Civiltà del Lavoro, n. 3/2025

23 Civiltà del Lavoro | giugno • luglio 2025 CONVEGNO NAZIONALE A mio parere se si volesse procedere a rivedere i trattati, si potrebbe anche considerare di sostituire l’unanimità in quasi tutti gli ambiti in cui è prevista con una maggioranza qualificata rafforzata (72% dei paesi, 20 su 27, e 65% della popolazione) che potrebbe preservare la fondamentale democraticità dell’area, migliorando la fluidità del processo permettendo decisioni più rapide. AUMENTARE IL DEBITO COMUNE Il secondo suggerimento è di aumentare il debito comune europeo. È una strada obbligata per l’Europa ed è necessario percorrerla perché dobbiamo affrontare investimenti enormi per avere più indipendenza strategica ed energetica, maggiore produttività e gestire il cambiamento climatico. Debito comune significa superare la diffidenza reciproca tra gli Stati e se questo accade la fiducia interna attirerebbe anche la fiducia degli investitori esterni all’Europa. Se siamo noi europei i primi a non crederci, come possiamo pretendere che lo facciano gli altri? Gli Usa hanno emissioni per quasi 29 Trn $ (1 trilione vale mille miliardi) e sta forse diventando un debito eccessivo. L’Europa non deve arrivare a tanto. Dopo l’esperimento del NextGenEU il debito comune era salito a 300 mld, ora potremmo aggiungere altri 150 mld con il “ReArm EU”, ma sarebbe stato più corretto chiamarle DefendEU, quindi resteremo intorno al mezzo Trn di euro. Il peso dell’economia europea sul Pil mondiale è comparabile con quello Usa ma il debito comune sembra essere appena un sessantesimo! In altre parole, il debito federale, statale e locale in Usa è il 124% del Pil, in Europa la somma dei debiti comparabili è solo l’82% del Pil, su cui il debito comune incide per appena il 2%. Il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta nelle sue considerazioni finali la settimana scorsa ha insistito su questo punto, ritenendo “cruciale introdurre un titolo pubblico europeo per eliminare alla radice la frammentazione del mercato dei capitali lungo linee nazionali”. Questa innovazione, come ha detto il governatore, ha un duplice obiettivo: finanziare la componente pubblica degli investimenti e fornire come Europa un riferimento comune, solido e credibile all’intero sistema finanziario. Abbiamo avuto il coraggio di fare l’euro, che è stato un grande successo, ma non ancora quello di accompagnarlo con un’unione fiscale e finanziaria vera: è tempo di superare questa contraddizione. SEMPLIFICARE PER CRESCERE La terza proposta è la semplificazione, indispensabile per preservare l’essenziale vitalità dell’imprenditoria europea, garantendo biodiversità economica, capacità di innovazione e prospettive di crescita futura, che rischiano Foto titonz © 123RF.com La forza dell’Europa è di essere un punto fermo e un modello democratico unico, che lega il successo economico allo Stato di diritto e al progresso sociale

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