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Nocivelli : «L’impresa è una squadra che crea valore»

12.04.2023

All’età di 54 anni ha ricevuto un riconoscimento di grande valore, sentendosi «profondamente onorato di entrare a far parte dei Cavalieri del Lavoro». Un titolo concesso a pochi imprenditori che sono anche chiamati a essere un modello positivo. «Sento la responsabilità di continuare a generare valore condiviso, creare lavoro, favorire la crescita economica, l’innovazione e la transizione ecologica. L’orgoglio per questa onorificenza va di pari passo con la gratitudine nei confronti di chi mi ha aiutato a raggiungere il traguardo: penso a tutte le persone che ogni giorno contribuiscono con il proprio lavoro e grande passione a rendere concreti quei valori positivi che il cavalierato del Lavoro intende premiare». Marco Nocivelli non nasconde la soddisfazione di essere protagonista della virtuale staffetta con lo zio, Franco, Cavaliere del Lavoro nel 1988, e con suo padre, Luigi, Chevalier de la Legion d’Honneur francese nel 1998, sapendo che i passaggi generazionali non sono sempre facili. Cita la Costituzione, il cui primo articolo sancisce che il lavoro è il fondamento stesso della Repubblica democratica italiana.

«La possibilità di realizzarsi attraverso il lavoro – commenta – è un diritto che deve essere garantito dalla Repubblica. Nelle mie attività in ambito aziendale e all’interno di Anima Confindustria, l’obiettivo è onorare questo principio cercando di portare valore nel mondo del lavoro, di fare emergere le eccellenze e contribuire allo sviluppo del Paese nell’ottica della modernizzazione e della sostenibilità ambientale, sociale e di governance». Per il Cavaliere del Lavoro Marco Nocivelli ottenere brillanti risultati in azienda e guidare un’associazione di categoria «sono attività e realtà complementari. Le associazioni di categoria non esisterebbero senza le imprese, che aloro volta ne ricevono sostegno, in un intreccio continuo – sottolinea -. Le esperienze maturate in ambito aziendale gli hanno permesso di approfondire la conoscenza del mondo industriale, di essere in stretto contatto con le reali necessità degli attori del mercato, comprenderne le richieste e avere un dialogo costante con l’intero sistema».

È in risposta a queste esigenze che si inserisce l’attività di Anima Confindustria, portando avanti gli interessi del comparto dell’industria meccanica italiana e del Paese e correndo nella stessa direzione delle aziende che rappresenta. Circa la fase di carenza di manodopera, trasversale a tutti i settori manifatturieri e dei servizi e a come la vivono gli imprenditori, Nocivelli ritiene che «il complicato periodo a livello economico e sociale che stiamo vivendo da due anni a questa parte, contraddistinto da penuria di materie prime, crisi energetica e super inflazione, sta creando difficoltà all’intera industria italiana con molte aziende che, per evitare chiusure di reparti o la cessazione di ogni attività, si trovano costrette a tagliare i costi sul personale o a rinunciare ad assumere nuova manodopera». Anima ha presentato cinque proposte pragmatiche che la manifattura italiana, chiedendo al Governo di sostenere e valorizzare il settore secondario, e una di queste è il fattore umano per l’industria dei prossimi anni. Per ridurre il divario tra domanda e offerta è necessario investire nella formazione di figure professionali che siano in grado di affrontare le sfide di mercato, a partire dai più giovani. Su come definire l’impresa, Il Cavaliere del Lavoro Marco Nocivelli ha le idee molto chiare: laconsidera «una squadra che, spinta da una visione comune e condivisa, riesce a generare un valore per tutti i cosiddetti stakeholder, dai collaboratori ai clienti, dai fornitori al territorio, dagli azionisti alle istituzioni. L’impresa funziona quando vi è chiarezza su cosa si deve fare, chi deve farla e quando e, soprattutto, quando ci sono fiducia e reciproco rispetto».

E sugli imprenditori evidenzia che si tratta di persone «coraggiose ed ottimiste. Non si fermano quando le cose non vanno avanti o quando gli ostacoli sono rilevanti, ma anzi vivono come una sfida riuscire a superare difficoltà che altri vedono come insormontabili. Per il mio sviluppo professionale – conclude Nocivelli – un ruolo fondamentale lo ha avuto mio padre Luigi, che fin dalla mia gioventu mi ha spinto a formarmi sul campo. Grazie ai suoi preziosi insegnamenti ho avuto la fortuna e il privilegio di portare Epta a essere uno dei più importanti gruppi industriali della refrigerazione commerciale e una multinazionale presente in cinque continenti, con un fatturato che nel 2021 ha registrato 1,367 miliardi di euro e che dà lavoro ad oltre 6 mila persone nel mondo».

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Articolo pubblicato il 12 aprile da BresciaOggi

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