37 Civiltà del Lavoro | giugno • luglio 2025 CONVEGNO NAZIONALE ricicli di acqua, abbattimento fumi, utilizzo di fili riciclati. Tutto questo costa moltissimo e ci mette in difficoltà rispetto alla concorrenza, soprattutto del Sudest asiatico. Oggi il problema è come riuscire a bilanciare la protezione di questo settore con la necessità di rimanere aperti al commercio globale. Poi il problema grave, che vedo molto presente, è che con questa amministrazione americana i prodotti cinesi, che di fatto arrivavano sul mercato americano, avranno, penso, qualche problema. E non sappiamo come finirà la guerra dei dazi. Il 2 aprile ero in Vietnam, dove abbiamo un’azienda per raggiungere mercati che dall’Italia noi non riuscivamo a raggiungere, compresi gli Usa dove la nostra azienda vietnamita esporta il 70%. Quando Trump ha annunciato i dazi, che col Vietnam erano del 47%, per tutta la notte nessuno ha dormito perché continuavamo a ricevere telefonate dai nostri clienti americani che, ovviamente, si dicevano molto preoccupati e che cancellavano ordini. Spero che attraverso Euratex, l’organizzazione tessile europea, si riesca a contenere l’ingresso in Europa di prodotti che non rispettano gli stessi nostri criteri di produzione. Altrimenti rischiamo la desertificazione di tutta la filiera tessile in Italia e in Europa. VERONESI: “Puntiamo sulla formazione tecnica” La formazione, soprattutto la formazione tecnologica nelle materie Stem, è importantissima per lo sviluppo del sistema economico europeo. Io sono nato come imprenditore negli anni ’70 e quello che ho portato all’azienda è stato proprio il fatto che avevo una preparazione tecnica. Sono laureato in economia e commercio, ma prima avevo fatto il perito industriale. Faccio un esempio: nei primi anni ’80 ero entrato in un’azienda che si chiama AIA e che andava male, nessuno della famiglia voleva andare in questa azienda. Io, ultimo dei fratelli, ci sono dovuto andare. Avevamo un concorrente fantastico che era Arena, Pollo Arena, che fatturava quasi mille miliardi di lire, che sembrava irraggiungibile. Un prodotto che ha risolto il problema economico della nostra azienda è stato Wudi, il primo wurstel di pollo in Europa. Ho visto in America queste attrezzature, loro facevano 40 quintali all’ora con quattro persone all’inizio e quattro alla fine; noi avevamo 50 persone per fare la stessa cosa e l’investimento era pazzesco, viste le dimensioni che avevamo allora. Però ci ho creduto nonostante una ricerca di mercato fatta in azienda suggerisse il contrario. Invece è stato un successo enorme, che ha risolto i problemi economici della nostra azienda e ha dato il via poi a una serie di altri prodotti che ci hanno differenziato dai concorrenti e ci hanno portato ad essere vincenti. Oggi AIA fa circa quattro miliardi di fatturato con 11mila dipendenti e quindi vuol dire che ha fatto veramente uno sviluppo enorme in pochi anni. La preparazione tecnica è una cosa importantissima, secondo me, che viene trascurata in Italia. Tutti i nostri giovani sono attratti da materie come marketing, comunicazione e invece la preparazione tecnica è quello che la Cina ha, l’India sta facendo rispetto al resto del mondo. Ci vuole più preparazione tecnica. Se guardiamo anche la storia dei Cavalieri del Lavoro, vediamo che tutto il mondo usa parole italiane nella radio, no? Si usa volume, radio, antenna, tutto il mondo usa queste parole. Ma perché? Perché Guglielmo Marconi, che era un tecnico, ha fatto una scuola che non c’era allora – perito tecnico – ma era una scuola tecnica di Livorno, e ha appreso queste nozioni tecniche di elettrotecnica, di onde radio e ha fatto una cosa rivoluzionaria che tutto il mondo ci invidia. E lui è diventato anche un grandissimo imprenditore, tanto che è stato fatto Cavaliere del Lavoro nel 1928. Questo lo dico sempre: facciamo fare le scuole tecniche ai nostri figli, matematica o ingegneria, tutto quello che crea innovazione e che fa vedere l’innovazione, pur costosa, come una cosa che invece porta grandissimo vantaggio all’azienda. L’Europa aiuti di più l’industria. Noi siamo in Usa da tre anni, abbiamo fatto un’azienda nuova funzionante in tre anni: dal terreno che ci hanno donato alla costruzione completa è passato un solo anno. Qui in Italia abbiamo impiegato sette anni per avere l’autorizzazione a costruire un’azienda in quel di Verona, a Zevio, e dopo sette anni è cambiato il mercato, i concorrenti sono cresciuti, abbiamo chiuso questo investimento. Serve più formazione tecnica: è ciò che crea vera innovazione. Matematica, ingegneria, Stem: senza queste competenze perdiamo competitività
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