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SINTESI IN PRIMO PIANO – 1 settembre 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Vaccini e Green Pass: i nodi da sciogliere;
– Manifestazioni “No Green Pass”: la linea dura del Viminale;
– Economia: Italia in crescita; pronto decreto attuativo Sostegni-bis;
– Industria italiana: Cibus 2021 ed Expo Dubai;
– Afghanistan: la ritirata Usa e la festa dei talebani;
– Crisi migratorie: corridoi umanitari e Difesa Ue.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Arachi Alessandra
Titolo: No green pass, stazioni presidiate In chat minacce anche a Di Maio
Tema: No green pass
Si aspetta per oggi l’invasione delle stazioni dei treni da parte dei No green pass, cinquantaquattro quelle prese di mira. Oggi che entrerà in vigore l’obbligo del certificato verde per trasporti, scuola, università. Il popolo dei No green pass ha minacciato di voler bloccare le partenze dei treni. Alta l’attenzione da parte delle forze dell’ordine. «Non saranno ammesse illegalità in occasione delle iniziative di protesta nei pressi delle stazioni ferroviarie pubblicizzare sulla Rete», garantisce la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. E mentre montano sulla Rete minacce e ingiurie colme di violenza, la ministra Lamorgese è determinata: «Esprimo la più ferma condanna per gli attacchi mossi con toni inaccettabili sulla Rete contro esponenti di governo, politici, medici e giornalisti in relazione al green pass e alle misure di contenimento della diffusione del Covid-19. Tutti questi episodi sono oggetto di indagini da parte della polizia giudiziaria». La protesta monta con grande violenza. Contro Luigi Di Maio è stato minacciato «l’uso del piombo», Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono stati chiamati «traditori, devono sparire».
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Testata:  Repubblica
Autore:  Ziniti Alessandra
Titolo: Stazioni blindate e tolleranza zero la stretta del Viminale
Tema: No Green Pass
La scommessa è quella di garantire la sicurezza e la normale fruizione della rete ferroviaria italiana. «Non verranno tollerati minacce e inviti a commettere reati utilizzando il web e non saranno ammesse illegalità in occasione delle iniziative di protesta nei pressi delle stazioni ferroviarie pubblicizzate sulla rete», annuncia la ministra Luciana Lamorgese. Dal Viminale arrivano precise indicazioni ai prefetti alla vigilia di una giornata che si preannuncia caldissima sul fronte delle proteste dei No Vax e dei No Green Pass. Stazioni blindate sin dalla notte per garantire che dalle primissime ore della mattina, all’entrata in vigore dell’obbligo di esibire la certificazione verde per viaggiare sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza (dunque treni ad alta velocità e intercity per quel che riguarda il traffico ferroviario, aerei, autobus che collegano più di due regioni e navi che collegano regioni diverse), non si verifichino incidenti. Le manifestazioni organizzate di fronte a 53 stazioni delle principali città sono convocate per le 14.30 ma i dispositivi di sicurezza disposti dai comitati per l’ordine e la sicurezza scatteranno all’alba. Il tam tam di altre proteste non annunciate ufficialmente è già stato intercettato sui social. Il timore è che tra il popolo che protesta contro l’obbligo della certificazione verde si infiltrino frange organizzate di destra e di movimenti antigovernativi pronti ad approfittarne per alzare il tiro.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Logroscino Adriana 
Titolo: Sindacati contro il blocco «Un errore, ripensateci» Confindustria li attacca
Tema: No Green Pass

I sindacati si dissociano da chi minaccia il blocco dei treni: «Non avranno il nostro sostegno, auspichiamo un doveroso ripensamento da parte dei promotori della protesta». E si schierano a favore del vaccino: «E l’unica arma conosciuta per sconfiggere la pandemia». Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, però, torna a bacchettare proprio i sindacati che sull’obbligo vaccinale in tutti i luoghi di lavoro, non si espongono: «Fuggono dalle responsabilità». La presa di posizione rispetto alle proteste nelle stazioni è dei segretari di Filt Cgil, Stefano Malorgio, Fit Cisl, Salvatore Pellecchia, e Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi. Allarmati dai disordini annunciati contro l’obbligo di green pass in vigore da oggi per viaggiare a bordo di treni, aerei e navi. Con la loro nota unitaria si chiamano fuori. Sia opponendosi alle modalità, sia prendendo le distanze dalle ragioni no vax. La maggiore preoccupazione dei sindacati, infatti, è che i manifestanti individuino nei lavoratori incaricati della verifica del green pass i primi nemici sulla loro linea. E il Presidente di Confindustria Bonomi, tuona: «Le organizzazioni di categoria preferiscono gettare la palla nel campo del governo, e dire “Se volete e ve la sentite imponete con una legge l’obbligo vaccinale”. Fuggono dalle responsabilità».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Falci Giuseppe_Alberto 
Titolo: Speranza: terza dose molto probabile Green pass nella Pa, si decide a ottobre
Tema: Ipotesi terza dose Vaccino

