«Come azienda sentiamo molto il tema della formazione, perché i cambiamenti sono velocissimi. La Bonfiglioli è partita con i riduttori industriali e man mano abbiamo sviluppato la parte elettrica, poi elettronica fino all’ultima acquisizione, quella di un’azienda che fa schede elettroniche. Così possiamo offrire la soluzione integrata migliore in tutto quello che si muove, dalle pale eoliche alle macchine per l’edilizia o il recycling, alle scale mobili.
Ma è un tema che sento molto anche a livello personale. Con i miei figli – uno laureato l’anno scorso, l’altro lo farà quest’anno – abbiamo fatto un patto di famirjia sulle competenze Stem che do re per entrare in azienda. Io Per a non mi sono mai fermata: dopo In eria ho fatto due master e avrei preso anche un’altra laurea se non fosse che le università, dopo il Covid, hanno ripreso con i corsi solo in presenza. Roba da Giurassico, che impedisce a chi lavora di aggiornarsi.
Nel 2017, quando,stavamo per partire con lo stabilimento nuovo a Calderara di Reno, vicino Bologna, in accordo con la Fiom e l’allora assessore regionale Patrizio Bianchi lanciammo la Bonfiglioli Digital Retraining: un progetto pilota di 200 ore per insegnare nuove competenze tecnologiche ai nostri dipendenti. Da li è nata la Bonfiglioli Academy, una piattaforma che offre migliaia di corsi tecnici non solo agli interni ma anche agli studenti degli istituti tecnici del territorio. Abbiamo anche coinvolto 48 istituti tecnici di tutt’Italia in un progetto di formazione sulla robotica.
Al nostro territorio siamo molto collegati: oltre alle collaborazioni con l’università, a Bologna siamo tra gli sponsor di IFAB Foundation (International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development), un polo d’intelligenza artificiale collegato ai principali network internazionali nel settore del supercalcolo. Sempre a Bologna, al liceo Malpighi abbiamo progettato e realizzato con gli studenti il Malpighi La.B, dove i ragazzi fanno robotica, progettazione 3D, design.
Ricerca e formazione sono i nostri fari e credo che oggi le imprese siano più avanti delle università. Un’impresa deve farsi carico di attività nel territorio, perché il dinamismo serve a tutti. Sc il territorio è asfittico, se nessuno cresce, non trovi né le competenze né i partner giusti. Bisogna formare in continuazione. Il solo cruccio è che le donne con competenze Stem sono poche. Ma spesso siamo noi a fare scelte diverse».
Articolo pubblicato il 20 maggio 2023 da “Io Donna”