Civiltà del Lavoro, n. 3/2025

22 Civiltà del Lavoro | giugno • luglio 2025 CONVEGNO NAZIONALE nostri lavori si sono aperti con il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che con la consueta autorevolezza ci ha offerto una guida morale e istituzionale preziosa, sottolineando come “l’appannamento delle convenzioni internazionali basate su principi di cooperazione, rendono più che mai prezioso il ruolo della Unione europea, fattore di stabilità, progresso e pace”. Inizio col dire: per l’Italia non c’è futuro favorevole senza l’Europa! Specie di un’Europa protagonista e non spettatrice della storia, autorevole sul piano politico, efficace dal punto di vista istituzionale e capace di crescere e competere come area economica ampia, integrata e meno frammentata. UNA NUOVA UNITÀ Faccio un paragone. L’Italia prima dell’Unità, nel 1860-1870, con regole e prassi differenti, era una selva di diversità, con tanti piccoli Stati divisi, con diversi dialetti, spesso influenzati da potenze straniere. L’Unità ci ha consentito di avere evoluzioni civili, sociali e istituzionali e di avviare lo sviluppo che ci ha portato a essere tra i grandi Paesi del mondo. Oggi l’Europa si trova di fronte a una sfida analoga, ma su scala mondiale. In uno scenario complesso e in un contesto dominato da concentrazioni sempre più vaste di potere economico, militare e tecnologico; la dimensione è decisiva. L’Unione fa la forza è il caso di dire! E la forza dell’Europa è di essere un punto fermo e un modello democratico unico, che lega il successo economico allo Stato di diritto e al progresso sociale. Ma l’Europa non potrà mai contare davvero per quello che vale se ogni Nazione resta condizionata dalla persistenza dei suoi confini nazionali. Vorrei esprimere in modo ottimistico tre proposte, che potranno apparire a taluno molto ambiziose, perfino irrealizzabili, ma è solo pensando in grande che si potrà dare concretezza all’Europa che vogliamo. SUPERARE L’UNANIMITÀ La prima riguarda il processo decisionale europeo: va definitivamente superata la regola dell’unanimità nelle decisioni importanti del Consiglio, snodo nevralgico delle decisioni politiche europee, perché questa regola attribuisce un grande potere di veto ai singoli Paesi, anche molto piccoli, e rischia di provocare la paralisi politica nel momento in cui ci fossero da prendere decisioni importanti e urgenti. Questa riforma consentirebbe un cambio di passo nelle decisioni dell’Unione europea. Quindi, o si cambiano i trattati per ridurre i tanti ambiti sui quali occorre l’unanimità, ad es. su argomenti-chiave come la politica estera e la difesa, oppure si attivano le cosiddette “clausole passerella” che consentono appunto di ricorrere alla maggioranza rafforzata (55% dei Paesi, 65% della popolazione). I di Maurizio SELLA Maurizio Sella Verso gli STATI UNITI D’EUROPA

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