Civiltà del Lavoro, n. 2/2025

58 FOCUS Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 er parlare di parità di genere nel mondo del lavoro bisogna partire dai numeri che fotografano questa realtà e la premessa è che purtroppo sono impietosi. I numeri mondiali più interessanti sono quelli forniti dal “Global Gender Gap Report” che il World Economic Forum edita ogni anno dal 2006 fotografando la situazione in 146 Paesi nel mondo. Nel 2024 l’Italia, in questa importante classifica, si posiziona all’87° posto, raggiungendo una parità di genere del 70,3% e un importante peggioramento rispetto al 2022 quando era al 63° posto. Gli indicatori che danno luogo all’indice globale sono quattro, ma i due che ci interessano oggi riguardano: 1. l ’opportunità femminile di partecipazione alla vita lavorativa con parità di stipendio e di carriera, dove l’Italia si colloca al 111° posto nel mondo; 2. la formazione e la possibilità di studio delle donne e qui l’Italia è al 56° posto, situandosi però al primo posto per quanto riguarda l’istruzione universitaria dove le donne avanzano di 23 punti sugli uomini. Abbiamo, quindi, una popolazione femminile preparata per il mondo del lavoro che poi non accede allo stesso in ugual misura di quella maschile. "BILANCIO DI GENERE" La recente pubblicazione da parte del ministero dell’Economia e delle finanze del cosiddetto “Bilancio di Genere” consente di fare il punto sui progressi compiuti in Italia nella riduzione delle disparità di genere. È quindi utile confrontare i dati per intervalli temporali significativi: tra il 2010 e il 2021 l’Italia è il Paese europeo che ha conseguito i maggiori progressi con un miglioramento dell’indice della disparità di genere di 14,9 punti, pur restando al di sotto della media europea (68,2 punti contro i 70,2 punti della media europea). In campo economico (cioè nel rapporto fra i due domini “lavoro” e “denaro”) il P LA DIREZIONE È PRESA ed è quella giusta di Costanza MUSSO Costanza Musso

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