La novità di giornata arriva a sera, da Livorno, dalla Festa di Articolo 1. Lì il ministro della Salute, Roberto Speranza, fa un passo in avanti e parla della terza dose. «La nostra comunità scientifica, che è in assoluto di prim’ordine, sta facendo le sue valutazioni e presto arriveranno le sue determinazioni. Ma io ritengo molto probabile che andremo nella direzione di assumere la terza dose e con tutta probabilità partiremo dai più anziani e dai più fragili». I tempi ancora non si conoscono. Eppure dal ministero della Salute filtra che ottobre è il mese cerchiato in rosso per la programmazione della terza dose. I primi saranno gli operatori sanitari che hanno ricevuto il primo vaccino nel mese di gennaio. Poi toccherà ai fragili ai quali è stato somministrato il siero fra febbraio e marzo. Sarà questa, dunque, la direzione che intraprenderà l’esecutivo. Con una certezza, confermata da Speranza: «Non avremo mai più né in Italia né in Europa il problema dell’approvvigionamento delle dosi. E già adesso abbiamo certezze che le dosi ci saranno per tutti». Oltretutto il mese di ottobre sarà l’orizzonte di un altro dossier sul tavolo del governo, che riguarda l’estensione del green pass a tutti i dipendenti delle pubblica amministrazione.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bresolin Marco 
Titolo: Intervista a Thierry Breton: “Il certificato ha salvato la stagione del turismo ora avanti con i vaccini”
Tema: Green Pass

Il commissario Thierry Breton si sente un po’ il padrino del Green Pass, che Bruxelles ha ribattezzato ufficialmente «Certificato Covid UE»: alla fine di marzo, negli studi di una tv francese, era stato proprio lui a svelare in anteprima un fac-simile dello strumento con il codice QR che in queste ore sta agitando il dibattito pubblico nel nostro Paese e non solo. Da oggi l’Italia estenderà l’uso del pass: è la giusta direzione di marcia? «Premetto che si tratta di una decisione che spetta ai singoli Stati, non alla Commissione. Il certificato serve per dare un’indicazione e cioè che chi lo possiede non rappresenta un rischio per gli altri. So bene ciò che sta succedendo in Italia, con l’introduzione dell’obbligo per i lavoratori del settore sanitario oppure per l’accesso ai luoghi affollati, come i trasporti o gli stadi. È responsabilità degli Stati assicurare la protezione ai propri cittadini e questa è una giusta indicazione per proteggerli». Sbaglia chi lo considera una limitazione delle libertà? «In molte grandi democrazie le regole sono persino più rigide, basta guardare per esempio agli Stati Uniti. Chi non vuole usare il certificato non è obbligato ad averlo, ma non può certo rappresentare un rischio per gli altri. È una questione di responsabilità».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  D’Alimonte Roberto 
Titolo: Una maggioranza Draghi dopo il 2023
Tema: Governo e maggioranza

E se l’esperienza del governo Draghi continuasse dopo le prossime elezioni? Una ipotesi del genere oggi sembra fantapolitica. Le attuali aspettative ruotano intorno a due scenari che si intrecciano tra loro. Il primo vede Draghi passare da Palazzo Chigi al Quirinale. In questo caso non si sa chi potrebbe prenderne il posto. Molti temono elezioni anticipate. Altri se le augurano. Se si arrivasse al voto anticipato l’ipotesi più probabile è che vinca il centro-destra. Con il sistema elettorale in vigore, e con l’attuale distribuzione delle intenzioni di voto, ha parecchie chance di essere la coalizione più votata. Ma non è detto che questo basti a farne la coalizione con la maggioranza assoluta di seggi nelle due camere. Il sistema elettorale ha certo una componente maggioritaria – i collegi – che possono favorire la trasformazione di una maggioranza relativa di voti in maggioranza assoluta di seggi, ma è modesta e potrebbe non bastare. In questo caso chi andrebbe a dare una mano al trio Berlusconi-Salvini-Meloni per fare il governo? La domanda è intrigante ma non è questo il tema di questa riflessione. Oggi ci interessa esplorare un altro scenario, quello in cui Draghi non va al Quirinale, ma resta a Palazzo Chigi fino al 2023.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Signore Adalberto 
Titolo: II centrosinistra spinge Mattarella frena Le condizioni per il bis
Tema: Quirinale

