Civiltà del Lavoro, n. 3/2025

58 FOCUS Civiltà del Lavoro | giugno • luglio 2025 Intervista a Luca SBURLATI NON SOLO PASSERELLE Fotografia di un cambiamento onfindustria Moda è una delle più importanti organizzazioni internazionali di rappresentanza degli industriali attivi nel tessile e moda, un settore che in Italia occupa quasi 400mila addetti e comprende poco meno di 50mila aziende. È l’interlocutore più appropriato per un ragionamento a 360 gradi su che cosa sta cambiando non solo in termini di presenza del made in Italy all’estero, ma anche sulle sfide in corso per una produzione sempre più sostenibile e un pubblico ormai molto attento alle istanze sociali e green. Di questo e altro abbiamo parlato con il presidente Luca Sburlati. Presidente Sburlati, moda e lusso sono due punte di diamante dell’industria italiana. In che misura si sono dimostrate sensibili, in questa prima parte del 2025, alle spregiudicate politiche commerciali della seconda amministrazione Trump? Siamo certamente in un momento complesso dal punto di vista degli scenari geopolitici e il nostro settore ne avverte gli effetti. Le scelte commerciali di Trump — tra dazi mirati, misure protezionistiche e forti pressioni sulla politica valutaria — stanno creando soprattutto incertezza e confusione sui mercati internazionali. Questo ha impatto diretto sulla “psicologia di acquisto”, ovvero “mi sento incerto sul mio reddito e dunque risparmio”, un atteggiamento legittimo ed umano. Il clima di imprevedibilità è dunque l’elemento più complesso da affrontare. Il secondo tema sarà poi quello dei dazi differenziati e cioè la potenziale perdita di competitività dei prodotti italiani nel confronto con altri paesi del Mediterraneo, inclusa la Turchia, che abbiano dazi azzerati o più bassi. Se associamo ciò ad un minore costo dell’energia per le imprese estere, il gap diventa molto rischioso. Quali sono i nuovi mercati che potrebbero – se non sostituire – almeno mitigare eventuali contrazioni legate al mercato statunitense? Gli Stati Uniti restano un partner prioritario, difficile pensare di “sostituirlo”. Tuttavia, Confindustria Moda non ha mai smesso di promuovere le proprie aziende in altri mercati in crescita. Vediamo un interessante potenziale nell’Asia nella zona indiana e in quella sud-orientale, ma anche un riaffermare la partnership con paesi quali Corea del Sud e Giappone, mercati sofisticati e molto interessati al prodotto italiano di qualità. Il Medio Oriente continua a dare segnali positivi, che saranno da confermare se la situazione politica si stabilizzerà, nuove fasce di consumatori sono alla ricerca di prodotti premium e luxury, soprattutto nelle capitali del Golfo. La vera scommessa riguarda però l’accordo con il Mercosur per tutta l’America Latina, che rappresenta la fronLuca Sburlati C

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