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Pietro Salini. Webuild, l’ordine australiano raddoppia a 7 miliardi

01.09.2023

Articolo pubblicato il 1 settembre 2023 da “Il Sole 24 Ore”

 

Se fosse una batteria, sarebbe la più grande al mondo. Perché l’impianto idroelettrico Snowy 2.0, in costruzione tra le montagne australiane del New South Wales, funziona proprio come una batteria: si carica, immagazzina energia e poi la mette a disposizione delle città australiane quando serve. La più grande al mondo perché, una volta realizzata, la maxi opera sarà in grado di accendere la luce e far funzionare gli elettrodomestici di 5oomila famiglie australiane. Una grande opera all’estero che nasce con il marchio del made in Italy: quello del Gruppo Webuild, lo stesso che ha costruito il Ponte San Giorgio di Genova, che sta realizzando i più importanti progetti di altavelocità ferroviaria in Italia, dal Terzo valico alla Napoli-Barie che ha appena consegnato la tratta della metropolitana M4 che collega il centro di Milano all’aeroporto di Linate.

Webuild, che sta realizzando l’opera attraverso la joint venture Future Generation, controllata al 100% dopo l’acquisizione dell’australiana Clough, ha negoziato la revisione del contratto con il committente Snowy Hydro. Si tratta del più grande progetto australiano nel settore idroelettrico e delle fonti rinnovabili. La rinegoziazione prevede il passaggio a un modello di contratto con costi target incentivati, la liquidazione di tutti i daims avanzati da Webuild fino a oggi e il budget per l’opera incrementato a u miliardi di dollari australiani (circa 7,1 miliardi di euro) dai precedenti 5,9 miliardi di dollari australiani (3,5 miliardi di euro). Il nuovo accordo considera, tra gli altri, eventi esogeni come il Covid-19, l’aumento del costo dei trasporti, delle materie prime e della forza lavoro e le difficoltà legate alle condizioni geologiche del sito. La data prevista per l’entrata in esercizio commerciale dell’intero impianto è dicembre 2028.11 progetto è stato rivisto incrementando del 10% la capacità di generazione di energia elettrica dell’opera (2.200 megawatt).

«L’annunciata revisione del contratto e il maggior budget per Snowy 2.0 rappresenta una notizia chiaramente positiva per Webuild», osservano gli analisti di Equita, che aggiungono: «Con la revisione del valore di assegnazione dell’opera e soprattutto con la revisione del modello di contratto da fixed cost a incentivised target cost viene meno il rischio percepito su uno dei principali e più complessi contratti nel portafoglio ordini di Webuild». Anche per Intermonte la notizia è «molto positiva»: la revisione contrattuale, dicono gli analisti, aumenta «la visibilità sui margini prospettici del gruppo che avevano nel contratto Snowy 2.0 una potenziale fonte di rischi».

La revisione del contratto australiano porta a 20,7 miliardi di euro i contratti acquisiti e in corso di finalizzazione nei primi otto mesi del 2023 dal Gruppo Webuild. L’Australia, con il 20% del fatturato del Gruppo, rappresenta il primo mercato estero per Webuild. Snowy 2.o, con il suo portato di innovazione e le dimensioni considerevoli dell’opera, è la risposta concreta di come possa essere condotta la transizione energetica, e allo stesso tempo di come infrastrutture moderne possano guidare la rivoluzione sostenibile, un terreno dove Webuild è leader nel mondo. Il mercato apprezza: ieri alla Borsa di Milano il titolo Webuild ha chiuso in rialzo del 9,46% a 1,886 euro.

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