Volendo provare a schematizzare al massimo e rimanendo fedeli al paragone calcistico, per la partita del Colle si può ipotizzare una tripla. Una sorta di 1-X-2 del Quirinale. Sono tre, infatti, i possibili scenari in campo. I primi due sono strettamente legati ai nomi di Mattarella e Mario Draghi. E sulla loro evoluzione pesa in maniera decisa un presupposto in verità imponderabile, perché dipende quasi esclusivamente dalle personali aspirazioni dei diretti interessati. Se l’attuale capo dello Stato o l’attuale premier fossero infatti disponibili o intenzionati a restare o andare al Colle, la partita potrebbe essere in buona sostanza già tracciata. Così non fosse, invece, si aprirebbe la via al terzo scenario ed entrerebbero in campo gli outsider. «Solo se e quando saranno superate le due ipotesi principali, cioè Mattarella e Draghi, potranno entrare in scena altre soluzioni», ha più volte ripetuto in privato un Pier Ferdinando Casini che segue la questione con particolare attenzione. Il primo scenario, dunque, è quello di un possibile bis. Circostanza che, va detto, il diretto interessato ha negato a più riprese e in maniera esplicita.  La seconda ragione è la riforma del taglio dei parlamentari che entrerà in vigore con la prossima legislatura, cioè nel 2023. Con la Camera che passerà da 630 a 400 deputati e il Senato da 315 a 200 senatori. E quindi con un deciso stravolgimento del collegio elettorale presidenziale.
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Testata:  Foglio – Inserto 
Autore:  Zingaretti Nicola 
Titolo: Contro il pd subalterno
Tema: PD

In un intervento pubblicato oggi sul Foglio, l’ex segretario del Pd e attuale governatore della regione Lazio torna in campo con un suo appello manifesto. Scrive Zingaretti: “Non si può pretendere di essere protagonisti del futuro, senza la consapevolezza della nostra identità e della nostra storia. Non ho mai sopportato una sinistra minoritaria e subalterna, che accetta la scorciatoia identitaria del no e del parlare male degli altri per raccattare voti (pratica di cui si abusa in maniera oscena anche al nostro interno). Lasciamo questa deriva deprimente ai partitini personali che servono (poco) solo a chi ne fa parte. Ora abbiamo l’occasione di essere i veri protagonisti della rinascita. C’è chi continua anche in questi giorni a fare politica cavalcando le paure e dando ad esse risposte sbagliate. Ma le paure si sconfiggono se si aggrediscono le ragioni di fondo che le creano e le diffondono. Vanno sgonfiate risolvendo i problemi, non alimentando la propaganda e la confusione”.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Galimberti Alessandro 
Titolo: Mille nomine in un biennio: così il patto tra correnti ha lottizzato Csm e giustizia
Tema: Csm

Le origini della crisi partono da lontano, in un contesto politico molto diverso dall’attuale e che aveva per obiettivo la riorganizzazione dell’ordinamento giudiziario: il governo è il Berlusconi II, la riforma porta il nome del Guardasigilli pro tempore, Roberto Castelli (della Lega), il periodo parte dal 2001 e dura fino al 2006. Riforma che, per tentare di ricalibrare il potere di autogoverno della magistratura – principio scolpito nella Costituzione agli articoli 105 e 107, in omaggio alla teoria moderna della tripartizione dei poteri dello Stato – interviene su due fronti. Da un lato mette mano alla composizione dell’organo di autogoverno (il Consiglio superiore della magistratura), riducendo il numero di componenti, ma ovviamente senza alterare la proporzione costituzionale tra toghe (2/3) e laici (1/3). Su un altro versante, cotnplementare a questo, la parte finale della riforma che debutta con i decreti attuativi del 2006/07 tocca il punctum dolens delle Procure della Repubblica, intervenendo con una rigida gerarchizzazione dei ruoli e attribuendo un potere centrale ai capi dell’ufficio.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Brusorio Paolo 
Titolo: Giovanni Malagò: “Ecco perché ho detto no a Berlusconi e sullo ius soli Salvini la pensa come me”
Tema: Intervista al Presidente del Coni

Il numero uno del Coni Giovanni Malagò, ora che i Giochi sono nella storia, rivive i brividi di un’edizione olimpica indimenticabile per l’Italia: 40 medaglie, 10 ori, 10 argenti e 20 bronzi. Aveva ipotizzato anche i 10 ori? «Nelle mie previsioni c’erano due ori certi: Busà nel karate e la coppia Tita-Banti nella vela. E li ho centrati. Poi avevo messo sul podio Tamberi e la staffetta. Certo non l’oro di Jacobs. Ma è stato bravo, lui come Tamberi, a salire sul treno giusto al momento giusto». A proposito di treni: dopo un’estate simile le hanno chiesto di salire su quello della politica? «E successo in passato, ma non le dico chi mi ha cercato. Io sono stato molto chiaro con chi mi ha eletto presidente e con il Cio di cui sono membro: non sarei serio se adesso lasciassi per la politica». Però quell’incontro con Berlusconi in Sardegna? «Ci siamo sentiti prima dei Giochi. Poi mi ha invitato a Porto Rotondo, io ero in barca da quelle parti. Mi ha mostrato e descritto con una passione incredibile il suo meraviglioso giardino…». E poi le ha chiesto di candidarsi? «Affatto. Non abbiamo mai parlato di politica». Scenderà mai in campo? «Non credo. Il mio futuro resta nello sport».
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Sorrentino Riccardo 
Titolo: Balzo record (3%) dell’inflazione Ue Pil italiano spinto dai consumi
Tema: Stime Eurostat

