Civiltà del Lavoro, n. 3/2025

48 Civiltà del Lavoro | giugno • luglio 2025 CONVEGNO NAZIONALE a storia dell’integrazione europea è una storia fatta di cessioni, complete o parziali, di sovranità da parte degli Stati membri, che hanno trasferito parte delle loro competenze a istituzioni sovranazionali in settori come la politica monetaria, il commercio, la concorrenza e i diritti fondamentali. Parallelamente, si sono affermati un concetto e un sentimento di cittadinanza europea, che si sono andati affiancando a quelli più tradizionali limitati ai confini nazionali. Eppure, negli ultimi tempi sembra emergere una sempre maggiore distanza tra i cittadini e le istituzioni europee. Sembra infatti che della forza rivoluzionaria del Manifesto di Ventotene oggi resti poco. La tendenza dominante nell’opinione pubblica, e in molte forze politiche di stampo sovranista, appare quella di insistere sulla narrazione delle inefficienze di Bruxelles, ignorando deliberatamente le reali cause del malfunzionamento dell’Unione. Le criticità fondamentali dell’Ue risiedono spesso, invece, nella sua stessa struttura: da una Commissione che non rappresenta un organo politico nel senso tradizionale di un governo nazionale, alla presenza del diritto di veto, che spesso rallenta – fino a bloccare – l’azione politica dell’Unione. L CITTADINANZA ERASMUS Il sogno della Scuola Europea Intervento a cura del Gruppo di lavoro del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani” sul ciclo tematico “L’Europa che vogliamo” I NODI STRUTTURALI DELL’UNIONE Proprio allo scopo di superare le inefficienze e gli squilibri emersi nel corso del tempo a causa di un sistema che prevede un’unanimità paralizzante, è stata proposta la riforma dei trattati. Essa, sebbene sia la strada principale, non rappresenta l’unica alternativa possibile: tra le soluzioni prospettate vi sono gli strumenti di soft law, accordi paralleli che si collocano al di fuori del contesto istituzionale (vedi accordo di Schengen). Oppure di sistemi di cooperazione rafforzata, come previsti dal Trattato di Lisbona che, se implementati con efficacia, potrebbero effettivamente rendere gli strumenti di governance europea più efficienti. Ma al di là delle questioni di governo e di gestione della “macchina europea”, resta da affrontare un interrogativo fondamentale: come rilegittimare e rafforzare il senso di appartenenza all’UE da parte dei cittadini? Questa domanda, inevitabilmente complessa, chiama in causa temi quali la legittimità democratica, il principio di sussidiarietà e la partecipazione civica. ERASMUS E IL SOGNO DELLA SCUOLA EUROPEA Nell’ottica della promozione di un senso di identità condiviso, il programma Erasmus è, per i giovani, un impor-

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