciandaro Donato 
Titolo: Falchi & Colombe – Euro digitale, la strada giudiziosa della Bce – La corsa giudiziosa di Francoforte verso l’euro digitale
Tema: Euro digitale

Affrettarsi, lentamente: la Bce applica la saggezza degli antichi Romani per lanciare il suo progetto più innovativo: l’euro digitale. Christine Lagarde e Fabio Panetta hanno annunziato che nei prossimi due anni verranno investite risorse con un obiettivo ben preciso: «Nell’era digitale le famiglie e le imprese dovranno continuare a poter utilizzare la moneta più sicura, quella emessa da una banca centrale». Che cosa significa concretamente? La Bce si è messa nei panni di un cittadino europeo e si è chiesta cosa una moneta pubblica deve potergli garantire. È una domanda che ha tre risposte, tra loro intrecciate; due si trovano nei libri di economia monetaria, la terza presto ci entrerà. Dando per scontato che l’euro sia l’unità di conto con cui si esprimono tutti i prezzi, la prima risposta è che l’euro digitale dovrà essere uno strumento sicuro, in quanto efficace ed efficiente rispetto al rischio di illiquidità. Traduzione: ciascuno di noi dovrà essere ragionevolmente certo che, quando vorrà utilizzare l’euro digitale, tale moneta verrà accettata, minimizzando i costi e i tempi di esecuzione degli scambi. L’efficacia e l’efficienza dell’euro digitale dipenderà da come verrà prodotto e distribuito, quindi dagli aspetti tecnologici.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Tebano Elena 
Titolo: Dramma Germania Borghi cancellati, un migliaio di dispersi – La collina che viene giù, i paesi spazzati via «Pompiamo acqua e affiorano le vittime»
Tema: Maltempo in Germania: interi borghi spazzati via

«Quando svuotiamo le cantine dall’acqua continuano ad affiorare vittime. Non so dire nulla sul numero di persone che ci ritroveremo. Ma questa è già una catastrofe». Le parole concise del ministro dell’Interno della Renania-Palatinato, il socialdemocratico Roger Lewentz, danno voce allo sgomento composto e incredulo con cui ieri si sono svegliati i tedeschi. Il suo Land è, con il Nord Reno-Vestfalia, il più colpito dall’alluvione che si è abbattuta sull’Ovest della Germania, una delle zone più ricche del Paese, dove tra mercoledì e giovedì sono caduti fino a 150 litri di pioggia per metro quadrato in 24 ore. Una massa d’acqua che ha gonfiato all’inverosimile i placidi corsi d’acqua che corrono tra le campagne della regione, meta turistica motto amata, famosa per le colline dell’Eifel e la produzione di vino, e ha trasformato le strade in rapide, trascinando con sé tutto quello che trovava. L’acqua ha continuato a seminare devastazione anche ieri mattina, quando la collina su cui si trova la frazione di Blessem, a Erftstadt, una cittadina a 20 chilometri da Colonia, è venuta giù su un fronte di diverse centinaia di metri. Il fiume che dà nome al villaggio il giorno prima aveva rotto gli argini, più su, e l’acqua ha invaso la cava di ghiaia che si trova ai piedi dell’altura. Ha continuato a scorrere a grande velocità nella notte, consumandone i fianchi come una lima, finché il bordo della collina ha iniziato a sfaldarsi e crollare. Finora ha portato con sé tre case e parte del castello storico di Erftstadt-Blessem. Ma potrebbero esserci altri cedimenti. C’è almeno un morto, ma le vittime potrebbero essere di più.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  P.Val. 
Titolo: La Germania affonda nel fango Oltre 100 morti, migliaia di sfollati
Tema: Maltempo in Germania: interi borghi spazzati via