Quota tre per cento. L’indice dei prezzi di Eurolandia è salito ad agosto a una velocità mai registrata da novembre 2011, contro un +2,2% di luglio; e anche l’indice armonizzato italiano, che sembrava procedere più lentamente, ha accelerato fino al 2,6% dall’un per cento del mese precedente. L’indice nazionale italiano – che, a differenza di quello “europeo” non segue i prezzi dei saldi – è intanto salito del 2,1%, dall’1,9% del mese precedente. Non è del tutto corretto parlare di inflazione: non è un aumento generalizzato dei prezzi, non c’è unapressione sul lato della domanda tale da richiedere un intervento restrittivo della politica monetaria da parte della Banca centrale europea. È vero che anche l’inflazione core di Eurolandia è salita bruscamente dallo 0,7% di luglio all’1,6%, ma è un rialzo tutto legato all’andamento dei prezzi dei beni industriali non energetici, che hanno accelerato dallo 0,7% al 2,7%, segno di un’offerta compressa dalle difficoltà delle forniture, un effetto collaterale non ancora superato – ma in buona parte temporaneo della pandemia. I prezzi dei servizi, sia pure in ripresa, sono saliti del “solo” 1,1 per cento. In Italia, addirittura, l’indice “di fondo” nazionale è salito dello 0,6%, una velocità rimasta stabile rispetto a luglio.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Trovati Gianni 
Titolo: Pil, i consumi interni trainano la crescita
Tema: Stime Eurostat

Sono stati i consumi interni a produrre larga parte della ripresa italiana nel secondo trimestre. Il dato emerge dalla stima definitiva del Pil diffusa ieri dall’Istat, che conferma i numeri preliminari pubblicati a fine luglio (+2,7% in termini congiunturali rispetto al primo trimestre, +17,3% in termini tendenziali rispetto allo stesso periodo 2020) e ne dettaglia le componenti. I consumi delle famiglie hanno prodotto una spinta del 2,8%, un altro 0,5% arrivato dagli investimenti fissi lordi e uno 0,3% dall’export, mentre la diminuzione delle scorte ha determinato una contrazione dello 0,8% e il contributo della spesa pubblica è stato negativo per due decimali. Nello stesso periodo, chiosa l’analisi dell’Istituto di statistica, «le ore lavorate sono cresciute del 3,9% in termini congiunturali, le posizioni lavorative dell’1,9%mentre i redditi pro capite sono risultati sostanzialmente stazionari». i numeri gettano anche qualche premessa positiva sul trimestre estivo, che potrebbe fotografare per la terza volta consecutiva un’economia italiana in risalita anche se con un tendenziale meno spumeggiante: il +17,3% confermato ieri nasce infatti dal paragone con il trimestre schiacciato dal lockdown 2020.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ducci Andrea 
Titolo: Crescita, in un anno balzo del 17,3% L’Italia meglio di Usa e Germania
Tema: Crescita Italia

L’economia italiana archivia il secondo trimestre con una crescita del 2,7% rispetto al trimestre precedente e con un balzo del 17,3% in confronto al medesimo periodo dello scorso anno, contrassegnato all’epoca dal forte rallentamento delle attività produttive a causa della pandemia. A certificare i dati è l’Istat, confermando le stime preliminari diffuse nelle settimane scorse, l’Italia del resto anche in base alle analisi dell’Ocse segna, dopo il Regno Unito, la crescita economica più marcata tra i paesi aderenti all’Organizzazione, precedendo Germania e Francia, che archiviano il secondo trimestre rispettivamente a + 1,6% e + 0,9%. Un quadro complessivo che spinge il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, a dire: «È confortante la solida ripresa di cui l’industria è protagonista, ma continua a preoccuparci la sicurezza sanitaria. Le varianti del virus tornano a far salire i contagi nel mondo avanzato».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bartoloni Marzio – Fotina Carmine 
Titolo: Dalle discoteche alle fiere: ecco gli aiuti a chi ha chiuso
Tema: Dl Sostegni-bis

Contributi a fondo perduto fino a un massimo di 25mila euro per le discoteche che a causa del Covid non hanno mai aperto, neanche nella stagione estiva. E poi aiuti economici tagliati su misura – dai 3mila ai 7.500 fino ai umila euro – a tutte le altre attività, a partire da quelle legate al settore della montagna, costrette a chiudere durante il 2021 con i contributi calcolati in base ai ricavi e ai compensi dell’anno d’imposta 2019. A patto però che in queste ultime attività, previste in un apposito elenco con codici Ateco, le chiusure siano durate almeno 100 giorni. È pronto il decreto che distribuisce gli aiuti economici per 140 milioni di euro previsti dal decreto Sostegni-bis di fine maggio scorso (DI 73/2021) che ha stanziato le risorse aggiuntive per sostenere tutte quelle attività economiche colpite dall’ultimo round di chiusure a causa del Covid. Il provvedimento firmato già dal ministro dello Sviluppo economico Giorgetti è ora alla firma del collega all’Economia, Franco, prima della registrazione alla Corte dei conti. «È un provvedimento doveroso, promesso alle categorie costrette a restare chiuse per legge. È giusto che discoteche, palestre e altre realtà in condizioni simili abbiano uno strumento speciale avendo pagato un prezzo più alto a causa dei cambiamenti imposti dalle regole restrittive contro il Covid», ricorda il ministro Giorgetti.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Greco Andrea 
Titolo: Mps, Unicredit chiede nuove garanzie al Tesoro su 15 miliardi di crediti
Tema: Mps-Unicredit

