Civiltà del Lavoro, n. 3/2025

110 Civiltà del Lavoro | giugno • luglio 2025 ARTE La sua pittura – così come descritta nel nuovo Volume d’Arte Menarini – va “oltre la fede”, abbracciando il racconto umano del divino. La fede, così, non resta solo una questione di dogma ma diventa esperienza espressiva e partecipativa, costruita attraverso sguardi, gesti e colori inediti per quell’epoca. Questa monografia, in particolare, si distingue per la ricchezza visiva: il racconto di Cimabue è impreziosito da riproduzioni fotografiche ad alta definizione, che permettono di apprezzare ogni minimo dettaglio delle opere esaminate. Un valore aggiunto che offre al lettore la sensazione di trovarsi a diretto contatto con il capolavoro, annullando la distanza tra osservatore e artista. La scelta di Cimabue si inserisce in una linea editoriale precisa, che nel tempo ha toccato giganti come Botticelli, Leonardo, Raffaello e Caravaggio. Sono trascorsi quasi 70 anni, infatti, da quando Menarini pubblicò il suo primo volume d’arte. Il titolo era “Il Testimone d’Egitto” e si trattava di un reportage, nella terra delle Piramidi, alla scoperta dei tesori dei Faraoni. Fu così tanto apprezzato dai lettori che l’azienda decise di continuare, anno dopo anno, a pubblicare altri volumi d’arte. La linea e lo stile, nel corso del tempo, cambiarono. Da racconti e reportage, si passò alla realizzazione di monografie inedite dei grandi pittori e scultori del Rinascimento. A firmare questi libri, alcuni dei più grandi storici dell’arte italiani: Rossella Vodret ha curato il volume su Caravaggio nel 2009, Claudio Strinati è stato l’autore della monografia di Bronzino nel 2010, Antonio Natali ha firmato il volume dedicato a Rosso Fiorentino nel 2006, Marco Versiero ha curato il volume su Leonardo del 2015, Francesco Mancini ha firmato la monografia di Pintoricchio nel 2007, Marco Grassi ha raccontato la vita e le opere di Artemisia Gentileschi nel 2017 e Renzo e Giovanni Villa sono stati gli autori di numerosi voA firmare l’ultima monografia, edita da Pacini Editore, è la storica dell’arte Miriam Fileti Mazza, per quarant’anni docente alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Il suo lavoro restituisce la figura dell’artista nella sua piena grandezza. Cimabue, al secolo Cenni di Pepo, rappresenta uno degli snodi fondamentali nella storia dell’arte occidentale. Definito dai critici come il ponte ideale tra la tradizione bizantina e le prime avvisaglie del Rinascimento, ha saputo imprimere nelle sue opere un profondo senso di innovazione e umanità, anticipando quel percorso che avrebbe rivoluzionato per sempre la rappresentazione del sacro. Ogni volume della collana ripercorre un periodo particolare di un artista, o un’opera specifica La monografia si distingue per la ricchezza visiva: il racconto di Cimabue è impreziosito da riproduzioni fotografiche ad alta definizione, che permettono di apprezzare ogni minimo dettaglio delle opere

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