Roma 2022 - Convegno Nazionale "Tecnologia e innovazione per una transizione energetica"

mente gli operatori non erano in grado di mettere o non volevano mettere. C’erano delle condizioni di mercato per cui diversamente dal passato, sono scomparsi operatori per l’equivalente di 4 miliardi di metri cubi. Tenete conto che il gas che andiamo a mettere ogni anno in stoccaggio è circa 10/11 miliardi di metri cubi. Alla fine di maggio abbiamo tutti realizzato che operatori che tradizionalmente mettevano 4 miliardi di metri cubi di questi 11, non c’erano più. Mi porterebbe via troppo tempo spiegarne le ragioni però, preso atto di questo, è stato chiesto a Snam di intervenire e sopperire a un “fallimento di mercato” in quel momento. È stata dotata di risorse, ci siamo adoperati. Oggi dove siamo? Alla fine di settembre, quindi la prossima settimana, raggiungeremo l’obiettivo del 90%. Il governo si è dato l’obiettivo e ci ha dato l’obiettivo di superare questo 90% per un semplice fatto, che mettere un po’ più di gas in stoccaggio vuol dire avere una maggiore garanzia per il prossimo inverno ma, soprattutto avere più pressione e quindi rispondere ai picchi di consumo invernali potendo erogare e distribuire un po’ più di quella che è la curva di erogazione tradizionale arrivando ai 100 milioni di metri cubi al giorno e anche oltre. Qui siamo arrivati veramente a un livello importante. Ed è anche una delle spiegazioni per cui, come diceva Claudio poco fa, in questi giorni si sta esportando un po’ di gas perché, ancora oggi, oggi in particolare, stiamo iniettando in stoccaggio 60 milioni di metri cubi che è il massimo che riusciamo a iniettare perché uno stoccaggio è un po’ come un canotto: all’inizio mettere l’aria dentro è facile, giunti a un certo punto, quando il canotto è pieno, è sempre più difficile pomparci l’aria. Oggi siamo con gli stoccaggi pieni quindi infilare altro gas è più complicato o perlomeno se ne può infilare un po’ meno. Da questo punto di vista si è fatto tutto quello che si poteva fare per mettere in sicurezza il sistema per il prossimo inverno. Dal punto di vista delle infrastrutture, come sapete, dietro la scelta di una diversificazione che ha preso il nome di Ruxit, uscita dalla fornitura russa, in realtà c’è un cambiamento radicale della struttura di approvvigionamento e conseguentemente dell’infrastruttura che si rende necessaria per poterla seguire. 4. Evoluzioni delle reti e nuove frontiere tecnologiche 75

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