La cessione di Mps a Unicredit entra nel vivo: con il braccio di ferro su 15 miliardi di euro di crediti a minore solvibilità, che il probabile compratore non intende intestarsi a meno che il Tesoro offra garanzie in caso di default. Si lavora a forme di cartolarizzazione sintetica, che al costo di una commissione spostino i rischi di perdita su terzi. Il negoziato esclusivo, fino al 9 settembre, sarà ragionevolmente esteso, forse tutto il mese, per comporre il mosaico di una trattativa che uno degli attori in campo dice «avanzata, ma non tanto da avere un quadro completo». Intanto il campo si allarga: oltre a Unicredit e ad Amco, anche Mcc è entrata in data room, «con informazioni relative ad una selezione di sportelli bancari», come ha reso noto la banca senese ieri sera, e che potrebbero portare l’istituto pubblico a rilevare tra 100 e 150 filiali della banca senese nel Mezzogiorno.  Il problema, rivelano due fonti dietro le quinte, riguarda la quantità e complessità di decine di migliaia di finanziamenti, che ammontano a 90,5 miliardi di euro e formano la gran parte del bilancio del Monte.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Picchio Nicoletta 
Titolo: L’industria alimentare cresce dell’8%. Bonomi: «Dall’industria i risultati più significativi dell’intera economia»
Tema: Salone Cibus 2021

La ventesima edizione di Cibus, la fiera internazionale dell’alimentare, si è aperta ieri a Parma sotto buoni auspici: la produzione made in Italy chiuderà il 2021 Federalimentare con un fatturato di 154 miliardi di euro, l’8% in più rispetto al 2020. «La soddisfazione è poter dire all’intera Italia che ancora una volta la nostra industria sta ottenendo i risultati più significativi dell’intera economia». Carlo Bonomi conclude l’assemblea di Federalimentare, in occasione di Cibus, «una grande vetrina non solo nazionale ma mondiale di tutto dò che la nostra Italia offre come eccellenza nel mondo». L’industria è «protagonista della ripresa», come anche nelle altre crisi esogene: «ma il dibattito pubblico stenta a prenderne atto. La politica e vaste componenti del sindacato continuano ad essere vittime di una narrazione legata ad un lungo passato ideologico». Alla rappresentanza spetta di riportare tutti ai fatti e al rispetto dei numeri, «con equilibrio, responsabilità, grande rispetto delle istituzioni, come è tipico nella storia di Confindustria». I numeri della filiera alimentare sono consistenti: 50 miliardi l’obiettivo dell’export, 9% il peso sul pil. «Vi sembra che questo ruolo sia riconosciuto? La risposta è no».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ferraino Giuliana 
Titolo: «L’Expo di Dubai? All’Italia una spinta di 1,5 miliardi l’anno»
Tema: Expo Dubai

«Siamo pronti», annuncia Paolo Glisenti, 69 anni, commissario generale dell’Italia all’Expo di Dubai, che parte fra un mese, con un anno di ritardo a causa della pandemia. «Il nostro padiglione rappresenta in modo chiaro la svolta delle Expo universali: si parla di architettura narrativa, che racconta la storia del Paese. Tre grandi scafi rovesciati, i cui colori simboleggiano il tricolore, fungono da tetto per il padiglione: rappresentano l’Italia in viaggio verso il nuovo». Un’altra particolarità: è l’unico padiglione a non avere impianto di condizionamento, ma è attrezzato con «un sistema di alghe e piante che assorbono la CO2 e rigenerano l’aria», spiega Glisenti. «Le pareti sono fatte con qualche chilometro di cordame che fa passare aria e vento. Per questo lo chiamiamo il Padiglione che respira. Ma è anche il Padiglione che emoziona: è dotato di un sistema di illuminazione digitale. E’ un padiglione che si mangia: pareti e soffitti sono costruiti con bucce di arance e chicchi di caffé. Infine è un padiglione che parla e che ascolta: è totalmente digitalizzato con un modello di partecipazione vera. Queste quattro qualità sono il frutto del contributo tecnologico delle aziende italiane, grandi ma anche medie e piccole».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fatiguso Rita 
Titolo: Cina, al via la stretta sui dati Sotto tiro le big tech del Paese
Tema: Cina, Data security law

