36 FOCUS Civiltà del Lavoro | aprile • maggio 2025 SCUDIERI: “Si passi all’azione. Dazi occasione per Ue” Nel suo intervento conclusivo al workshop preparatorio del Convegno Nazionale, Il Cavaliere del Lavoro Paolo Scudieri, presidente di Adler Group, ha tracciato un quadro lucido e realistico delle sfide che l’Unione europea è chiamata ad affrontare per non soccombere nel nuovo disordine globale. Con uno sguardo rivolto ai recenti eventi – tra cui le dichiarazioni del Presidente Trump che hanno scosso in poche ore l’intero sistema commerciale mondiale – Scudieri ha messo in evidenza come l’Europa rappresenti oggi l’anello debole tra le grandi potenze, impantanata in burocrazia, lentezza decisionale e mancanza di una visione strategica condivisa. Nonostante custodisca un patrimonio unico di cultura, storia e industria, il Vecchio Continente sembra aver smarrito il dinamismo necessario per stare al passo con le economie emergenti e le superpotenze globali. Secondo Scudieri, l’Europa deve “darsi una scossa”: è impensabile continuare a operare con sistemi decisionali lenti, spesso vincolati dall’unanimità, mentre Stati Uniti e Asia procedono con determinazione. L’Unione deve diventare più competitiva, più agile, più strategica: serve una vera politica industriale comune, la capacità di stringere alleanze intelligenti con i Paesi detentori di materie prime strategiche (come quelli dell’Africa subsahariana) e un approccio più concreto nella gestione dei grandi dossier energetici, logistici e produttivi. Una parola chiave del suo intervento è stata “tangibilità”: per Scudieri, l’Europa deve passare dalle ideologie alle azioni concrete. “Non c’è più tempo per pensare e discutere”, avverte. “Bisogna agire con velocità, attrarre investimenti, liberare l’iniziativa economica”. Scudieri ha lanciato un appello all’Italia, che deve giocare un ruolo da protagonista nel rilancio europeo. “Il nostro Paese, dice, deve promuovere una politica internazionale propositiva e pragmatica, capace di incidere sulle scelte comuni e superare i freni che oggi bloccano il processo di integrazione. L’obiettivo non è inseguire un’unità astratta, ma costruire un’Europa concreta, funzionale, orientata alla crescita”. L’imprenditore ha messo in guardia dai rischi della iperregolamentazione, che scoraggia gli investimenti esteri e rallenta lo sviluppo. “In Europa è più difficile che altrove avviare un’azienda, farla crescere, innovare”, ha denunciato, confrontando la rigidità del Vecchio Continente con la flessibilità americana. Con la sua azienda attiva in oltre trenta Paesi, Scudieri porta l’esempio degli stabilimenti statunitensi, dove l’integrazione tra impresa e territorio è più fluida ed efficace. Una delle critiche più forti riguarda le profonde divisioni tra i Paesi membri, in particolare tra Nord e Sud Europa. La spaccatura tra i cosiddetti “Paesi frugali” e le economie mediterranee rende difficile qualunque processo decisionale. Scudieri ha proposto una revisione delle regole di voto, che consenta di superare l’impasse e affrontare finalmente i grandi temi strategici: energia, logistica, sicurezza economica, innovazione. “L’Europa ha un potenziale straordinario – ribadisce – ma deve scegliere di liberarlo”. L’ultima parte dell’intervento è dedicata alle dinamiche commerciali globali, con riferimento ai nuovi dazi “a geometria variabile” annunciati dagli Stati Uniti. Scudieri ha invitato a leggere con attenzione le misure, che potrebbero in alcuni casi rappresentare un’opportunità competitiva per l’Europa, rispetto ad altri competitor come la Cina. In questo scenario, sarà fondamentale rafforzare le catene logistiche e distributive, elemento cruciale per sostenere l’export e difendere la competitività dei prodotti europei. IL DIBATTITO Nel dibattito seguito agli interventi di Buti, Paglieri, Piovesana e Scudieri, alcuni Cavalieri del Lavoro hanno arricchito la riflessione con proposte concrete, richiami storici e visioni strategiche sul futuro dell’Europa. Francesco Averna ha richiamato due passaggi cruciali nei blocchi dell’integrazione europea – il veto francese del 1954 sull’Europa della difesa e quello franco-olandese del 2005 sulla Costituzione – sottolineando che senza un’identità condivisa e un richiamo alle radici cultuServe una revisione delle regole di voto, che consenta di superare l’impasse e affrontare finalmente i grandi temi strategici: energia, logistica, sicurezza economica, innovazione. L’Europa ha un potenziale straordinario ma deve scegliere di liberarlo
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