Sono salite a 106 le vittime delle inondazioni nelle regioni renane tedesche, mentre sono oltre mille le persone . disperse. Intere comunità sono distrutte, dopo che i fiumi e i canali artificiali nel Nord Reno-Vestfalia, nella Renania Palatinato, in Belgio e ora anche in Olanda sono esondati portando morte e devastazione. La situazione rimane drammatica nei due Länder della Germania, dove uq mila abitazioni sono prive di elettricità, la rete telefonica mobile è in parte fuori uso, l’infrastruttura è al collasso,. compresi ospedali e case di riposo che sono stati evacuati. Ci sono decine di migliaia di senza tetto, dopo che le autorità hanno deciso evacuazioni di massa dalle zone più colpite e da quelle ancora a rischio. Si registrano ancora crolli di interi gruppi di case, come quello avvenuto ieri mattina a Erftstadt, a nord di Colonia. Resta alta la preoccupazione per sue dighe a rischio di cedimento, dove si lavora giorno e notte per consolidarle e allentare la pressione svuotando i bacini. In Belgio, dove si registrano 15 morti l’emergenza è ancora alta, con il livello dei fiumi che continua a salire nel Sud e nell’Est del Paese. In Germania, il tema che irrompe nel dibattito pubblico e nella campagna elettorale già in corso è íl collegamento tra la sciagura e la crisi climatica.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Biden: aiuti (condizionati) a L’Avana
Tema: Cuba

Per il momento gli Stati Uniti stanno «valutando» che cosa fare per «aiutare il popolo cubano». Giovedì 15, nella conferenza stampa con Angela Merkel, Joe Biden ha spiegato quale sia il problema: «Ci sono diverse cose che potremmo fare, ma ci vorrebbero circostanze diverse o la garanzia che le nostre iniziative non vadano a vantaggio del governo». Nel 2016 Biden accompagnò Barack Obama nello storico «viaggio della distensione» all’Avana. Ma Ieri ha usato toni più simili a quelli di Donald Trump: «Cuba è uno Stato fallimentare, come è fallimentare il modello comunista. E un regime che reprime i suoi cittadini». Dall’Isola, il presidente Miguel Díaz-Canel risponde: «Gli Usa volevano distruggere Cuba, ma non ci sono riusciti, nonostante abbiano speso miliardi di dollari per farlo. Ci vogliono aiutare? Aboliscano l’embargo economico e le altre 243 misure restrittive imposte da Trump». Mosca accusa Washington di «fomentare le proteste secondo un vecchio schema collaudato»: parole di Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri Sergei Lavrov. L’Onu, invece, chiede al governo dell’Avana di rilasciare i manifestanti arrestati. Date queste premesse è difficile immaginare quali possano essere le iniziative concrete degli Usa.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Alvarez Carlos_Manuel 
Titolo: Cuba è finzione, i cubani no: la mia gente senza libertà ora ha scelto una strada nuova
Tema: Cuba

Cuba sprofonda nel pantano della libertà, come una tappa obbligata alla stazione del caos prima di proseguire verso un territorio sconosciuto. L’u luglio, migliaia di manifestanti in tutta l’Isola sono scesi in piazza e hanno rivendicato i loro diritti in una forma inedita. Mai prima, nella storia della rivotuzione cubana e della sua deriva, la popolazione era insorta contro le pattuglie della polizia, aveva insultato il presidente, stracciato fotografie di Fidel Castro e assediato le sedi locali del Partito comunista. Hanno anche saccheggiato i negozi che vendono in dollari, che abbondano ovunque, nuovi nei del capitalismo di Stato comparsi negli ultimi due anni sulla pelle maltrattata del socialismo reale. Indipendentemente dal fatto che questo straordinario episodio di disobbedienza civile sia stato innescato dalla crisi sanitaria del coronavirus e dalla penuria generalizzata di generi alimentari, le proteste non possono non essere interpretate alla luce delle disuguaglianze sociali e della natura razzista di uno Stato centralizzato che pratica costanti e svariate forme di violenza politica verso i propri cittadini. Vigilanza, indottrinamento, punizioni sul lavoro, mancanza di approvvigionamenti, arresti arbitrari, minacce esplicite o velate, capitalizzazione della paura, interrogatori, carcere, come anche la frattura arbitraria tra la vita nazionale e la ricchezza culturale della diaspora. Allo stesso modo, è insostenibile la tesi che le manifestazioni possano funzionare da pretesto perché Washington invada il paese.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Vecchi Gian_Guido 
Titolo: Stretta del Papa sulle messe in latino: «Usate per dividere»
Tema: Il Papa e la messa in latino