La fitta ragnatela di regole del Governo cinese a difesa della sicurezza dei dati sensibili sta imbrigliando le migliori aziende tecnologiche di Pechino, le più internazionalizzate e, anche, le più amate dagli investitori stranieri. La parabola delle Big tech cinesi, resa evidente dall’andamento convulso dei titoli degli ultimi mesi, non può che peggiorare. Da oggi, infatti, è operativa la Data security law, destinata a dare il colpo di grazia alle quotazioni cinesi sui listini stranieri perchè impone misure molto pesanti sulla conservazione e l’uso dei flussi di dati creati in Cina che, anche solo potenzialmente, potrebbero lasciare il Paese, come avviene nel caso delle quotazioni all’estero. Non sarà facile adeguarsi, tanto è vero che Pechino ha concesso una moratoria organizzativa fino a fine anno. Ma la legge è legge e indietro non si torna. Sempre da oggi, infatti, una revisione della Cybersecurity Law varata quattro anni fa, spiega cosa sono le infrastrutture telematiche sensibili, precisando che la vigilanza sarà affidata all’autorità di Pubblica sicurezza.
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Testata:  Mf 
Autore:  Follis Manuel 
Titolo: Tlc, boom m&a a quota 80 mld
Tema: Tlc

Nel primo semestre l’industria delle telecomunicazioni a livello mondiale ha generato operazioni di mea complessivamente per 80 miliardi di dollari, un valore che da solo rappresenta quasi quanto fatto in tutto il 2019 (97miliardi) e il 65% in più rispetto al primo semestre 2021 (49 miliardi). Il dato emerge dal monitoraggio trimestrale di Bain e Company sul settore globale delle tlc. A spingere il mercato sono soprattutto le trattative riguardanti i business infrastrutturali, dalla fibra alle torri di trasmissione. L’estrema competitività del settore sta infatti spingendo i grandi gruppi a realizzare operazioni straordinarie per differenziare la redditività e prepararsi al futuro sviluppo del settore. La maggior parte dei deal realizzati finora nel 2021 sono stati siglati in America, Europa, Medio Oriente e Africa, anche se la quota dell’area Asia-Pacifico è aumentata in un anno di 10 punti percentuali. Guardando ai tipi di accordi conclusi, le operazioni che riguardano il business della fibra ottica e le compravendite di torri o di altre infrastrutture di telecomunicazioni, come i data center, hanno proseguito nella crescita già registrata negli ultimi cinque anni, con valutazioni che restano elevate.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Scott Antonella 
Titolo: Ritirata Usa, la festa dei talebani Biden: ho fatto la scelta giusta
Tema: Afghanistan

Il giorno che per sempre segnerà il fallimento della missione americana in Afghanistan, e in cui Joe Biden è stato chiamato a difendere un ritiro segnato da caos, tragedie familiari e sangue, è giorno di festa per i talebani, che poco dopo la mezzanotte di lunedi hanno salutato con spari e fuochi d’artificio il decollo dell’ultimo volo, preceduto dall’immagine-simbolo del generale Chris Donahue che si imbarca nella notte. L’ultimo soldato americano a lasciare la terra afghana, dopo vent’anni. E a prima vista non si noterebbe troppo la differenza, perché i talebani che si aggirano nella sezione americana dell’aeroporto di Kabul hanno le stesse uniformi, abbandonate dalle forze afghane del governo sconfitto insieme a un bottino di elicotteri e armamenti vicino a cui i nuovi arrivati si fanno foto ricordo: «Possono girarci attorno quanto gli pare – commenta da Washington il portavoce del Pentagono, John Kirby, assicurando che attrezzature e mezzi militari sono stati messi fuori uso -: non possono né partire né volare. Le uniche cose che abbiamo lasciato in funzione sono un camion dei vigili del fuoco e un carrello elevatore per permettere allo scalo di restare più operativo».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Palumbo Marilisa 
Titolo: Biden: «Il mondo è cambiato, dovevo finire la guerra eterna»
Tema: Afghanistan

Deciso e apparentemente impermeabile alle critiche che gli sono piovute addosso dai repubblicani ma anche dai democratici, Biden ha cominciato dalle spiegazioni, provando a rispondere punto per punto. L’evacuazione doveva partire settimane se non mesi prima: «Con tutto il rispetto non sono d’accordo», ha detto il presidente argomentando come una uscita massiccia dal Paese nel mezzo di una guerra civile e dell’avanzata talebana sarebbe stata forse ancora più caotica, e assicurando che l’invio dei seimila rinforzi era parte di un piano studiato in precedenza: «Eravamo pronti quando gli afghani hanno visto il loro governo collassare e il presidente scappare». La promessa di «restare fmché non saranno tutti fuori», fatta appena pochi giorni fa durante una intervista televisiva, resta inevasa davanti ai circa 200 americani che non sono riusciti a scappare, ma il presidente ha assicurato che per chi vorrà «non c’è scadenza», «resta l’impegno a tirarli fuori se vogliono essere tirati fuori». «Con voi non abbiamo finito», ha detto rivolgendosi all’Isis-K, che ha rivendicato quell’attacco. Ma a tutti quelli che hanno ripetuto che si poteva continuare come negli ultimi anni, con una presenza militare e delle perdite limitate, Biden ha risposto che se l’America non avesse tenuto fede alla promessa del ritiro gli attacchi dei talebani sarebbero ricominciati.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Sorbi Mattia 
Titolo: Spari e foto in divisa Usa La festa dei talebani “Ora Kabul è solo nostra”
Tema: Afghanistan

