50 FOCUS Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 di Giorgia ANTONUCCI n un contesto globale in continua trasformazione, le imprese sono chiamate non solo a restare competitive, ma anche a contribuire attivamente al progresso sociale. Dunque, la sostenibilità sociale e la parità di genere emergono come leve strategiche per rafforzare la resilienza, stimolare l’innovazione e favorire una crescita inclusiva. Parallelamente, l’Europa sta attraversando un profondo cambiamento demografico. Nei prossimi decenni, milioni di persone raggiungeranno l’età pensionabile, mentre la popolazione in età lavorativa diminuirà drasticamente: si stima una riduzione di quasi 50 milioni di persone entro il 2100. Con tassi di natalità ben al di sotto del livello di sostituzione, questa tendenza rischia di mettere sotto pressione i mercati del lavoro, i sistemi pensionistici e l’equilibrio economico generale. In questo contesto, una risposta strategica consiste nel valorizzare il potenziale del capitale umano europeo, in particolare delle donne. Pur rappresentando la metà della popolazione e benché, in media, conseguano livelli di istruzione più elevati rispetto agli uomini, le donne continuano a essere sottorappresentate nel mercato del lavoro. Nel 2023 il tasso di occupazione maschile nell’Ue era dell’80,4%, contro il 70,2% per le donne. Il divario si accentua ulteriormente se si osserva il lavoro a tempo pieno: solo il 42% delle donne lavora full time, rispetto al 57% degli uomini1. Eppure, il potenziale ancora inutilizzato è enorme. Con le giuste condizioni, una maggiore partecipazione femminile potrebbe portare, entro il 2030, a 17,3 milioni di lavoratori in più. Un apporto fondamentale per aumenta1 I dati citati e ulteriori approfondimenti sono disponibili nel position paper “Prio- rities for strengthening gender equality in Europe” pubblicato da BusinessEurope a marzo di quest’anno. re la produttività, colmare il gap di competenze e rafforzare la competitività europea. La parità di genere, quindi, non è solo una questione di equità, ma una priorità strategica per il futuro dell’economia europea. Oggi, le donne risultano ancora sovra-rappresentate nei contratti part time e nei settori a basso reddito, mentre la loro presenza nei settori strategici e ad alta crescita – come il digitale, le discipline Stem e le tecnologie verdi – resta decisamente limitata. Colmare questi squilibri richiede un approccio integrato, capace di combinare politiche formative mirate, trasformazioni culturali profonde e interventi concreti a livello settoriale. La segregazione di genere nel mondo del lavoro rimane infatti un ostacolo strutturale. Settori chiave come l’edilizia, i trasporti e l’informatica continuano a essere dominati dalla componente maschile, mentre le donne sono prevalentemente impiegate nella sanità e nell’istruI Giorgia Antonucci, Junior Adviser BusinessEurope La via PER LA COMPETITIVITÀ
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