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Il successo sia fattore di CRESCITA SOCIALE | Civiltà del Lavoro 4-5/2024

02.02.2025

È per me un grande onore essere qui, al cospetto dei neo Cavalieri del Lavoro, donne e uomini che con tenacia, passione e visione hanno contribuito al progresso del Paese. Oggi, infatti, celebriamo non solo l’affermazione dei singoli, ma il valore dell’onorificenza, basata sul successo imprenditoriale come fattore di crescita economica, sociale e di benessere diffuso.
Il Presidente della Repubblica – che ringrazio – nel conferire oggi la prestigiosa onorificenza, ci indica alla considerazione pubblica, legando al valore del merito i nostri nomi, quelli di voi neo Cavalieri del Lavoro e quelli di voi Alfieri del Lavoro, giovani brillanti selezionati tra i venticinque migliori studenti d’Italia.
Sul lavoro, istitutivo del nostro Ordine, mi permetto di riprendere una frase pronunciata da Lei, Signor Presidente, nel suo intervento per la Festa del Primo Maggio a Cosenza: “Il lavoro è legato in maniera indissolubile alla persona e alla sua dignità. E proprio la connessione con la realizzazione della personalità umana conferisce al lavoro un significato ben più grande di un bene economico. Il lavoro è infatti elemento costitutivo del destino comune”.
Queste sue parole indicano il lavoro come elemento fondativo della nostra comunità. E allora la domanda è: come possiamo migliorare le forme e l’organizzazione del lavoro per riuscire a ottenere maggiore gratificazione come “persone” e contribuire a far progredire il nostro “destino comune”?
Lo possiamo fare grazie all’impegno assoluto, al lavoro, alla dedizione, al sacrificio, alla passione che alimentano il sacro fuoco del nostro essere imprenditori.
Molti Cavalieri del Lavoro, laureati o non laureati (e non si registra una predominanza di laureati), hanno fatto la gavetta, cioè hanno iniziato a lavorare dalle mansioni più semplici, che non è affatto una diminuito, ma una condizione che consente di raggiungere con più efficacia il successo. È ciò che abbiamo imparato nel tempo a dare nutrimento e forza al successo di domani.
A differenza di altri settori, l’ascensore sociale nel mondo imprenditoriale è molto forte.
Se si vuole creare qualcosa di importante e farla durare, passione e intuito possono tuttavia non bastare. Serve un terzo elemento: l’etica. Solo se si agisce mossi da questa fonte di energia positiva, se si fa buona impresa, è possibile andare lontano. “Morality is longevity”. L’attuale contesto internazionale pone sfide – geopolitiche, tecnologiche, energetiche, e qui sta la chiave più importante, di mercato e di sostenibilità – che alcuni settori produttivi non possono affrontare singolarmente. Occorre cooperazione tra gli Stati per poter dare aiuti concreti. E ciò è vero soprattutto per i Paesi che fanno parte dell’Unione europea, che possono immaginare un percorso di crescita duratura solo nel quadro di una sempre più solida integrazione comunitaria.
Come ha messo ottimamente in evidenza anche Mario Draghi nel rapporto sul “Futuro della competitività europea”, è necessario accelerare lungo la strada della ricerca tecnologica.
Conoscenza e ricerca rappresentano inoltre fattori essenziali anche per rispondere alla sfida ambientale. La produzione e il consumo di energia non possono che trovare nella sostenibilità il proprio comune denominatore. Ignorarlo condurrebbe a pagare in futuro costi economici e sociali ben superiori rispetto a quelli richiesti oggi. Assistiamo al passaggio da un modello in cui c’era prima la formazione e poi il lavoro, a un modello in cui per tutta la vita e per tutte le età diventa necessaria una formazione permanente.
Come Cavalieri del Lavoro è forte il nostro impegno. Uno studio sulle oltre 50 Academy dei Cavalieri del Lavoro, ha messo in luce come queste rappresentino veri e propri centri di eccellenza promossi dalle imprese per lo sviluppo delle competenze.
Un’attenzione del tutto particolare per la nostra competitività – oltre che per una evidente questione civile – merita il tema della partecipazione femminile al mondo del lavoro.
In Italia abbiamo avuto importanti esempi di grandi figure femminili alla guida di attività imprenditoriali. Quest’anno ricorre il 60° anniversario dalla nomina della prima donna insignita Cavaliere del Lavoro, Gilberta Gabrielli Minganti, imprenditrice metalmeccanica di Bologna. Per celebrare questo anniversario la Federazione ha realizzato un volume dedicato alle donne insignite nel Novecento: “Donna e Impresa. Storie di Cavalieri del Lavoro”. Sono storie imprenditoriali che fotografano la trasversalità e l’ampiezza di un potenziale prezioso.
Non esiste buon lavoro se non viene garantita la sicurezza dei luoghi dove il lavoro viene esercitato. La sicurezza sul lavoro è un valore etico, morale e imprenditoriale irrinunciabile. Ed è anche un forte fattore di competitività e non un costo per le aziende. Come Federazione avvieremo presto una collaborazione con l’Inail allo scopo di affermare la cultura della sicurezza come elemento coessenziale all’attività imprenditoriale di successo. Signor Presidente, Principi democratici e progresso economico si tengono tra loro uniti. Il miracolo economico italiano del secondo dopoguerra, alla cui realizzazione tanto contribuì la figura di Luigi Einaudi, che qui intendo ricordare, è figlio di un Paese che torna alla libertà, che rifiuta il dirigismo e il protezionismo, che riconosce il diritto di voto alle donne, e quindi allarga i diritti, che si fa promotore di un processo di integrazione tra le nazioni d’Europa.
Concludo.
Solo chi ha contribuito per un periodo significativo – la legge indica almeno 20 anni – con autonoma responsabilità e specchiata condotta alla crescita del Paese e al benessere della collettività, può ambire a questo titolo di Cavaliere del Lavoro.
Attraverso le vostre imprese, avete scritto storie straordinarie. Da oggi siete chiamati dalla Repubblica a continuare a fare da esempio, a sviluppare con ancora maggiore successo le vostre attività e contribuire ulteriormente alla crescita del Paese. Mi permetto di ricordare le sue parole pronunciate lo scorso anno Signor Presidente. “Le imprese – con il lavoro, le competenze, le tecnologie che valorizzano – partecipano a pieno titolo alla dirigenza di un Paese. Concorrono a indicare il senso di marcia”.
Facciamo nostre queste parole e l’auspicio che rivolgo a voi e a tutti gli altri Cavalieri del Lavoro è che sappiate essere di ispirazione per unire tutti coloro che credono nel lavoro come fondamento della dignità e del progresso umano.
Siate all’altezza di continuare, come i vostri predecessori, a praticare e a “indicare il senso di marcia”.
Grazie per l’attenzione.

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