Fucili puntati in aria, passo deciso verso i velivoli americani lasciati a terra. È da poco passata la mezzanotte quando alcuni soldati talebani vestiti con uniformi americane si fanno riprendere trionfanti dentro gli hangar dell’aeroporto Hamid Karzai di Kabul. È un tripudio di proiettili di kalashnikov udibili da ogni dove quello che, insieme alle grida di giubilo, accompagna il loro ingresso nel luogo che ha rappresentato una speranza di libertà per migliaia di persone. L’ultimo aereo americano è decollato poche ore prima portando in salvo gli ultimi af ghani rimasti all’interno dell’aeroporto. Per tutti gli altri rimasti fuori, non c’è stato niente da fare. Si polverizzano così in pochi minuti vent’anni di presenza americana e occidentale in un Paese turbolento che ha di fatto rifiutato le conquiste apportate in quest’ultimi due decenni. Per festeggiare, i talebani postano foto con equipaggiamenti e armi abbandonate dagli americani mentre salgono sui mezzi lasciati indietro dagli Usa e dagli altri partner Nato, con tanto di selfie mentre gioiscono (o pregano) negli elicotteri statunitensi: «Ora kabul è solo nostra».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Romano Beda 
Titolo: Bruxelles: prevenire migrazioni incontrollate Aiuti ai Paesi confinanti
Tema: Crisi migratorie

Preoccupati da nuove crisi migratorie, a Est come a Sud, i Ventisette hanno discusso ieri delle conseguenze della disfatta afghana. Nessuno vuole il ripetersi della crisi del 2015 quando migliaia di persone sono giunte a piedi in Europa dalla Siria e dall’Iraq. Tutti sono d’accordo per tentare di arginare l’arrivo di profughi dall’Afghanistan. Si vuole quindi aiutare finanziariamente il vicinato, sulla falsariga di ciò che avvenne con la Turchia cinque anni fa. Il tema sarà anche al centro dei colloqui, domani a Marsiglia, tra Mario Draghi ed Emmanuel Macron In una riunione straordinaria, voluta dalla presidenza slovena dell’Unione Europea, i ministri degli Interni hanno approvato una dichiarazione in cui si mette l’accento sulla necessità di stabilizzare la regione, aiutando i Paesi limitrofi dell’Afghanistan ad accogliere eventuali ondate di profughi, dopo il ritorno al potere dei talebani a Kabul. «Per evitare una crisi migratoria dobbiamo innanzitutto evitare una crisi umanitaria» ha detto Ylva Johansson, commissaria agli affari interni, durante una conferenza stampa.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Basso Francesca 
Titolo: L’Europa e l’incubo di una nuova ondata «Aiutiamo gli afghani in casa e ai confini»
Tema: Crisi migratorie
Aiutare gli afghani nella regione, collaborando e aiutando finanziariamente i Paesi confinanti e di transito e le organizzazioni internazionali. Inoltre priorità alla sicurezza. I ministri dell’Interno dell’Ue si sono incontrati a Bruxelles per discutere gli sviluppi della situazione in Afghanistan in una riunione straordinaria. E il messaggio dell’Unione europea non lascia spazio a fraintendimenti: «Dobbiamo evitare una crisi umanitaria per evitare una crisi migratoria. Dobbiamo aiutare gli afghani in Mghanistan. Ci sono persone sfollate internamente che hanno cominciato già a rientrare nelle proprie case», ha detto la commissaria Ue agli Affari interni Ilva Johansson nella conferenza stampa al termine del consiglio. «Convocherò un forum ad alto livello sul reinsediamento il mese prossimo per continuare a discutere su questo tema con gli Stati membri in un contesto globale, con altri Paesi che sono pronti a fare di più su questo», ha spiegato Johansson, che ha ribadito: «La soluzione per le persone in Afghanistan non è quella del reinsediamento ma ci sono persone che hanno bisogno di raggiungere la sicurezza che è garantita qui nell’Ue». Il riferimento al forum nella dichiarazione finale, come spiegato dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, è un passo avanti rispetto alle bozze.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso – Mastrobuoni Tonia 
Titolo: Draghi vola da Macron “Corridoi per i rifugiati e patto sulla difesa Ue”
Tema: Crisi migratorie