Niente più messe in latino e con le spalle ai fedeli nelle chiese parrocchiaii, e i vescovi a vigilare sulle eventuali autorizzazioni nei giorni e luoghi indicati: «E per difendere l’unità del Corpo di Cristo che mi vedo costretto a revocare la facoltà concessa dai miei predecessori. L’uso distorto che ne è stato fatto è contrario ai motivi che li hanno indotti a concedere la libertà di celebrare la Messa con il Missale Romanum del 1962». La stretta di Papa Francesco sulle messe con il «rito antico», liberalizzate da Benedetto XVI nel 2007 con il Motu proprio «Summorum Pontificum», è arrivata ieri con un altro Motu proprio, «Traditionis Custodes», accompagnato da una lettera ai vescovi del mondo che ne spiega le ragioni. Il motivo essenziale è semplice: la possibilità di celebrare con il «rito antico», concessa come una mano tesa a lefebvriani e tradizionalisti per favorire l’unità, è stata usata all’opposto in modo «strumentale» con «un rifiuto crescente non solo della riforma liturgica, ma del Concilio Vaticano II» e «l’affermazione infondata e insostenibile che abbia tradito la Tradizione e la “vera Chiesa”», scrive il Papa
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Testata:  Stampa 
Autore:  … 
Titolo: Lavrov e Wang, asse fra Mosca e Pechino “Noi difendiamo il vero multilateralismo”
Tema: Asse Mosca-Pechino

«Purtroppo siamo stati testimoni di un veloce deterioramento della situazione in Afghanistan negli ultimi giorni», legato al «precipitoso ritiro dei contingenti Usa e Nato». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, parlando a una conferenza internazionale sulla situazione afghana a Tashkent, aggiungendo: «La crisi in Afghanistan ha portato all’esacerbazione della minaccia terroristica e il problema del traffico di droga illegale ha raggiunto dimensioni senza precedenti». «Ci sono rischi concreti che l’instabilità contagi i Paesi vicini», ha aggiunto Lavrov. A Tashkent Lavrov ha incontrato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi con il quale ha ribadito la necessità per Russia e Cina di intensificare ulteriormente le loro relazioni bilaterali.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Lepri Paolo 
Titolo: Facce nuove – La giovane sfida di Isabel Rodriguez
Tema: Spagna

Nel 2004, quando venne eletta, era la più giovane senatrice della storia spagnola. Sarà anche per questo record, ma Isabel Rodríguez — chiamata nella settimana scorsa a far parte di un governo profondamente rinnovato — sembra un po’ il volto-simbolo degli obiettivi che ll primo ministro Pedro Sánchez si era prefissato con il rimpasto: abbassare l’età media (da 55 a 50 anni) e aumentare la già elevata percentuale di donne (ora il 63%, prima il 54%). Ma l’ex sindaca di Puertollano è qualcosa in più che un simbolo: guiderà il delicato dicastero della politica territoriale e sarà la portavoce dell’esecutivo. «Mi batterò — ha detto — per l’uguaglianza e la convivenza». Si tratta di un programma ambizioso, pur nella sua apparente semplicità, in una Spagna divisa troppo a lungo dalla crisi catalana. Isabel Rodriguez (quaranta anni, laureata in diritto) si occuperà proprio di avviare quel negoziato con la leadership indipendentista che potrebbe iniziare in settembre, dopo la festa nazionale della Diada, grazie anche alla coraggiosa scelta compiuta da Sánchez di promuovere un indulto per i maggiori esponenti del «procés».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Tramballi Ugo 
Titolo: L’analisi – L’era Zuma, ipoteca sul futuro del Sudafrica
Tema: Sudafrica

All’inizio del suo primo mandato presidenziale, nel 2009, Jacob Zuma ammise pubblicamente di aver fatto l’amore con una giovane malata di Aids. Quando gli fu chiesto se avesse preso delle precauzioni, il presidente rispose: «Si, poi ho fatto una doccia». Pochi altri paesi al mondo erano stati così colpiti dall’Aids: il Sudafrica aveva quasi perso un’intera generazione. La dichiarazione segnalava il disinteresse per le regole e il benessere della nazione dell’uomo che l’avrebbe governata. I sudafricani non dovettero aspettare molto per averne la certezza. “State capture”, l’appropriazione di un’intera struttura statale, sono chiamati i nove anni del suo potere: il decimo gli fu tolto nel 2018 con un voto del Parlamento, nella speranza di evitare che i danni provocati diventassero irreparabili. Tre anni dopo il suo licenziamento, il paese non ha ancora la certezza di essersi affrancato e cauterizzato da quel sistema profondamente radicato.
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