11 Civiltà del Lavoro | giugno • luglio 2025 Ma alla fine ha prevalso la certezza di un accordo non del tutto soddisfacente all’incertezza prolungata di un conflitto commerciale (e politico) dagli esiti imprevedibili. Occorre semmai ora minimizzare l’impatto dei dazi sul sistema economico europeo, accelerando la ricerca di nuovi sbocchi commerciali verso altre aree del mondo. Per questo va rapidamente ratificato l’accordo di libero scambio col Mercosur, bloccato in Italia, Francia e Polonia da timori che riguardano il mondo agricolo che teme le importazioni dall’America Latina. E, infine, la Ue dovrebbe rafforzare l’impegno per migliorare la competitività europea, ridurre i “lacci e lacciuoli” che imbrigliano l’attività imprenditoriale, investire di più in ricerca e difesa. Sono gli obiettivi del prossimo bilancio settennale 2028-2034 presentato a metà luglio dalla Commissione europea, che prevede l’aumento delle risorse Ue dall’1,1 all’1,26% del Pil europeo, pari a quasi duemila miliardi nei 7 anni, mentre il bilancio federale Usa, va sempre ricordato, è pari al 25% del Pil. La proposta di bilancio europeo, che prevede nuove tasse su sigarette, grandi imprese ed emissioni inquinanti, ha suscitato molti contrasti e deve affrontare ora un lungo iter di approvazione. È probabile che ci saranno molte modifiche. L’importante è non perdere di vista l’essenziale: solo un’Europa più unita e più forte, anche dal punto di vista economico, come auspicato al recente Convegno Nazionale del Cavalieri del Lavoro di Venezia, può affrontare l’attuale burrascoso scenario geopolitico. (P.M.) EDITORIALE
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