Si ritroveranno a cena. E lì, nel cuore di Marsiglia, Mario Draghi ed Emmanuel Macron cercheranno di sancire una doppia svolta. Prima di tutto rilanciare un’iniziativa italo-francese sull’Afghanistan, provando a difendere un G20 straordinario che adesso sembra imbrigliato dai veti tra superpotenze. E costruire una proposta per la difesa comune europea, che superi il meccanismo infernale dell’unanimità. I due leader ci credono. Vogliono accelerare. E intendono candidarsi a colmare la “vacatio” tedesca in Europa, frutto di elezioni politiche incerte e orfane di leadership “pesanti” dopo i tre lustri di Merkel. E’ il segnale politico del bilaterale, annunciano le due diplomazie. Necessario per dare risposta ad alcuni segnali allarmanti. L’ultimo, in ordine di tempo, è di ieri, con la riunione dei ministri degli Interni Ue incapace di approvare una proposta continentale sui corridoi umanitari, anche a causa delle cautele di Berlino. La crisi afghana, ovviamente, è lo spunto che ha convinto Macron a invitare il premier italiano. L’ambizione di Draghi e Macron è allargare al massimo la cooperazione. Sui migranti. Sulla revisione del patto di stabilità e l’eventuale Recovery bis. In Libia e Sahel. E soprattutto sulla difesa comune, in modo da portare a una svolta già nel primo semestre 2022, a presidenza francese. Ne potrebbero discutere già oggi i ministri della Difesa Ue.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Guerini Lorenzo 
Titolo: Difesa comune Ue non più rinviabile
Tema: Difesa Ue

Scrive il Ministro della Difesa Guerini: “Certamente gli eventi drammatici cui abbiamo assistito ci chiamano, come ho sottolineato in Parlamento, ad una profonda riflessione, sia nei contesti internazionali sia a livello nazionale, per ripensare ai nostri modelli di intervento e alla necessità di un approccio multidimensionale, coerente, efficace e condiviso, di cui chiaramente le Forze Armate sono una delle componenti. La Nato ha da tempo avviato un processo di revisione strategica, il cosiddetto Nato 2030. Sono convinto che la “lezione afgana” debba essere lo spunto per tracciare l’idea stessa di Nato del futuro. Una Nato che dovrà relazionarsi in maniera sempre più efficace con le altre grandi organizzazioni internazionali, prima fra tutte l’Unione Europea. Unione chiamata con urgenza, dopo l’epilogo afgano, a definire coraggiosamente la propria autonomia strategica, valorizzando al massimo le peculiarità e gli strumenti che le sono propri, essendo l’organizzazione che, più di tutte, ha le capacità di intervenire con efficacia nella realizzazione di azioni proiettate allo sviluppo economico, culturale e sociale dei Paesi in cui siamo chiamati ad operare.”:
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Modolo Gianluca 
Titolo: Cina, avanti compagne L’ascesa delle donne verso i vertici del partito
Tema: Cina

In quel “club per soli uomini” che da sempre è la politica cinese, qualcosa si muove. Lentamente, ma tant’è. A guadagnarsi le prime pagine dei giornali in questi giorni è stata Shi Xiaolin, appena nominata segretaria del Partito comunista nella città di Chengdu, capoluogo del Sichuan. A 52 anni questa economista di Shanghai ha già stabilito un doppio record: prima a ricoprire tale carica da 40 anni a questa parte e la più giovane donna tra membri dei Comitati di Partito provinciali di tutta la Cina. A fare politica Shi ha iniziato trent’anni fa, giovanissima, nella sua città. Facendosi prima le ossa nelle amministrazioni dei vari distretti della metropoli del Sud e scalando via via le gerarchie del Pcc. La nomina di Shi è soltanto l’ultima di una serie di promozioni nelle posizioni di vertice dall’inizio dell’anno ad oggi.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Gandolfi Sara 
Titolo: Ostaggi sulle auto in corsa Il commando di rapinatori che terrorizza il Brasile
Tema: Brasile

Armati come in guerra. Una banda di decine di criminali ha preso in ostaggio per una notte una cittadina di 200.000 abitanti in Brasile per rapinarne le banche. Non è la prima volta che il «Novo Cangaço» (i nuovi banditi) fa parlare di sé nel Paese latinoamericano ma stavolta ha superato anche i limiti del più assurdo B-movie. Lunedì scorso, intorno a mezzanotte, diversi uomini incappucciati, a bordo di una decina di auto, hanno assaltato la cittadina di Araçatuba, nell’interno dello Stato di San Paolo, a circa 500 chilometri dalla sua capitale. I delinquenti hanno bloccato la sede della polizia e i principali accessi al centro urbano, dando fuoco a camion e automobili per impedire l’arrivo dei rinforzi, e disseminato cariche esplosive azionate da sensori di prossimità a infrarossi in diversi punti strategici. Quindi, hanno rapinato almeno tre banche e legato decine di ostaggi, come scudi umani, sui tetti e sui cofani delle vetture in corsa per fuggire indisturbati.
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