25 Civiltà del Lavoro | giugno • luglio 2025 CONVEGNO NAZIONALE ranza sull’Europa che vogliamo ce lo offrono i nostri giovani. Penso agli allievi del Collegio Universitario di Merito Lamaro Pozzani, impegnati nella elaborazione di un “paper” a valle del ciclo di seminari sull’Europa. L’Ue – scrivono – prima ancora che struttura istituzionale o mercato, è un’esperienza vissuta, quotidiana, comunitaria. L’Erasmus – affermano – è stato un potente motore di integrazione, ma oggi non basta più. È da questi giovani che ci giunge un messaggio di responsabilità: costruire l’Europa che vogliamo significa anche educare insieme, secondo sistemi coerenti e ispirati su valori condivisi, la generazione che dovrà guidarla. Per seguirne l’esempio occorre spingerci verso un imprescindibile e non più procrastinabile cambiamento culturale. Chi di noi nel presentarsi, magari ad un americano, dice I’m European? Questo dovrebbe diventare il nostro motto. Quanti di noi sanno che il 9 maggio si celebra la Giornata dell’Europa? ADESSO UN SECONDO MIRACOLO Ed è per questo che, facendo leva sulle meravigliose intelligenze imprenditoriali qui riunite, credo di poter dire che avete avuto e avete la responsabilità di una partecipazione attiva nel campo dell’economia ma anche la responsabilità di una partecipazione attiva per quel che compete alla nostra responsabilità e al nostro ruolo sociale: spingiamo perché l’Europa agisca ora e sosteniamo il completamento del progetto comune, senza paura dei cambiamenti che dovremo affrontare. Il mondo dei Cavalieri del Lavoro riflette l’eccellenza del mondo produttivo. Grazie a una spiccata capacità di visione, molti di noi sono stati e sono protagonisti di cambiamento non solo nel mondo economico ma anche sociale e culturale. Con tutto ciò abbiamo sostenuto l’Italia nei momenti più difficili, credendo nel valore delle persone, nella responsabilità sociale. Oggi, siamo chiamati a una sfida altrettanto storica: completare la costruzione dell’Europa. Un’Europa delle imprese e dei talenti. L’Europa, anche se ancora incompiuta, è già un miracolo della storia: 27 nazioni sovrane che scelgono ogni giorno di condividere valori, regole e responsabilità, per fare il bene comune, dando vita a uno straordinario spazio di opportunità e di futuro. L’anno prossimo gli Usa compiranno 250 anni dalla dichiarazione di indipendenza, firmata inizialmente nel 1776 da 13 Stati. Occorre ora fare un secondo miracolo: fare in modo che nel 2026 inizi il primo anno degli Stati Uniti d’Europa! W l’Europa. l contesto internazionale, i conflitti aperti, l’appannamento delle convenzioni e delle attività internazionali basate su principi di cooperazione, rendono più che mai prezioso il ruolo della Unione europea, fattore di stabilità, progresso e pace. Il Convegno organizzato dalla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro appare dunque di particolare attualità, legando il futuro dell’Europa al ruolo delle società civili che la vivificano. “L’Europa che vogliamo” è l’interrogativo al centro del dibattito, con la funzione che l’economia europea può svolgere, a seguito della positiva esperienza del programma Next Generation EU, per investimenti comuni diretti alla innovazione e alla crescita di competitività del continente. Con consapevolezza, l’incontro vuole mettere a fuoco le questioni della governance dell’Unione, gravata dalla frammentazione di interessi nazionali che appesantiscono i processi decisionali delle istituzioni comunitarie delle quali, al contrario, si auspica il rafforzamento di competenze per renderle in grado di far esercitare all’Europa un ruolo nella vicenda internazionale, inclusi temi rilevanti come la politica estera e di difesa. Nell’esprimere apprezzamento per l’iniziativa e per il contributo di riflessione che ne deriverà, rivolgo a tutti i presenti un cordiale saluto. Il messaggio del Presidente della Repubblica MATTARELLA: UNIONE FATTORE DI STABILITÀ E PACE I
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