Quaderni sulla sostenibilità

Quaderni sulla Sostenibilità Incontri 108 Negli anni ’70 a causa delle politiche di questo gruppo di paesi il prezzo della principale fonte energetica del mondo cresce di quattro volte generando una grave cri- si economica e un’importante inflazione nei paesi occi- dentali. Improvvisamente nasce la necessità di rendersi quanto più possibile indipendenti dagli altri: alcuni pae- si (come gli Stati uniti) investono sulla ricerca di idro- carburi sul suolo nazionale attraverso tecniche come il fracking, che permette di estrarre dalle rocce, mentre al- tri scelgono la via delle energie rinnovabili, dando vita al concetto di sostenibilità , declinata sia come ambien- tale che come sociale . Era infatti stato pubblicato nello stesso periodo il testo The limits to growth , in cui si illu- strava come il pianeta, avendo naturalmente dei limiti, non possa sostenere uno sviluppo infinito. Oggi purtroppo, viviamo proprio in uno di questi fati- dici momenti di crisi che possono eliminare una civiltà o impartirle un cambiamento radicale. L’Europa all’i- nizio del drammatico conflitto ucraino importava dalla Russia il 40% del gas di cui aveva bisogno. L’imposizione di dure sanzioni e la conseguente ritorsio- ne russa sui gasdotti ha portato alle conseguenze econo- miche che sono oggi sotto gli occhi tutti, ma è proprio qui che noi, sia come paese che come Unione Europea abbiamo la possibilità di trasformare una crisi in un’op- portunità. La necessità di affrancarsi dal gas russo rende infatti ancora più urgenti gli interventi e gli investimenti nelle fonti rinnovabili già programmati nel grande pro- getto del Green Deal europeo del 2019, finanziati dal Pnrr e ora perfezionati con un ulteriore piano della Com- missione Europea, il RePowerEu, che prevede un percor- so di crescita e decarbonizzazione paralleli. La centralità del tema energetico nelle nostre economie e nei rappor- ti geopolitici mondiali non consente però un approccio ideologico. Sarebbe miope nascondere le grandi critici- tà delle nuove fonti di energia su cui vogliamo fondare il futuro del nostro continente: vento, sole e acqua so- no infatti intermittenti e generano quindi la necessità di accumulare e conservare energia e di avere sempre co- me back delle fonti fossili, in particolare il gas naturale. Per questo è necessario un continuo sviluppo tecnologi- co che ci aiuti a sopperire a queste mancanze, attraverso per esempio lo sviluppo di batterie sempre più perfor- manti e le nuove tecniche per liquefare e trasportare il gas per i momenti in cui la produzione rinnovabile lan- gue o, come sta attualmente avvenendo, ci sia bisogno di sottrarsi a dei monopoli territoriali di questa materia prima, facendo diventare il mercato del gas un mercato globale e non più legato al singolo gasdotto. Si delineano quindi nel piano europeo i doveri dei vari paesi nei diversi settori, con particolare attenzione per quanto riguarda l’Italia allo snellimento delle procedure burocratiche ed amministrative ed appunto alla ricerca scientifica. Ciò che però è realmente di capitale impor- tanza, sia per la riuscita del progetto europeo (e in de- finitiva dunque di una transizione energetica organica da parte del nostro continente), sia per quanto riguar- da la risposta alla crisi derivata dall’invasione dell’Ucrai- na è che le strategie dei singoli paesi siano coordinate e coerenti, evitando fughe in avanti (o all’indietro sot- to il punto di vista ambientale) unilaterali con il rischio di sbilanciare tutta l’Unione o addirittura di tornare ad istinti autarchici. Nei grandi mutamenti della struttura del mondo, co- me quello energetico, è importante e necessario darsi una prospettiva per il futuro invece di navigare a vista. Tra gli spunti che la professoressa Termini ci ha fornito per l’avvenire c’è quello legato all’innovazione, già am- piamente citata nel corso dell’intervento, in particolare per lo sviluppo di nuovi tipi di produzione ed immagaz- zinamento di energia, come l’idrogeno verde, e quello riguardante le infrastrutture necessarie alla transizione stessa, come una rete elettrica più potente e i meccani- smi di ricarica per auto elettriche, che dovranno essere capillarmente diffusi. Le riflessioni più importanti sono però legate a due con- cetti, di cui il primo è quello delle filiere produttive. Pri- ma di procedere con la transizione è necessario per l’U- nione cercare dei fornitori di materie prime e creare al proprio interno una filiera completa in modo che essa non debba dipendere in futuro da paesi esteri non al- leati (in particolare la Cina), come avviene oggi con la Russia, per la produzione di batterie e di pannelli solari.

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