Civiltà del Lavoro, n. 3/2025

61 FOCUS Civiltà del Lavoro | giugno • luglio 2025 Infine, sul fronte delle politiche pubbliche, servono incentivi che favoriscano il passaggio generazionale e la patrimonializzazione delle imprese, perché la dimensione e resta un tema delicato per la tenuta futura di molte Pmi del nostro comparto. Quali azioni auspica Confindustria Moda da parte del governo a rafforzamento del settore? Il settore moda è uno dei pilastri dell’economia italiana, ma rappresenta anche un patrimonio culturale e identitario unico al mondo. Proprio per questo, ci aspettiamo dal governo un riconoscimento concreto del nostro valore strategico e misure capaci di accompagnarci nelle tante sfide che stiamo affrontando. Serve un forte sostegno alla formazione tecnica e professionale. Abbiamo bisogno di formare nuove generazioni di artigiani, tecnici, designer e manager, pronti a raccogliere il testimone e a mantenere alto il livello di eccellenza che contraddistingue il made in Italy. Senza competenze qualificate rischiamo di disperdere un patrimonio unico di saper fare. Un altro tema centrale è quello della transizione ecologica. Le nostre imprese, soprattutto le più piccole, sono pronte a fare la loro parte sul fronte della sostenibilità, ma non possono affrontare da sole i costi dell’innovazione green. Occorrono incentivi fiscali e strumenti finanziari che rendano possibile investire in tecnologie, processi produttivi e materiali a basso impatto ambientale. Fondamentali sono anche politiche di internazionalizzazione mirate. Oggi più che mai, in un contesto geopolitico incerto, le aziende italiane devono poter contare su strategie di supporto per presidiare mercati nuovi e consolidati, promuovere il prodotto italiano e affrontare eventuali barriere commerciali. Chiediamo poi una tutela più efficace del nostro “made in Italy”. È indispensabile contrastare con maggiore determinazione fenomeni come l’Italian sounding e la contraffazione, che danneggiano in particolare le piccole imprese e minano la credibilità dell’intero comparto. Infine, auspichiamo un sostegno deciso alla digitalizzazione, che non riguarda soltanto l’e-commerce ma l’intera filiera produttiva. Dalla gestione della supply chain alla tracciabilità dei prodotti, il digitale è ormai uno strumento imprescindibile per restare competitivi sui mercati internazionali. Tutto ciò rientra in un Piano Strategico Nazionale 2035 che intendiamo presentare al governo affinché si passi da misure reattive ad azioni proattive di lungo periodo, politiche che su questo comparto non sono mai esistite. La moda italiana genera valore economico, occupazione ed export, ma soprattutto contribuisce a portare nel mondo l’immagine dell’Italia migliore. Con regole chiare, strumenti di sostegno adeguati e una visione condivisa tra pubblico e privato, sono certo che sapremo affrontare anche le sfide più complesse dei prossimi anni. (S.T.) Foto agcreativelab © 123RF.com

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